E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie

<< San Siro, i dettagli del finanziamento.…..– 13 novembre 2025 >>
| San Siro, i dettagli del finanziamento da 350 milioni dalle banche per Inter e Milan |
| articolo di Matteo Spaziante https://www.calcioefinanza.it/2025/11/13/prestito-inter-milan-stadio-san-siro-dettagli-cifre/?refresh_ce |
| Tutti i dettagli dell’accordo per il prestito ai club legato all’operazione di acquisto dell’impianto e delle aree limitrofe. |
Il primo finanziamento per l’operazione San Siro vale 354 milioni di euro. È questa la cifra del finanziamento stipulato dalla società Stadio San Siro (joint venture di Inter e Milan per l’operazione legata al nuovo impianto) che emerge dai documenti ufficiali consultati da Calcio e Finanza.
In particolare, dai documenti emerge come l’operazione sarà finanziata “in parte con risorse proprie ed in parte facendo ricorso ad indebitamento finanziario”. In particolare, per reprire le risorse necessarie “per il pagamento del prezzo di acquisto, lo sviluppo della GFU San Siro e il finanziamento delle attività prodromiche alla realizzazione del Nuovo Stadio”, un pool di creditori finanziari di primo piano tra i quali in particolare Goldman Sachs, Morgan Stanley, MUFG Bank (la ex Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ) e JP Morgan (oltre a Banco BPM e BPER Banca, partner di Milan e Inter) hanno messo a disposizione della holding “un finanziamento per un importo massimo complessivo pari a circa euro 354.000.000”.
In particolare, il finanziamento avrà tre diverse linee di credito:
- la prima da massimo 124 milioni, servita in particolare per acquisire lo stadio e le aree limitrofe;
- una seconda linea di credito da massimo 205 milioni di euro;
- linea di credito di tipologia revolving per massimo 25 milioni di euro;
Per quanto riguarda i tassi di interesse dei finanziamenti, si parla di un tasso percentuale che rappresenta la somma dell’EURIBOR e di un margine del 2%: considerando gli attuali tassi Euribor, si parla di circa il 4% annuo.
Tra le garanzie, in particolare, come usuale in questo tipo di operazione è presente “un pegno di diritto italiano avente ad oggetto l’intero capitale sociale” di Stadio San Siro Spa, concesso da NSM Holding, la sua controllante.
<< San Siro,rinuncia alla sospensiva.…..– 12 novembre 2025 >>
| San Siro, rinuncia alla sospensiva sui ricorsi al TAR: si procede nel merito |
| articolo di Marco Sacchi: https://www.calcioefinanza.it/2025/11/12/esito-ricorsi-san-siro-tar-lombardia/?refresh_ce |
| Nel Si sono tenute nella giornata di ieri due udienze su ricorsi presentati dal Gruppo Verde San Siro sul pubblico interesse del 2021 e sulle linee guida per la vendita dell’impianto |
Nonostante Inter e Milan abbiano ufficializzato la scorsa settimana – tramite il rogito – lo storico acquisto dello stadio Giuseppe Meazza e delle sue aree circostanti, restano ancora aperti diversi contenziosi amministrativi e giudiziari che riguardano direttamente l’impianto di San Siro e le procedure avviate dal Comune di Milano negli ultimi anni.
Come svelato da Calcio e Finanza nelle scorse settimane, sono sette in particolare i ricorsi tuttora pendenti legati al Meazza, distribuiti tra il TAR Lombardia, il Consiglio di Stato e la Presidenza della Repubblica. Alcuni riguardano la vecchia procedura sul pubblico interesse per la costruzione di un nuovo stadio, altri invece vertono su questioni economiche e gestionali relative all’attuale impianto.
Nella giornata di ieri – martedì 11 novembre – sono andate in scena due udienze legate ad altrettanti ricorsi: il primo (presentato dall’associazione Gruppo Verde San Siro e da alcuni cittadini) è quello legato alla delibera di pubblico interesse del 2021, mentre il secondo riguarda le linee guida con cui furono approvate le linee di indirizzo per la vendita del compendio immobiliare “Ambito GFU San Siro”.
Il ricorso contro la delibera sul pubblico interesse – Nel dettaglio, il primo ricorso a cui abbiamo fatto riferimento è stato presentato dall’associazione Gruppo Verde San Siro insieme a 52 cittadini. In questo caso l’obiettivo è l’annullamento della delibera comunale del 2021 sul pubblico interesse. Il TAR ha già respinto la richiesta di sospensiva monocratica il 16 ottobre 2025, mentre era fissata per la giornata di ieri l’udienza cautelare.
Il nuovo ricorso del Gruppo Verde San Siro – Sempre il Gruppo Verde San Siro, con altri 99 cittadini, ha presentato un nuovo ricorso (R.G. 1337/25) contro la delibera n. 324 del 18 marzo 2025, con cui il Comune ha approvato le linee di indirizzo per la vendita del compendio immobiliare “Ambito GFU San Siro”, comprensivo dello stadio Giuseppe Meazza, alle società Inter e Milan.
Anche in questo caso il TAR aveva respinto la richiesta di sospensiva monocratica lo scorso 10 ottobre, e l’udienza cautelare era stata fissata sempre per la giornata di ieri, il giorno successivo a quello in cui sarebbe scattato il vincolo sul secondo anello dello stadio Meazza (lunedì 10 novembre, ndr).
L’esito delle udienze sui ricorsi – Per entrambe le udienze, come appreso da Calcio e Finanza l’esito è stato quello di una “rinuncia alla sospensiva” e si arriverà così ad un giudizio di merito. Nel linguaggio della giustizia amministrativa, quando in un procedimento davanti al TAR si legge questo esito, significa che il ricorrente ha deciso di non insistere più sulla richiesta di bloccare temporaneamente l’efficacia dell’atto impugnato.
In parole semplici, nei ricorsi al TAR ci sono due livelli di giudizio: da una parte c’è la richiesta di annullare un provvedimento (la causa nel merito), dall’altra quella più urgente di sospenderlo in attesa della decisione definitiva, per evitare che produca effetti immediati. Quest’ultima è la cosiddetta sospensiva, una misura cautelare che serve a congelare la situazione fino alla sentenza.
Quando però il ricorrente «rinuncia alla sospensiva», significa che decide di non chiedere più al tribunale di intervenire subito e che si attende la decisione nel merito. L’atto contestato — nel caso, ad esempio, la delibera comunale legata all’interesse pubblico sul progetto San Siro o alla sua vendita — resta quindi valido ed efficace, almeno fino alla decisione di merito.
<< San Siro, nuovo fronte.…..– 11 novembre 2025 >>
| San Siro, nuovo fronte di scontro: il nodo del tunnel Patroclo |
| Nel progetto di Inter e Milan è previsto l’abbattimento e la ricostruzione dell’opera, che poi sarà scontata per circa 80 milioni dalla somma da riconoscere al Comune di Milano. |
Non diminuiscono le fonti di discussioni intorno al progetto di Inter e Milan per San Siro. Dopo la delibera di vendita del Comune di Milano e il conseguente rogito, il fronte del no al nuovo stadio, favorevole al mantenimento e ristrutturazione del Meazza, ha ora nel mirino il tunnel di via Patroclo.
Come riporta l’edizione milanese de Il Corriere della Sera, qui nel mirino c’è il progetto di rifare completamente il tunnel, che nelle idee di Inter e Milan permetterebbe di essere un passaggio verso il nuovo stadio, mantenendo quindi il proprio compito originario voluto per Italia ’90, ma sarà a spese del Comune per una cifra intorno agli 80 milioni di euro. Da qui la discussione sull’utilità dei lavori, che secondo alcuni potrebbero essere svolti in maniera meno invasiva, andando quindi a risparmiare una discreta cifra. Attualmente, questa opera è stata definita di pubblica utilità, quindi Inter e Milan possono procedere andando poi a scontare la cifra spesa da quella garantita al Comune.
Al contrario, se il tunnel fosse identificato come opera con la finalità di creare il collegamento con i futuri parcheggi sotterranei a servizio dello stadio, degli uffici, dell’hotel e degli altri servizi che cresceranno intorno al nuovo stadio, ecco che si identificherebbe come una necessità esclusivamente privata, con i conseguenti costi che rimarrebbero di competenza di Inter e Milan.
L’accordo fra i club e il Comune prevede che il tunnel sia completamente rifatto nel quadro di un’opera pubblica, scontando quanto dovuto, così da mettere a disposizione della comunità il nuovo sottopasso, che sarebbe usato come pagamento degli oneri dovuti da Inter e Milan. Una decisione che ha scatenato il fronte del no allo stadio con il consigliere comunale Enrico Fedrighini che ha commentato: «Il tunnel Patroclo è un’opera pubblica perfettamente funzionante. Ho verificato bilanci, piani triennali delle opere, appalti manutentivi: non è mai stato disposto alcun intervento legato a problemi strutturali o esigenze di consolidamenti; il drenaggio è perfetto. Quando la città si allaga, il tunnel è asciutto».
Fedrighini ha affrontato il tema anche con un emendamento alla delibera di vendita, che però è stato cancellato dal provvedimento tagliola approvato dal Consiglio durante la seduta, che ha di fatto permesso la votazione, favorevole, alla vendita di San Siro, con annesse aree limitrofe, a Inter e Milan. «Sin dal 2020-2022, come si legge nei documenti delle società, era prevista la demolizione e rifacimento del tunnel come parte integrante del loro progetto – continua Fedrighini –. Può essere comprensibile la necessità, da parte dei privati, di intervenire su questa infrastruttura per trasformarla e modificarla in funzione del proprio intervento. Ma per quale motivo ora questa trasformazione deve ricadere sulle casse comunali?». Nel frattempo, nella giornata di ieri il Comitato promotore del referendum per San Siro ha presentato alla Soprintendenza una nuova richiesta di verifica di interesse culturale sullo stadio.
<< San Siro, oggi doppia udienza...– 11 novembre 2025 >>
| San Siro, oggi doppia udienza su due ricorsi al TAR della Lombardia |
| articolo Di Marco Sacchi : https://www.calcioefinanza.it/2025/11/11/udienze-ricorsi-san-siro-meazza/?refresh_ce |
| Si terranno oggi due udienze su ricorsi presentati dal Gruppo Verde San Siro sul pubblico interesse del 2021 e sulle linee guida per la vendita dell’impianto. |
Nonostante Inter e Milan abbiano ufficializzato la scorsa settimana – tramite il rogito – lo storico acquisto dello stadio Giuseppe Meazza e delle sue aree circostanti, restano ancora aperti diversi contenziosi amministrativi e giudiziari che riguardano direttamente l’impianto di San Siro e le procedure avviate dal Comune di Milano negli ultimi anni.
Come svelato da Calcio e Finanza nelle scorse settimane, sono sette in particolare i ricorsi tuttora pendenti legati al Meazza, distribuiti tra il TAR Lombardia, il Consiglio di Stato e la Presidenza della Repubblica. Alcuni riguardano la vecchia procedura sul pubblico interesse per la costruzione di un nuovo stadio, altri invece vertono su questioni economiche e gestionali relative all’attuale impianto.
Nella giornata odierna – martedì 11 novembre – andranno in scena due udienze legate ad altrettanti ricorsi: il primo (presentato dall’associazione Gruppo Verde San Siro e da alcuni cittadini) è quello legato alla delibera di pubblico interesse del 2021, mentre il secondo riguarda le linee guida con cui furono approvate le linee di indirizzo per la vendita del compendio immobiliare “Ambito GFU San Siro”.
Il ricorso contro la delibera sul pubblico interesse – Nel dettaglio, il primo ricorso a cui abbiamo fatto riferimento è stato presentato dall’associazione Gruppo Verde San Siro insieme a 52 cittadini. In questo caso l’obiettivo è l’annullamento della delibera comunale del 2021 sul pubblico interesse. Il TAR ha già respinto la richiesta di sospensiva monocratica il 16 ottobre 2025, mentre è fissata per la giornata odierna l’udienza cautelare.
Il nuovo ricorso del Gruppo Verde San Siro – Sempre il Gruppo Verde San Siro, con altri 99 cittadini, ha presentato un nuovo ricorso (R.G. 1337/25) contro la delibera n. 324 del 18 marzo 2025, con cui il Comune ha approvato le linee di indirizzo per la vendita del compendio immobiliare “Ambito GFU San Siro”, comprensivo dello stadio Giuseppe Meazza, alle società Inter e Milan.
Anche in questo caso il TAR ha respinto la richiesta di sospensiva monocratica lo scorso 10 ottobre, e l’udienza cautelare è fissata sempre per oggi, il giorno successivo a quello in cui sarebbe scattato il vincolo sul secondo anello dello stadio Meazza (ieri, lunedì 10 novembre, ndr).
<< Firmato il rogito...– 05 novembre 2025 >>
| Firmato il rogito: San Siro diventa di Inter e Milan |
| articolo di Redazione : https://www.calcioefinanza.it/2025/11/05/ufficiale-san-siro-rogito-inter-milan/ |
| «Le cose belle richiedono sempre tempo», le parole di Scaroni all’uscita dallo studio dove è stato firmato l’atto. |
San Siro diventa ufficialmente di Inter e Milan. È stato infatti firmato in mattinata il rogito che permette ai due club milanesi di diventare proprietari dello stadio Meazza e delle aree limitrofe.
L’incontro presso lo studio del notaio Filippo Zabban, in centro città, è iniziato alle 7.30 e si è chiuso intorno alle 12, con i dirigenti dei club che sono usciti alla spicciolata. Al momento sono in corso le ultime pratiche, ma le firme sono già arrivate. “Le cose belle richiedono sempre tempo”, ha risposto il presidente del Milan Paolo Scaroni all’uscita dallo studio, a chi gli chiedeva se la ritenesse una vittoria personale, come riportato da Radiocor.
Il prezzo complessivo concordato per l’acquisto ammonta a 197,08 milioni di euro (oltre IVA), che Inter e Milan verseranno al Comune in più fasi:
- 91,96 milioni di euro saranno corrisposti prima della firma del contratto di compravendita;
- una seconda rata sarà calcolata sulla base della superficie lorda del nuovo stadio e dovrà essere pagata entro 30 giorni dal verificarsi di determinate condizioni urbanistiche;
- l’importo residuo sarà versato entro 10 giorni dal completamento delle opere di parziale demolizione del Meazza;
- un eventuale saldo massimo di 22 milioni di euro sarà pagato al termine delle opere oggetto di deduzione.
In particolare, secondo quanto appreso, il rogito è stato firmato da Stefano Cocirio per il lato Milan/RedBird (in quanto membro del CdA di Stadio San Siro SpA) e da Katherine Ralph per il lato Inter/Oaktree (in quanto presidente di Stadio San Siro Spa)
<<Firmato l’atto per l’acquisto...– 05 novembre 2025 >>
| Inter e Milan: «Firmato l’atto per l’acquisto di San Siro: inizia un nuovo capitolo per Milano e i club» |
| articolo di Redazione : https://www.calcioefinanza.it/2025/11/05/inter-milan-firmato-atto-acquisto-san-siro-nuovo-capitolo/ |
| La nota con cui i due club hanno ufficializzato l’acquisto del Meazza: «Lo stadio risponderà ai più alti standard internazionali ed è destinato a diventare una nuova icona architettonica per la città di Milano». |

Inter e Milan hanno ufficializzato l’acquisto di San Siro, con un comunicato congiunto.
“FC Internazionale Milano e AC Milan rendono noto di aver siglato oggi l’atto di vendita con il Comune di Milano per l’acquisto della Grande Funzione Urbana San Siro, comprensiva dello stadio Meazza e dell’area circostante”, si legge nella nota.
“La realizzazione del nuovo stadio e dell’intervento di rigenerazione urbana per l’area di San Siro rappresentano un nuovo capitolo per la città di Milano e per entrambi i Club. Questo importante traguardo riflette le ambizioni condivise da Inter e Milan e dalle rispettive proprietà, fondi gestiti da Oaktree e RedBird, per un successo sportivo a lungo termine e per un investimento che permetterà di creare valore a supporto della crescita sostenibile di entrambe le Società”.
“I Club hanno affidato a Foster + Partners e MANICA il percorso progettuale e di sviluppo di un nuovo impianto di livello mondiale e del masterplan per l’area circostante. Lo stadio risponderà ai più alti standard internazionali ed è destinato a diventare una nuova icona architettonica per la città di Milano. Nell’ambito del progetto sorgerà un nuovo polo di eccellenza che rifletterà la vocazione sportiva e culturale del quartiere di San Siro e dell’intera città, rigenerando uno spazio urbano nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità”.
“L’operazione, perfezionata tramite la società Stadio San Siro S.p.A., è supportata da un finanziamento disposto dagli istituti bancari internazionali Goldman Sachs e J.P. Morgan in qualità di coordinatori principali, insieme ai partner bancari dei Club, Banco BPM e BPER Banca”, concludono le società.
<<… la Procura di Milano indaga per turbativa d’asta ...–05 novembre 2025 >>
| Vendita San Siro, la Procura di Milano indaga per turbativa d’asta |
| articolo Di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2025/11/05/vendita-san-siro-procura-indaga-turbativa-asta/ |
| Questa mattina è stato sentito dai pm il promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato Sì Meazza. |

Sulla compravendita dello stadio di San Siro, per il quale è previsto oggi il rogito notarile, la Procura di Milano sta indagando per turbativa d’asta. Lo riporta l’ANSA. Proprio questa mattina è stato sentito dai pm Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi il promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato Sì Meazza.
In una lettera aperta al sindaco, Trotta aveva rivelato che insieme ad altri operatori dello spettacolo dal vivo avrebbe voluto fare una offerta per lo stadio ma che era stato impossibile partecipare al bando del Comune per le tempistiche troppo strette.
<<San Siro, il TAR respinge ...–11 ottobre 2025 >>
| San Siro, il TAR respinge la richiesta di sospensiva della delibera sulla vendita |
| articolo di Redazione : https://www.calcioefinanza.it/2025/10/11/san-siro-ricorso-respinto-tar/?refresh_ce |
| Il Tribunale lascia così tempo a Inter e Milan di arrivare al rogito per il Meazza e le aree circostanti prima dell’udienza, che si svolgerà l’11 novembre. |

