La vicenda risale al 1996, quando i magistrati di Milano alzarono per la prima volta il velo sulla rete di società off shore del sistema Fininvest. Ebbene, a quell’epoca, i tre professionisti della Tax & Finance lavoravano per il gruppo finanziario inglese che amministrava quel network di sigle estere intestatarie di conti bancari segreti. Proprio la scoperta di quelle società cassaforte è costata all’ex presidente del consiglio, nel 2013, la condanna definitiva per frode fiscale e la decadenza da parlamentare. Alla perquisizione a Londra era sicuramente presente Baroni, che è citato anche nelle sentenze.
La sentenza definitiva dello stesso caso giudiziario spiega che durante quella movimentata perquisizione, come ricostruisce l’Espresso, alla polizia inglese furono nascosti i fascicoli sulle offshore personali di Berlusconi. Società-cassaforte scoperte dai magistrati solo dieci anni più tardi, proprio con l’indagine sui diritti tv di Mediaset. Quelle offshore, come hanno poi accertato i giudici, custodivano più di 300 milioni di dollari, accumulati su conti esteri mai dichiarati al fisco.
La Tax & Finance di Lugano, scrive l’Espresso, è una società di consulenza, specializzata in finanza offshore, che oggi vanta circa mille clienti, un centinaio di dipendenti e una rete di filiali estesa da Panama a Dubai, dal Lussemburgo a Dublino, da Montecarlo fino alla Nuova Zelanda. La galassia T&F ha anche una holding Cipro e ottimi agganci nel mondo dei milionari russi.
Fininvest dichiara guerra all’Espresso: “Sul Milan solo spazzatura”

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