Rissa con inseguimento al termine di Real Siti-Virtus Mola, partita giocata domenica 25 febbraio a Stornara (Foggia) per la 21esima giornata del campionato di calcio di Eccellenza, girone A. Succede al fischio finale dell’arbitro Ragno. Il numero 11 del Real Siti, Russo, in maglia verde, si disinteressa di cosa sta accadendo in campo e avvia una fuga in solitaria al di fuori del terreno di gioco, in direzione degli spogliatoi. Inutile il tentativo, non troppo energico, di fermare la sua corsa. Una volta arrivato all’esterno dell’edificio che ospita gli spogliatoi, si scaglia con violenza verso un avversario lanciando nella sua direzione anche un tavolino in plastica, senza colpirlo. Le telecamere poi tornano a puntare verso il campo (“Atti vergognosi, sembra di essere nella giungla” aggiunge il telecronista). Sul campo la partita era terminata 2-0 per la squadra ospite grazie a una doppietta di Bozzi. Già nel corso dei 90 minuti si erano verificati diversi momenti ad alta tensione. Al 78′, a seguito dell’espulsione del numero 5 del Real Siti, Di Gioia, per gioco violento, una pallonata aveva raggiunto la panchina della Virtus Mola scatenando un altro parapiglia.
Ribaltata la sentenza del Tar, tornano in vigore le misure per tir e bus
Torna in vigore a Milano l’obbligo dei sensori di angolo cieco per tir e bus: il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato la sentenza del Tar della Lombardiache lo scorso novembre aveva “integralmente annullati” gli atti di Palazzo Marino per l’introduzione dell’obbligo deciso dopo una serie di incidenti mortali in città e in vigore da ottobre. A rivolgersi al Tar erano state una serie di aziende di trasporto e Assotir.
Secondo il tribunale amministrativo, il Comune non aveva le competenze per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza su cui ha competenze “esclusive” lo Stato. Il Consiglio di Stato, ha rilevato che i Comuni in base al decreto legislativo n. 285 del 1992 (ovvero il base al Codice della strada) possono decidere “con deliberazione della Giunta” di “delimitare le aree pedonali e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio”. E in questo caso il Comune ha previsto l’obbligo dei sensori in una sola parte della città (area B), per orari precisi e solo per alcuni mezzi e di fatto questo “costituisce una modalità di istituzione di una zona a traffico“.
La notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 un caicco partito dalla Turchia si spezza in due su una spiaggia in provincia di Crotone: 94 vittime, tra cui 34 bambini. Un’inchiesta della magistratura è ancora in corso
La notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 un caicco partito dalla Turchia, con a bordo circa 180 persone, si spezza in due, arenandosi tra la violenza delle onde contro una secca a pochi metri dal litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.
E’ una strage: 94 vittime, tra cui 34 bambini.
Un’inchiesta della magistratura è ancora in corso per omissione soccorso e disastro colposo
Procede a rilento lo spoglio delle schede elettoralialle regionali in Sardegna. Nelle stanze della Regione autonoma “c’è imbarazzo come nel 2019”. Cinque anni fa, ci volle quasi un mese per la proclamazione ufficiale dei sessanta consiglieri regionali eletti e del presidente della Regione.
Il nome del vincitore, Christian Solinas del centrodestra, venne dato in serata di lunedì 26 febbraio 2019. Ancora a una settimana dalle elezioni il portale ufficiale della regione riportava i risultati di 1.806 sezioni su 1.840.
A tre ore dalla riapertura delle 1.887 sezioni da scrutinare in Sardegna, sul sito ufficiale della Regione Sardegnanon è stato ancora caricato neppure un dato. L’unico finora ufficiale è quello della bassa affluenza, il 52,4%, arrivato ieri dopo le 24, oltre due ore mezzo dopo la chiusura dei seggi. Il ritardo nella comunicazione dei dati dipende – fanno sapere fonti della Regione nella sala stampa allestita a Cagliari – dalla lentezza con cui dai seggi vengono trasmessi ai Comuni e dagli uffici comunali all’amministrazione regionale.
Finora gli unici dati che circolano sono ufficiosi e molto parziali, provengono dai rappresentanti di lista della coalizione di centrosinistra e danno in vantaggio la candidata presidente Alessandra Todde in buona parte dei principali centri: Cagliari, la città capoluogo di cui il rivale del centrodestra, Paolo Truzzu, è sindaco, Sassari, Porto Torres, Nuoro, Carbonia, Iglesias, Carloforte, Quartu Sant’Elena, Elmas, Sestu. A Olbia risulta davanti Truzzu. Peraltro, nessun grande centro alle 9.30 aveva più del 5% delle schede già scrutinate, sempre secondo anticipazioni provenienti da fonti del centrosinistra.
Già nel 2019 la diffusione dei dati andò molto a rilento. Allora i motivi addotti furono due: le modalità di comunicazione dei risultati e le modalità dello spoglio.