Il TAR della Lombardia ha respinto la richiesta di sospendere in via d’urgenza gli effetti della delibera del Comune di Milano relativa alla vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan che era stata avanzata dall’Associazione Gruppo Verde San Siro e da oltre cento abitanti del quartiere che hanno notificato motivi aggiuntivi al ricorso che avevano già presentato per impedire l’abbattimento del Meazza.
Il tribunale ha fissato l’udienza per la data dell’11 novembre, con i club che potranno quindi procedere con il rogito prima che scatti il vincolo sul secondo anello. Infatti «contrariamente a quanto dedotto nell’istanza di misura cautelare monocratica urgente contenuta nei motivi aggiunti, non è prospettabile un pregiudizio di estrema gravità ed urgenza – si legge nella motivazione –, tale da non consentire di attendere l’esame della domanda cautelare in sede collegiale».
Inoltre «dall’imminente acquisizione di efficacia della deliberazione consiliare impugnata con i motivi aggiunti e dalla possibile stipula del contratto di compravendita – proseguono i giudici –, non è configurabile un pregiudizio attuale rispetto agli specifici interessi di cui sono portatori i ricorrenti, i quali deducono di subire dei danni dalle trasformazioni urbanistico edilizie e dall’avvio di lavori che non sono di immediata attuazione».
<<Nuovo San Siro,Ambientalisti e residenti chiedono al TAR.– 10 ottobre 2025 >>
| Ambientalisti e residenti chiedono al TAR di annullare la delibera sulla vendita di San Siro |
| articolo di Redazione : https://www.calcioefinanza.it/2025/10/10/ricorso-tar-delibera-san-siro-vendita/?refresh_ce |
| L’associazione Gruppo Verde San Siro, insieme a oltre cento abitanti della zona San Siro, hanno notificato motivi aggiunti al ricorso che già avevano proposto. |
L’associazione Gruppo Verde San Siro, insieme a oltre cento abitanti della zona San Siro, assistiti dagli avvocati Stefano Nespor e Federico Boezio, hanno notificato motivi aggiunti al ricorso che già avevano in precedenza proposto. E’ quanto si legge in una nota che si riferisce alla delibera approvata dal Consiglio comunale di Milano sulla vendita dello stadio Meazza.
Al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia è stato chiesto l’annullamento della delibera del Consiglio comunale del 29 settembre 2025 di approvazione della vendita dell’area di San Siro, che include lo stadio Giuseppe Meazza, e di sospendere in via d’urgenza gli effetti della delibera, in modo da evitare che, in attesa dell’udienza, sia stipulato il contratto di vendita delle aree.
Nei prossimi giorni, dopo la raccolta delle deleghe di altri residenti della zona San Siro, sarà notificato il ricorso per l’annullamento della medesima delibera e di altri atti connessi, contenente numerosi motivi aggiuntivi, tra cui tutti quelli concernenti le violazioni del procedimento per l’approvazione della delibera e la violazione delle normative ambientali.
<<Nuovo San Siro, nasce la holding...– 08 ottobre 2025 >>
| Nuovo San Siro, nasce la holding di Inter e Milan: svelati il board e le regole su eventuali soci di minoranza |
Si chiamano ‘Blueco‘ e ‘Red Stadco‘ i due veicoli di scopo gestiti rispettivamente da Inter e Milan, che possiedono al 50% ciascuno Nsm holding, la scatola che entro ottobre rileverà il Meazza e i diritti edificatori dell’area di San Siro dal Comune di Milano, dove nasceranno il nuovo impianto e il restante progetto immobiliare dei club. Lo rivela Milano-Finanza, aggiungendo che le due società sono state create a metà settembre, prima del voto decisivo in consiglio comunale a Milano.
Il board da sei membri nominato per la holding ha rappresentanti sia dei club che dei fondi: per l’Inter è presente Massimiliano Catanese; per Oaktree Carlo Ligori e Katherine Ralph, volto dell’investitore USA nella gestione del club; per il Milan Guidotti Mori e Stefano Cocirio, cfo del club rossonero; per RedBird Francesco Bramante, investor del veicolo di Gerry Cardinale.
Negli statuti delle tre società si nota un punto chiave: mantenere l’operazione trasparente e la proprietà dello stadio nelle mani di Inter e Milan, soci paritari, per almeno quindici anni. In più, particolare non secondario, si legge anche di una clausola di prelazione a favore dell’altro club nel caso in cui Inter o Milan optassero per un’uscita dal progetto stadio.
Al contrario, gli statuti di Blueco e Red Stadco non escludono l’ingresso di eventuali nuovi azionisti, che possono essere gli stessi fondi o investitori terzi. L’ingresso di partner di minoranza deve comunque avvenire rispettando i paletti imposti dal Palazzo Marino: i due veicoli non potranno trasferire quote della holding che deterrà San Siro e le aree circostanti a soggetti ‘privi dei requisiti di onorabilità‘ definiti per legge; inoltre, non potranno effettuare un ‘trasferimento di una partecipazione a terzi tale da determinare la perdita del controllo‘ dei veicoli Blueco e Red Stadco da parte, rispettivamente, di Inter e Milan.
<<San Siro, il Comune….– 02 ottobre 2025 >>
| San Siro, il Comune: «Dal 2019 nessuno ha presentato vere alternative al progetto di Inter e Milan» |
| La spiegazione dell’amministrazione comunale: «Nessuna manifestazione di interesse all’acquisizione e gestione dell’impianto è pervenuta» |
Il Comune di Milano, anche prima delle proposte di Inter e Milan, non ha ricevuto dal 2019 ad oggi proposte alternative sul futuro di San Siro. Lo mette nero su bianco Palazzo Marino, in uno dei documenti allegati alla delibera sulla vendita del Meazza e delle aree limitrofe ai due club milanesi.
In particolare, infatti, il Comune parte dal fatto che nessuno, oltre a Inter e Milan, ha presentato proposte di acquisto per l’impianto e l’area entro il 30 aprile scorso. “Alla scadenza del termine fissato nell’avviso del 30 aprile 2025 non è pervenuta alcuna manifestazione e proposta, come risulta dalla determinazione n. 3526 del 7 maggio 2025”, si legge nel testo.
Inoltre, l’amministrazione comunale spiega anche: “Si precisa a tal proposito che, anche nel periodo precedente, a fronte dell’inserimento dello stadio Meazza nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari allegato alla sopracitata deliberazione del Consiglio comunale n. 9 del 28 marzo 2019, nessuna manifestazione di interesse all’acquisizione e gestione dell’impianto è pervenuta all’Amministrazione, ad eccezione di quelle presentate dalle Società utilizzatrici”.
Non solo, perché tra il novembre 2022 e il maggio 2023, alcuni soggetti si erano interessati al futuro di San Siro nel caso in cui Inter e Milan avessero deciso di abbandonare l’impianto. Eppure, nonostante l’accesso ai documenti, nessuna proposta è arrivata al Comune di Milano.
“Si dà evidenza – si legge ancora nei documenti – del fatto che, a seguito di scambi epistolari, il 9 novembre 2022 il Sindaco ha ricevuto, su loro richiesta, alcuni operatori economici nel settore dell’organizzazione di eventi e concerti, che gli hanno rappresentato l’interesse a presentare un progetto di mantenimento e rilancio di San Siro ‘qualora una o entrambe le squadre dovessero abbandonarlo per un’altra struttura’ chiedendo, a tal fine, di poter avere la disponibilità della documentazione necessaria per analizzare la situazione attuale dello stadio. Dopo la presentazione in data 8 maggio 2023 di apposita istanza di accesso civico, evasa il 7 giugno 2023, nessuna proposta è pervenuta al Comune di Milano”, conclude l’amministrazione.
<<San Siro – Dalla white list all’ambiente….– 02 ottobre 2025 >>
| Dalla white list all’ambiente: il testo degli emendamenti sulla vendita di San Siro a Inter e Milan |
| articolo di Matteo Spaziante – https://www.calcioefinanza.it: https://www.calcioefinanza.it/2025/10/02/testo-emendamenti-approvati-vendita-san-siro-inter-milan/?refresh_ce |
| Le modifiche, approvate dal Consiglio Comunale dopo un intenso dibattito, introducono garanzie su temi ambientali, sociali e di legalità, oltre a definire l’utilizzo futuro delle risorse derivanti dall’operazione. |
La seduta fiume del Consiglio Comunale, che ha portato al voto positivo alla vendita di San Siro e delle aree limitrofe a Inter e Milan, ha portato anche alcune novità sul testo della delibera. Sono stati infatti sette gli emendamenti approvati, rispetto ai 239 complessivi presentati: nel dettaglio, si legge nella delibera, di questi 239 emendamenti 11 sono stati respinti, 7 ritirati, 214 decaduti e 7 approvati di cui uno approvato modificato ed uno approvato subemendato.
Il Consiglio Comunale ha quindi dato il via libera alla vendita dello stadio San Siro con alcune condizioni aggiuntive. Tra i punti principali: utilizzo dei proventi anche per politiche sociali e territoriali; obbligo per le imprese coinvolte di rispettare protocolli antimafia; copertura fino a 5 milioni di euro per eventuali bonifiche ambientali; stanziamento di 14 milioni per progetti di sostenibilità; impegni su inclusione, accessibilità e lotta alle discriminazioni; obbligo di mantenere il controllo politico-amministrativo in fase attuativa; attenzione prioritaria agli interventi nel quartiere di San Siro
1° – Anche al fine di trarne provvista utile al finanziamento dei futuri investimenti necessari a sostegno alle politiche di coesione territoriale e sociale di competenza comunale, di autorizzare l’alienazione della proprietà del compendio immobiliare comprensivo dello stadio “Giuseppe Meazza”, qualificato, nell’ambito del vigente Piano di Governo del Territorio, quale “Grande Funzione Urbana San Siro”, ai sensi dell’art. 4, comma 13 del D. Lgs. 28 febbraio 2021 n. 38 (Legge Stadi), già transitato dalla categoria dei beni indisponibili a quella dei beni patrimoniali disponibili in forza delle previsioni del PAVI approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 56 del 23 luglio 2024, il tutto meglio individuato, con valore ed effetto di integrazione ed aggiornamento dello stesso PAVI, in linea blu nell’allegata planimetria sub 3, e come meglio precisato, a seguito delle attività catastali richieste dall’Agenzia delle Entrate, nell’allegato sub C, ricomprendendo anche diritti edificatori afferenti alle aree appartenenti alla GFU non oggetto di vendita; il regolamento contrattuale avrà quali elementi essenziali, quelli di cui alla Nota allegata sub B), che costituiscono un tutto inscindibile, e quanto al tema della neutralità carbonica, il tetto massimo indicato al punto 1 O) della medesima nota allegata, per gli interventi compensativi delle emissioni residue di CO2 da effettuarsi esclusivamente nel territorio di Milano, senza ricorso a crediti internazionali in coerenza con il Piano Area e Clima; il tutto dando atto che sia l’attuale Stadio Meazza, fino alla sua parziale demolizione, sia il nuovo Stadio costituiranno senza soluzione di continuità, nell’ambito della riqualificazione complessiva della GFU San Siro, servizio privato di interesse pubblico e/o generale e di carattere strategico, in coerenza con l’art. 16, comma 1, delle Norme di Attuazione del Piano delle Regole del vigente PGT, nonché dell’art. 4, commi 2 e 13, della Legge Stadi; nelle programmazioni finanziarie e nei bilanci degli esercizi successivi a quello vigente si provvederà ai necessari e idonei adeguamenti derivanti e connessi ai riflessi contabili, con riguardo agli aspetti economici, finanziari e patrimoniali dell’operazione complessiva
2° – di prevedere – ferma restando l’applicazione della disciplina prevista dal d.lgs. 36/2023 relativamente ai requisiti di onorabilità – che l’esecuzione di opere, la prestazione di servizi o forniture oggetto del complessivo progetto di intervento previsto nella presente delibera, ivi comprese le opere di demolizione e smaltimento rifiuti, potranno essere effettuate unicamente da operatori economici che abbiano adottato modelli organizzativi ex d.lgs.231/01 nei quali sia prevista una mappatura delle aree di rischio infiltrazione mafiosa (art. 24 ter d.lgs. 231/01) e, quale misura preventiva, l’iscrizione degli operatori stessi e dei propri partner contrattuali, ove operanti nei settori maggiormente esposti a rischio di infiltrazione mafiosa di cui alla Legge n. 190/2012, nelle white list della Prefettura territorialmente competente ovvero in alternativa, per le imprese non soggette a iscrizione nelle white list, l’effettuazione dei controlli antimafia e antiriciclaggio previsti dalla normativa vigente;
3° – di fare obbligo alla parte venditrice a tenere manlevati e indenni la parte acquirente e suoi aventi causa, euro per euro, fino ad un importo massimo complessivamente pari ad euro 5.000.000, previa verifica di congruità, da ogni danno, costo o spesa connessi all’esecuzione delle attività di bonifica e gestione delle non conformità ambientali rinvenute all’interno delle aree oggi costituenti il Parco dei Capitani, identificate come sopra;
4° – di provvedere già dalla prossima programmazione di bilancio 2026-2028 a utilizzare 14 milioni in progetti di sostenibilità ambientale, che vanno ad aggiungersi a quanto verrà eventualmente corrisposto in caso di C02 residua non compensata con interventi in sito (fino ad un massimo di 15 milioni), pur mantenendo l’impegno a tendere alla neutralità carbonica;
5° – di prevedere nel contratto di compravendita che il soggetto acquirente/gestore sia tenuto ad adottare misure concrete per garantire l’accessibilità delle persone con disabilità, a predisporre politiche attive di inclusione e pari opportunità nei processi occupazionali, a sviluppare programmi educativi e sportivi volti a contrastare ogni forma di discriminazione, ivi comprese quelle basate sul background migratorio, origine etnica, genere, orientamento sessuale e identità di genere, nonché a realizzare iniziative di responsabilità sociale atte a rafforzare il legame tra la comunità cittadina e l’impianto sportivo;
6° – di prevedere che la fase attuativa, anche per gli aspetti che non abbiano riflessi finanziari, dovrà svolgersi nel rispetto della funzione di indirizzo e controllo propria di questo organo.
7° – Con successiva e separata deliberazione consiliare, in sede di formazione degli atti di pianificazione e programmazione finanziaria, si provvederà alla destinazione dell’utilizzo delle risorse accertate tra le diverse missioni del documento unico di programmazione e del bilancio, nel rispetto dei precedenti atti già approvati dal Consiglio, destinando particolare attenzione ad interventi nel quartiere interessato.
<<San Siro, approvata la vendita….– 30 settembre 2025 >>
| San Siro, approvata la vendita a Inter e Milan: sì del Consiglio comunale di Milano. Forza Italia decisiva per la giunta Sala |
| Entrambe le coalizioni escono con le ossa rotte dal voto. Sala in silenzio, FI esce dall’aula e spacca il centrodestra. FdI: «Così ci indeboliscono». Il dietrofront di Fumagalli e le riserve sciolte da Romano |
La svolta arriva pochi minuti prima dell’apertura della seduta. Forza Italia, con una mossa neanche troppo a sorpresa, annuncia che uscirà dall’aula al momento del voto. La tensione cala. La maggioranza di centrosinistra, anche se orfana di 7 voti, è in grado di far passare la delibera, il centrodestra si spacca e si scioglie come neve al sole: Palazzo Marino ha appena venduto San Siro e la grande area intorno allo stadio a Milan e Inter per 197 milioni. Il voto finale arriva a tarda notte, intorno alle 4, dopo una maratona di quasi 12 ore che ha messo a dura prova i consiglieri (qui le immagini). La discussione interminabile su ognuno dei 239 emendamenti si interrompe bruscamente quando la maggioranza mette in atto il canguro, ossia la manovra antiostruzionismo che in un sol colpo annulla tutti gli emendamenti simili. Alla fine il pallottoliere segna 24 favorevoli, 20 contrari (tutto il centrodestra senza Forza Italia) e due consiglieri che non hanno partecipato al voto.
È il primo punto fermo di una storia infinita. Sei anni di stop and go, polemiche, esposti, ricorsi. E paradossalmente si torna al punto di partenza quando nel 2019 le squadre presentarono il loro primo progetto. Con un’unica differenza: se prima San Siro e l’area venivano date in concessione, adesso è una vera e propria vendita. Un nuovo stadio da 71.500 posti, affidato alle mani di Lord Norman Foster e di David Manica, un tandem già rodato con la demolizione e la ricostruzione di un altro impianto iconico: il Wembley Stadium. Ora, esposti e inchieste permettendo, si procederà di gran fretta all’ultimo atto, il rogito vero e proprio, prima che scatti il vincolo sul secondo anello il 10 novembre rendendo di fatto impossibile la demolizione del Meazza.

