Stupro di gruppo a Chianciano, vittima una campionessa di scherma. L’avvocato: “Inerzia della procura e della federazione che non ha sospeso nessuno”
03 marzo 2024
articolo di Luca Serranò: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2024/03/03/news/siena_stupro_gruppo_federscherma_ritiro_chianciano_atleta_uzbekistan-422244029/
La giovane ha 17 anni. Indagati tre atleti italiani che si dichiarano innocenti. I fatti risalgono alla notte tra il 4 e il 5 agosto, durante un ritiro nella provincia di Siena. La nota di Federscherma: “Ci siamo confrontati con la magistratura”
Era partita per l’Italia con l’entusiasmo dei suoi diciassettenne anni, per preparare la stagione fianco a fianco con altre promesse della scherma. Ma la prima notte di ritiro si è trasformata in un incubo, tutto per colpa di tre giovani atleti italiani.
Indaga la procura di Siena sulla denuncia presentata da una schermitrice 17enne di origine straniera, che ha raccontato di aver subito violenza sessuale di gruppo durante un ritiro a Chianciano Terme. Una denuncia rimasta nell’ombra per tutti questi mesi, fino a quando l’avvocato della giovane, Luciano Guidarelli, ha rotto il silenzio denunciando l’“inerzia” della procura (“Non ha attivato il codice rosso”) e il comportamento di Federscherma, che non avrebbe preso provvedimenti a carico dei tre indagati, due appena maggiorenni e un minorenne.
“Il fatto che gli indagati non siano stati sanzionati o sospesi dalla loro attività agonistica ha reso possibile che la giovane li abbia nuovamente incontrati durante gare e altri ritiri con conseguenti traumi – commenta il legale – La ragazza quando si è resa conto di ciò che aveva subito ha avvisato la compagna di stanza e la madre che è subito arrivata in Italia, la Federscherma è stata subito avvisata ma non abbiamo mai avuto riscontri né di provvedimenti nei confronti degli atleti coinvolti né di solidarietà nei confronti della vittima“.
Secondo la denuncia, tutto è accaduto la notte tra il 4 e il 5 agosto, nel corso di un ritiro estivo cui partecipavano le squadre di diverse federazioni. Giorni di lavoro e apprendimento, ma anche un modo e di fare nuove conoscenze e passare giorni spensierati lontano da casa. In questo clima, la ragazza – con importanti titoli a livello giovanile – si sarebbe fatta attirare in una trappola dai tre atleti italiani. Che l’avrebbero convinta a bere shot e birre, fin quasi a stordirla, e poi a seguirli in camera. “Mi sono svegliata e uno di loro era accanto a me, gli altri due in piedi che scherzavano”, la testimonianza della ragazza, che avrebbe lamentato giramenti di testa tanto da temere di essere stata drogata.
“C’è il forte sospetto che le abbiano dato dello stupefacente, ci sono valori anomali dagli esami che sembrano non spiegarsi in altro modo – attacca ancora l’avvocato Guidarelli – Parliamo di fatti gravissimi, per questo resta lo sconcerto per il silenzio di tutti questi mesi”.
Accuse pesanti, cui la federazione replica con una nota: “La Federazione ha tempestivamente, e in più occasioni, avuto confronti diretti con la magistratura al fine di conoscere la situazione e gli sviluppi dell’attività investigativa, nel rispetto del segreto istruttorio. Sulla base di tali informazioni e rassicurazioni acquisite, la Federazione ha dettagliatamente risposto all’avvocato della denunciante, depositando anche la nomina per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio. Valuteremo tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e a difesa di quel che ogni giorno afferma nelle sale di tutta Italia”.
Anche il presidente della Fis, Paolo Azzi, si difende: “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non possiamo sostituirci alle autorità giudiziarie. Non abbiamo i poteri per indagare su ipotesi di reato gravi come questi, da codice rosso – commenta – A suo tempo abbiamo attivato la procura e la giustizia federale, facendo tutti i passi necessari. Su quali basi possiamo sospendere gli atleti indagati oggi? Serve almeno un provvedimento cautelare, un rinvio a giudizio o la chiusura delle indagini“.
Dovrà essere ora la procura di Siena a cercare riscontri. Il lavora si concentra sui telefoni sequestrati agli indagati, da cui potrebbero arrivare spunti utili a ricostruire la vicenda e chiarire se siano stati girati anche dei video.
Gli indagati intanto si dichiarano innocenti: “Non hanno mai usato violenza nei confronti di nessuno – dice l’avvocato Enrico De Martino, che assiste i due maggiorenni – Rimaniamo in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria che, come emerge dagli atti sin qui depositati, pur non avendo ancora potuto avere visione di tutto il contenuto del fascicolo, ha svolto indagini sin da subito per ricostruire gli avvenimenti nell’immediatezza dei fatti“.

