E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Mercoledì 05 aprile 2025
| Assegnati 40 milioni ai provider Spid, firmato il decreto |
| articolo Mercoledì 05 aprile 2025: https://www.ansa.it/canale_tecnologia/notizie/tlc/2025/03/05/assegnati-40-milioni-ai-provider-spid-firmato-il-decreto_f1ab4942-b2ca-4a71-a188-d5bec8998d6c.html |
| Butti: “Recepite istanze dei gestori inascoltate per anni” |
È stato firmato il decreto che assegna 40 milioni di euro ai gestori dell’identità digitale (identity provider) dello Spid.
Lo rende noto il Dipartimento per la trasformazione digitale spiegando che l’intervento si inserisce “in un quadro più ampio di evoluzione dell’identità digitale in Italia, che ha visto Cie superare i 50 milioni di emissioni complessive e il grande successo della prima versione di IT Wallet su AppIO, dove quasi 4,5 milioni di italiani hanno già caricato oltre 7,4 milioni di documenti“.
Si tratta di “strumenti sempre più centrali nell’accesso ai servizi digitali pubblici, che hanno permesso all’Italia di centrare l’obiettivo Pnrr sull’identità digitale con due anni d’anticipo“.
“Abbiamo ascoltato e recepito le istanze dei gestori Spid, rimaste inascoltate per anni dai governi precedenti. Con questo decreto, riconosciamo il valore dello sforzo fatto dai privati per sviluppare e gestire un’infrastruttura essenziale per milioni di cittadini. – afferma il Sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti – Il nostro obiettivo è rafforzare il sistema di identità digitale in un’ottica di efficienza e interoperabilità, garantendo continuità e sostenibilità agli operatori del settore”. “Con questa misura, – aggiunge – il Governo conferma il suo impegno per un’identità digitale evoluta, rafforzando gli strumenti a disposizione degli italiani e sostenendo le realtà che rendono possibile questa trasformazione”.
06 Dicembre 2024
| Spid, i soldi per sostenerlo non sono ancora arrivati. Dopo un anno |
| articolo 06 Dicembre 2024: https://www.wired.it/article/spid-soldi-gestori-convenzioni-2025/ |
| Il governo aveva promesso 40 milioni di euro ai gestori del servizio di identità digitale per compensare i costi. Ma non li ha mai versati |
Chi l’ha visto? Anzi, chi li ha visti? Parliamo dei 40 milioni di euro che il governo Meloni ha promesso ai gestori di Spid, il sistema pubblico di identità digitale. Nell’aprile 2023. Soldi messi sul tavolo dall’esecutivo per siglare una tregua con le aziende che hanno in gestione Spid e assicurare continuità al servizio. A distanza di un anno e mezzo, però, i fondi non sono ancora arrivati, come Wired è in grado di rivelare in anteprima. Proprio nei giorni in cui il governo ha reso disponibile per tutti i cittadini italiani la possibilità di caricare alcuni documenti pubblici sull’It-Wallet, il portafoglio dell’identità digitale, a cui si accede anche con Spid.
Soldi per Spid – Riavvolgiamo il nastro. A fine 2022 scadono le convenzioni con i gestori di Spid. L’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) proroga d’ufficio gli accordi fino al 23 aprile 2023, nell’attesa che il governo trovi una quadra con le aziende, che reclamano aiuti finanziari per sostenere le spese di servizio, tra manutenzione delle infrastrutture e gestione del rapporto con cittadini e con gli uffici pubblici. Agli inizi di aprile Palazzo Chigi risponde. Il sottosegretario alla Trasformazione digitale, Alessio Butti, garantisce un sostegno e il prosieguo del servizio. Un emendamento al decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr, tra i cui obiettivi c’è l’aumento delle identità digitali a livello nazionale) assicura 40 milioni di sussidi ai gestori e un rinnovo delle convenzioni per due anni.
Il 9 ottobre 2023 firmano i rinnovi Aruba, Etna Hitech, Infocamere, Infocert, Intesi, Lepida, Namirial, Poste (che da sola gestisce circa l’84% delle identità Spid), Register, Sielte, Teamsystem e TI Trust Technologies. Non prosegue solo Intesa, parte del gruppo Kyndryl. Le convenzioni richiamano l’erogazione dei 40 milioni e la legano al raggiungimento di alcuni obiettivi del Pnrr, che sul fronte dell’identità digitale deve raggiungere 42,3 milioni di cittadini dotati di questi sistemi entro il 31 dicembre 2025 e 16.500 enti pubblici entro il 31 marzo 2026. A stabilire i criteri è un decreto scritto a sei mani: dipartimento per la Trasformazione digitale della presidenza del Consiglio, ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) e il dicastero per gli Affari europei, che tiene i cordoni della borsa del Pnrr.
Il decreto mancato – A quanto spiegano a Wired fonti di Palazzo Chigi, una bozza di decreto esiste. Ma un documento ufficiale non è mai stato firmato. E così, a più di un anno dalla firma della convenzione, le aziende che gestiscono Spid ancora aspettano i soldi che erano stati promessi per proseguire. A domanda di Wired, il Mef non ha risposto, mentre gli occhi sono puntati sul neo-ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli d’Italia, subentrato al compagno di partito Raffaele Fitto, nel frattempo volato a Bruxelles a fare il commissario europeo. Toccherà a Foti prendere in mano la pratica ed evaderla al più presto, per non perdere la faccia con i gestori di Spid.
