
Panico nel più grande ospedale d’Europa. Sul posto le squadre dei vigili del fuoco. Rotte alcune tubature al piano -2. Nessun ferito
30 novembre 2023
Il vapore è salito dagli scantinati del pronto soccorso del più grande ospedale d’Europa, i macchinari della quarta chirurgia si sono surriscaldati e l’allarme incendio è scoppiato nel giro di pochi secondi poco dopo le 20,30. Una serata da panico al Policlinico Umberto I per la rottura di una tubatura dell’acqua calda che, in un primo momento, è stata valutata come l’inizio di un rogo. Non ci sono pazienti intossicati ma di certo c’è stata paura tra i ricoverati e i parenti quando è suonato l’allarme.
Trenta i pazienti spostati da un’ala all’altra del pronto soccorso, nella cittadella sono arrivati cinque mezzi dei vigili del fuoco, la protezione civile e anche il carro del nucleo Nbcr per le esalazioni chimiche. «Il dispositivo di soccorso si è messo in moto per la segnalazione di un incendio perché il vapore ha coinvolto la porzione di controsoffitto dei corridoi e il calore ha agito su alcuni macchinari sprigionando esalazioni plastiche, è stato riferito in prima battuta – spiega un vigile del fuoco – In realtà era solo vapore».
Le lanterne illuminano di rosso via del Policlinico dove fanno capolino decine di luci blu. Gli infermieri si affannano a tenere lontano giornalisti e curiosi dall’entrata del pronto soccorso. L’emergenza ha comunque rivoluzionato la serata. Chi arriva all’area di emergenza deve fare il giro su viale Regina Elena e al pronto soccorso per le prime ore «sono stati accolti i codici rossi», dice un medico.
Sta di fatto che, incendio o no, qualcosa è andato storto nelle viscere del Policlinico Umberto I e la tensione vicino alla guardiola è palpabile. Meglio tenere lontano occhi indiscreti prima di accertare cosa realmente è accaduto. Alle 22,30 i mezzi dei vigili del fuoco rimangono ma per ultimare le operazioni di un allagamento e non certo di un incendio.
“Gradualmente l’attività del pronto soccorso verrà ripristinata al 100%. I degenti sono stati spostati nell’area adiacente al pronto soccorso. Stiamo procedendo i ricoveri, se necessario, in sovrannumero nei reparti del pronto soccorso. L’agibilità è totale, adesso è soltanto un problema di pulizia dei percorsi e di ripristinare tutto“, spiega Francesco Pugliese, direttore dipartimento d’emergenza del policlinico.
“Mi trovavo nel reparto, nei corridoi, abbiamo sentito scattare l’allarme. Siamo usciti fuori e abbiamo visto del fumo. Spaventati? Un pò sì, ma la situazione è tranquilla“. Lo afferma una specializzanda mentre esce dal policlinico “L’ora? Credo intorno alle 20.30“, aggiunge la ragazza a pochi minuti dall’intervento dei vigili.
L’incidente riporta subito alla mente i venti anni persi per sanare la struttura e aggiustare il tiro su disservizi e disagi. Un periodo lunghissimo in cui attorno al Policlinico Umberto I sono prevalsi discutibili interessi politici e ha dominato l’inefficienza, relegando in un angolo le esigenze dei malati che nel cuore della capitale, dove si formano anche i medici dell’università «La Sapienza», continuano troppo spesso a doversi rassegnare.
I soldi per ristrutturare quella cittadella della sanità ci sono: 242 milioni di euro. Ma cambiando ben cinque progetti dalla fine del secolo scorso ad oggi è stato fatto assai poco.
Col risultato che adesso serviranno risorse maggiori, secondo l’Anac, per portare a compimento l’opera e si rischia pure di perdere i fondi del Pnrr. A descrivere nel dettaglio un simile quadro a tinte fosche, con una delibera che suona come un pesantissimo atto d’accusa tanto per la politica quanto per i vertici della sanità, è stata infatti proprio l’Autorità nazionale anticorruzione.
L’Anac ha indagato per un anno sulla riqualificazione dell’Umberto I rimasta al palo. Il progetto va avanti dal 2000 e dall’Authority sottolineano che in 23 anni non c’è stato «il concreto avvio di alcun lavoro, ma solo il pagamento di parcelle per comitati, piani e consulenze». Di più: «I fondi, in origine previsti per la ristrutturazione di tutti i 46 edifici che compongono il complesso ospedaliero, sono oggi appena sufficienti per la ristrutturazione di 17 edifici». Precisando che i «costi sono lievitati all’infinito per un progetto già finanziato nel 1998 per un importo di 241 milioni e 879mila euro, senza nel frattempo aver fatto nulla».

