E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Venerdì 29 agosto 2025
| Bologna, il muro della vergogna sessista. Alice: “Ho visto il mio nome, mi sono sentita svenire. Questa è violenza, voglio fare rumore” |
| articolo: https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/scritte-sessiste-san-luca-vittima-denuncia-t22j345j |
| San Luca, la personal trainer e dottoressa in Scienze Motorie Alice Guerra ha sporto denuncia dopo aver visto il suo nome in caratteri cubitali lungo i portici Unesco. “Ho letto scritte terribili: insulti, frasi omofobe” |

Bologna, 29 agosto 2025 – Gambe che tremano, cuore in gola. La voce che scompare e la mente che non ci può credere. Sentirsi svenire, letteralmente. È quello che ha provato Alice Guerra, personal trainer e dottoressa in Scienze Motorie, quando ieri ha visto, con i suoi occhi, il suo nome e cognome scritto a caratteri cubitali lungo i Portici di San Luca, accostato a epiteti discriminatori e diffamatori, che colpiscono, svilendola e insultandola, ciò che la 34enne è riuscita a costruirsi: una brillante carriera.
Il suo nome, calcato con un pennarello nero, è tra i tanti che hanno macchiato i muri della salita di San Luca: ci sono insulti, frasi omofobe, numeri di telefono, nickname dei social network e tanta, tantissima violenza. Quella che Guerra ha provato sulla sua pelle, decidendo di trasformare questo episodio in una possibilità, pubblicando un reel sui social per “fare rumore e dare voce a quanto accaduto e fare rete, con le tante donne coinvolte, chiedendo a tutte di denunciare. Perché basta: siamo stufe. Questa è violenza“.
Guerra, come ha scoperto delle scritte? – “Ho visto un articolo de il Resto del Carlino che mi ha allertata e messa in guardia. Navigando su Internet, poi, mi sono imbattuta nel posto dell’avvocata Camilla Guidotti, che ha documentato tutto, ogni cosa“.
Cosa le ha fatto pensare di poter essere coinvolta? – “Ho visto alcune scritte pubblicate, ovviamente con i cognomi e i dati sensibili oscurati, e una mi ha colpito profondamente. Ho capito potesse essere riferita a me“.
Perché? – “Nel graffito compaiono il mio nome e cognome, il mio nickname di Instagram, tra l’altro in un primo momento segnato in maniera scorretta e poi sistemato, e un insulto al mio lavoro e al mio titolo di ‘dottoressa’. Da maggio sono molto attiva nell’area di San Luca, perché ho ideato un gruppo whatsapp, che si chiama San Looka, che ho promosso sui social con l’idea di proporre uno stile di vita sano, praticando movimento e facendo delle camminate insieme, dando al tempo stesso la possibilità alle persone di socializzare. Per farlo, quindi, mi sono esposta molto sui social, senza però mai pubblicare il mio numero di telefono. Una scelta, questa, per permettere solo a chi fosse davvero interessato di avvicinarsi all’attività”.
Le persone, quindi, la conoscono come ‘dottoressa’. – “Sì. E lo hanno anche scritto sul muro, insultandomi. L’ho visto con i miei occhi: dopo aver visto l’articolo e il post, ho deciso di andare su a San Luca con un’amica, per vedere la scritta e confermare il mio sospetto, che era fondato”.
Come si è sentita? – “Ipotizzare è un discorso, pensarlo anche, ma vederlo è diverso. Mi sono sentita svenire, non mi sono sentita bene e avevo le gambe che tremavano. Ma non mi sono abbattuta: ho cercato di essere forte e ho fatto tante foto. Ho sporto denuncia in Questura perché dobbiamo cercare di affrontare quanto accaduto. Sentivo il bisogno di fare rumore e ho pubblicato il reel raccontando l’episodio, nella speranza di raggiungere più donne possibili e spingere tutte a verificare di non essere coinvolte”.
Cosa le ha fatto più male? – “Rispetto agli altri imbrattamenti, il mio è ‘leggero’, ma è sempre violenza. Ho letto scritte terribili: insulti, frasi omofobe, sessiste e violenza. Questa è violenza, non va banalizzata. Per aiutare le altre donne, mi sono appuntata su un foglio tutti i nomi e cognomi che ho trovato e contatterò ognuna di loro per avvisarle“.
Ora come sta? – “Sono contenta della vicinanza che le persone mi stanno dando. Mi hanno contattato anche tantissimi uomini, che hanno repostato o commentato il reel. Mi sono stati vicino. È importante dirlo: la violenza si generalizza e dipinge sugli uomini, ma non tutti sono così. E per fortuna“.
Ha idea di chi potrebbe essere stato? – “Come ho detto alla polizia, non lo so. Magari qualcuno che è a conoscenza del mio gruppo di camminata o di un altro gruppo Facebook che organizza la stessa attività. Potrebbe essere stato chiunque”.