Fu la stessa Regione Sardegna a spiegare che risultati del voto arrivavano all’ufficio elettorale della Regione in maniera aggregata. Questo vuol dire che gli uffici non ricevevano le cifre da ogni singola sezione, appena questa terminava il suo scrutinio. Ma si dovevano attendere le conclusioni delle operazioni in altre sezioni.
A rallentare le operazioni non c’è solamente la modalità di comunicazioni dei dati. Ma anche la modalità dello spoglio. Non aiuta, di certo, il voto disgiunto, con il quale gli elettori possono scegliere di esprimere la loro preferenza per un candidato presidente e poi quella per una lista collegata ad un altro candidato e quindi ad un’altra coalizione.
La maxi-protesta arriva in concomitanza con il Consiglio Agricoltura che dovrà esaminare le proposte della Commissione europea per alleggerire gli oneri fiscali e burocratici a carico della categoria
I roghi accesi con dei copertoni dagli agricoltori che protestano a Bruxelles contro la politica agricolaUe(ansa)
Bruxelles, 26 febbraio 2024
A quasi un mese dallaprima protesta degli agricoltori che ha bloccato gran parte di Bruxelles, oggi sono tornati nella capitale con i loro trattori per una nuova manifestazione. Centinaia di veicoli hanno raggiunto la capitale belga in concomitanza con il Consiglio Agricoltura che dovrà esaminare le proposte della Commissione europea per alleggerire gli oneri fiscali e burocratici a carico della categoria.
Gli agricoltori sono impegnati da diverse settimane in una campagna contro le norme ambientali europee troppo rigide e chiedono all’Unione Europea di ritirarsi dagli accordi di libero scambio e, in particolare, all’accordo Mercosur con i Paesi del Sud America. Il trattato tra l’Ue e il Brasile, l’Argentina, l’Uruguay e il Paraguaysarà discusso oggi a Bruxelles e mira a consentire l’ingresso di prodotti a basso costo nei rispettivi mercati e gli agricoltori vogliono fermare definitivamente i negoziati su questo accordo.
Gli aggiornamenti della protesta – Stamani l’obiettivo dei manifestanti è arrivare proprio davanti alla sede del Consiglio, nel Quartiere europeo. Si attendono 1500 trattori provenienti da ogni angolo del Belgio, ma anche da Olanda, Germania e Francia. Le forze dell’ordine hanno blindato tutta la zona. Sono stati chiusi quattro tunnel, arterie vitali del traffico. Così come sono state bloccate le stazioni metro di Schuman e Maelbeek, quelle prossime alle sedi delle Istituzioni europee.
Nel frattempo decine di trattori hanno invaso il centro storico,penetrando fino all’iconica Grand Place. La manifestazione è stata organizzata da Fugea (la Federazione degli allevatori belgi), Fwa (la Federazione vallone dell’agricoltura) e da Fja, la Federazione dei giovani agricoltori. Al sit-in di fronte al Parlamento europeo sarà presente anche una delegazione di Coldiretti. Mentre Confragricoltura terrà oggi a Bruxelles la sua assemblea.
Novecento trattori hanno preso d’assedio il quartiere europeo, provando a forzare i posti di blocco della polizia attorno alle sedi europee alla rotatoria Schuman. Tra fischi, sirene e clacson, i manifestanti hanno incendiato dei copertoni e una barriera di sicurezza, la polizia ha aperto gli idranti per spegnere gli incendi. I manifestanti hanno provato a forzare anche il blocco su rue Froissart, uno degli ingressi della sede del Consiglio Ue di Justus Lipsius, lanciando lacrimogeni e petardi contro gli agenti. Le forze dell’ordine di supporto sono accorse al varco, sbarrato da camionette e grossi mezzi con gli idranti. Gli agricoltori hanno forzato uno dei blocchi della polizia su rue de Pascal, dapprima con alcuni partecipanti entrati a piedi alla protesta e poi direttamente entrando con i trattori, per riversarsi in una via interdetta alla protesta: Chaussee d’Etterbeek. Altri sono riusciti a forzare un blocco all’incrocio tra Avenue d’Auderghem e Rue Belliard, utilizzando i trattori e gettando letame sugli agenti, costretti a retrocedere. Dal Consiglio si sentono ora i clacson dei mezzi agricoli.
Dall’alba sono state intraprese ingenti le misure di sicurezza attorno alle sedi Ue, la polizia non sta lasciando passare nemmeno i giornalisti e i dipendenti delle istituzioni. Per le proteste il briefing della Commissione delle 12 si svolgerà in modalità online.
Trattori a Bruxelles, idranti della polizia spengono i roghi(ansa)
Presenti anche migliaia di agricoltori italiani, che in un corteo, guidati dal presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, stanno raggiungendo i pressi del Parlamento europeo. «Siamo qui – spiega Prandini – per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles». Per questo, evidenzia il presidente «abbiamo predisposto un documento anche sulla Pac (Politica agricola comune, nrd) dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».
Le misure erano state anticipate da Prandini in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Il Delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Stefani Parisi, fa sapere l’organizzazione, sarà l’unico italiano a partecipare alle 14.30, insieme ai giovani delegati di altre 10 organizzazioni presenti a Bruxelles, all’incontro con il Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e con l’attuale presidente del Consiglio Agrifish, David Clarinval.
