articolo di Stefano Barigelli: Nazionale, Spalletti non è adatto a fare il ct | Gazzetta.it
Nazionale senza gioco ma anche senz’anima. Spalletti è un tecnico bravo ma l’Europeo ha posto il tema se sia adatto a fare il ct
Senza gioco, senza carattere, senza un’idea, senza un lampo. Senza onore. Senza scuse. L’Italia, dopo aver fallito la partecipazione ai Mondiali per due volte di seguito, esce dall’Europeo umiliata dagli avversari, contestata dai tanti tifosi in Italia e da quelli che erano a Berlino, in gran parte emigrati che chiedevano almeno impegno e determinazione, due parole che andrebbero sempre indossate, insieme alla maglia azzurra, da chi va in campo.
SPALLETTI, DECISIONI FORTI – In quattro partite, se togliamo mezz’ora del primo tempo contro l’Albania, non s’è visto niente di quanto ci aspettavamo. Niente di quanto era stato programmato. Quattro partite che insieme hanno scritto una delle pagine più avvilenti del nostro calcio. Veniamo da due eliminazioni dai campionati del mondo. Non può essercene una terza. Non è accettabile che questo Europeo mortificante venga derubricato a incidente di percorso. Bisogna partire dal fallimento a cui abbiamo assistito, perché di fallimento si tratta, se si vuole avere una qualche possibilità di arrivare al Mondiale americano tra due anni. Dopo la sconfitta con la Macedonia del Nord che cancellò l’Italia dal torneo in Qatar non successe nulla. Venivamo dall’Europeo vinto a Wembley. E sotto quell’ombrello la Federcalcio si riparò dalla grandine. Oggi non è più possibile. Sono rimasti i tanti problemi strutturali e alle spalle non abbiamo un trionfo come avevamo allora, ma un altro disastro sportivo. Per parafrasare Spalletti: momenti forti, decisioni forti.
TOP PLAYER ITALIA – Il ct, chiamato per essere lui il top player di una squadra che ne ha pochissimi, non è riuscito a dare alla Nazionale una fisionomia tecnica. Ma non è riuscito nemmeno a trasferire ai giocatori che ha scelto la determinazione, la voglia di battersi. Spenti, inermi, confusi, sono apparsi arrendevoli anche di fronte a formazioni che francamente non sono armate invincibili. Abbiamo assistito a una girandola di cambiamenti tattici, di grovigli tecnici, di sostituzioni e ripensamenti, che hanno finito per confondere chi è andato in campo. Il risultato è stato uno spettacolo deprimente che non rispecchia i valori del nostro calcio.
FORTUNA E NO – In due settimane a questa squadra non è mancato soltanto il gioco, ma anche un’anima. Dopo il gol di Zaccagni a sette secondi dalla fine che ha mandato l’Italia agli ottavi buttando fuori Modric e la sua Croazia, abbiamo sperato che lo stellone azzurro si fosse improvvisamente riacceso e con lui pure la Nazionale. Ma la fortuna bisogna meritarsela. Evidentemente non era questo il caso.