Aula piena. Il sindaco Beppe Sala non proferisce verbo. Tocca alla vicesindaca, Anna Scavuzzo, fare gli onori di casa. Ancora non è chiaro quello che potrebbe succedere. All’appello manca il nome di Marco Fumagalli, capolista della Lista Sala, il venticinquesimo voto, quello che metterebbe in sicurezza la maggioranza senza aver bisogno dell’aiuto dell’opposizione. Quando finalmente si presenta in aula, l’assessore al Bilancio, Emmanuel Conte si mette a marcarlo come Gentile su Maradona. Il Fuma, come lo chiamano i colleghi, dribbla. Si chiude nello stanzino dedicato alla stampa. «Ieri, mi avete chiamato in 140 — sbotta con i giornalisti —, non ho risposto a nessuno tranne a un numero che pensavo fosse un mio paziente». Alla fine si smolla, lasciando però aperte almeno un paio di porte: «Non voterò sì».
Che può significare o voto contro o mi astengo o esco dall’aula. I riflettori però si spengono in fretta. Tutta l’attenzione si sposta sul centrodestra. Letizia Moratti, presidente della Consulta azzurra, l’aveva detto giorni fa. «Siamo pronti a sederci a un tavolo per sostenere il progetto delle due squadre con la cittadella sportiva e commerciale, destinando una parte importante a funzioni pubbliche». Ieri, è stata molto più diretta. «Non possiamo certo ignorare i limiti di questo provvedimento, né tantomeno condividerne pienamente i contenuti — afferma Moratti — ma la nostra responsabilità verso la città ci impone una scelta chiara: evitare che Milano venga paralizzata da contrapposizioni ideologiche o da calcoli politici». La conferma arriva dal coordinatore regionale Alessandro Sorte: «Noi scegliamo di tutelare la città di Milano. Oggi rivendichiamo con chiarezza la nostra scelta: Forza Italia salva Milano».
È la sliding door della seduta. Uscendo dall’aula, tre azzurri su quattro (resta solo Alessandro De Chirico), il quorum si abbassa. La maggioranza non ha più bisogno di 25 voti, non deve più corteggiare il Fuma o gli altri contrari. Il contraccolpo è tutto nel centrodestra. La vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone, utilizza tutti i suoi decibel: «Non avrei mai immaginato che la delibera potesse passare per colpa di qualcuno della mia stessa coalizione. Mercoledì ho letto un comunicato in cui FI diceva che avrebbe votato contro e che la posizione del centrodestra era compatta nel dire no. Noi non faremo mai la stampella del centrosinistra». Tocca a FdI bissare l’intervento: «FI indebolisce il ruolo del centrodestra». La morale? Che entrambe le coalizioni escono a pezzi da questo voto. Il centrosinistra orfano dei tre Verdi, un ambientalista e tre consiglieri Pd senza neanche la soddisfazione di avercela fatta con le sue sole forze. Il centrodestra senza i rappresentanti di Forza Italia che si sono portati via il pallone.
Visto il faro acceso su Milano, non solo per la vendita di San Siro ma anche per le inchieste sull’urbanistica, i mal di pancia sono destinati ad arrivare anche a Roma. Si va avanti nella notte: 239 emendamenti, 200 vengono cassati con un emendamento tagliola. Sala si siede solitario a mangiare un panino alla buvette. Anche se la vendita è ormai cosa fatta, l’umore che prima segnava pessimo si rasserena.
<<La vendita di San Siro è stata rinviata….– 26 settembre 2025 >>
| La vendita di San Siro è stata rinviata a lunedì. Fischi a Scavuzzo, spunta l’emendamento antimafia |
| articolo di Massimiliano Melley0: https://www.milanotoday.it/politica/vendita-san-siro-consiglio-comunale.html |
| Il prezzo di vendita è fissato a 197 milioni di euro: il Meazza verrà (parzialmente) demolito per far spazio a un nuovo impianto che sorgerà nello stesso quartiere entro il 2030. L’assessora Grandi (Europa Verde) vota contro |
Come da previsioni, il voto sulla vendita dello stadio di San Siro è rimandato a lunedì 29 settembre, quando si andrà avanti a oltranza, fino alla votazione della delibera e relativi emendamenti (per ora una quarantina, ma aumenteranno). Con un occhio alla mezzanotte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, quando scadrà la proposta d’acquisto di Inter e Milan, per avere il tempo di procedere con la creazione della società che acquisterà materialmente lo stadio e procedere col rogito prima del 10 novembre, quando scatterà il vincolo culturale sul secondo anello.
Lunedì, in seconda convocazione, saranno sufficienti 15 consiglieri in aula per “validare” seduta e voto: giovedì sera è stato fatto cadere il numero legale e lunedì la seduta sarà in “seconda convocazione”. Un escamotage tecnico che, per alcuni, dovrebbe rendere più semplice l’approvazione.
Giovedì, in primo luogo, è stata tentata una sospensiva (respinta), che sarebbe servita anche a non abbassare il numero legale lunedì prossimo. La segreteria del Comune ha dato per licenziata dalle commissioni la delibera, sebbene alcune non l’avessero fatto, e questa è parsa ad alcuni una forzatura illegittima. Ma la sospensiva è stata motivata anche per studiare meglio la delibera e magari convocare altre commissioni nel weekend.
Emendamento antimafia – Il vero nodo, però, è stata la commissione antimafia della mattinata, di cui parleremo anche oltre, con i dubbi espressi dal presidente del Comitato legalità antimafia Nando Dalla Chiesa sull’opacità dei beneficiari reali dei due club e del fatto che il Comune non potrebbe avere il controllo su eventuali operazioni societarie. Le nette parole di Dalla Chiesa hanno preoccupato molti in maggioranza e, da quel che si è capito, la giunta lavorerà per concordare un emendamento sul punto.
Il conteggio dei voti – I giochi non sembrano decisi. I contrari nelle file della maggioranza continuano a essere 7 o forse 8, i favorevoli 24 o 25. Se i 17 consiglieri d’opposizione saranno tutti schierati per il no, come i loro interventi in aula (molto critici) fanno intendere, sarebbe determinante la scelta finale di Marco Fumagalli, capogruppo della Lista Sala, unico dato al momento per incerto. Se voterà no, i no saranno 25, e 24 i sì. Al contrario, se voterà sì, porterà i sì a 25 facendo scendere i no a 24.
Ma questo vale se saranno tutti presenti. In realtà, da entrambe le parti si fa affidamento (o si teme) che vi siano defezioni dell’ultimo momento, che scompaginerebbero i calcoli. Insomma, le previsioni sono complicate.
D’altronde, è stato ormai detto tutto ciò che si poteva dire. Anche per questo, forse, la relazione iniziale (fischiata e contestata) di Anna Scavuzzo, vice sindaca, che si è presa in carico la questione dello stadio dopo le dimissioni estive, causa inchieste sull’urbanistica, dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, è stata la più scarna che si ricordi, almeno per le delibere così importanti.

Quell’incontro tra club e consiglieri – Poi è iniziato il fuoco alle polveri. A ogni consigliere sono stati dati 10 minuti, e li hanno sfruttati soprattutto i contrari. Tra i primi a parlare Carlo Monguzzi (Europa Verde), e ha affondato diversi colpi. Ha ricordato la chat in cui l‘ex assessore Tancredi, parlando col direttore generale Christian Malangone, proponeva un incontro con Bonomi, Mark (Van Huuksloot) e qualche consigliere comunale per preparare un ordine del giorno sulle richieste del consiglio comunale ai club. “Questa delibera recepisce i desideri delle squadre: questo volevano, questo è stato concesso. Beppe, te lo dico con il cuore. Un sindaco di sinistra non avrebbe fatto questa cosa”. Più tardi, con Michele Mardegan di Fratelli d’Italia, è arrivata l’eco: “Stiamo votando una speculazione finanziaria. I club dicono che non avrebbero mai ristrutturato? Allora stiamo facendo la loro volontà per consentire loro di guadagnare più soldi. La sinistra che conoscevo sosteneva tesi diverse. Ora ciò che le interessa è far sì che le multinazionali abbiano i maggiori guadagni possibili”.
Compensazioni in 50 anni – A rappresentare la sinistra, ecco Tommaso Gorini, capogruppo di Europa Verde: “Da una parte abbiamo tutto il potere del mondo, Marotta che va in tv a preannunciare le cavallette se questa delibera non passerà, le squadre che spenderanno meno di quanto hanno speso nel mercato estivo. Dall’altra parte noi, con le nostre forze e il nostro studio, i comitati, i cittadini, amore per la città, per la politica, per la democrazia”. Enrico Fedrighini, del gruppo misto, rivelando un documento finora mai reso pubblico: “I club considerano il nuovo tunnel Patroclo e il nuovo verde nell’area rispondenti alle opere per il quartiere circostante” che erano state chieste dal consiglio comunale: “Un livello di presa in giro senza precedenti”. Mentre diventerà “un gravissimo precedente” permettere le compensazioni ambientali in 50 anni.

Interessi privati “fatti passare per pubblici” – Ancora, Francesca Cucchiara di Europa Verde: “Le alternative c’erano, non le avete volute perseguire. Avevamo proposto un bando per raccogliere manifestazioni d’interesse anche allargato a soggetti diversi, avete detto di no per non spaventare i club. Dopo tutto quello che è successo con le inchieste, anziché dare più spazio alla politica, la parte più mortificata, di nuovo le state togliendo spazio per schiacciarvi sugli interessi privati, facendoli passare per interessi pubblici”.
Il Piano delle alienazioni – Pochi i consiglieri di maggioranza favorevoli all’operazione intervenuti nel dibattito. Tra questi, per dovere di rappresentanza, Beatrice Uguccioni, capogruppo del Pd, che ha ricordato “sei anni di discussione” con le condizioni (accettate dai club) in due diversi ordini del giorno. Ma ha anche ricordato che San Siro e le aree circostanti erano state inserite nel Piano delle alienazioni (in cui si parla di vendita o di cessione del diritto di superficie), insieme a tanti altri luoghi o immobili della città. “Chi oggi si erge a paladino e custode della verità, ed è contrario alla vendita della grande funzione urbana di San Siro che comprende lo stadio, ha votato non una ma due volte questo documento”.
Milan “a un passo da San Donato” – Uguccioni ha poi difeso sé stessa (e tutti i favorevoli alla vendita) dall’accusa di fare il gioco delle squadre: “Semplicemente non giochiamo d’azzardo, che vuol dire far finta di non sapere che c’è un accordo di programma” del Milan per l’area di San Donato Milanese: “Basta parlare con qualcuno che abita là”. Come a dire, se non vendiamo lo stadio e l’area a Inter e Milan, loro vanno altrove. E altrove vuol dire “un impatto ambientale molto significativo, perché si andrebbero a realizzare uno o due stadi in un’area poco infrastrutturata e nel Parco Sud”.
Investire nella città – Ma quello che Uguccioni ha definito “il tema fondamentale” è l’uso delle risorse ricavate dalla vendita. “Devono essere investite nel quartiere e nella città, con la manutenzione delle case popolari e gli impianti sportivi”. Quartiere, edilizia residenziale pubblica, piscine: il “trittico” indicato la sera precedente dalla direzione regionale del Pd. E infine un abbozzo sulle infiltrazioni mafiose, toccate nell’ultima commissione di giovedì mattina: “È un rischio che si corre ogni volta che si fanno investimenti. L’importante è che vengano attivate tutte le misure di controllo”.

Anche il Leoncavallo dice “no” – A quasi quattro ore dall’inizio della seduta, caduto il numero legale, tutti a casa. Fino a lunedì quando si tornerà in aula e si andrà avanti a oltranza. Fuori dal palazzo ci sarà una protesta. Ne prenderà parte anche il Leoncavallo, sgomberato ad agosto da via Watteau: “Parlano di operazione, ma si tratta di svendita, sconti miliionari concessi a società private già strapiene di capitali e debiti ripuliti sulla pelle di tutti”, si legge in una nota del centro sociale dove si cita il prezzo di vendita (197 milioni) e la deduzione per compartecipazione alle spese di 22 milioni. “Con le cifre in gioco, il Comune potrebbe ristrutturare 500 case popolari, mettere in sicurezza scuole, aprire nuove biblioteche, riqualificare le piscine pubbliche”. Al contrario, al Leoncavallo “viene proposto di partecipare a un bando con spese milionarie per fare ciò che dovrebbe fare il Comune, cioè bonificare un suo spazio dall’amianto. Un’evidente sproporzione di cifre, metodo e contenuto”.
I dubbi di Dalla Chiesa – Tra le poche novità della seduta di giovedì, rispetto al dibattito di questi anni, gli accenni alla commissione antimafia della mattinata, dove Nando Dalla Chiesa, che presiede il Comitato legalità e antimafia, aveva avvertito tutti sulla difficoltà a individuare i “beneficiari ultimi” di Milan e Inter e di conseguenza chi potrebbe avvantaggiarsi dell’eventuale (ma data per scontata) rivendita del comparto dopo l’acquisto. E il punto è sembrato in fondo proprio questo, secondo la sintesi che ne ha dato Manfredi Palmeri, consigliere di centrodestra: “La domanda non è stadio sì o stadio no, ma volete vendere l’area più redditizia di Milano a queste condizioni?”.
Lunedì (o forse martedì mattina) sapremo se il consiglio comunale risponderà sì o no.
<<Milano approva la vendita….– 16 settembre 2025 >>
| San Siro, la Giunta del comune di Milano approva la vendita dello stadio a Inter e Milan. Ora servirà l’ok del Consiglio comunale |
| articolo : https://lespresso.it/c/attualita/2025/9/17/san-siro-approvazione-vendita-stadio-inter-milan/57003 |
| Il prezzo di vendita è fissato a 197 milioni di euro: il Meazza verrà (parzialmente) demolito per far spazio a un nuovo impianto che sorgerà nello stesso quartiere entro il 2030. L’assessora Grandi (Europa Verde) vota contro |
Dopo anni di discussioni, scontri, fughe in avanti e passi indietro, la Giunta del Comune di Milano ha approvato la delibera relativa alla vendita a Inter e Milan dello stadio di San Siro e delle zone limitrofe. I prossimi step prevedono da venerdì 19 settembre la discussione delle commissioni e, poi, dalla prossima settimana l’approdo in Consiglio comunale per il via libera definitivo che dovrebbe arrivare – ma il condizionale è d’obbligo – entro il 29 settembre. “Vi confermo che la Giunta ha esaminato favorevolmente la proposta che verrà portata all’attenzione del Consiglio comunale — ha detto in conferenza stampa la vicesindaca che con delega all’Urbanistica Anna Scavuzzo —. Ora ci saranno una serie di commissioni dedicate per entrare nel merito del provvedimento”.
L’offerta congiunta delle due società calcistiche milanesi prevede un prezzo di vendita di 197 milioni di euro più Iva, con possibili deduzioni fino a 22 milioni. Ma nel documento approvato dalla Giunta con gli “elementi essenziali” dell’operazione ci sono anche clausole strette. In ogni caso, la “scala del calcio” sarà nelle mani di Inter e Milan per poco tempo perché il suo destino è quello della demolizione, per favorire la costruzione di un nuovo stadio nella stessa zona. E sempre in condivisione delle due società. Il cronoprogramma prevede un progetto di fattibilità nel 2026, la costruzione del nuovo impianto tra il 2027 e il 2030 e, dal 2031, la parziale demolizione e la messa in sicurezza del Meazza (dovrebbe rimanere in piedi solo la Curva Sud e parte della tribuna arancio).
Ora inizia la partita politica. Perché sarà il Consiglio comunale, con le sue diverse sensibilità anche all’interno della maggioranza, a dover dare il via libera. Nelle scorse settimane più volte il sindaco Beppe Sala ha legato il suo destino politico alla buona riuscita del dossier San Siro. Le spaccature all’interno del centrosinistra si sono già evidenziate con il parere negativo — l’unico tra la squadra di governo — da parte dall’assessora Elena Grandi, che ha la delega al Verde ed è espressione di Europa Verde.
<<Nuovo San Siro, accordo raggiunto ….– 16 settembre 2025 >>
| Nuovo San Siro, accordo raggiunto con Milan e Inter. Sala: “Deve essere pronto per il 2031” |
| L’annuncio del Sindaco di Milano: “Domani dovremmo andare in giunta con la delibera della vendita” |
Il percorso verso il futuro di San Siro entra finalmente nella fase decisiva. Dopo mesi di confronti e incertezze, il Comune di Milano e i club hanno trovato un accordo per la vendita dell’impianto, aprendo così la strada alla realizzazione del nuovo stadio. A renderlo noto è stato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenuto questa mattina ai microfoni di RTL 102.5.
Nuovo San Siro, accordo raggiunto con Milan e Inter – La delibera verrà portata in giunta già domani, un passaggio considerato cruciale non solo per il destino calcistico della città, ma anche per rispettare le scadenze fissate dagli organismi internazionali. L’obiettivo è consegnare un impianto moderno entro il 2031.
Le parole di Sala – Sala ha confermato: “Se tutto va bene domani dovremmo andare in giunta con la delibera della vendita, perché di fatto con i club siamo arrivati a un accordo”. E ha aggiunto: “Lo stadio deve essere pronto entro il 2031, perché la Uefa ci sta dicendo che non considereranno Milano per gli Europei di calcio del 2032 se rimarrà San Siro”.
<<Stadio Milano, club contro Comune…..– 08 settembre 2025 >>
| Stadio Milano, club contro Comune: “Costa il doppio che ristrutturare San Siro” |
| articolo : Stadio Milano, club contro Comune: “Costa il doppio che ristrutturare San Siro” – LaPresse |
| Milan e Inter contestano il documento di fattibilità dell’amministrazione Sala |
Costruire un nuovo stadio a San Siro costa 810,7 milioni di euro, il doppio che ristrutturare l’attuale Meazza a 428,4 milioni. Con questi numeri Milan e Inter, nel documento di fattibilità delle alternative progettuali, smentirebbero il Comune di Milano secondo cui i “costi di ristrutturazione ammontano complessivamente a 510 milioni di euro” rispetto “ai 650 per il nuovo stadio”, come emerge dal parere tecnico rilasciato dall’Area Rigenerazione urbana di Palazzo Marino il 22 giugno 2022 contro la proposta di indire un referendum cittadino propositivo per “salvaguardare lo Stadio nella sua attuale funzione, senza procedere all’edificazione di un nuovo impianto sportivo”. Nel documento, firmato dalla dirigente comunale Simona Collarini, poi Responsabile unico procedimento per il dossier Meazza, si legge che “la verifica complessiva di fattibilità tecnico-economica di quanto proposto non consegue esito positivo” per la bassa differenza di spesa – 140 milioni di euro – fra ristrutturazione e nuova costruzione.
Milan e Inter: “810 milioni a fronte di 428” – Per i club, tuttavia, nelle proposte aggiornate al 2025 non sono queste le cifre: ristrutturare l’intero “comparto stadio” costerebbe 428,4 milioni di cui, 371,7 mln per l’impianto e 56,7 mln per “aree esterne ed infrastrutture”. L’ipotesi “rifunzionalizzazione” del Meazza e costruzione di un “nuovo stadio” prevede invece 707,9 mln per “stadio e podio”, 102,8 mln per “aree esterne ed infrastrutture” per un totale di 810,7 milioni di euro. Cifra che lievita a oltre 1,2 miliardi di euro tenendo conto dell’intero “comparto plurivalente”, fra cui il recupero di una porzione del secondo anello di San Siro (371,4 mln). Numeri che fanno discutere in consiglio comunale nei giorni in cui la giunta, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, deve elaborare la delibera di vendita definitiva. Il consigliere del gruppo Misto, Enrico Fedrighini, ha chiesto alla dirigente Collarini di sapere da quale “fonte informativa” è nata “questa errata valutazione da parte della Direzione Rigenerazione Urbana”, quale verifica “è stata svolta per arrivare a una stima di quasi equivalenza dei costi di ristrutturazione e nuova edificazione, smentita dagli stessi proponenti del progetto Grande Funziona Urbana San Siro”, “chi ha effettuato tale verifica” e “in base a quale mandato”. Le domande sono in attesa di risposta.
<<Stadio San Siro, il Tar respinge…..– 16 luglio 2025 >>
| Stadio San Siro, il Tar respinge la richiesta di sospendere la vendita a Inter e Milan |
| articolo : https://www.italpress.com/stadio-san-siro-tar-respinge-richiesta-sospendere-vendita-inter-milan/ |
MILANO (ITALPRESS) – Il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva – presentata dal Comitato Sì Meazza – relativa alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti da parte del Comune di Milano a Inter e Milan.
Infatti, nell’ordinanza del Tar si legge che “non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell’esito del ricorso”. La decisione dà il via libera a Palazzo Marino per procedere con la vendita dell’impianto. L’obiettivo è raggiungere l’accordo con i club e portare la delibera per la vendita al tavolo della giunta comunale entro la fine di questa settimana. Al centro del ricorso presentato dal Comitato Sì Meazza, c’erano le tempistiche del vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello dello stadio, che, per legge, scatta ai 70 anni dalla realizzazione. Secondo il Comitato, il vincolo sarebbe già scattato lo scorso gennaio, mentre, secondo il Comune e la Sovrintendenza, scatterà il 10 novembre 2025.
Nell’ordinanza dei giudici si legge che “le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza, sulla ‘Proposta’ relativa al compendio immobiliare ‘Ambito Gfu San Siro’ (presentata in data 11-03-2025), in ordine al ‘requisito della vetusta’ (70 anni dall’esecuzione) del secondo anello non appaiono implausibili laddove individuano nel ‘Verbale di constatazione di compimento dei lavori (collaudo provvisorio) datato 10 novembre 1955’, che è il primo atto che attesta l’ultimazione delle opere previste dal contratto principale, la data di riferimento per la verifica del decorso dei settanta anni dalla ‘esecuzione’ dei lavori stessi”.
Inoltre, scrivono, “non appare sussistente neppure il prescritto ‘periculum in mora’, dedotto in modo generico e per lo più facendo leva sulla imminente stipulazione del contratto di vendita dello stadio Meazza, che, di per sé, non sembra evidenziare un danno irreparabile”, in quanto “non potrà avvenire prima del 2030”.
<<San Siro: il Ministero della Cultura conferma…. – 13 luglio 2025 >>
| San Siro: il Ministero della Cultura conferma il 10 novembre come data per il vincolo del 2° anello |
| Confermata la scadenza indicata dalla Soprintendenza perché lo stadio diventi interesse culturale. Il parere peserà sulla decisione del Tar che si riunisce martedì. Passo avanti per Milan e Inter |

