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martedì, 07 maggio 2024

Il centrocampista della Juventus, nel suo ricorso in appello, parla delle pillole fornite dalla società americana 10X Health Systems.
La società americana 10X Health Systems, con sede negli Stati Uniti, è al centro della positività al doping che ha colpito il calciatore della Juventus Paul Pogba lo scorso anno. Secondo quanto rivelato dal Daily Mail, il “guru della salute” Gary Brecka e un medico di 10X, Carrie Carda, si trovano anche loro coinvolti nella tempesta che sta mettendo a rischio la carriera del francese.
Pogba è risultato positivo al DHEA, una sostanza vietata che aumenta il testosterone, a seguito di un controllo successivo alla sfida di campionato contro l’Udinese il 20 agosto. Pogba è stato successivamente squalificato per quattro anni, una condanna che – considerando l’età del giocatore – pone dubbi sul suo futuro nel calcio professionistico.
Il centrocampista si sta attualmente preparando per il suo appello al Tribunale Arbitrale dello Sport. E proprio a tal proposito il Daily Mail ha rivelato che la clinica americana 10X Health Systems è sospettata di aver fornito a Pogba le pillole che il calciatore ritiene responsabili della sua positività a settembre, con la società citata nella difesa del centrocampista.
E’ noto che ci sia evidenza fotografica del nome di 10X Health Systems presente sull’etichetta di almeno una delle bottiglie di pillole ricevute da Pogba. Pogba afferma che, dopo una consultazione con Brecka, indicato come co-fondatore e biologo a capo di 10X Health Systems, gli è stato raccomandato un ciclo di compresse dopo che i test hanno evidenziato alcune carenze nel suo corpo.
A prescrivere le pillole contenenti la molecola DHEA che si trasforma nel sangue in testosterone, sarebbe stata Carrie Carda, dottoressa elencata sul sito web della società che firma una delle etichette dei flaconi ricevuti da Pogba.

