La Fiom riempie piazza del Popolo Landini:


21 ottobre 2011 Fonte: Repubblica.it

La Fiom riempie piazza del Popolo Landini:

“Cambiamo il governo e questo Paese”

Video 1 : http://youtu.be/5FWmIfiNkLg

Video 2:

 http://youtu.be/P-UyM-G0gYY

Video 3 : http://youtu.be/urtEObvFzg4

Video 4 : http://youtu.be/_1bjlORy2gg

Il corteo.A essere presidiata non era solo la piazza ma anche tutta l’area limitrofa: la paura di ripetere le scene di sabato scorso era alta. Anche se l’aria che si respirava alla manifestazione sindacale era completamente differente: età media molto più alta e una imponente e ben rodata struttura organizzativa alle spalle. Lo hanno capito anche gli agenti, e infatti il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha fatto cominciare la giornata con uno strappo alla regola che è passato senza problemi: ovvero il mini-corteo operaio da villa Borghese a piazza del Popolo. Le disposizioni di Alemanno in realtà lo vietavano. Ma con la scusa di raggiungere tutti insieme la piazza da viale Washington, dove erano arrivati i pullman da ogni parte d’Italia, la marcia c’è stata. “In piazza del Popolo dobbiamo pur arrivarci, non possiamo mica volare 2“, è stata la battuta Landini. Il sindaco di Roma ha fatto buon viso a cattivo gioco e a distanza ha commentato: “Devo dire che l’ordinanza in vigore è stata rispettata. Ringrazio la Fiom per la disponibilità”.
Le adesioni. A sfilare c’erano i lavoratori di tutte le principali realtà industriali del paese: Fiat, Magneti-Marelli, Alfa Romeo, Irisbus, Fincantieri e anche quelli della Ferrari. I quali hanno invitato nientemeno che Fernando Alonso a scioperare con loro: “Siamo da tre anni senza contratto aziendale. E siccome lui appoggia gli indignados spagnoli, può stare anche con noi”, spiegava uno di loro. Il tema caldo è ovviamente legato al Lingotto: la richiesta è di esprimere con chiarezza quali siano i suoi impegni nei riguardi del Paese e, in particolare, di consegnare il piano industriale di Fabbrica Italia. Secondo Fiat, lo sciopero di otto ore proclamato dalla Fiom negli stabilimento del gruppo è stata dell’11%. I dati del sindacato invece parlano di un 50% di media, con punte del 70% alla Iveco di Torino.

Del Piero, stadio, Finanza, I giorni neri della Juve


21 ottobre 2011 Fonte: Repubblica.it

Del Piero, stadio, Finanza, I giorni neri della Juve

 
Tre casi scoppiati all’improvviso agitano un’atmosfera più che serena fino a pochi giorni fa in casa bianconera: l’annuncio del presidente Agnelli dell’addio di Alex a fine stagione e le polemiche che ne sono seguite, l’inchiesta della procura sull’agibilità del nuovo impianto (in arrivo una nuova perizia e altri indagati) e l’ispezione in sede su mandato della Consob.
 
IL CASO DEL PIERO: “AGNELLI MI HA RICORDATO IN ANTICIPO LA SCADENZA” – La sorprendente reazione a catena di avvenimenti destabilizzanti è cominciata alle 10.30 di martedì scorso, con il dibattutissimo annuncio urbi et orbi del presidente Agnelli: “Del Piero, grazie e addio”. Un vento gelato ad agitare la bandiera della Juve che aveva sì concordato che questa sarebbe stata la sua ultima stagione, però, chissà, forse… Un inutile pre pensionamento, a detta di molti. Un modo per distogliere l’attenzione dal bilancio rosso-record, secondo altri. Un’uscita dai modi e dai tempi sbagliati, forse per sedare sul nascere eventuali progetti di Champions del giocatore, con probabilissime richieste di prolungare di un altro anno l’accordo con il capitano di lungo corso. Che, ieri, ha interrotto il silenzio assordante dei giorni scorsi per rispondere al messaggero di “Striscia la Notizia” Valerio Staffelli: “Diciamo che il presidente mi ha ricordato in anticipo la scadenza del mio contratto…”, il commento attapirato di Alex. Quel “in anticipo” dice tutto sull’anacronismo (voluto?) dell’intervento presidenziale
IL CASO STADIO: NUOVA CONSULENZA TECNICA E NUOVI POSSIBILI INDAGATI – Quanto allo Stadium, dopo lo shock iniziale, tutto sembra esente da pericoli immediati, con una vasta copertura di assicurazioni ufficiali: “Nel confermare il regolare svolgimento delle partite programmate, la Juventus ribadisce la propria certezza sull’assoluta sicurezza strutturale dello stadio”. Ma ciò non toglie che, dopo l’inchiesta avviata dalla Procura – con un’ipotesi di reato da far tremare i polsi: “pericolo di crollo colposo” -, gli spettatori domani sera rischino di portare più attenzione agli eventualissimi scricchiolii dell’impianto che non a quelli, sempre eventualissimi, della squadra di Conte. Oltre a confermare che il materiale impiegato nella costruzione del nuovo impianto è a norma – scrupolosamente analizzato, testato e certificato Ce -, la Juve ribadisce di essere casomai parte lesa, ringrazia il Prefetto e il Sindaco “per l’efficace e tempestiva collaborazione” e attende gli sviluppi di una vicenda che sembra soltanto alle battute iniziali. Oggi, infatti, è stata disposta una consulenza tecnica dalla Procura di Torino per vagliare una serie di aspetti legati all’agibilità dello Stadium. Se ne occuperà una squadra di esperti, alcuni dei quali scelti all’interno del Politecnico della città. Il problema riguarda l’acciaio usato per i pennoni e altre sovrastrutture; gli inquirenti stanno vagliando anche la condotta dei fornitori e di tutte le aziende che a vario titolo si sono occupate del materiale. Alle perquisizioni di ieri sono seguite le prime identificazioni delle persone potenzialmente interessate, il preludio a nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

IL CASO CONSOB: L’ISPEZIONE PROSEGUE – Nel giovedì (bianco)nero, dopo il passaggio dei Carabinieri, la sede Juve è stata teatro anche teatro di un’ispezione della Guardia di Finanza che, su incarico della Consob, ha acquisito documenti finanziari relativi a bilanci, delibere e aumenti di capitale. Tutto dovrebbe essere ricondotto alla richiesta di chiarimenti da parte dell’organo che tutela gli investitori (la Juve è quotata in Borsa) sulla procedura di ricapitalizzazione da 120 milioni, con particolare attenzione all’azzeramento del capitale. Opzione, quest’ultima, scartata dalla Juve proprio su imbeccata della stessa Consob, che ha consigliato al club di diluire le quote degli azionisti che non avrebbero sottoscritto l’aumento di capitale (tra gli azionisti anche le finanziarie del colonnello Gheddafi). I funzionari delle Fiamme Gialle si sono stabiliti in un ufficio della sede bianconera di corso Galileo Ferraris, dove per circa una settimana passeranno al setaccio ogni carta. Il tutto con la collaborazione della stessa Juventus. Che, comunque, non può che sentirsi sotto assedio.