Svolta importante nella infinita querelle sul nuovo stadio di San Siro. Il Ministero della Cultura ha infatti confermato la data il 10 novembre 1955 come data di decorrenza del vincolo, che era poi quella indicata dalla Soprintendenza, secondo quanto riporta Repubblica. Quello fu infatti il giorno in cui fu collaudato il secondo anello dello stadio e solo con quel collaudo l’opera può dirsi conclusa. Scattano quindi da quel momento i termini per la valutazione di interesse culturale, della durata di 70 anni. Martedì ci sarà l’udienza al Tar che si esprimerà al riguardo ma le indicazioni arrivate dal Ministero sembrano già indirizzare la valutazione in senso positivo per Milan e Inter.
COMITATI– A opporsi a quella data erano stati i comitati di quartiere comitati contrari alla vendita, in particolare “Sì Meazza“. Nel ricorso da loro depositato si chiede la sospensione cautelare degli atti preliminari alla vendita, sostenendo che la data individuata dalla Soprintendenza sia “errata, arbitraria e ingiustificata”. Per il comitato, il vincolo culturale esiste già, e la cessione rappresenterebbe un’operazione portata avanti con l’obiettivo di aggirare le verifiche istituzionali. Per sostenere tale tesi sono state presentate delle immagini e dei ritagli di giornale risalenti al giugno 1955 in cui si vede lo stadio già frequentato. Secondo il Ministero proprio quelle testimonianze confermano come il secondo anello non fosse stato ancora completato e come gli interventi strutturali non fossero ancora terminati.
<<San Siro, Conflitto d’interesse? La risposta di Bocconi…. – 26 giugno 2025 >>
| La risposta di Bocconi e Politecnico: nessun conflitto d’interessi su San Siro |
| articolo : https://www.calcioefinanza.it/2025/06/26/conflitto-interessi-bocconi-politecnico-san-siro/ |
| I due atenei hanno reagito tempestivamente alla richiesta di chiarimenti inviata dal Comune di Milano nei giorni scorsi. |
Dopo la lettera di ulteriori raccomandazioni del Comune di Milano su eventuali conflitti di interessi dell’Università Bocconi e Politecnico, nominati consulenti di Palazzo Marino per quanto riguarda la trattativa di vendita di San Siro contro Inter e Milan, è prontamente arrivata la risposta delle due università.
Come riporta l’edizione milanese de Il Corriere della Sera, i due atenei hanno chiarito che non esiste alcun conflitto d’interessi per i professori Giacomo Morri e Alessandra Oppio, incaricati dal Comune di Milano di valutare il prezzo di vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti, stimato dall’Agenzia delle Entrate in 197 milioni di euro, che è stato giudicato corretto.
Negli ultimi giorni erano emerse alcune polemiche, sollevate da La Notizia, poi riprese da Report e dal Comitato Sì Meazza, in merito a presunti legami dei due docenti con l’Agenzia stessa. Secondo quanto riportato, Alessandra Oppio del Politecnico ricopre dal 2017 un incarico nella Commissione censuaria centrale, mentre Giacomo Morri della Bocconi è membro del comitato scientifico della rivista “Territorio Italia”, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate.
I chiarimenti sono arrivati tempestivamente. L’Università Bocconi ha trasmesso una dichiarazione del professor Morri, nella quale si ribadisce che non esistono situazioni di incompatibilità, trattandosi di una collaborazione di natura scientifica e gratuita. Il suo ruolo nel comitato scientifico è limitato a garantire la qualità degli articoli pubblicati, senza alcun coinvolgimento nella valutazione immobiliare.
Anche il Politecnico ha spiegato che l’incarico della professoressa Oppio è una nomina istituzionale del Ministero dell’Università, svolta a titolo gratuito e prevista dalla legge, che richiede la presenza di un docente esperto in economia ed estimo urbano nella Commissione censuaria. Non si tratta quindi di un incarico conferito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, né di un’attività con finalità operative o economiche.
Inoltre, il Politecnico ha affermato che non esiste alcun rapporto professionale o economico tra la docente e l’Agenzia che possa compromettere la sua indipendenza. Secondo l’ateneo, non c’è quindi alcun motivo per dubitare dell’oggettività e della genuinità della consulenza svolta per il Comune di Milano
<<San Siro, Conflitto d’interesse – 25 giugno 2025 >>
| Conflitto d’interesse sulla consulenza per San Siro, il Comune chiede chiarimenti |
| Le Università Bocconi e Politecnico di Milano sono state incaricate, dopo aver valutato positivamente la stima fatta dall’Agenzia delle Entrate, come partner di Palazzo Marino nella trattativa di vendita con Inter e Milan. |
Negli scorsi giorni il Comune di Milano si è ufficialmente accordato con l’Università Bocconi e il Politecnico per una consulenza in merito alla questione San Siro con particolare attenzione alla trattativa con Inter e Milan.
Come riporta Il Corriere della Sera-Milano, per evitare brutte sorprese, e nonostante le rassicurazioni dei due atenei, Palazzo Marino ha richiesto ufficialmente che i docenti che lo affiancheranno non abbiamo alcun motivo di incompatibilità o conflitto di interesse.
Le maggiori preoccupazioni dell’amministrazione Giuseppe Sala arrivano dopo che negli ultimi giorni alcune notizie riportate da La Notizia e dal programma televisivo Report hanno sollevato dubbi sull’effettiva imparzialità dei due consulenti, ipotizzando un possibile conflitto di interessi.
In merito, nella comunicazione inviata dal Comune di Milano ai due atenei si legge: «Nei giorni scorsi ha avuto risalto su alcuni mezzi di informazione la notizia in base alla quale sussisterebbe una situazione di conflitto di interessi in capo a ciascuno dei suddetti, in considerazione di due incarichi dagli stessi ricoperti in organismi facenti parte dell’Agenzia delle Entrate. Poiché, come è noto, l‘attività di collaborazione e l’attività di consulenza comportano l’analisi della perizia dell’Agenzia delle Entrate, del 30 ottobre 2024, si chiede di voler fornire le informazioni e i chiarimenti necessari, oltre ad eventuali documenti, utili ad effettuare le valutazioni di competenza dell’amministrazione comunale».
Nel contratto sottoscritto fra le due università e il Comune, l’articolo 8 disciplina proprio il tema del conflitto di interessi e degli obblighi di trasparenza, stabilendo che: «Le parti incaricate e gli esperti dalle stesse designati si impegnano a non svolgere attività che potrebbero comportare anche solo un potenziale conflitto di interessi con il presente incarico e a dare tempestiva comunicazione al Comune di ogni situazione che può determinare conflitto di interessi, anche potenziale».
Il ruolo affidato ai due consulenti – la professoressa Alessandra Oppio per il Politecnico e il professor Giacomo Morri per la Bocconi – non si limita a verificare la stima formulata dall’Agenzia delle Entrate (approvata da parte dei due atenei che hanno ritenuto il prezzo di 197 milioni di euro consono). Essi sono coinvolti anche nel fornire supporto e pareri nel corso della trattativa tra il Comune con Inter e Milan.
<<San Siro, l’analisi di Politecnico e Bocconi – 19 giugno 2025 >>
| San Siro, l’analisi di Politecnico e Bocconi: corretta la valutazione di 197 milioni |
| articolo : https://www.calcioefinanza.it/2025/06/19/valutazione-san-siro-politecnico-bocconi/?refresh_ce |

Nelle scorse settimane, nel dibattito sul futuro di San Siro, si erano sollevati diversi dubbi anche sulla valutazione fatta dall’Agenzia delle Entrate relativa all’attuale impianto Meazza e alla aree limitrofe, oggetto di un bando pubblico durato un mese e che non ha visto nessuna altra offerta presentata al Comune di Milano al di fuori di quella di Inter e Milan per un nuovo stadio condiviso.
Per placare ogni dubbio, e anche per una tutela maggiore su ogni eventuale ricorso, il sindaco Giuseppe Sala – come anticipato da Calcio e Finanza – ha affidato al Politecnico di Milano e all’Università Bocconi un ulteriore approfondimento della valutazione di San Siro e delle aree limitrofe.
Nella giornata di ieri, come si apprende dal sito del Comune, questi approfondimenti sono stati conclusi e anno confermato la valutazione di 197 milioni di euro complessivi data dall’Agenzia delle Entrate. «Le Università concludono nel senso che gli elementi emersi e disponibili evidenziano che “il valore di Mercato dell’intero comparto c.d. “GFU San Siro”, che include anche lo Stadio Meazza nel suo stato di fatto, secondo l’ipotesi che valgano i vincoli della Legge Stadi, nella Stima AdE non sia stato sottostimato”», si legge nella nota.
«La collaborazione con le Università milanesi si inserisce nell’ambito dell’Accordo Quadro sottoscritto in data 27 gennaio 2023 con l’Amminitrazione comunale per l’attuazione di iniziative congiunte finalizzate alla promozione, sviluppo, innovazione ed internazionalizzazione nell’ambito dei progetti previsti nel programma del mandato 2021-2026.
L’incarico ha previsto in particolare, in questa prima fase, attività di analisi preliminare della documentazione e approfondimento sulla relazione di stima dell’Agenzia delle Entrate. A completamento di questo lavoro scientifico e metodologico e in ragione delle competenze e dell’elevata professionalità assicurate dai professori esperti designati, il Comune di Milano si avvarrà delle Università anche per una consulenza nella fase di negoziazione che sarà avviata con le società. Attualmente, infatti, sono in corso gli approfondimenti tecnici sulla proposta di acquisto del compendio immobiliare e le relative clausole, propedeutici alla negoziazione.
L’incarico di consulenza avrà un valore complessivo per le due Università pari a 126mila euro. Chiusa positivamente l’istruttoria e la negoziazione, i relativi esiti saranno sottoposti all’approvazione degli organi competenti e, in quella sede, resi pubblici e accessibili», conclude la nota.
<<Nuovo San Siro, verso l’assegn. del progetto …. “– 11 giugno 2025 >>
Mercoledì 11 giugno 2025
| Nuovo San Siro, verso l’assegnazione del progetto a Norman Foster e Manica. Proseguono i dialoghi col Comune |

Inter e Milan hanno praticamente fatto la loro scelta: l’archistar britannica Norman Foster è il candidato in pole position per la costruzione del nuovo stadio di Milano. Secondo indiscrezioni, lo studio Foster + Partners, in cordata con la boutique di architettura Manica è vicino ad aggiudicarsi la gara indetta da Inter e Milan per il progetto dell’impianto sportivo che, accordo fra club e Comune di Milano permettendo, dovrebbe sorgere nel 2030 e sostituire San Siro. Lo rivela il Corriere Economia: il contratto fra i due club e lo studio non è ancora firmato, ma i due studi dovrebbero aver superato la concorrenza di altri tre concorrenti quali lo svizzero Herzog & de Meuron, il britannico Bdp Pattern e lo studio internazionale Populous, che si era già occupato del primo progetto per il nuovo stadio di Milano nel 2021, noto come ‘La Cattedrale’.
Foster + Partners ha già realizzato alcune opere conosciute in Italia, come il negozio Apple di Piazza Liberty a Milano. Lo studio britannico ha però esperienza anche in ambito sportivo, avendo realizzato fra gli altri il nuovo stadio Wembley di Londra e il Lusail Stadium per i Mondiali di Qatar 2022. La boutique alleata, l’americana Manica, è invece specializzata negli impianti sportivi e ha già preso parte alla realizzazione del nuovo Camp Nou di Barcellona. Intanto, proseguono i dialoghi per l’acquisto dell’area di San Siro fra i club e il Comune che si è affidato per la consulenza all’Università Bocconi e al Politecnico di Milano. L’obiettivo di Oaktree e Redbird, proprietari rispettivamente di Inter e Milan, è chiudere il contratto di vendita entro la fine di luglio e, in ogni caso, prima che scatti il vincolo sul secondo anello di San Siro.
<<San Siro, l’esito delle indagini. …. “– 11 giugno 2025 >>
Mercoledì 11 giugno 2025
| San Siro, l’esito delle indagini preliminari di Inter e Milan |
| articolo Gabriele Stragapede : https://www.calciomercato.com/news/san-siro-lesito-delle-indagini-preliminari-di-inter-e-milan-95836 |

Milan, Inter e San Siro. Dopo la fine della Conferenza dei Servizi Preliminare dello scorso mese e alla dichiarazione di pubblico interesse, le due società milanesi hanno svolto alcune indagini preliminari sui terreni della zona dello stadio Giuseppe Meazza e delle sue aree limitrofe. Il Comune di Milano, attraverso una nota, ha rilasciato gli esiti di tali indagini dei due club meneghini. È un gran passo in avanti per Inter e Milan nell’acquisizione dell’area San Siro. L’esito positivo delle indagini presuppone che non sarà, infatti, necessario alcun intervento di bonifica, velocizzando di conseguenza il processo di cessione della superficie
LA NOTA DEL COMUNE – “Milano, 11 giugno 2025 – A seguito della manifestazione di interesse per l’acquisizione della proprietà dell’area San Siro, le squadre F.C. Internazionale Milano S.p.a. e A.C. Milan S.p.a. hanno condotto alcune indagini preliminari sulle seguenti aree: Parco dei Capitani, parcheggio Nord e parcheggio Sud, piazzale di ingresso dello Stadio ‘Meazza’, Stadio ‘Meazza’ e la zona di accesso che lo circonda.
Nell’area del Parco dei Capitani, che coincide con quella dell’ex palazzetto dello sport, sono state condotte indagini volte a definire le caratteristiche geotecniche dei terreni per la progettazione dei successivi interventi e ad escludere l’eventuale presenza nel sottosuolo di fondamenta e manufatti del vecchio palazzetto, demolito alla fine degli anni ’80. Questo tipo di analisi non ha comportato manomissioni o prelievi di suolo del parco che – come già confermato dalle verifiche ambientali effettuate nel 2015 per la realizzazione di M5 e dell’area verde – non presenta contaminazioni superiori ai limiti di legge per i siti a uso verde pubblico e residenziale.
Le indagini ambientali preliminari eseguite nelle aree del parcheggio Nord e del parcheggio Sud, del piazzale di ingresso dello Stadio ‘Meazza’, dello Stadio ‘Meazza’ e nella zona di accesso che lo circonda, sono state in totale 58.
In 24 casi è stata riscontrata la piena conformità ai limiti di legge per l’uso residenziale e a verde pubblico.
I risultati dei restanti 34 sondaggi rientrano nei limiti di legge per le aree a uso industriale e commerciale, limiti che si applicano anche alla viabilità pubblica (strade, piazzali, marciapiedi, parcheggi) e che risultano coerenti con le caratteristiche d’uso delle relative aree.
In particolare, 12 sondaggi sono stati eseguiti all’interno dei cancelli dello Stadio ‘Meazza’ e di questi, 4 rispettano i limiti previsti per le aree ad uso residenziale e verde pubblico. Nei restanti 8 sono stati riscontrati superamenti lievi dei limiti per IPA – Idrocarburi Policiclici Aromatici (in sette campionamenti), idrocarburi (in un campionamento), metalli pesanti (in due campionamenti).
Lo Stadio ‘Meazza’ è considerato un’area ad uso ricreativo e deve quindi rispettare i limiti di legge per le aree a uso residenziale e di verde pubblico. Proprio per le caratteristiche d’uso della citata area, come richiesto dalla normativa ambientale, in considerazione dei superamenti rilevati relativamente agli 8 sondaggi, il Comune di Milano ha notificato agli enti competenti (Comune di Milano-Area Bonifiche, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, ATS e ARPA) l’esito delle indagini. Si tratta di superamenti che, vista la tipologia di contaminanti, il valore dei superamenti e la pavimentazione dell’area, ad oggi non richiedono interventi di interdizione né di prevenzione”.
<<Nuovo stadio, pubblicati i pareri. …. “– 20 maggio 2025 >>
| Nuovo stadio, pubblicati i pareri. Bufera sulla Sovrintendenza: “Fa spostare l’albergo ma dà l’ok allo stadio” |
| articolo di Massimiliano Melley — Stadio San Siro, https://www.milanotoday.it/politica/stadio-san-siro-sovrintendenza-skyline-vincoli.html © MilanoToday: https://www.milanotoday.it/politica/stadio-san-siro-sovrintendenza-skyline-vincoli.html |
| Monguzzi (Europa Verde) promette un ricorso al Tar. Arpa ai club: “Specificate meglio l’impatto climatico” |

