Non è bastato scegliere di tornare a casa camminando: dovrà comunque pagare 102 euro
Se bevi non devi guidare. Giusto. E camminare? Sì o no? Non basta avere coscienza, serve anche avere fortuna.La storia che arriva da Genova è quasi inverosimile, surreale, la leggenda del ligio bevitore.
Un bevitore che si era reso conto di aver buttato giù un po’ troppi bicchieri. Ho bevuto, non guido. Decide di lasciare l’auto parcheggiata, vicino al locale dove aveva trascorso la serata e torna a casa a piedi. Sono quasi le 3 del mattino. C’è il marciapiede. Viene fermato dai carabinieri. Stava barcollando: multa da 102 euro per ubriachezza. Sul verbale: difficoltà a camminare dritto, occhi rossi, e lingua impastata. Semplicemente ubriaco.Ma senza macchina. Oltre il codice della strada, oltre ogni ragionevole pensiero. Se bevi non guidi (giusto) e non cammini (che si fa?). Non c’è modo di vedere il bicchiere mezzo pieno: anche perché se succede una storia così, il bicchiere è stato svuotato.
Gian Paolo Ormezzano con Carolinee Ayrole – (LaPresse)
Il grande cronista si è spento a Torino all’età di 89 anni. Il cordoglio del club granata: “Faticherà molto a nascere, se mai nascerà, un altro come lui”
Grave lutto nel giornalismo italiano: Gian Paolo Ormezzano, grande firma delle cronache sportive, è morto a Torino all’età di 89 anni. Lascia la moglie e tre figli. Omezzano aveva iniziato l’attività a Tuttosport, testata di cui fu anche direttore, dal 1974 al 1979. Passò poi a La Stampa, lavorando come inviato fino al 1991, anno in cui andò in pensione.
La passione per lo sport e l’amore per il Toro – A parte la passione per il calcio e per il Torino, di cui era un grandissimo tifoso, Ormezzano era un appassionato di sport a 360 gradi, nonché grande memoria storica delle Olimpiadi, avendole seguite da cronista sin dal 1960. Attualmente scriveva di ciclismo (altro sport molto amato) per Tuttobici. Lo storico cronista raccontava di aver visto tutte le partite del Grande Torino allo stadio Filadelfia. Quando il Toro vinse il suo primo scudetto, nell’ormai lontano 1976, da direttore di Tuttosport titolò: “Toro, lassù qualcuno ti ama“, con chiaro riferimento ai grandi campioni morti il 4 maggio del 1949 nella tragedia di Superga.
“Il Presidente Urbano Cairo e tutto il Torino FC – si legge in una nota pubblicata sui profili social del club granata – sono vicini con affetto alla famiglia Ormezzano nel caro ricordo di Gian Paolo Ormezzano, gigante del giornalismo italiano con il cuore saldo a Torino dove era un punto di riferimento e da sempre orgoglioso tifoso del Toro. Del Toro non sapeva tutto: di più. In cambio di pagelle sempre lusinghiere e di nessuna assenza da scuola con il papà ha visto tutte le partite casalinghe del Grande Torino, diventandone straordinaria memoria storica. Da lì un crescendo di emozioni senza mai fermarsi, continuando a lavorare sino a ieri, anche come firma del Corriere della Sera, sempre consolidando la sua fittissima rete di amicizie intessute in ogni ambito e in ogni luogo della terra. Campione assoluto di giornalismo, con un primato – tra i tanti – di 25 Olimpiadi da inviato (tra Giochi estivi e invernali), oltre a decine e decine di partecipazioni in prima fila al Giro d’Italia e al Tour de France, autentico fuoriclasse nel racconto di aneddoti e barzellette, spesso giocando con le parole nei suoi inarrivabili e inimitabili calembour, tra i suoi pregi aveva anche la generosità. Pur fiaccato nel fisico da operazioni e da diversi ricoveri ospedalieri, ancora nelle ultime ore il suo pensiero era ‘per i miei sei amici, tutti molto malati’. Spesso lo ha scritto di altri, ma nel suo caso e nell’impossibilità di ricordarlo per tutto quanto ha fatto, è davvero appropriato: faticherà molto a nascere, se mai nascerà, un altro come lui. Il mondo del giornalismo, dello sport e della cultura, la Città di Torino e tutti quanti hanno avuto l’onore e il piacere di conoscerlo piangono uno straordinario interprete, il Toro perde un amico“.
Era attesa a Roma il 20 dicembre. Lo comunica la Farnesina. Era lì per svolgere servizi giornalistici
La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata in Iran. Era lì per svolgere servizi giornalistici quando è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Lo ha reso noto la Farnesina, precisando che su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio.
In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione. Oggi l’ambasciatrice d’Italia in Iran Paola Amadei, ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della giornalista romana Cecilia Sala che ha anche avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti.
Chora Media, la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza ‘Stories’, sottolinea che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato“. Cecilia Sala, che lavora anche per Il Foglio, era partita da Roma -dove è nata e cresciuta – per l’Iran il 12 dicembre con “regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta“, precisa Chora Media, precisando che Sala aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del podcast ‘Stories‘. Il suo rientro a Roma era previsto per il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto.
Chora Media evidenzia come, conoscendo l’estrema puntualità di Cecilia Sala nell’inviare le registrazioni, sia subito scattato l’allarme e “insieme al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Ranieri, abbiamo allertato l’Unità di Crisi della Farnesina“. Sono stati anche chiamati i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita. La mattina di venerdì non si è imbarcata sul voto di ritorno e poche ore più tardi Cecilia Sala ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata, prosegue la Podcast company italiana, secondo la quale da quel momento è “cominciata l’attività delle autorità italiane, in cui riponiamo tutta la nostra fiducia e con cui siamo in costante contatto per capire cosa sia successo e per riportarla a casa“.