L’assalto sulla strada statale 387: è caccia a quattro malviventi, incappucciati e armati
– Foto ufficio stampa Carabinieri – (ITALPRESS)
CAGLIARI (ITALPRESS) – Torna l’incubo dei portavalori in Sardegna. Nelle prime ore della mattinata odierna, lungo la Strada Statale 387, il furgone di un istituto di vigilanza privata è stato assaltato nella zona di Sant’Andrea Frius. Secondo una prima ricostruzione, quattro individui incappucciati, armati di armi lunghe, hanno tentato di bloccare il mezzo blindato, predisponendo alcune autovetture di traverso sulla carreggiata a cui hanno dato fuoco.
L’autista del portavalori, resosi conto della situazione, è riuscito a compiere una manovra repentina e a mettersi in salvo, eludendo così l’assalto. I rapinatori, capendo la manovra del furgone, hanno immediatamente abbandonato il piano scappando. Sul posto sono rimaste alcune autovetture date alle fiamme, utilizzate presumibilmente come ostacolo per fermare il mezzo.
Sul luogo del tentativo di rapina sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Dolianova e del nucleo investigativo di Cagliari, che hanno messo in sicurezza l’area e avviato i rilievi tecnici necessari a ricostruire la dinamica dei fatti. Sono in corso le ricerche per rintracciare i responsabili, con l’attivazione del piano prefettizio Anticrimine e dei posti di blocco nelle principali arterie stradali del territorio.
E’ successo nel Torinese, giocatore in ospedale con traumi e malleolo fratturato. Aggressore e figlio allontanati dalla squadra. Il presidente: “Ci dissociamo, ora Daspo a vita”
Il ragazzino picchiato e il campo teatro dell’aggressione
Follia al termine di una partita di calcio fra ragazzini nel Torinese. Il padre di un giocatore ha picchiato il portiere avversario e l’ha mandato in ospedale: la vittima, 13 anni, è finito al Martini di Torino si è ritrovato con il malleolo rotto e vari traumi.
È successo ieri sera, domenica, durante il SuperOscar, celebre torneo per squadre giovanili arrivato alla 45esima edizione. Le squadre Under 14 di Csf Carmagnola e Volpiano Pianese si sfidavano sul campo del Paradiso Collegno, con la prima che è riuscita a imporsi per 1-0.
Ed è proprio dopo il triplice fischio che è successo l’incredibile: a quanto risulta, un calciatore carmagnolese ha iniziato a esultare e scatenando la rabbia del portiere avversario. Così è iniziato un parapiglia, con i due 13enni ad azzuffarsi e dirigenti e allenatori a cercare di dividerli. A qual punto è intervenuto il padre del ragazzo del Carmagnola, che ha scavalcato le recinzioni e ha aggredito il portiere del Volpiano. Che poi, liberato dalla furia del genitore che gli si era scagliato contro a calci e pugni, è stato caricato in ambulanza e trasportato all’ospedale Martini, dove gli sono stati diagnosticati traumi e la frattura del malleolo.
A denunciare la vicenda è stato Andrea Mirasola,allenatore del Volpiano dove gioca il ragazzo picchiato, che ora chiede l’intervento della giustizia. Sia sportiva sia penale, visto che il genitore è stato poi identificato dai carabinieri.
“Noi allontaneremo padre e figlio e ci costituiremo parte civile nel processo che partirà sicuramente per accertare quanto successo – commenta Alessio Russo, presidente del Carmagnola – Ci scusiamo per quanto successo anche se una vicenda di questo tipo non era prevedibile: non conoscevamo quel signore, suo figlio è appena arrivato dal Chisola ed era alla seconda partita con noi. Ci dissociamo perché quella persona non ci rappresenta né come tesserato né come valori: purtroppo ci siamo ritrovati un deficiente in casa, si merita un Daspo a vita“.
Il velivolo con a bordo la presidente della Commissione Ue ha sorvolato lo scalo bulgaro per un’ora, poi il pilota hadeciso di atterrare affidandosi alle mappe cartacee. “Il Gps dell’intero aeroporto si è spento”
A destra la rotta finale dell’aereo di Ursula von der Leyen sopra l’aeroporto di Plovdiv, in Bulgaria (screenshot da Flight Radar)
L’aereo sul quale viaggiava la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stato costretto ad atterrare in Bulgaria utilizzando solamente mappe cartacee a causa di presunte interferenze russe. I servizi di navigazione Gps dell’aeroporto bulgaro sarebbero infatti risultati disattivati. Lo riporta il Financial Times, citando tre funzionari informati che parlano di un “innegabile” attacco da parte di Mosca.
“Il Gps dell’intero aeroporto si è spento”: cos’è successo – Domenica 31 agosto il velivolo stava trasportando Von der Leyen da Varsavia a Plovdiv, in Bulgaria, quando sarebbe stato privato dei sistemi di navigazione elettronica proprio mentre si avvicinava allo scalo. “Il Gps dell’intera area aeroportuale si è spento“, ha affermato una delle fonti citate dal quotidiano britannico.
Si è trattato di “un’innegabile interferenza”, identificabile nel cosiddetto “jamming e spoofing Gps“, ovvero tecniche di disturbo e manipolazione dei segnali satellitari, tradizionalmente usate dai servizi militari e di intelligence per difendere siti sensibili, ma sempre più utilizzate come tattica di guerra ibrida per colpire aerei e imbarcazioni civili.