La proposta di Inter e Milan sul nuovo stadio a San Siro ha attraversato le ‘forche caudine’ della conferenza dei servizi preliminare, che si è appena conclusa con i pareri di numerosi enti: da quelli istituzionali (Regione Lombardia, Città metropolitana e varie direzioni comunali) a quelli più tecnici (Arpa, Unareti, MM, Sovrintendenza e così via). Dal documento emergono via libera e criticità che dovranno essere affrontate dai club milanesi nei successivi passaggi progettuali.
Cruciale una notazione della Sovrintendenza, che ribadisce come i 70 anni dalla costruzione del secondo anello dello stadio Meazza debbano partire dal 10 novembre 1955, giorno in cui, secondo l’autorità, fu redatto il primo documento che attesti formalmente l’ultimazione dello stadio (il verbale di collaudo provvisorio). Le fotografie, apparse su vari giornali, con i tifosi sulle gradinate del secondo anello già a gennaio del 2025, non farebbero testo.
Spostare l’hotel, rispettare le altezze, secondo anello – La Sovrintendenza, però, va oltre e sottolinea che va posta maggiore attenzione sullo skyline dell’area dopo i lavori. In particolare, il nuovo stadio e altre edificazioni non dovranno superare l’altezza dello stadio attuale. Raccomanda poi di invertire le posizioni del parco sportivo e del futuro hotel, in modo che quest’ultimo non sia troppo vicino alle ex scuderie De Montel, da poco ristrutturate e trasformate in terme. E chiede che sia richiamata la memoria dei torrioni costruiti per l’ultimo ampliamento dello stadio, nel 1990, rievocandoli almeno con giochi di luce. Un’altra richiesta della Sovrintendenza è quella di specificare meglio la conservazione della porzione sud-est del secondo anello del Meazza, un punto fondamentale per “salvaguardare” il vincolo culturale del secondo anello stesso.
Monguzzi: “Sovrintendenza surreale, faremo ricorso” – Poche ore dopo la pubblicazione dei pareri, sono sorte le prime polemiche politiche. Affila le armi in particolare Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde a Palazzo Marino, secondo cui la posizione della Sovrintendenza è “surreale“. Monguzzi ribadisce che le fotografie dello stadio con il secondo anello pieno di spettatori, all’inizio del 1955, “certificano” che quell’anello era già in uso: “Posticipare la data a novembre consente al Comune di vendere prima lo stadio ai club, evitando ogni vincolo. La Sovrintendenza afferma che il vincolo si applicherebbe solo se lo stadio fosse pubblico, ma se viene venduto a un soggetto privato la tutela salta“.
Monguzzi ce l’ha anche con la prescrizione di spostare l’hotel lontano dalle ex scuderie De Montel, mentre nulla osterebbe il nuovo stadio vicino alle case di via Tesio: “Per le scuderie si chiede attenzione, per chi ci vive no. Si può costruire un gigante di cemento davanti alle case, senza un’obiezione“. Il consigliere ecologista ha promesso un ricorso al Tar.
Troppo generici sull’impatto climatico – Dal punto di vista della tutela ambientale, significativo è il parere rilasciato da Arpa. Che “promuove” il nuovo stadio per l’inquinamento acustico, raccomandando comunque che il flusso in uscita dei tifosi (e del traffico), soprattutto in occasione di eventi serali, sia instradato verso est e nord, il più possibile lontano dalle abitazioni. Per l’azzeramento delle emissioni di CO2, Arpa ritiene che i proponenti abbiano prestato una “positiva attenzione alla problematica“, ma sottolinea che la trattazione depositata è generica e non prevede “una descrizione dettagliata” delle procedure per la mitigazione dell’impatto climatico. E ricorda che, in caso di Valutazione d’impatto ambientale, questa trattazione dovrà esserci.
<<Nuovo stadio San Siro – Torri, hotel e vincolo….. “- 20 maggio 2025 >>
| Torri, hotel e vincolo: i paletti della Soprintendenza per il progetto San Siro |
| articolo: https://www.calcioefinanza.it/2025/05/20/vincoli-progetto-san-siro-inter-milan/?refresh_ce |
| Ecco le indicazioni che la Soprintendenza ha chiesto di rispettare a Inter e Milan nell’ambito del maxi progetto per il nuovo stadio. |

Evitare torri e grattacieli che possano compromettere la visuale pubblica, spostare l’hotel che sulla carta è posizionato davanti alle scuderie de Montel e se proprio si vorrà abbattere tutte e quattro le torri elicoidali che sostengono la copertura del vecchio San Siro, vengano almeno ricordate con giochi di luci.
Si chiude oggi la conferenza dei servizi e si apre la trattativa tra Palazzo Marino e le squadre per la vendita di San Siro e delle aree intorno allo stadio. In mezzo – spiega Il Corriere della Sera – ci sono le prescrizioni della Soprintendenza, che ha giocato un ruolo fondamentale nella vicenda dello stadio. E lo avrà anche quando al TAR si discuterà dei ricorsi dei comitati.
Perché da parte sua, la Soprintendenza ha anche ribadito e messo nero su bianco nella sua relazione una data su cui si gioca il destino del nuovo stadio e dell’intero progetto di Milan e Inter, ossia quando scatterà il vincolo dei settant’anni sul secondo anello. Dopo una lunga istruttoria, ha ribadito che il vincolo scatterà il 10 novembre, come già svelato da Calcio e Finanza.
La data del vincolo è solo una delle indicazioni della Soprintendenza. L’altra riguarda l’hotel che verrà realizzato nell’area intorno al nuovo stadio. La richiesta è quella di posizionarlo da un’altra parte e non davanti alle scuderie de Montel appena ristrutturate.
E visto che Milan e Inter nel loro documento di fattibilità delle alternative progettuali hanno deciso di non lasciare in piedi neanche una della quattro torri elicoidali che reggono la copertura del Meazza, la Soprintendenza chiede che almeno vengano rievocate con giochi di luce e proiezioni durante gli eventi.
Altra raccomandazione è quella di “volare basso”, ossia evitare torri, grattacieli e quant’altro possa compromettere la visuale pubblica, soprattutto quando si è nelle vicinanze delle scuderie storiche. Prima però la Soprintendenza passa in rassegna tutte le procedure che hanno riguardato il Meazza. Anche il primo anello era stato oggetto di richiesta di verifica culturale, ma non ha passato l’esame e quindi è stato considerato “sacrificabile”.
Infine, il terzo anello. Gli eredi del progettista avevano chiesto l’apposizione del vincolo, ma la richiesta è stata respinta. Adesso si attendono i pareri degli altri enti interessati. A partire dalla Regione che ha voce in capitolo sul maxi centro commerciale.
<<Nuovo stadio San Siro, i progetti per Inter e Milan…… “- 13 maggio 2025 >>
| Nuovo stadio San Siro, i progetti per Inter e Milan: 4 stili per il Meazza del futuro |
| articolo di Claudio Carollo: https://quifinanza.it/sport-economy/nuovo-stadio-san-siro-progetti-inter-milan/909385/ |
| Inter e Milan hanno indetto la gara per disegnare il progetto del nuovo stadio a San Siro: in lizza 4 studi internazionali, tra cui Populous, che aveva già presentato un progetto nel 202 |

Il progetto del nuovo stadio di Inter e Milan entra nel vivo. Le due società hanno indetto una gara per scegliere lo studio di architettura che disegnerà il futuro impianto di Milano da oltre un miliardo di euro di investimenti. In corsa ci sarebbero quattro aziende di fama mondiale, che si sono occupati della realizzazione di altri stadi all’avanguardia nel mondo, dall’Allianz Arena di Monaco agli impianti in Qatar per il Mondiali del 2022.
La decisione su chi avrà il compito di eseguire il progetto della struttura da 71.500 posti, sull’attuale area parcheggi di San Siro, dovrebbe essere presa dai due club entro metà giugno.
L’iter di acquisizione – Le proprietà Oaktree e RedBird, rispettivamente nerazzurra e rossonera, sono al lavoro in parallelo sull’operazione di acquisto dell’area di San Siro.
Le società stanno trattando con il Comune per provare a dedurre le spese della demolizione parziale del Meazza, destinato a diventare un museo, dal prezzo di 197 milioni di euro calcolato dall’Agenzia dell’Entrate, ma l’amministrazione meneghina non sembrerebbe voler concedere questa possibilità.
Inter e Milan puntano in ogni caso a chiudere l’acquisizione prima che scatti il vincolo culturale della sovrintendenza sul secondo anello di San Siro, possibilmente entro la fine di luglio.
Il nuovo San Siro – Il nuovo impianto dovrebbe sorgere su un’area di complessivi 280mila metri quadrati, 55mila di aree verdi e parchi e 72mila di parcheggi sotterranei, con spazi commerciali previsti in tutto il resto dell’area. Per la realizzazione di tutto il progetto è stato stimato un investimento che potrebbe arrivare a 1,5 miliardi di euro.
Come riportato dal Corriere della Sera, secondo le prime bozze la struttura dovrebbe prevedere l’entrata tramite una copertura tutta intorno, un “podio” che sostituirà cancelli e tornelli. Ma il progetto dipenderà ovviamente dalla scelta delle due società sui disegni degli studi di architettura in gara.
Bdp Pattern e il gruppo Big – Tra i candidati ci sarebbe una cordata formata dallo studio britannico Bdp, con la divisione specializzata in ambito sportivo, Pattern, e lo studio danese Bjarke Ingels Group (Big).
Il primo ha eseguito i progetti di due stadi in Qatar per i Mondiali di calcio del 2022, oltre al padiglione del Regno Unito a Expo 2015, mentre il secondo è autore di diversi impianti sportivi negli Stati Uniti e a Milano di Citywave, dentro Citylife.
Herzog & de Meuron – In lizza per la realizzazione del nuovo stadio di Milano ci sarebbe anche lo studio svizzero Herzog & de Meuron, società nata nel 1978, che si è occupata del design dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera e dello stadio di Pechino.
Gli architetti elvetici hanno già lavorato a Milano, realizzando la Fondazione Feltrinelli di Porta Nuova.


Foster + Partners – Nella gara sarebbe coinvolto anche Foster + Partners, dell’archistar britannica Norman Foster, in cordata con Manica, studio di architettura specializzata negli impianti sportivi che ha già preso parte alla realizzazione del nuovo Camp Nou di Barcellona.
Foster ha progettato fra l’altro il negozio Apple di Piazza Liberty a Milano e il quartier generale del colosso a Cupertino.

Populous – Infine lo studio statunitense Populous, che aveva già disegnato del primo progetto per il nuovo stadio di Milano nel 2021, mostrando il rendering dell’impianto caratterizzato da vetri e guglie, ribattezzato “La Cattedrale”.
Lo studio americano è specializzato nello sport ed è presente stabilmente in Italia, dove sta lavorando ai nuovi impianti del Como e del Venezia.
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<<Un progetto alternativo per San Siro…… “- 01 maggio 2025 >>
| Un progetto alternativo per San Siro: l’ipotesi dello stadio interrato |
| articolo di Gianluca Minchiotti : https://www.calciomercato.com/news/san-siro-obsoleto-e-deteriorato-72-milioni-prezzo-corretto-lagen-40422 |

San Siro, nessuna offerta oltre a quella di Inter e Milan per acquistare lo stadio
Il Comune di Milano ha confermato che non sono pervenute altre proposte rispetto a quella dei club milanesi.
Nessun altra offerta per acquistare San Siro, oltre a quella di Inter e Milan. Lo ha confermato il Comune di Milano in una nota, dopo la scadenza del bando d’offerta.
Offerte San Siro, la nota del Comune – È scaduto alle ore 23.59 di mercoledì 30 aprile il termine per partecipare all’Avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse relative al compendio immobiliare della Grande Funzione Urbana (GFU) “San Siro”, comprensivo dello Stadio Giuseppe Meazza. Nessuna proposta è pervenuta.
L’Avviso aveva l’obiettivo di verificare l’esistenza di eventuali proposte migliorative rispetto a quella presentata dalle società F.C. Internazionale Milano S.p.A. e A.C. Milan S.p.A. lo scorso 11 marzo, per la rigenerazione dell’ambito San Siro, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione.
Non essendo pervenuta alcuna proposta alternativa, proseguono i lavori del Gruppo di lavoro interdirezionale e della Conferenza dei servizi per definire gli atti conclusivi del procedimento di valutazione tecnica (ai sensi della Legge ‘Stadi’), secondo gli indirizzi indicati dall’Amministrazione.
In caso di esito positivo della Conferenza dei Servizi, i contenuti dello schema di contratto proposto dalle Società saranno oggetto di valutazione e successiva negoziazione.
<<Un progetto alternativo per San Siro…… “- 12 aprile 2025 >>
| Un progetto alternativo per San Siro: l’ipotesi dello stadio interrato |
| articolo di Gianluca Minchiotti : https://www.calciomercato.com/news/san-siro-obsoleto-e-deteriorato-72-milioni-prezzo-corretto-lagen-40422 |

Tra le tante ipotesi che sono emerse per il futuro dello stadio Giuseppe Meazza e per le sue aree circostanti, ce n’è una davvero particolare che è stata presentata in occasione dell’evento “Il Foglio a San Siro”, che si è svolto giovedì 10 aprile alla presenza di numerosi ospiti (compresi i presidenti di Inter e Milan Marotta e Scaroni, che proprio sul dossier stadio sono attualmente molto impegnati).
L’ultima idea è quella dell’architetto Davide Bruno, fondatore dello studio Ion Fund, che ha pensato ad un futuro “interrato” per lo stadio, le squadre e i suoi tifosi. L’opzione è stata presentata con il titolo “A disruptive vision and masterplan San Siro Park and Stadium” e prevede la realizzazione della struttura in ipogeo, sotto il livello stradale
«Un elemento dirompente, una visione inedita di quello che potrebbe essere lo stadio di San Siro. Ci vogliono coraggio e determinazione per prendere in carico un’idea di questa portata perché è un sistema che dovrebbe potere inglobare una serie di pertinenze che fanno riferimento a proprietà private. Un’idea che vedrebbe il coinvolgimento di 37 ettari di terreno, un parco gigantesco da restituire alla città di Milano a dispetto di nuovi sistemi di congestione che non vedrebbero una risoluzione totale di uno stadio che si evolve nel tempo e che garantisca in futuro di ridurre obsolescenza e manutenzione», ha spiegato l’architetto Bruno presentando il progetto.
Entrando più nel dettaglio, Bruno ha parlato «di un’idea rivoluzionaria che vedrebbe lo stadio di San Siro in una forma ipogea, l’impianto scomparirebbe. I tifosi diventerebbero furiosi, per l’assenza di un processo di spettacolarizzazione, ma abbiamo un obbligo verso il pianeta, il Paese e Milano: vedere un sistema ipogeo che restituisca e faccia prevalere il mondo della natura. Parliamo di 20mila alberi, 500mila fiori, 7km di piste e percorsi pedonali che vedrebbero una restituzione di un luogo dove San Siro potrebbe avere le stesse caratteristiche di comfort».

«Provate a immaginare la riduzione a 0 decibel della rumorosità, della temperatura a sistema controllato e dell’umidità relativa. Questa visione ci permetterebbe di utilizzare per 24 ore al giorno un parco per diverse funzioni. Sappiamo che uno stadio non può essere relegato alle sole partite di calcio. Ci sono logiche di intervento che vedrebbero la ricettività, l’hotellerie e tutto un sistema funzionale al mondo del calcio in termini rivoluzionari», ha aggiunto ancora l’architetto.
Nel progetto, è evidente come il Meazza venga “ribaltato” a livello sotterraneo, con la presenza di nuovi elementi nonostante la struttura interrata:
- Rampa di accesso pedonale: differenti rampe poste verso le principali vie circostanti permettono di raggiungere l’anello commerciale costellato di 4 piazze ipogee
- Piazza ipogea: la piazza ipogea risulta come un ambiente di sfogo dei flussi prima di accedere allo stadio vero e proprio, e consente di accorpare le funzioni un tempo al di fuori
- Accoglienza e ristoranti: zona di accoglienza per i posti premium con possibilità di accedere a ristoranti, shop e una parte museale
- Zona ricovero campo verde: in questa zona vengono posizionati con un sistema di spostamento meccanico i pannelli contenti i campo in erba per la sistemazione e il mantenimento; tale zona contiene placche per 2 campi
- Zona di ricovero per eventi: con la stessa metodologia del campo verde qui vengono depositati un pavimento per eventi e tutti gli elementi di quinte necessari all’utilizzo dello stadio a 360 gradi
- Parcheggio multipiano: un parcheggio multipiano a servizio dello stadio con differenti accessi per evitare ingorghi e velocizzare il defluire delle auto, il piano superiore permette l’accesso dei pullman
- Collegamento Metro: è previsto un collegamento diretto con la metropolitana lilla in adiacenza allo stadio
- Anello commerciale: l’anello commerciale circonda tutto lo stadio e permette l’inserimento di varie attività commerciali di merchandising e food and beverage
- Boutique hotel: in questa zona si sviluppano delle suite che affacciano direttamente sul campo da gioco, con all’interno un ristorante accessibile sempre dall’esterno

Parlando invece della parte esterna, Bruno ha spiegato che «abbiamo previsto una torre, la più alta in Italia, di 268 metri, che vedrebbe le pertinenze legate ai sistemi della residenza, degli uffici e di tutto quello che è legato al mondo sportivo. Recuperiamo in modo rispettoso un anello e una torre dello stadio di San Siro e non lo vedremmo necessariamente scomparire, perché la realtà aumentata e l’AI ci consentirebbero di vedere e immaginare tutte le volte in cui io mi affaccio allo stadio di San Siro quell’icona che non ci abbandonerà mai. Icona che richiede rispetto ma che dovrebbe lasciare spazio a una visione innovativa di come deve essere concepito uno stadio di calcio da qui ai prossimi 400 anni».
Ma Bruno va oltre: «Gli spettatori e i tifosi non staranno soltanto a livello ipogeo. Le partite di calcio dovrebbero essere immaginate riportate fuori dallo stadio, il beneficio sarebbe di tutti coloro che frequenteranno il parco. Che potranno con dei totem, quasi a livello primordiale, vedere con realtà aumentata e megaschermi tutto quello che accade sotto lo stadio».
Secondo l’architetto, «riusciremmo anche a risolvere i problemi di manutenzione di uno stadio di questa portata nei prossimi anni. Non ci possiamo più permettere le grandi cattedrali, con impianti che diventano obsoleti dopo 50-70 anni con processi di manutenzione molto costosi. Questo progetto garantirebbe invece una grande capacità calmierata di gestione di facility estremamente rigorosa».

E a chi chiede di eventuali problemi al terreno di gioco, considerando le caratteristiche della struttura, Bruno risponde: «In un progetto come questo abbiamo un sistema di turnover continuo. Il processo di umidità e di regolazione della pressione atmosferica garantisce un pieno livello di comfort del terreno. Abbiamo due campi di calcio, uno archiviato e uno di gioco. Abbiamo depositato anche in modo automatico il sistema allestitivo che può trasformare il terreno in campi di rugby, basket, volley e altre attività legate al mondo dell’atletica».
E i costi? Per un progetto di questa portata le stime indicano costi di realizzazione per 1,5 miliardi di euro circa, al netto dell’acquisizione dei terreni e oneri finanziari. I tempi per il completamento del piano dovrebbero essere nell’ordine di 66 mesi, praticamente cinque anni e mezzo.