Anche perché, tempo pochi mesi, e c’è da riprendere la trattativa con le aziende. Le convenzioni prevedono che tre mesi prima della scadenza (a ottobre 2025) si possa siglare un ulteriore biennio di rinnovo. Un passaggio che il governo dovrà monitorare. Effettuando l’accesso con Spid all’It-Wallet, l’app dove caricare i documenti pubblici di cui l’esecutivo ha fatto un cavallo di battaglia, si può impostare di non richiedere le credenziali per i successivi 365 giorni. Si potrebbe così creare la situazione paradossale per cui, se un gestore non rinnova la convenzione Spid, un cittadino si ritrova connesso al portafoglio dove ha caricato i documenti pubblici con credenziali che non sono più erogate dall’azienda che le ha emesse.
Anche perché il destino del sistema pubblico di identità digitale è tutt’altro che segnato. Siccome oltre al portafoglio pubblico, la Commissione europea stimola anche i privati a creare wallet su cui caricare documenti personali di vario tipo, dall’abbonamento ai mezzi pubblici alle tessere fedeltà, Spid potrebbe fungere da sistema di autenticazione.
05 aprile 2023
| Spid, 40 milioni ai provider per una proroga biennale |
| articolo del 05 aprile 2023: https://www.ilsole24ore.com/art/spid-40-milioni-provider-una-proroga-biennale-AE4eHgDD |
| Quaranta milioni di euro per una proroga biennale. Alla fine è questo il passo compiuto dal governo su Spid per evitare lo stop al servizio dei provider. |
I punti chiave
- Il riassetto allo studio
- La Cie semplificata
- Fondi solo a obiettivi raggiunti
- Butti: ascoltati i provider
Quaranta milioni di euro per una proroga biennale. Alla fine è questo il passo compiuto dal governo su Spid, il sistema pubblico dell’identità digitale, dopo che gli identity provider avevano minacciato di abbandonare il servizio in scadenza il 23 aprile a fronte di costi ritenuti non più sostenibili.
Le risorse sono state individuate a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e inserite in un emendamento governativo al decreto legge Pnrr-ter all’esame della commissione Bilancio del Senato. L’emendamento fa riferimento a una nuova convenzione da stipulare con l’Agenzia per l’Italia digitale senza specificarne la durata. Ma, a quanto risulta al Sole-24 Ore, si tratterà di un accordo biennale.
La soluzione che è stata individuata dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dal sottosegretario alla presidenza al Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, pesca direttamente nel sub-investimento del Pnrr che riguarda la diffusione dello Spid e l’implementazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Una soluzione ideata «nelle more della razionalizzazione del sistema di identità digitale».
Il riassetto allo studio – La proroga biennale fa capire che non ci sarà il temuto spegnimento dello Spid, che su alcuni siti e quotidiani era stato erroneamente dato per certo dopo le prime uscite pubbliche su questo tema del sottosegretario Butti. Lo schema allo studio è un altro. Il 31 marzo Butti, replicando a un’interpellanza di M5S alla Camera, ha parlato della necessità di «un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario». Con tempi sicuramente non brevi e andando verso una convergenza di Spid e Cie nell’identità digitale europea allo studio della Commissione Ue, l’european digital identity wallet definito nella bozza di regolamento eIDAS del giugno 2021.
La Cie semplificata – Tutto questo mentre il governo sta cercando di semplificare la vita ai cittadini alle prese con la Cie che tentano di accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione. Il ministero dell’Interno ha comunicato l’introduzione di nuove funzioni della Cie per semplificare l’accesso in mobilità dribblando il problema del lettore del chip della carta. Sono stati attivati i livelli 1 (username e password) e 2 (generazione di un codice temporaneo di accesso o scansione di un QR code), già offerti da Spid. Non è più indispensabile il ricorso al livello 3, che richiede la presenza di un lettore di smart card (per il pc) o di uno smartphone dotato di tecnologia Nfc.
Fondi solo a obiettivi raggiunti – Tornando ai 40 milioni per i gestori Spid, l’emendamento prevede che siano erogati al raggiungimento di precisi obiettivi da prefissare nella convenzione e verificati i costi effettivamente sostenuti. Sarà un decreto della presidenza del consiglio, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto Pnrr-3, a ripartire il contributo in proporzione al numero di identità digitali gestite da ciascun gestore, degli accessi ai servizi erogati dalle Pa e delle verifiche dei dati nell’Anagrafe unica che ogni provider dovrà effettuare. Si terrà conto anche dell’incremento delle identità gestite e delle transazione registrate.
Butti: ascoltati i provider – Il sottosegretario Butti fa cenno al lavoro fatto con i privati (Assocertificatori in prima linea) per arrivare a questo compromesso. «Si tratta – afferma – di un’iniziativa che ho voluto fortemente, non solo per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche e soprattutto per garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinché tutti i cittadini possano beneficiare di un’identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente». «Siamo il primo governo ad aver prestato ascolto alle necessità degli operatori privati – aggiunge – dopo anni di richieste rimaste inascoltate dai precedenti esecutivi. Continueremo a lavorare per garantire l’interoperabilità delle informazioni tra Pa e per semplificare l’identità digitale nel nostro Paese alla luce degli importanti obiettivi previsti dal Pnrr sulla transizione digitale».






