E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Lunedì, 25 novembre 2024
| Violenza sulle donne, 5 dati che raccontano femminicidi e patriarcato in Lombardia |

| Le violenze sessuali sono aumentate del 52 per cento in sette anni. Il legame con la cultura di sopraffazione femminile emerge dal tipo di rapporto che esiste tra vittime e carnefici |
- 1 – Violenza sulle donne, 5 dati che raccontano femminicidi e patriarcato in Lombardia
- 2 – Cos’è un femminicidio
- 3- Quel legame con l’assassino
- 4 – Le violenze sessuali sono in aumento
- 5 – Le forme della violenza sulle donne
- 6 – Cosa fare dopo una violenza
Nello stesso giorno della sentenza nei confronti di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Impagnatiello, uccisa a coltellate mentre era incinta di sette mesi del loro figlio, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La scelta non è casuale. Come se l’imputato non fosse solo quell’uomo, ma il sistema che attribuisce agli uomini tutti una posizione di potere nella famiglia, nella società e nelle istituzioni. Lo stesso che crea e perpetua dinamiche che facilitano e giustificano molte forme di violenza sulle donne, incluso il femminicidio. Quel sistema, insomma, che prende il nome di patriarcato. Numeri e storie ne confermano l’esistenza, soprattutto in una regione, come la Lombardia, che nella sua modernità – per lo meno evocata – si propone di rappresentare la società che verrà.

Quello che viene definito come “femminicidio” non è un reato previsto dal codice penale: per la legge esiste solo l’omicidio, indipendentemente dal sesso della vittima. Il termine ha una natura più specifica e sociologica: cioè l’uccisione di una donna in un contesto di sopraffazione per mano di qualcuno con cui la vittima aveva un legame.
In Italia, non vengono registrate dalle statistiche ufficiali tutte le informazioni che sarebbero necessarie per definire o meno ogni singolo caso come “femminicidio”. L’Istituto nazionale di statistica quindi definisce tale qualsiasi omicidio volontario di una donna commesso “in ambito familiare o affettivo”. Usando questa definizione, negli ultimi sette anni in Lombardia sono stati commessi 81 femminicidi, la maggior parte commessi da mariti, compagni o ex fidanzati. I numeri stanno diminuendo ma non allo stesso ritmo degli omicidi.

Quando si parla di donne uccise c’è un dato da tenere sempre a mente: più di otto su dieci conoscevano il loro assassino. Questa proporzione, decenni fa, era molto più bassa. Negli anni, da una parte diminuiva il numero di omicidi volontari commessi da sconosciuti, dall’altra la percentuale di donne uccise da familiari, parenti o amici restava invariata o diminuiva di poco.
Per capire come gli omicidi in ambito affettivo rappresentino un fenomeno che colpisce prevalentemente le donne, si può confrontare la percentuale di vittime femminili e maschili uccise da un partner o un ex partner. Secondo i dati dell’Istat del 2022, gli ultimi disponibili per entrambi i sessi, il numero di donne uccise in ambito affettivo vittime supera quello degli uomini di ben 15 volte.

Se i femminicidi sono in leggera diminuzione, lo stesso non si può dire per le violenze sessuali. Nel 2023 in Lombardia sono state presentate 1.332 denunce: una media di 3,5 al giorno, evidenziando un netto aumento rispetto al periodo pre-pandemia. Rispetto a sette anni fa sono aumentate le 52 per cento.
L’aumento dei reati sessuali registrati, se da un lato mostra un problema profondamente radicato nella società, dall’altra rappresenta anche una maggiore propensione a denunciare il fatto. Soprattutto considerato che i numeri ufficiali sottostimano largamente il problema, basti pensare che un rapporto del 2023 ha rilevato che il quasi il 65 per cento delle donne lombarde ha subito almeno una forma di violenza nel corso della vita. Di queste, il 30 per cento ha riferito di aver subito molestie fisiche o verbali. Parliamo, insomma, di milioni di potenziali vittime.

Ogni singolo giorno, in Italia, 85 donne sono vittime di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia o episodi di stalking. Più in generale, l’Istat ha stimato che il 32 per cento di tutte le italiane – in Lombardia oltre tre milioni – ha subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Ci sono poi anche le forme più sottili e indirette, come le minacce, l’instaurazione di un clima intimidatorio, oppure la violenza economica, che consiste nel limitare la libertà della donna impedendogli l’accesso al denaro. La rete italiana dei Centri antiviolenza, nel 2020, ha fatto la seguente lista delle tipologie di violenza più segnalate dalle proprie assistite.

Dopo aver subito una violenza sessuale è importante chiamare i soccorsi o recarsi il prima possibile al Pronto Soccorso. I medici, oltre a fornire le cure necessarie, possono fornire alla vittima supporto psicologico ed eventualmente prelevare campioni utili a un eventuale procedimento penale.
Normalmente, in ospedale vengono eseguiti una serie di esami di laboratorio specifici, come prelievi del sangue, test di gravidanza, esami tossicologici, test per infezioni sessualmente trasmissibili e per l’HIV, prelievi del DNA e di campioni biologici. Potrebbero anche essere prescritti antibiotici, vaccini e pillola del giorno dopo.
Dopo aver ricevuto assistenza, spetta alla donna decidere se andare in un posto di polizia per fare denuncia, chiamare il numero verde 1522 oppure recarsi in uno dei tantissimi centri antiviolenza attivi su tutto il territorio nazionale.