<< San Siro “obsoleto e deteriorato, 72 milioni prezzo…… “- 04 aprile 2025 >>
| San Siro “obsoleto e deteriorato, 72 milioni prezzo corretto”. L’Agenzia delle entrate e lo stadio della Juventus |
| articolo di Gianluca Minchiotti : https://www.calciomercato.com/news/san-siro-obsoleto-e-deteriorato-72-milioni-prezzo-corretto-lagen-40422 |

Nessuna stima al ribasso. Né per San Siro, né per le aree intorno allo stadio. Come riporta Corriere.it, l’Agenzia delle entrate risponde alle richieste di chiarimenti da parte del Comitato Sì Meazza e del consigliere ambientalista, Enrico Fedrighini, ribadendo quanto già contenuto nelle 136 pagine della perizia che ha stabilito il prezzo d’acquisto del Meazza in 72 milioni di euro e delle aree intorno allo stadio in 124 milioni. Troppo basso secondo chi ha richiesto i chiarimenti e troppo influenzato dal «parere» delle squadre che reputano impossibile incrementare gli spazi commerciale e di intrattenimento di San Siro.
Partiamo dal Meazza e dai calcoli che hanno portato alla cifra finale di 72 milioni di euro, partendo da un tetto di 231,3 milioni (valore di produzione a nuovo). Due le cause: il deterioramento fisico della struttura valutato in 89 milioni e soprattutto «l’obsolescenza funzionale», il valore finito nel mirino delle critiche.
«Si è preso atto — scrive l’Agenzia, come riporta Corriere.it — che il Meazza ha caratteristiche non più adeguate alle richieste dei suoi utilizzatori, ossia non allineate agli stadi di nuova concezione (necessità di un maggior numero di sky box, maggiore superficie per sale hospitality-executive, spazi commerciali e di intrattenimento ricreativo)». Vale un taglio del 30 per cento sulla stima iniziale, pari a 69,4 milioni.
«Tale valore — continua l’Agenzia — è stato ricavato sulla base della minore redditualità dello stadio Meazza, comparato con uno stadio di nuova concezione come quello della Juventus».
L’Agenzia risponde anche a un’altra critica: il fatto che nella stima sia stata esclusa la possibilità di ristrutturare San Siro. «Tale interpretazione risulta tuttavia errata. L’Agenzia non si è espressa in merito alla fattibilità tecnica della ristrutturazione, non essendo questo lo scopo della stima e non avendo inoltre nemmeno i dati del progetto di riqualificazione di Webuild». Nella perizia non vengono neanche conteggiati i costi del nuovo stadio, né la rifunzionalizzazione del Meazza «né gli eventuali costi di bonifica, così come condiviso con il Comune».
Per l’Agenzia che San Siro resti in piedi sia demolito o sia rifunzionalizzato «non impatta con l’attuale valore di stima del manufatto». Viene spiegato anche perché è stato utilizzato il procedimento del «costo di costruzione deprezzato» al posto dell’approccio reddituale «in quanto l’orizzonte temporale dei canoni certi (di locazione dello stadio, ndr) è breve, in esaurimento entro il 2030 (scadenza della convenzione)». E siccome i club si muovono in un contesto di monopolio essendo le «uniche società calcistiche interessate alla locazione del Meazza, se non si procedesse con la vendita i club andrebbero altrove e «questo comporterebbe l’interruzione dei flussi di locazione, risultando infatti difficile la successiva intercettazione di un soggetto terzo, con capacità economica tale da poter sostenere il canone del Meazza in maniera continuativa».
<< Sala gela Inter e Milan “Demolizione di San Siro ... “- 30 marzo 2025 >>
| Sala gela Inter e Milan: “Demolizione di San Siro a carico loro, il Comune non paga nulla”. Cosa succede ora |
La questione del nuovo stadio di Inter e Milan nella zona dell’attuale San Siro continua a tenere banco e il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha fornito un nuovo aggiornamento sul progetto dell’impianto. Di seguito le sue dichiarazioni riportate da Il Giornale:
I COSTI – “Io continuo a essere favorevole al progetto. Faremo rispettare le regole. Integralmente. Rispetto al valore economico, se e quando Milan e Inter compreranno lo stadio, la ristrutturazione e la demolizione riguarderà loro. Il Comune non può prendere parte a quei costi. Sulle spese di bonifica si può trattare. Oggi non sappiamo cosa c’è sotto, ci auguriamo che le bonifiche non siano molto significative perché non è un’area con una grande storia industriale. Non sono molto preoccupato“.
CAPIENZA E PROGETTO – “Rispetto alle intenzioni iniziali il nuovo stadio avrà più di 70mila posti e il vincolo del 50% dell’area verde è rispettato. Sarà conservata una parte del vecchio impianto? È una mediazione tra la richiesta iniziale delle squadre e quella della sovrintendenza. Su questa ipotesi avevamo avuto anche un confronto con il Ministro della Cultura Giuli e al tavolo si erano dichiarati soddisfatti“.
CAMBIA LO SCENARIO – Ricordiamo che nella manifestazione d’interesse che le squadre hanno inviato al Comune è riportato che i costi di demolizione, rimozione manufatti e bonifica vengono scontati dai 197 milioni complessivi della vendita, come stimato dall’Agenzia delle Entrate. Quei costi, secondo alcuni calcoli già emersi nel dibattito pubblico, ammontano a 80 milioni di euro. Più del valore dello stadio Meazza (73 milioni). Il primo cittadino milanese ha, così, ribadito che il Comune non ha intenzione di pagare i costi della demolizione e della ristrutturazione, che saranno, quindi, a carico dei due club meneghini. Adesso bisognerà capire come Milan e Inter intenderanno muoversi di fronte a questo nuovo scenario.
QUANTE INCOGNITE – Sulla valutazione complessiva dell’area di San Siro, stabilita dall’Agenzia delle Entrate, di 173 milioni di euro complessivi le due società avevano sin dall’inizio palesato la volontà di detrarre quella fetta destinata ai costi di demolizione dell’attuale impianto e della bonifica dell’area, sollevando gli esposti arrivati all’attenzione della Procura di Milano nei giorni scorsi. Il problema del prezzo dei terreni nei quali sorgerebbe il nuovo stadio di proprietà di Inter e Milan, oltre a quello del vincolo sul “Meazza” destinato a maturare ai primi di novembre e le incognite legate alla reazione dei comitati di residenti e “No Stadio” (il sacrificio del Parco dei Capitani, lo stadio ad appena 50 metri dalle case di Via Tesio e il nodo del sottopasso Patroclo sono le questioni più calde) sono quelli che rischiano di rallentare tutto l’iter e provocare nuovi intoppi al progetto.
<< Inter e Milan la FOTO del progetto per il nuovo San Siro…. – 25 marzo 2025 >>
| Inter e Milan la FOTO del progetto per il nuovo San Siro. Costerà 1,2 miliardi, ecco cosa si salverà del Meazza |

Nel bel mezzo delle polemiche create dall’apertura dell’indagine da parte della Procura di Milano e con il Comune che, nonostante le rassicurazioni del sindaco Sala, ha aperto ufficialmente un bando pubblico per la manifestazione di interesse relative alla vendita dell’area, Milan e Inter proseguono spedite per la realizzazione del nuovo stadio che prenderà il posto dell’attuale Giuseppe Meazza a San Siro.
IL PROGETTO – Con la pubblicazione del bando pubblico il Comune di Milano ha svelato tutti i dettagli dell’ormai celebre DocFap ovvero il documento di fattibilità presentato dai due club al Comune e contenente la proposta di acquisto dell’impianto e delle aree limitrofe. Il progetto congiunto prevede la costruzione di un nuovo stadio nelle attuali aree dei posteggi e la demolizione in larga parte con recupero e ristrutturazione parziale dell’attuale Meazza.
COME SARA’ – Il progetto spiega come si strutturerà il nuovo impianto: “La composizione del catino è caratterizzata da due anelli che citano la memoria storica del progetto degli anni cinquanta di San Siro. L’architettura del catino, inoltre, esalta l’identità delle due curve di casa e minimizza la presenza delle barriere nello spazio riservato agli spettatori, pur mantenendo un design conforme ai più alti standard di controllo e sicurezza“.

COSA SI SALVA DEL MEAZZA – Del Meazza si salverà soltanto una parte della facciata e parte del secondo anello settore arancio che però sarà completamente rivalutato e ristrutturato: “ll Meazza rifunzionalizzato ospiterà un comparto a uso hotel, uffici e negozi, con spazi destinati alla cittadinanza e specifiche funzioni rivolte alla comunità, tra cui aree per anziani e giovani”.
L’AREA ATTORNO ALLO STADIO – E attorno al nuovo San Siro? “Il progetto del nuovo stadio è in continuità con gli sviluppi urbanistici in atto e futuri del quartiere e porterà importanti benefici alla comunità, alla città ed ai tifosi. Il nuovo impianto trasformerà l’area, creando un luogo, accessibile, sostenibile e vivace, garantendo nuovi asset al quartiere in grado di innescare processi virtuosi di rigenerazione urbana”.

QUANTO COSTERA’ – La capienza è stata verificata per ospitare diversi settori dedicati ai vari gruppi di utenti, raggiungendo una capacità di circa 71.500 spettatori. Il Docfap riporta anche i costi specifici del progetto “pari a 1,23 miliardi di euro esclusi i costi di bonifica, di decostruzione dello stadio, le spese di acquisto delle aree, i soft cost, gli oneri di urbanizzazione e il contributo sul costo di costruzione, compensazioni per la neutralità carbonica, imprevisti, l’inflazione e l’IVA”. In particolare, la costruzione del nuovo stadio costerà 707,9 milioni di euro, di cui 583,7 milioni per lo stadio e 124,2 milioni per il podio su cui sarà costruito l’impianto. Le aree esterne e le infrastrutture avranno un costo di 102,8 milioni, di cui 68,1 milioni per il solo rifacimento del Tunnel Patrocolo.

E QUANDO NON SI GIOCA? – Nel progetto è spiegato anche come si vivrà lo stadio nei giorni in cui non si giocherà: “Lo stadio sarà operativo 365 giorni all’anno, con aree e attività selezionate, come tour dello stadio e spazi museali, ristorazione, conferenze ed eventi aperte ai visitatori. Il design della struttura è stato studiato per minimizzare l’impatto acustico, ottimizzare i flussi di pubblico durante gli eventi e integrare al meglio le aree verdi adiacenti, lo sviluppo commerciale e la connettività, a beneficio della comunità locale”.
<< San Siro, il Comune pubblica il bando…. – 24 marzo 2025 >>
| San Siro, il Comune pubblica il bando per la rigenerazione dello stadio |
| C’è tempo fino al 30 aprile per avanzare proposte alternative a quella presentata da Milan e Inter |

Il Comune ha pubblicato il bando pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse relative alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti.
Il bando – spiega il Comune – ha l’obiettivo di verificare l’esistenza di eventuali proposte migliorative rispetto alla proposta presentata da Inter e Milan lo scorso 11 marzo, per la rigenerazione dell’ambito San Siro, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione.
Il bando resterà aperto alla raccolta delle eventuali domande di partecipazione fino alle 23,59 del 30 aprile.
Contestualmente il Comune ha anche pubblicato la valutazione dell’Agenzia delle Entrate sul valore di aree e stadio e il Documento di fattibilità delle alternative progettuali presentato dalle squadre.
<< Milano, la Procura apre un’indagine…. – 24 marzo 2025 >>
| San Siro, Sala: «Indagine è un atto dovuto. Chiederemo incontro con Procura e Corte dei Conti» |
| Il sindaco di Milano commenta così l’apertura del fascicolo fatta nella giornata di ieri su un eventuale danno erariale per la vendita dello stadio e delle aree limitrofe. |

«L’apertura del fascicolo su San Siro da parte della Procura di Milano è un atto dovuto». Così ha commentato il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala l’ultima novità riguardante il dossier Meazza a margine di un evento a Palazzo Marino.
«Stiamo parlando di un modello 45 – ha continuato il primo cittadino –, che vuol dire che il registro degli atti non costituenti notizie di reato. La Procura quando dei cittadini fanno una denuncia, apre un fascicolo e poi decide come classificarlo. Il fatto che l’abbiano classificato come modello 45 è già un passo avanti. Si parla del prezzo a cui venderemo San Siro, ma, la valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi a un organismo dello Stato. Non so a che meglio avremmo potuto farla fare, dovevamo chiedere alla Nasa? Oggettivamente non c’è nessuno più titolato dell’Agenzia delle Entrate».
Sala poi continua: «Punto due rispetto a illazioni che leggo, la possibilità che con il denaro pubblico si contribuisca alle spese per la ristrutturazione e la demolizione di San Siro è pari a zero. Non c’è alcuna possibilità. Sono illazioni. La questione delle bonifiche, al di là che nessuno sa che cosa bisognerà fare e che nessuno ha mai fatto carotaggi, ogni volta che si vende un’area c’è un tema di bonifiche a Milano. E quindi va verificato di cosa si parla. Noi oggi assolutamente non lo sappiamo. Credo che chiederemo un incontro a Corte dei Conti e Procura e credo che sarebbe utile avere anche l’Agenzia delle Entrate».
«Il tema mi pare che sia un altro: c’è un partito virtuale dei signori del no, che non si candidano, perché se si candidassero prenderebbero l’1%, che però vuole condizionare l’amministrazione del sindaco – ha aggiunto Sala –. Il sindaco in nove anni ha dimostrato che non si fa condizionare e che non si farà mai condizionare. Se i milanesi tra due anni preferiranno avere un sindaco che ha paura della sua ombra e non prende decisioni, sarà un problema dei milanesi».
Il sindaco di Milano ha concluso: «Il Comune andrà avanti con il bando per la vendita di San Siro, ci mancherebbe altro. Lo faremo a brevissimo».
<< Milano, la Procura apre un’indagine…. –23 marzo 2025 >>
| Milano, la Procura apre un’indagine sulla vendita dello stadio di San Siro |
| articolo di Rossella Savojardo: https://www.milanofinanza.it/news/milano-la-procura-apre-un-indagine-sulla-vendita-dello-stadio-di-san-siro-202503231328585008 |
| Si indaga sulla vendita del Meazza a Inter e Milan. Il fascicolo aperto è volto a verificare se ci siano o meno danni per le casse pubbliche. Al momento nessuna ipotesi di reato né indagati – Stadio San Siro, vendita entro l’estate. La valutazione complessiva è di quasi 200 milioni |

La Procura di Milano diretta da Marcello Viola ha aperto un’indagine esplorativa sulla vendita dello stadio di San Siro da parte del Comune ai club di Milan e Inter.
Si indaga su danni alle casse pubbliche – Il fascicolo conoscitivo è stato iscritto a modello 45 e quindi senza ipotesi di reato né indagati. La notizia è stata anticipata domenica 23 dal sito di cronaca giudiziaria Giustiziami.it e confermata da fonti ad agenzie stampa. Nel fascicolo aperto, coordinato dal pool guidato dall’aggiunta Tiziana Siciliano che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione, si intende verificare se con la vendita di stadio e aree limitrofe ci siano o meno danni per le casse pubbliche.
- Leggi anche: Stadio San Siro, vendita entro l’estate. La valutazione complessiva è di quasi 200 milioni
L’11 marzo scorso i club hanno inviato a Palazzo Marino il documento di fattibilità e la giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala ha approvato la delibera con le linee d’indirizzo per gli step successivi: l’avvio della conferenza dei servizi e un avviso pubblico per verificare l’interesse di altri soggetti all’acquisto. Le cifre sarebbero intorno ai 124 milioni per l’area più 72 milioni e 980 mila euro per l’impianto ma con uno «sconto» di 80 milioni a carico del Comune per la rimozione delle macerie da demolizione e le bonifiche.
I dubbi sul valore del Meazza – «Da tempo diciamo che il prezzo di vendita dello stadio fissato in 72 milioni è assolutamente inadeguato e abbiamo continuamente chiesto di sentire il parere di altri esperti», comunica in una nota Carlo Monguzzi, consigliere comunale dei Verdi a Palazzo Marino in seguito alla notizia dell’apertura dell’indagine. «Oltretutto con lo sconto di 80 milioni per la demolizione lo stadio risulterebbe addirittura regalato. Dopo la sberla colossale presa con il Salva Milano, ora anche l’onda dell’indagine della procura su San Siro. Si fermi la giunta e ascolti il parere delle persone intelligenti e non solo di quelle obbedienti. Siamo pronti e disponibili. Continuare così è diabolico, si fanno solo danni e si consegna la città alla destra».
- Leggi anche: Il Salva Milano verso l’epilogo al Senato. Le due possibili soluzioni per sbloccare l’urbanistica
L’apertura dell’indagine sulla vendita di San Siro arriva infatti in coda alle inchieste in corso su diversi progetti immobiliari milanesi indagati per lottizzazione e abuso edilizio. Secondo la Procura, il Comune avrebbe rilasciato dei permessi edilizi con pratiche semplificate quando sarebbe stato necessario proseguire con piani attuativi (procedimento più lungo e oneroso). Tra le indagini anche un’accusa per corruzione nei confronti di un ex dirigente del Comune di Milano, Giovanni Oggioni. Secondo la Procura quello che si sarebbe instaurato a Milano in questo caso sarebbe un vero e proprio «sistema di abusi edilizi».
<<Nuovo stadio San Siro, il Comune fissa i paletti – 19 marzo 2025 >>
| Nuovo stadio San Siro, il Comune fissa i paletti: “Vendita dell’area entro il 31 luglio” |
Nuovo San Siro, palla al centro. La Giunta comunale ieri pomeriggio ha approvato una delibera che delinea il percorso amministrativo per arrivare a un via libera al progetto di Milan e Inter: realizzare un nuovo stadio da oltre 70 mila posti nel Parco dei Capitani e nel parcheggio dell’attuale impianto e demolire in buona parte e rifunzionalizzare il Meazza. A una settimana dalla consegna da parte dei club delle 300 pagine del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) con la relativa offerta di acquisto dell’attuale stadio e dell’area limitrofa, Palazzo Marino fissa i paletti temporali per concludere l’operazione: conferma della dichiarazione di interesse pubblico al progetto rossonerazzurro (avviato nel 2019), che prevede un investimento di un miliardo di euro, “entro e non oltre il 30 giugno” e previsione dell’impegno a stipulare l’atto di acquisto di stadio e terreno “entro il 31 luglio 2025”.
Sono tre i passaggi indicati dalla Giunta per avviare il documento verso l’approvazione definitiva. Il primo: “Svolgimento dell’istruttoria della proposta mediante la costituzione di un Gruppo di Lavoro interdirezionale a supporto del responsabile del procedimento, coordinato dalla Direzione generale, avvalendosi, laddove necessario e in conformità alla vigente normativa, dell’assistenza di un legale esterno esperto della materia in ordine all’operazione di cessione immobiliare e nel corso della negoziazione e dello sviluppo della procedura complessiva, con competenze specialistiche in diritto civile e commerciale-societario, diritto amministrativo e dei contratti pubblici, diritto in materia edilizia ed urbanistica, diritto dei beni culturali e con esperienza nella specifica materia oggetto del presente procedimento”.
Il secondo: “Avvio della Conferenza dei Servizi (CdS) preliminare avente ad oggetto la valutazione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap) per verificare gli aspetti tecnici anche con riferimento alla coerenza della proposta con le prescrizioni contenute nella deliberazione di Giunta Comunale n. 28/2023, anche a seguito dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale di dicembre 2022 e degli esiti del dibattito pubblico”.
Il terzo passaggio, preannunciato dal sindaco nei giorni scorsi, riguarda l’avvio di una procedura pubblica per verificare se solo Milan e Inter o altri privati siano interessati allo sviluppo dell’area di San Siro: “Contestuale pubblicazione di avviso di avvenuta ricezione della proposta e di sollecitazione di eventuali manifestazioni di interesse relative al compendio immobiliare dell’ambito Grande funzione urbana San Siro, comprensivo dello stadio Meazza”. Da Palazzo Marino aggiungono che l’avviso sarà pubblicato “per un periodo di almeno 30 giorni”.
La delibera di Giunta precisa che l’avviso ha l’obiettivo di verificare l’esistenza di eventuali proposte per la rigenerazione dell’ambito San Siro, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione che migliori la qualità ambientale, introduca nuove funzioni a supporto dello stadio e si relazioni con le trasformazioni presenti e future avviate nel contesto. Il valore attribuito all’ambito della Gfu San Siro, comprensiva del sedime dello stadio Meazza e dell’impianto, è stato stimato dall’Agenzia delle Entrate in 197 milioni di euro. L’impianto verrà definito come servizio/attrezzature private di uso pubblico e di interesse generale e dovrà essere regolato mediante apposita convenzione. L’indice di edificabilità è fissato al valore di 0,35 mq/mq, il valore minimo previsto dal vigente Piano di governo del territorio.
Nei prossimi giorni la delibera sarà illustrata ai consiglieri comunali durante una seduta della commissione Sport-Rigenerazione urbana-Bilancio.
<<Inter e Milan, altro passo in avanti… – 18 marzo 2025 >>
| Inter e Milan, altro passo in avanti per il nuovo San Siro: c’è il bando del Comune, cosa succede ora |
| articolo di Andrea Distaso: https://www.calciomercato.com/news/inter-e-milan-altro-passo-in-avanti-per-il-nuovo-san-siro-ce-il–54812 |

