10 marzo 1975 e niente sarebbe stato più come prima


Con i dischi nel furgone 40 anni fa
Milano International cambiò la radio

Il 10 marzo 1975 nasce la prima radio libera italiana

Radio Milano International 19/3/1975

Il 10 marzo 1975 iniziano i programmi di Radio Milano International. I fondatori sono i fratelli Angelo e Rino Borra e Nino e Piero Cozzi. La leggenda narra che i primi nei primi giorni il trasmettitore militare con il quale Milano International diffonde il suo segnale sui 101 in fm sia montato a bordo di un furgone che gira per la città. Stratagemma per evitare di essere localizzati dagli ispettori dell’Escopost, la polizia postale. Nella foto il primo staff di radio Milano International.

Alle 5 del pomeriggio del 10 marzo 1975 a Milano un giradischi iniziò a suonare «I’m Free» degli Who e un furgone prese a girare per le strade della città. Due fatti di per sé insignificanti ma che, messi insieme, cambiarono molte cose nell’Italia di allora e i cui effetti continuano ancora oggi. Il furgone trasportava un trasmettitore militare sintonizzato sui 101 in fm, una trovata, il furgone, per evitare di essere localizzati dai funzionari dell’Escopost, la polizia Postale, e «I’m Free» fu la prima canzone trasmessa da Radio Milano International, la prima radio «libera» del nostro paese.

Radio

Parma il perché di questa situazione………..


Fonte: http://www.calcioefinanza.it/2015/02/14/bilancio-parma-2013-2014-debiti/

Indebitamento lordo nelle ultime stagioni:

2006/2007 16,1 Milioni

2007/2008 38,1 Milioni

2008/2009 86,1 Milioni

2009/2010 110,3 Milioni

2011/2012 136,5 Milioni

2012/2013 175,1 Milioni

Troppi, per una società che non ha accresciuto i ricavi a sufficienza. Così nell’ultimo anno è aumentato il ricorso alle:

Banche: da 39,8 a 48,3 milioni

 è cresciuta l’esposizione verso :

Fornitori: da 28 a 37,7 milioni

Personale (Calciatori): da 6,6 a 12,9 milioni

Erario:  da 12 a 16,7 milioni

Totale: Da 46,6 a 115,6 Milioni

Secondo la Gazzetta dello sport il debito effettivo del Parma, considerando banche e fornitori, ammonta a 86 milioni di euro, esclusi i contenziosi con il Lione (che vuole 1,8 milioni di euro per Belfodil) e il Panathinaikos (470mila euro per Ninis). Ecco, il calciomercato è stato uno dei problemi del Parma, che nella scorsa stagione ha messo a bilancio 47,5 milioni di plusvalenze, 6,9 di premi di valorizzazione e stipendi per 52 milioni, contro i da 43,5 dell’anno prima. La situazione drammatica si legge tutta nei 55,6 milioni di ricavi (al netto delle plusvalenze) e nei 108,3 milioni di costi (al netto delle minusvalenze). Quel che esce è esattamente il doppio di quel che entra. E raddrizzare questa situazione sarà una vera impresa.