Dentro il Fair play finanziario: tra obiettivi, sanzioni e raggiri
articolo di “Salvatore Mazzuca”
Fair play finanziario tra realtà e falsa applicazione, raggiri e sanzioni al limite del ridicolo. Sono tante le incertezze attorno al progetto finanziario normativo-contabile introdotto dal comitato esecutivo della Uefa nel settembre 2009 con l’obiettivo di eliminare i debiti contratti dalle società di calcio e a obbligarle, alla lunga, ad un auto finanziamento.
Come nasce?
L’idea di Fair play finanziario nasce dalla sostanziale differenza economica tra le società calcistiche europee e dal forte aumento dell’indebitamento delle dirigenze nelle sessioni di calciomercato, oltre allo strapotere di alcune società come Real Madrid e Barcellona. Michel Platini è diventato subito la figura chiave di rappresentanza ritenendolo di vitale importanza per il mondo del calcio. Ecco cosa disse in un’intervista: “Un obiettivo con implicazioni di ampia portata come il benessere generale del calcio, purché tutti i club giochino secondo le regole, soddisfino i criteri di fair play finanziario e raggiungano un bilancio sostenibile, in modo che passione faccia rima con ragione.”
Gli obiettivi:
- Mettere ordine nel sistema finanziario delle società
- Accrescere l’auto-sostenibilità dei club, specie nel lungo periodo
- Far crescere gli investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture
- Incoraggiare le società a competere soltanto attraverso entrate proprie
- Verificare che i club adempiano agli impegni economico-finanziari nei tempi stabiliti
- Abbassare le pressioni sulle richieste salariali e sui trasferimenti
- Tenere a bada le conseguenze dell’inflazione nel mondo calcistico
Le Caratteristiche
Per seguire e assicurare il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati è stato istituito una sorta di comitato direttivo finanziario costituito da 8 esperti in materia. Il monitoraggio delle società è iniziato dal 2011 ed è tuttora in corso. L’osservazione costante dei club da parte della Uefa si basa su 3 punti cruciali:
- Nessuna presenza di debiti arretrati verso altre società e dipendenti
- Corretta informazione per ciò che concerne la situazione attuale e futura dei club
- Obbligo di pareggio del bilancio, quindi parità tra entrate ed uscite. Il pareggio di bilancio prevede che le società non possano investire oltre la misura dei loro utili.
Le società che non saranno in grado di raggiungere gli obiettivi correranno il rischio di non partecipare alle competizioni Uefa. Ma la normativa lascia un margine di tolleranza per quanto riguarda le perdite. Infatti le regole Uefa obbligano le società di calcio europee a contenere i disavanzi negli esercizi di bilancio che vanno dal 2012 al 2014 entro i 45 milioni di euro e a ridurle nel triennio 2015-2017 in un massimo di 30 milioni. Dal 2018 in poi saranno consentiti debiti con limite massimo di 5 milioni di euro. Nei primi mesi del 2012, diverse società hanno risposto alle richieste Uefa. I dati forniti rivelano che c’è ancora tanta strada da fare e che il debito calcistico complessivo ammonti a 1,6 miliardi con una crescita di oltre 36 punti percentuali. Il 75% delle società invece non riesce a rispettare il pareggio di bilancio.
Società indebitate
La maggior parte dei club non riesce a far quadrare i conti e di conseguenza il bilancio annuale. Particolare è la situazione del Manchester City che nel 2011 ha concluso con una perdita di 225 milioni di euro. Club come Barcellona e Real meritano una nota a parte. Il passivo della società blaugrana ammonta a 156 milioni di euro pari solo al 6% del valore della società. La squadra catalana, tra l’altro, ha una peculiarità che la differenzia da tutte le altre: proprietari di un parte di essa sono gli stessi tifosi. Inoltre il fatturato è elevatissimo: ammonta a quasi 491 milioni di euro. Situazione diversa per il Real Madrid che secondo Forbes è il club con il più alto valore al mondo. Il debito registrato dal club madrileno ammonta a 165 milioni, solo il 5% del proprio valore. Il fatturato del club di Florentino Perez è primo in assoluto: 518,9 milioni di euro.
Situazione italiana
Agli inizi del 2012, l’Inter, la Juventus e il Milan hanno registrato deficit superiori ai 60 milioni di euro annui. Le milanesi, attraverso campagne acquisti più povere e un massiccio ridimensionamento di ingaggi, sono comunque ancora molto lontane dai parametri imposti. Un pò diversa è la situazione della società bianconera che, grazie agli introiti dello Stadium, ha visto aumentare i ricavi e diminuire le perdite per un valore di 16 milioni di euro.
Club in regola, spicca il Napoli
I club che rispettano in toto il fair play finanziario sono davvero pochi. Tra questi solo il Bayern Monaco e il Napoli chiudono l’annata in positivo. Tra le società italiane, il Napoli riesce ad avere significative entrate con chiusure dei bilanci in positivo. Il club di De Laurentiis ha un attivo di oltre 22 milioni di euro, frutto delle continue qualificazioni nelle coppe europee e delle ottime operazioni di mercato, con le plusvalenze nelle cessioni di Lavezzi e Cavani. Anche la Fiorentina è entrata nella classifica dei club virtuosi, chiudendo nel 2012 e 2013 il bilancio in positivo.
Le Sanzioni
Chi non rispetta il fair play finanziario incorre in delle sanzioni. E’ successo da poco al Manchester City e al Psg. Le due società hanno passivi eccessivi (70 milioni per il club inglese e quasi 120 per i francesi) frutto delle spese folli e monte ingaggi elevati. Il club inglese dovrà portare il proprio deficit ad un massimo di 20 milioni nella stagione seguente, e nel 2015 a 10 milioni di euro. Inoltre ha l’obbligo di pagare alla Uefa la multa di 60 milioni di euro, gli ingaggi non potranno aumentare nel corso delle prossime due stagioni e la rosa sarà limitata a 21 giocatori.
Situazione analoga per il club parigino che dovrà versare nelle casse Uefa la cifra di 60 milioni di euro e gli ingaggi nelle stagioni 2015/2016 non potranno esser ritoccati. Il club degli sceicchi dovrà limitare a 30 milioni le perdite nella prossima stagione e dovrà mirare al pareggio di bilancio nel 2016.
Trucchi e raggiri
Ad ogni regola c’è sempre chi cerca in qualche modo di aggirarla. E’ quello che ha fatto il club parigino che grazie alla alla maxi sponsorizzazione della Qatar Tourism Authority ha cambiato le carte in tavola, ottenendo soldi freschi per far metter il segno più nella casella “entrate”. Gli introiti provenienti dallo sponsor ammontano a circa 700 milioni di euro in 5 anni e andranno ad influire in maniera retroattiva su tutti i bilanci dei francesi, che vedranno aumentare fino a quasi 400 milioni di euro il proprio fatturato. Senza la maxi sponsorizzazione gli incassi si fermano a quasi 234 milioni, più dell’Inter, in linea con il Milan, dietro la Juventus che si attesta attorno ai 270 milioni.
La UEFA su questo dovrà fare chiarezza e perciò sta avviando delle indagini dettagliate. Se venisse accertata l’effettiva irregolarità degli investimenti il Psg rischierebbe grosso, anche la partecipazione alla Champions League