Nuovo passo in avanti nell’iter che potrebbe condurre a breve Inter e Milan a concretizzare l’acquisto dell’area sulla quale sorge l’attuale stadio “Giuseppe Meazza”, a San Siro, per realizzare entro il 2030 il nuovo impianto di proprietà in condivisione. Dopo la consegna al Comune di Milano del dossier con la manifestazione di interesse, arrivata da parte dei rappresentanti dei due club lo scorso 11 marzo, oggi il sindaco Beppe Sala ha indetto ufficialmente il bando pubblico per la riqualificazione dell’area interessata. Come riferisce un’agenzia Ansa, la giunta ha approvato la delibera con le linee di indirizzo per proseguire nelle attività. Il Comune pubblicherà per un periodo di almeno 30 giorni, l’avviso di avvenuta ricezione della proposta e di sollecitazione di eventuali manifestazioni di interesse relativo all’area e allo stadio, anche alternative a quella dei club.
INTER E MILAN, ECCO IL PROGETTO DEL NUOVO SAN SIRO
L’obiettivo del bando pubblico – aggiunge l‘Ansa – è di verificare l’esistenza di eventuali proposte per la rigenerazione, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione “che migliori la qualità ambientale e introduca nuove funzioni a supporto dello stadio“. Esaurito il periodo dei 30 giorni, la giunta Sala prenderà una decisione definitiva, ma già la scorsa settimana aveva pubblicamente dichiarato come l’offerta che Inter e Milan presenteranno a breve sarà favorita: “Se tutto funziona come penso quel dossier sarà la base con cui noi avvieremo un bando pubblico, siamo obbligati a farlo e penso che durerà una trentina di giorni. Quell’area penso che debba essere dedicata allo stadio, quindi l’offerta delle squadre sarà perlomeno favorita ma il bando lo faremo“.
MA IL FRONTE DEL “NO” E’ GIA’ SUL PIEDE DI GUERRA
L’area di San Siro che sarebbe interessata dalla costruzione del nuovo impianto è stata valutata 197 milioni di euro dall’Agenzia delle Entrate e al suo interno Inter e Milan vorrebbero edificare anche negozi e altri esercizi commerciali, oltre alle sedi dei club e un albergo. Le società edificherebbero in una zona piuttosto ampia, che andrebbe a toccare quella dove oggi sorgono i parcheggi riservati ai pullman delle tifoserie, quella del sottopassaggio di via Patroclo e l’area verde del Parco dei Capitani. Intenzioni che andrebbero a cozzare col comitato dei residenti e quelli contrari al nuovo San Siro, che hanno già preannunciato ricorsi per impedire che l’iter burocratico possa procedere.
NUOVO SAN SIRO, QUANTO INTENDONO SPENDERE INTER E MILAN
Inter e Milan confidano di concludere la procedura entro il mese di luglio, per scongiurare l’eventualità che maturino i tempi affinché vengano posti nuovi vincoli su aree dell’attuale San Siro al momento non interessate. Dell’impianto odierno, le due squadre manterrebbero soltanto la zona sud-est, effettuando la demolizione del 75/80% dell’impianto in tre fasi e con costi previsti di 80 milioni di euro. Il tutto non sarà comunque realizzato prima della conclusione dei Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina 2026, con San Siro che sarà utilizzato per la cerimonia d’apertura. A proposito del progetto di realizzazione del nuovo stadio, questo verrà definito come servizi/attrezzature private di uso pubblico e di interesse generale e dovrà essere regolato da una apposita convenzione. L’indice di edificabilità è fissato a 0,35 mq/mq, come previsto dal Piano di Governo del Territorio. Inoltre verrà costituto un gruppo di lavoro interdirezionale e verrà avviata la Conferenza dei servizi per valutare gli aspetti tecnici della proposta delle squadre e verificarne la coerenza con la Delibera di Giunta del gennaio 2023, approvata in seguito all’ordine del giorno del Consiglio comunale di dicembre 2022 e agli esiti del dibattito pubblico.
<<San Siro, … presentato la proposta d’acquisto: – 11 marzo 2025 >>
| Nuovo San Siro, Milan e Inter hanno presentato la proposta d’acquisto per lo stadio Giuseppe Meazza: cosa succede ora |
SERIE A – Inter e Milan hanno consegnato questo martedì all’Amministrazione Comunale di Milano il documento di fattibilità progettuale per la realizzazione del nuovo stadio a San Siro. Annullato l’incontro con il sindaco Beppe Sala previsto per domani. Nel comunicato i due club fanno sapere che l’obiettivo è completare la procedura di acquisizione entro il mese di luglio 2025.
“Il Comune di Milano ha ricevuto oggi da AC Milan e FC Internazionale Milano il Documento di fattibilità delle alternative Progettuali (DOCFAP) e la relativa offerta di acquisto dello stadio di San Siro e dell’area di riferimento“. Con questa breve nota il Comune di Milano ha annunciato che le due società milanesi hanno ufficialmente mosso un passo per acquisire lo stadio Giuseppe Meazza e le aree limitrofe, depositando il documento di fattibilità progettuale per la realizzazione del nuovo Stadio San Siro. Il deposito è arrivato con una settimana di ritardo rispetto alle attese, a causa delle ultime concertazioni tra club su alcuni punti strategici del documento e all’indomani dell’ultimatum lanciato dal sindaco Beppe Sala, che aveva invitato i club a un incontro nella giornata di mercoledì in Comune se non fosse pervenuta entro pochi giorni la proposta di acquisizione. L’incontro alla luce di questo passo compiuto dalle due società è stato cancellato. L’obiettivo di Milan e Inter è quello di completare la procedura di acquisizione entro luglio 2025, prima che subentrino i vincoli più stringenti sul secondo anello di San Siro.
| IL COMUNICATO CONGIUNTO DI MILAN E INTER |
“AC Milan e FC Internazionale Milano hanno depositato oggi al Comune di Milano il DOCFAP, contenente la proposta per l’acquisizione dello Stadio Giuseppe Meazza e delle aree limitrofe, insieme all’ipotesi di fattibilità progettuale per la realizzazione di uno stadio all’avanguardia, inserito in un progetto di rigenerazione urbana, nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità.
Una proposta elaborata dai migliori professionisti ed esperti del settore, frutto della visione strategica delle proprietà dei due Club, che pone le basi per l’attuazione di un’opera che rappresenterà un benchmark a livello internazionale e porterà rilevanti benefici alla città di Milano e ai milanesi. Nei prossimi mesi, i due Club si confronteranno con l’Amministrazione Comunale per condividere e approfondire i dettagli e gli elementi distintivi della proposta, con l’obiettivo di completare la procedura di acquisizione entro il mese di luglio 2025.
Il concept finale e il progetto esecutivo verranno eventualmente presentati in una fase successiva e non sono dunque oggetto della documentazione presentata oggi”.
MAROTTA: “San siro non sarà restaurato, vogliamo costruire uno stadio che sia d’input per gli altri club DI SERIE A”
Alla vigilia della sfida degli ottavi di finale di ritorno di Champions League, contro il Feyenoord (qui la DIRETTA SCRITTA) il presidente dell’Inter Beppe Marotta, intervendo a Sky Sport, ha confermato così le notizie sulla proposta d’acquisto promulgata dai due club quest’oggi.
“Dovevano essere definiti dei cavilli tra le società, abbiamo depositato con soddisfazione questa proposta di acquisizione di San Siro e degli spazi adiacenti. È un atto importante per entrambi i club che contribuiranno allo sviluppo della città. Da parte nostra è stata importante la determinazione dei nostri proprietari, Oaktree ha ritenuto importante sin dall’inizio focalizzare le attenzioni su questo asset nel rispetto della città, del club e dei tifosi. Se sarà uno stadio nuovo o sarà restaurato l’attuale San Siro? No, ci sarà uno stadio nuovo nel rispetto dei target moderni, oggi noi diamo il via a Milano con un input a tutti i club di A. Il governo ha promesso che nominerà un commissario ad hoc, quindi da dirigente io sono fiducioso che potrà essere avviato un percorso importante”.
<<<<<San Siro, ultimatum di Sala ai club: ….. – 10 marzo 2025 >>>>>
| San Siro, ultimatum di Sala ai club: piano entro oggi o incontro immediato |
| Il primo cittadino milanese è preoccupato dai ritardi sulla presentazione del piano di fattibilità economica e vuole mettere Inter e Milan con le spalle al muro. |

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è in attesa del piano di fattibilità economica che Milan e Inter avrebbero già dovuto presentare per acquistare San Siro e le sue aree circostanti. Il primo cittadino milanese è preoccupato per questo ritardo e venerdì ha scritto alle società e agli azionisti americani per avere lumi e capire il motivo per cui il meccanismo si sia inceppato.
L’edizione milanese de Il Corriere della Sera spiega che qualora il cosiddetto Docfap (documento di fattibilità delle alternative progettuali) non arrivasse neanche nella mattinata di oggi, l’invito da parte del sindaco sarebbe quello di presentarsi a Palazzo Marino in serata per un incontro.
«Avendo appreso dai media che ci sarebbero alcuni punti di disallineamento tra le vostre società in ordine alla proposta d’acquisto e che in base alla dichiarazione riportata, la stessa arriverà comunque “a brevissimo” confido e auspico che ciò avvenga», ha scritto Sala, in riferimento al recente stop sulla procedura per arrivare alla presentazione del documento.
Ricordiamo, infatti, che nell’ultimo controllo da parte degli staff di Oaktree e RedBird negli USA ci si era divisi su una clausola: cosa succederebbe se uno dei due club dovesse tirarsi indietro. È logico ritenere che una clausola di tale importanza fosse già prevista e non una sorpresa dell’ultimo minuto, ma bisognava mettersi d’accordo sulla formulazione, e decidere se sancire solo il principio generale o specificare le varie opzioni.
La preoccupazione di Sala riguarda i tempi. «Come ho precisato in precedenti occasionoi, data anche la rilevanza del progetto e la complessità del contesto normativo, procedurale e fattuale in cui si inserisce, questa amministrazione deve poter procedere a una tempestiva pianificazione e programmazione delle proprie valutazioni e decisioni in ordine al futuro dell’attuale impianto», ha spiegato il sindaco.
Già in precedenti occasioni, Palazzo Marino aveva chiesto alle squadre di accelerare e di rispettare il cronoprogramma perché è fondamentale arrivare alla vendita di prima che scatti il vincolo della Soprintendenza sul secondo anello a settembre. Le fasi dell’iter prevedono che dopo il deposito del docfap tocchi al Comune istruire la pratica. Poi la palla passa alla conferenza dei servizi che dovrebbe concludersi con la dichiarazione di pubblico interesse.
<<<<<San Siro, oggi la proposta di Inter e Milan – 04 marzo 2025 >>>>>
| San Siro, oggi il nuovo piano con la proposta di Inter e Milan al Comune |
| Ecco i dettagli del documento, tra costi del nuovo impianto dei due club milanesi, impatto ambientale e rifunzionalizzazione del Meazza. |

Si chiama “Docfap”: documento di fattibilità delle alternative progettuali. E’ un documento di oltre 200 pagine che contiene la proposta che Inter e Milan presenteranno oggi al Comune di Milano per acquistare lo stadio di San Siro, le aree attorno e i permessi di costruzione del nuovo impianto.
Una documentazione corposa – spiega Il Corriere della Sera – che il Comune dovrà analizzare e che contiene il piano per il nuovo impianto, compresi i volumi coinvolti, il costo finale per i club (oltre un miliardo), l’impatto ambientale e come si intende rifunzionalizzare le parti del San Siro attuale che resteranno in piedi, probabilmente la Curva Sud e la tribuna alla sua destra.
L’idea è che presentando il documento di fattibilità oggi, ci sia il tempo per concludere l’iter prima che scattino i 70 anni del secondo anello di San Siro e subentrino vincoli più stringenti. Le linee guida sono note: stadio da circa 70mila posti, inserito in un contesto urbano riqualificato con il 50% di aree verdi, anche perché il progetto non è poi così diverso da quello su cui si lavora dal 2018.
Il Comune potrebbe decidere di non procedere ad assegnazione diretta, ma di indire una gara, anche se è difficile trovare per San Siro acquirenti più consoni di Inter e Milan. I club sono d’accordo nel seguire la procedura che garantisca il più possibile il Comune, per evitare il rischio di ricorsi al Tar e quindi lungaggini ancora maggiori, se non stop dal sapore quasi definitivo. I lavori potrebbero iniziare nel 2027, con conclusione nel 2030.
Oaktree e RedBird, le proprietà di Inter e Milan, sono convinte che non sia possibile perdere altro tempo: un nuovo impianto è fondamentale per aumentare i ricavi e “bonificare” San Siro anche dai fenomeni di criminalità al centro delle indagini della procura di Milano.
<<<<<Nuovo San Siro, la protesta dei Verdi – 28 gen. 2025 >>>>>
| Nuovo San Siro, la protesta dei Verdi al parco dei Capitani: “Quando arriveranno le ruspe, saremo qui” |

Mentre si attende per febbraio il piano economico-finanziario aggiornato di Inter e Milan per il nuovo stadio a San Siro, continuano le proteste degli ambientalisti. Come riportato da Calcio e Finanza, infatti, questa mattina alcuni esponenti di comitati ambientalisti si sono recati al cantiere nel Parco dei Capitani davanti allo stadio Giuseppe Meazza, con in testa i consiglieri dei Verdi al Comune di Milano, Carlo Monguzzi e Enrico Fedrighini.
Questo il commento di Monguzzi: “Cementificare 53mila mq di verde per fare il nuovo stadio, quando si può ristrutturare il Meazza che dista 80 metri, è veramente assurdo. Questo è solo l’inizio, quando arriveranno le ruspe per estirpare verde e alberi ci saremo anche noi“. La fase di vendita dell’impianto e delle aree circostanti dovrebbe completarsi, come annunciato dal sindaco Giuseppe Sala, prima dell’estate 2025, così da dare inizio ai lavori il prima possibile.