L’aereo coinvolto è un Dassault Falcon 900LX,jet privato in grado di coprire anche distanze intercontinentali. Dopo aver sorvolato l’aeroporto per circa un’ora, il pilota del velivolo ha tentato l’atterraggio facendo affidamento su mappe analogiche. Su portali di tracciamento di rotte aeree come FlightRadar, si vedono i diversi giri del jet sull’aeroporto di Plovdiv prima di atterrare.
Il jet di Ursula von der Leyen mentre sorvola ripetutamente l’aeroporto prima di atterrare (FlightRadar)
Dopo l’accaduto, von der Leyen ha effettuato regolarmente gli impegni in programma, che includevano l’incontro con il primo ministro del Paese, Rosen Zhelyazkov, e la visita a una fabbrica di munizioni a Sopot, nell’ambito di un dialogo con gli Stati europei “di frontiera” sul rafforzamento della difesa in risposta all’offensiva russa contro l’Ucraina.
“Qui vengono prodotti proiettili in grandi quantità. Non solo per le scorte europee, ma anche per la difesa dell’Ucraina. Un terzo delle armi consegnate all’Ucraina all’inizio della guerra proveniva dalla Bulgaria. Grazie per il vostro sostegno alla difesa dell’Ucraina. È un vantaggio per la sicurezza dell’Europa nel suo complesso“, ha scritto von der Leyen su X, allegando un video che mostra la sua visita alla fabbrica di munizioni di Sopot.
Fuori dall’impianto, decine di manifestanti l’hanno accolta al grido di “nazista“. A organizzare la protesta sarebbe stato il partito bulgaro di destra estrema “Revival“, insieme a quello di stampo nazionalista, “Velichie“.
Kostadin Kostadinov, leader di Revival, sostenitore dell’uscita della Bulgaria dalla Nato, ha pubblicato sui social un video delle proteste nel quale si vedono alcune decine di manifestanti con in mano bandiere bulgare e russe circondare un’auto nera, nel tentativo di impedire l’accesso allo stabilimento di munizioni
Il Cremlino nega: “Avete informazioni sbagliate” – La portavoce della Commissione europea Arianna Podestà ha confermato che l’aereo della presidente è stato colpito da “un disturbo ai sistemi Gps”, aggiungendo che le autorità bulgare sospettano che ciò sia “dovuto a palesi interferenze da parte della Russia“. “Siamo, ovviamente, consapevoli e in qualche modo abituati alle minacce e alle intimidazioni che sono una componente regolare del comportamento ostile della Russia. Naturalmente, questo non farà che rafforzare ulteriormente il nostro incrollabile impegno ad aumentare le capacità di difesa e il sostegno all’Ucraina. Questo incidente sottolinea l’urgenza della missione che la presidente sta svolgendo negli Stati membri in prima linea“.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto negando qualsiasi coinvolgimento della Russia nel guasto: “Le vostre informazioni non sono corrette“, ha dichiarato Peskov al Financial Times.
La scossa di 6.0 alle 23:47 del 31 agosto: “L’area colpita è di difficile accesso”
Un’immagine del terremoto in Afghanistan (foto: X)
Una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito l’Afghanistan alle 23:47 del 31 agosto, ora locale. I morti sarebbero almeno 622 e si contano migliaia di feriti. Sharafat Zaman, portavoce del ministero della Salute afgano, ha spiegato che l’area colpita “è di difficile accesso“.
Il terremoto – La scossa è stata localizzata a 9 chilometri di profondità nella provincia di Kunar, nel nordest del Paese, vicino al confine con il Pakistan. Erano le 21:17 italiane quando la terra ha iniziato a tremare nella valle circondata dalle montagne. “Il numero di vittime e feriti è elevato”, ha dichiarato Zaman, per questo le operazioni di soccorso sono ancora in corso.
“Secondo le informazioni, diversi villaggi nel distretto di Noor Gul, nella provincia di Kunar, sono stati completamente distrutti (Sholat, Aret, Mama Gul, Wadira e altri villaggi) e hanno subito gravi danni“, ha fatto sapere il portavoce del ministero della Salute. In molti si stanno riversando negli ospedali locali per donare il sangue ai feriti. Decine sono le case crollate e i soccorritori sono alla ricerca di sopravvissuti.
L’epicentro del terremoto in Afghanistan (fonte: Ingv)
Poco dopo le 20 di stasera, 31 agosto, è scoppiato un incendio di grosse proporzioni in uno dei magazzini della Ddchem, un’azienda di prodotti chimici in via Crear a Villafontana, nel territorio comunale di Oppeano.
Si sono susseguite forti esplosioni, sentite da chilometri di distanza, mentre le fiamme si vedevano dalla città e da diversi punti della provincia. Sul posto numerosi mezzi dei vigili del fuoco: 30 pompieri provenienti da Verona, Legnago e Caldiero per contenere il rogo ed evitarne la propagazione. Inviati anche un mezzo aeroportuale e l‘autobotte chilolitrica dalla centrale. Rinforzi con squadre da Vicenza e da Rovigo con una seconda autobotte.
Non si sono registrati feriti. Sul posto il proprietario dell’azienda e il sindaco di Oppeano Luca Faustini, con lui il consigliere Mirko Vertuan. Presenti anche il sindaco di Bovolone Orfeo Pozzani, la polizia locale della Media Pianura Veronese e la Anc (associazione nazionale carabinieri di Oppeano).
I sindaci, in attesa delle rilevazioni dell’Arpav, hanno invitato a chiudere le finestre.
Attorno alle 22 l’incendio, scoppiato in un magazzino di resine, era sotto controllo da parte dei pompieri, che però hanno proseguito per ore le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza. Crollate facciate e muri interne della struttura.