articolo di Francesco Oliva: https://bari.repubblica.it/cronaca/2024/02/28/news/sono_modella_arbitro_calcio_spesso_giocatori_dirigenti_insultano_dicono_andare_cucinare_non_mollo-422224036/?ref=RHLF-BG-P6-S5-T1


Mariangela Presicce ha vent’anni, vive a Nardò, in Salento, e partecipa a prestigiosi concorsi di bellezza. Arbitra da cinque anni e sensibilizza contro la violenza sulle donne
Calca le passerelle dei concorsi di bellezza più prestigiosi d’Italia e del mondo e con la stessa disinvoltura si muove sui campi di calcio giovanile. Mariangela Presicce ha vent’anni. Vive a Nardò, in Salento, ed è una modella. “Arbitrare è una mia grande passione – racconta a Repubblica – coltivata sin da quando ero piccolina. Mio padre faceva l’allenatore di una squadra di calcio e non mi perdevo un allenamento o una partita”.
Carattere forte e deciso, piglio determinato, nonostante la giovane età. “Ero colpita in campo – dice – dall’autorevolezza che l’arbitro dimostrava facendosi rispettare in ogni sua decisione”. Ma i sogni, le ambizioni e la passione si sono scontrati con la dura realtà e un mondo, quello calcistico, ancora troppo pieno di pregiudizi contro le donne che decidono di avvicinarsi al pallone. Insulti, offese, minacce. In campo, Mariangela è spesso facile bersaglio di attacchi sessisti. E così non è facile rimanere in silenzio.
Giorni fa, in concomitanza con le offese ricevute sui social da una guardalinee spagnola dopo un infortunio, ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza di arbitra. E si è sfogata in un lungo post su Facebook. “Sono una ragazza, sono un’arbitra da 5 anni, in campo mi sento dire di tutto e di più. Spesso mi chiedono perché arbitro e come faccio a sopportare insulti e tanto altro. Rispondo: se hai una passione in questo sport si tappano le orecchie ma non il cuore perché ci ripensi e stai male per la crudeltà che esiste. Ho solo rabbia verso queste ‘persone’, purtroppo viviamo in un mondo di etichette e senza umanità”.
Effettivamente Mariangela, in questi cinque anni, ha dovuto far finta di non sentire. “Dagli spalti – racconta – l’insulto più ricorrente è quello di andare a cucinare perché non sono in grado di arbitrare ma tante volte le offese mi arrivano direttamente dai giocatori in campo e dai dirigenti”. Spesso persone molto più grandi di Mariangela e che potrebbero esserle padre o nonno.
Un anno fa, durante una partita tra formazioni giovanili a Lecce, le tensioni in campo sono esplose. Falli e calci, una caccia all’avversario e Mariangela è quasi obbligata a estrarre un cartellino rosso a un giocatore. E’ scoppiato il finimondo in campo e sulle rispettive panchine.
“Vengono sempre donne ad arbitrare e non capiscono niente” è stato l’insulto che un dirigente le ha rivolto. Cartellino rosso, squalifica e ricorso al giudice sportivo davanti al quale il dirigente ha depositato decine di foto di Mariangela in pose da modella che, come tesi difensiva, non potevano conciliarsi con l’attività di arbitra.
“Mi viene soltanto da sorridere – è il commento laconico di Mariangela – ma nonostante tutti questi episodi vado avanti per la mia strada”. D’altronde non difetta in personalità e autorevolezza. Ha partecipato a tanti concorsi di bellezza, sfilato a Miss Italia e miss Mondo e vinto Miss Red Carpet a Venezia, una manifestazione collaterale al Festival del Cinema.
E in ogni occasione in cui può sfoggiare la sua bellezza si impegna in campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne nel mondo del calcio. “Nel corso di una recente esibizione a Riccione – racconta – ho portato un cartellino rosso, un simbolo per espellere tutte le forme di sessismo sia verbale sia fisico da un campo di calcio e, di certo, io non mi arrendo. Continuerò a correre dietro a un pallone e a tutti i miei sogni”.
