La manifestazione in Italia sabato 2 marzo – «Sabato in piazza a Roma con gli agricoltori». Giuliano Castellino annuncia che “Ancora Italia” sarà alla manifestazione indetta dal Cra a piazza SS Apostoli. «La lotta intrapresa dagli agricoltori è una lotta popolare e nazionale – aggiunge – Per questo da tempo stiamo con Danilo Calvani ed il Cra. Abbiamo sostenuto i presidi e siamo scesi in piazza a Circo Massimo. Sabato 2 marzo saremo ancora al fianco dei nostri contadini e allevatori. A pochi passi dalla sede del Parlamento europeo, a pochi metri dal Parlamento italiano. Tra i palazzi del potere, simboli dell’oppressione per gridare ‘Lavoro, Libertà e Futuro!’». Poi conclude: «Popolo e agricoltori uniti contro le guerre della Nato, l’usura di Bruxelles, le follie di Davos! Innalziamo il tricolore, simbolo di resistenza, dissenso e unità popolare».
(ansa)
Le reazioni della politica – Clarinval, ministro dell’Agricoltura del Belgio (presidenza di turno dell’Ue), ha detto che «sulle politiche agricole comunitarie abbiamo fatto ai 27 Stati membri una richiesta mirata a raccogliere tutti i suggerimenti per avere miglioramenti, semplificazione, flessibilità. Abbiamo ricevuto 500 proposte». «Le analizzeremo: le abbiamo trasmesse alla Commissione e speriamo che le risposte ottenute saranno sufficienti». «Oggi – ha aggiunto – esamineremo le proposte della Commissione europea per rispondere alle richieste degli agricoltori». Quanto alle manifestazioni in corso a Bruxelles, ha affermato: «L’aggressività non è un buon modo di negoziare. Capiamo la rabbia degli agricoltori, capiamo anche qualcuno sia in una situazione difficile, ma l’aggressività non è mai stata fonte di soluzioni. Il negoziato è il modo migliore» continua a leggere
Sarebbero un totale di nove le partite, fra campionato e Champions League, per cui la società azzurra deve riconoscere all’amministrazione una cifra complessiva di quasi 100 mila euro.
Dopo le polemiche per il Maradona, che sembravano rientrate dopo una serie di confronti, ecco che fra il Comune di Napoli e il club azzurro di Aurelio De Laurentiis nasce un’altra battaglia, ma questa volta si procede a suon di carte bollate con un rischio reale di pignoramento.
Come riporta l’edizione odierna del La Repubblica-Napoli, dopo nove avvisi per altrettante partite del Napoli giocate al Maradona, il Comune ha deciso di imporre un vero e proprio ultimatum: o vengono pagati i vigili che hanno prestato servizio in occasione di quei nove eventi calcistici, o si procederà con il pignoriamo dei conti. Il saldo a carico della società partenopea ammonterebbe a quasi 100 mila euro.
Questa comunicazione del Comune arriva un giorno dopo la notizia dell’indagine della Corte dei conti che vede però l’istituzione di Palazzo San Giacomo. L’inchiesta dei vice procuratori Ferruccio Capalbo e Licia Centroha contestato a cinque assessori delle giunte de Magistris e Manfredi, mancati introiti nelle casse dell’ente per 900 mila euro, dal 2019 al 2023. Il motivo sono proprio i vigili impiegati nelle kermesse culturali e sportive, che in base a una norma nazionale del 2017, dovevano essere pagati dagli organizzatori degli eventi, mentre il Comune non ha mai chiesto quei soldi ai privati.
Tra gli eventi nel mirino, oltre ai concerti, ci sono proprio le partite di calcio al Maradona. È il regolamento approvato a settembre dalla giunta Manfredi, giudicato dai pm contabili “tardivo” rispetto alla norma del 2017. Un regolamento che l’avvocato di De Laurentiis, Arturo Testa,ha impugnato al Tar con ricorso del 19 febbraio.
Venerdì scorso è stato presentato a De Laurentiis il conto di quelle famose nove partite tra campionato e Coppa: Fiorentina, Milan, Union Berlino, Empoli, Inter, Braga, Cagliari, Monza e Frosinone. Negli avvisi è specificato che il Comune aveva già inviato al club il rendiconto degli agenti, da pagare entro 10 giorni. Ma il Napoli non ne ha voluto sapere. Ecco ora il debito accertato: «L’evento calcistico – si legge – non può essere ricondotto a una attività pubblica né rientra tra quelle escluse nel regolamento», sottolineando «lo scopo lucrativo» dei match.
«In mancanza del pagamento entro 60 giorni – continua -, si procederà a misure cautelari e a esecuzione forzata in danno del debitore, senza la preventiva notifica della cartella di pagamento o di ingiunzione fiscale, trasmettendo, nei tempi previsti dalla legge, i dati necessari per la riscossione alla concessionaria Municipia».