<<<<<San Siro, entro febbraio attesa l’offerta…– 09 gen. 2025 >>>>>
| San Siro, entro febbraio attesa l’offerta di acquisto di Inter e Milan |
| I club vogliono accelerare e anticipare di un mese la data di scadenza prospettata dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala. |
Che il 2025 possa essere finalmente l’anno chiave del nuovo San Siro è stato detto e ripreso più volte da quando il Comune di Milano e le due società milanesi, Inter e Milan, si sono incontrate a Roma insieme al ministro per lo Sport e ad altri esponenti del governo per accelerare sulla cessione del Meazza ai club e aggirare così il tema vincolo.
Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, ora i club vogliono sfruttare i buoni propositi dimostrati nei fatti dalle istituzioni e sono pronti a presentare la proposta di acquisto per l’impianto e le aree limitrofe del quartiere San Siro con un mese di anticipo rispetto alla deadline indicata in un primo momento dal sindaco Giuseppe Sala.
I club sono fiduciosi di presentare tutta al documentazione per l’offerta di acquisto entro la fine del mese di febbraio, mentre Sala aveva indicato nel mese di marzo il limite massimo per avere a disposizione da parte di Inter e Milan tutti i documenti firmati che sarebbero serviti per dare il via all’iter di vendita dello stadio e delle aree limitrofe.
L’offerta d’acquisto si baserà sulla valutazione dell’Agenzia delle Entrate di 197 milioni di euro a cui saranno detratti i costi di bonifica, perché questo è quanto prevede la legge stadi. Alla proposta sarà poi allegato il Documento di fattibilità delle alternative progettuali, più snello rispetto ai vecchi masterplan redatti dal 2019 in poi. Inter e Milan, poi, presenteranno una proposta per acquistare stadio e aree limitrofe. Si parla di un’area di circa 280mila metri quadrati.
Oltre al nuovo stadio, i club potranno realizzare poco meno di 100mila metri quadrati di spazi commerciali, uffici e hotel, senza però la possibilità di edificare nuove residenze. Ovviamente, in caso di risposta positiva del Comune di Milano all’offerta, Inter e Milan abbandoneranno definitivamente i rispetti progetti di uno stadio in solitaria a San Donato (i rossoneri) e a Rozzano (i nerazzurri).
<<<<< Nuovo stadio San siro – Inter e Milan, 60 milioni al quartiere – 15 nov. 2024 >>>>>
| San Siro, per il nuovo stadio Inter e Milan dovranno versare 60 milioni al quartiere |
Il titolo, in burocratese, è “Relazione di stima all’attualità del valore venale da corrispondere al Comune di Milano per l’alienazione dell’intero ambito Gfu San Siro comprensivo dello stadio Meazza nello stato di fatto”. Il documento di 136 pagine redatto dall’Agenzia delle Entrate per determinare il valore della Scala del calcio e dell’area limitrofa dove Milan e Inter vogliono costruire il nuovo stadio ieri è stato inviato a tutti i consiglieri comunali.
I principali numeri della relazione sono stati illustrati lunedì pomeriggio in Consiglio comunale dal sindaco Giuseppe Sala e dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Le cifre riassuntive, al centesimo, sono tre: 196.988.465 euro come valore complessivo dell’ambito Grande Funzione Urbana San Siro con lo stadio Meazza nello stato di fatto. Un valore così scorporato: 124.005.204 euro come valore complessivo dell’area Ambito Gfu San Siro e 72.983.260 euro come valore dello stadio nello stato di fatto (nel 2019, quando i club presentarono un progetto analogo a quello attuale, il valore patrimoniale era stato stimato in 103.063.000 euro e quello relativo al diritto di superficie per 90 anni in 96.342.000 euro).
La relazione dell’Agenzia delle Entrate contiene anche il calcolo esatto degli oneri di urbanizzazione che Milan e Inter dovranno versare al Comune se l’operazione San Siro andrà in porto, fondi che Sala ha già consigliato al Consiglio comunale di destinare alla riqualificazione del quartiere San Siro. Gli oneri di urbanizzazione valgono 59.549.030 euro. Una cifra così composta: 20.942.373 euro come oneri di urbanizzazione primaria; 16.517.928 euro come oneri di urbanizzazione secondaria; 22.088.729m come contributo concessorio sul costo di costruzione/trasformazione.
San Siro, avanti con il nuovo stadio: offerta dei club entro marzo
Numeri, questi ultimi, che saranno al centro del dibattito politico nei prossimi mesi. Come deciderà di investire il Comune i 197 milioni di euro e i quasi 60 milioni di euro di oneri di urbanizzazione? Ne destinerà almeno una parte alla riqualificazione, necessaria e urgente, delle case popolari del quartiere San Siro? Per adesso l’ordine del giorno approvato lunedì con i voti della maggioranza di centrosinistra, ma non tutti (sono mancati all’appello i “sì“ di cinque consiglieri anti-operazione San Siro) chiede al sindaco e alla Giunta comunale di destinare le risorse derivanti dall’eventuale vendita dello stadio Meazza e della Gfu San Siro “ad interventi di riqualificazione del quartiere San Siro; al contrasto dell’emergenza abitativa; alla riqualificazione degli impianti sportivi presenti sul territorio”.
Indicazioni generiche, per ora. Ma la linea è tracciata e il Pd milanese intende sostenere il progetto proposto da Milan e Inter e avallato dalla Giunta Sala. Ieri è sceso il campo il segretario metropolitano dei democratici, Alessandro Capelli, con una storia su Instagram in cui viene espressa la posizione del partito sul nodo San Siro, articolata in una serie di obiettivi politici: salvare il Parco Sud dai due nuovi stadi ipotizzati da Milan e Inter a San Donato Milanese e Rozzano e investire le risorse dell’operazione San Siro “per un nuovo grande progetto di riqualificazione del quartiere popolare di San Siro”, “per restituire alla città tutte le case popolari comunali sfitte” e per “l’attuazione del Piano Casa” per Milano. Il post di Capelli premette che “nei giorni scorsi, anche grazie all’incessante lavoro della nostra capogruppo Beatrice Uguccioni, il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno del Pd sul futuro dell’area dello stadio di San Siro”. Prosegue ricordando i due progetti alternativi dei club: “In tutti questi mesi ci siamo battuti per salvare il Parco Sud dall’edificazione di due nuove stadi a Rozzano e San Donato: sarebbe stata la conseguenza inevitabile di scelte diverse. Il Parco Sud è una grande risorsa da tutelare per tutta la città metropolitana”.
Il segretario del Pd, subito dopo, sottolinea che “il centrosinistra deve guidare i processi di trasformazione della città mettendo al centro l’interesse pubblico con i fatti, non con i post” e parla di “grande rivoluzione politica” legata agli eventuali investimenti sulle case. Un messaggio rivolto soprattutto ai contrari, nel Pd (il consigliere dem Alessandro Giungi lunedì ha votato contro l’odg di maggioranza), e nel centrosinistra (i tre consiglieri dei Verdi e l’ambientalista Enrico Fedrighini sono contrari al nuovo stadio a San Siro).
Non è finita. Tra i documenti inviati ieri ai consiglieri comunali c’è anche la lettera dello scorso 4 novembre con cui Milan e Inter hanno manifestato l’interesse per l’acquisto dell’area di San Siro e la realizzazione del nuovo stadio dove ora c’è il limitrofo Parco dei Capitani. Nella missiva, i club si impegnano ad aggiornare il documento di fattibilità e il quadro economico del progetto già presentato nel 2019, oltre all’offerta economica, un passaggio che Sala, lunedì in Consiglio comunale, ha spiegato che dovrà verificarsi entro marzo. Nell’ultimo paragrafo della lettera, però, le due società calcistiche si lasciano una via d’uscita all’operazione San Siro: “Resta fermo che nessuna responsabilità potrà essere imputata alle scriventi in caso di mancata presentazione dell’aggiornamento del documento di fattibilità o della proposta economica, ovvero qualora non si dovesse raggiungere un’intesa sul progetto e/o sulle relative condizioni economiche ed avendo pertanto la presente manifestazione di interesse natura non vincolante”.
Parole che il consigliere comunale di FI Alessandro De Chirico interpreta con preoccupazione: “Leggo una timida manifestazione d’interesse da parte delle squadre per lo stadio, ma soprattutto leggo poco convinzione nel voler percorrere l’acquisto dell’impianto e dell’area per cui mettono le mani avanti. Fossi nel sindaco continuerei a coinvolgere altri ipotetici interessati all’acquisto per la rifunzionalizzazione del Meazza e di sviluppo delle aree, all’esempio un organizzatore di concerti che possa trasformare San Siro in un’arena per spettacoli da utilizzare 365 giorni all’anno. Così facendo si potrebbe assistere a un’asta al rialzo per accaparrarsi tutto il pacchetto che rende molto più interessante l’investimento”.
<<<<< Nuovo stadio San siro – l’ultimatum di sala…. – 05 nov. 2024 >>>>>
Milano, 05 novembre 2024
| Nuovo Stadio Milan, l’ultimatum di Sala: “San Siro? Questa è l’ultima chance” |

| Beppe Sala, sindaco di Milano, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al possibile nuovo stadio del Milan a San Siro |
Beppe Sala, sindaco di Milano, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine di un evento a Palazzo Marino sul possibile Nuovo Stadio del Milan a San Siro. Ecco le sue parole riportate da ‘calciomercato.com’.
Milan, Sala dà l’ultimatum per il Nuovo Stadio a San Siro: ecco l’annuncio
“Spero che sia la volta buona per San Siro, mostriamo alle squadre i valori dell’Agenzia delle Entrate e vediamo quello che si può fare. Questa è chiaro che sia l’ultima chance, l’obiettivo è quello, se le squadre confermano, di arrivare a una conclusione prima delle vacanze dell’anno prossimo. Quindi diciamo formalmente la cessione di stadio e aree prima dell’estate 2025. Il valore dell’area lo vediamo con le squadre adesso. Prima lo mostreremo a loro quando le incontreremo, mi pare doveroso parlarne prima con loro“.
“La manifestazione di interesse è una grande novità perché si passa da un’idea di diritto di superficie all’acquisto e direi che per il Comune e per i milanesi è meglio. Così incassiamo dei fondi che possiamo reinvestire e penso che verranno dirottati direttamente sull’edilizia popolare e sul cercare di fare qualcosa per il quartiere che ne ha tanto bisogno. Teniamo conto del lavoro già fatto, il dibattito pubblico e il lavoro fatto dal Consiglio comunale che aveva dato indicazioni alla giunta. Io riferirò in Consiglio nei prossimi giorni. Se ci sarà un nuovo stadio ci sarà una parte della popolazione che si chiederà perché’ non abbiamo conservato San Siro, e capisco. Ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti. Io di questo tema mi porto una croce, ma tanto tutti non li metti d’accordo. L’importante è prendere le decisioni e non continuare con questo stillicidio di recriminazioni e polemiche che non fanno bene alla città“.
<<<<< Nuovo stadio San siro – invio manifestazione di interesse – 04 nov. 2024>>>>>
Lunedì, 04 novembre 2024
| Altro passo avanti per il nuovo San Siro. Inter e Milan inviano la manifestazione di interesse |
| I club hanno compiuto la mossa, non vincolante, chiesta dal sindaco Sala. Ora si aspettano che il Comune consegni loro la perizia dell’Agenzia delle Entrate con la valutazione precisa sul valore del Meazza e delle aree circostanti |

Un nuovo atto, formale ma necessario. Oggi l’Inter e il Milan hanno ufficialmente inviato al sindaco Beppe Sala la manifestazione di interesse non vincolante per la futura acquisizione dello stadio di San Siro e dell’area circostante, dove dovrebbe essere costruito l’impianto di proprietà delle due società. I club hanno lavorato sul documento nel weekend e ora il comune potrà dare seguito all’iter previsto: rossoneri e nerazzurri si aspettano che entro la fine della settimana il Comune consegni loro la perizia dell’Agenzia delle Entrate con la valutazione precisa sul valore del Meazza e delle aree circostanti. La cifra non è ancora stata svelata, ma dovrebbe essere intorno ai 200 milioni.

il progetto – Il fatto che la manifestazione di interesse non sia “vincolante” permette ai due club di fare eventualmente un passo indietro in futuro, senza che il Comune possa rivalersi su di loro, ma era un passo comunque necessario contestualmente al passaggio all’Agenzia delle Entrate. Mancano ancora pagine da scrivere, ma il contorno è sempre più delineato. L’incontro del 22 ottobre a Roma tra i ministri Giuli e Abodi, le società, Sala e la soprintendente Carpani ha infatti delineato una bozza di progetto su San Siro: lo stadio verrebbe abbattuto con l’eccezione dell’angolo che abbraccia la torre sud-est, una parte della tribuna arancio e una parte della curva Sud. Tutto, ovviamente, non prima del 2026, quando San Siro ospiterà la cerimonia inaugurale dei Giochi di Milano-Cortina.
<<<<< Nuovo stadio San siro – attesa manifestazione di interesse >>>>>
Milano, 02 novembre 2024
| Fissato il prezzo di San Siro, ma Inter e Milan litigano sulla manifestazione di interesse |
| articolo: https://quifinanza.it/sport-economy/prezzo-san-siro-inter-milan-valutazione-interesse/861899/ |

| L’Agenzia delle Entrate ha inviato dal Comune di Milano la valutazione dell’area di San Siro che Inter e Milan dovrebbero comprare per costruire il nuovo stadio |
Circa 200 milioni di euro. Ecco quanto costerebbe per Inter e Milan acquistare lo stadio di San Siro e tutta l’area necessaria per la realizzazione del progetto del nuovo impianto a fianco del Meazza. Dopo le sollecitazioni del primo cittadino Giuseppe Sala, il Comune di Milano ha ricevuto la tanto attesa valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate sui terreni che le due società dovranno comprare prima di poter iniziare a costruire. Per poter mandare avanti l’operazione l’amministrazione meneghina aspetta ora di ricevere ufficialmente la manifestazione di interesse, sulla quale sarebbero però nati alcune complicazioni.
La distanza tra Inter e Milan – Il Comune, infatti, potrà comunicare formalmente ai due club l’esatta valutazione fatta dall’Agenzia delle Entrate sull’area di San Siro una volta ricevuto il documento che prelude alla fase di acquisto dei terreni da edificare.
Ma tra Inter e Milan si starebbe registrando una certa distanza sul testo della manifestazione di interesse da presentare a Palazzo Marino, tanto che la consegna è stata rimandata alla prossima settimana.
Secondo quanto riportato da Repubblica, motivo del contendere sarebbe una cosiddetta “clausola San Donato“, che i rossoneri vorrebbero inserire per tenersi aperta anche un’uscita d’emergenza nel caso in cui, come già avvenuto in questi anni di trattative, le cose dovessero complicarsi.
Una condizione che andrebbe di traverso ai nerazzurri, i quali, a differenza dei cugini che sul piano B nell’hinterland milanese hanno già speso circa 55 milioni di euro, non hanno ancora avviato i lavori nell’area di Rozzano individuata come alternativa alla costruzione di un nuovo stadio a San Siro.
La “clausola San Donato” – Il Milan sta invece portando avanti due veri e propri progetti paralleli, con le opere di bonifica e recinzione dell’area San Francesco a San Donato ormai in stato avanzato, con un orizzonte di termine di lavori previsto nell’arco di pochi giorni.
Anche l’iter burocratico con l’amministrazione sull’Accordo di Programma, passo decisivo per permettere al Milan di presentare il progetto definitivo per il suo nuovo impianto, procede a passo spedito.
A conferma dell’intenzione del Milan di non rinunciare fino all’ultimo all’impianto di San Donato, ci sarebbero gli ulteriori 15 milioni investiti dalla proprietà RedBird rendicontati nel bilancio 2023/24, riportato da Calcio e Finanza.
“La Capogruppo – si legge nel fascicolo – ha ricevuto nel giugno 2023 dalla controllante ACM Bidco B.V. un versamento in conto futuro aumento di capitale (da deliberarsi entro il 30 giugno 2026) per un importo pari a 40 milioni di Euro e, nel giugno 2024, un ulteriore versamento in conto futuro aumento di capitale (da deliberarsi entro il 30 settembre 2027) per un importo pari a 15 milioni di Euro; in entrambi i casi i versamenti sono stati effettuati al fine di dotare la Capogruppo A.C. Milan S.p.A. dei fondi necessari per coprire i costi direttamente o indirettamente correlati al progetto del nuovo stadio“.
“Tra gennaio e marzo 2024 Sportlifecity srl, società controllata da AC Milan – è scritto ancora nel fascicolo -, ha perfezionato taluni atti di acquisto di terreni siti nel Comune di San Donato Milanese e nel Comune di Milano (terreni questi ultimi situati a ridosso del Comune di San Donato Milanese) per circa 490.801 mq di superficie catastale totale”.
Investimenti che però non fanno stare tranquillo il sindaco del comune dell’hinterland, Francesco Squeri, che ai vertici rossoneri ha richiesto un incontro chiarificatore sul progetto e che sarebbe pronto a inviare loro una lettera di rivalsa per farsi rimborsare le spese sostenute in caso di rinuncia alla costruzione dello stadio.
<<<<<<<<<<Il nuovo stadio Milan & Inter –San Siro costa 200 milioni ->>>>>>>>>>
Milano, 25 ottobre 2024
| San Siro costa 200 milioni: questa la cifra per l’acquisto. Inter e Milan spingono |

| In arrivo la valutazione dell’Agenzia delle Entrate. Il costo sarà lordo, prima pietra possibile nel 2026. E Sala parla ai residenti |
C’è la cifra: 200 milioni di euro. Non è ufficiale, non può ancora esserlo, ma sarebbe questa stando a fonti governative la valutazione che l’Agenzia delle Entrate farà al Comune di Milano dell’impianto di San Siro e delle aree limitrofe individuate da Inter e Milan per la costruzione di un nuovo impianto. Formalmente l’Agenzia si esprimerà nei prossimi giorni, tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre. Ma la cifra sarebbe già emersa, dopo le prime valutazioni. Ed è compresa tra le proiezioni già circolate, piazzate in una forbice tra i 170 e i 250 milioni. È uno step decisivo, l’ultimo atteso prima della formalizzazione della manifestazione d’interesse per l’acquisto.
la situazione – La bandiera a scacchi resta a lungo termine – d’altra parte l’evoluzione delle ultime settimane ha riportato indietro le lancette di cinque anni -, ma intanto l’accelerata per tornare a ipotizzare un nuovo stadio nell’area di San Siro è concreta ed evidente. Un’evidenza data dalla missione romana dell’altro giorno di Milan, Inter, il sindaco di Milano Sala e la Soprintendente milanese Carpani negli uffici dei ministri Giuli (Cultura) e Abodi (Sport e Giovani). Al termine dell’incontro sono filtrate parole positive da parte dei due club, che in quest’ambito hanno ripreso – non da ieri – a viaggiare a braccetto. Sciolto il problema del vincolo – dell’attuale stadio resterà l’angolo che abbraccia la torre sud-est, una parte della tribuna arancio e un’altra della curva sud -, il nodo è in questa fase prettamente economico. I 200 milioni di valutazione come sarebbero presi dai due club? Sono tanti? Pochi? È ciò che si aspettano? Ufficialmente le bocche sono cucite, ma qualcosa comunque filtra. Si può dire che il Milan riterrebbe alta questa cifra, mentre per l’Inter sarebbe un numero degno di essere approfondito. Magari più alto di quanto ritenuto congruo, ma comunque intorno al quale ragionare seriamente. Due appunti di viaggio, intorno alla valutazione dell’Agenzia delle Entrate. Il primo: il costo sarebbe “lordo”, alla cifra sarebbero infatti tolte tutte le spese a cui i club andrebbero incontro per quanto riguarda le opere pubbliche. Secondo appunto: da Palazzo Marino hanno già più volte sottolineato che la valutazione non potrà essere oggetto di contrattazione. Non ci può essere trattativa del Comune di Milano con i club perché si tratta di beni erariali.
le parole – È ragionevole pensare che il Milan ritenga la somma eccessiva anche perché ha già stanziato, e messo a bilancio, 40 milioni per l’area di San Donato, dove la missione romana del club rossonero ha fatto drizzare parecchio le antenne all’amministrazione comunale. Un alert sfociato in un comunicato ufficiale in cui l’altro ieri il sindaco Squeri chiedeva “un incontro urgente con i vertici del Milan e la proprietà della società” per “un chiarimento, considerando che l’iter amministrativo ormai avviato richiede serietà e trasparenza nei confronti delle istituzioni coinvolte e di tutti i cittadini“. Il presidente rossonero Scaroni aveva replicato: “Non abbiamo abbandonato San Donato, al contrario resta la nostra opportunità numero uno, il sindaco Squeri non deve preoccuparsi“. E poi: “Non abbiamo superato i problemi di San Siro. Primo, restano da definire i costi. Secondo: c’è comunque un iter complesso per i permessi di costruzione. Il percorso è ancora lungo e difficile“. L’Inter ha evidentemente cambiato marcia con l’arrivo di Oaktree, come raccontato anche dal presidente Beppe Marotta: “La nuova proprietà ritiene lo stadio un asset strategico, c’è stata un’accelerazione da parte nostra“. Dal canto suo, il sindaco Sala ha detto: “Spero si arrivi al momento di svolta, quando le squadre faranno una manifestazione di interesse. Ci siamo quasi”. Poi, rivolto ai cittadini: “Ai residenti dico che cercheremo di fare di tutto per migliorare la zona, portare più verde e non più caos e traffico. E i fondi che il Comune prenderà dalla vendita dello stadio e dell’area alle squadre li metteremo per migliorare l’edilizia popolare che lì è decisamente carente“. Non resta che aspettare. Per intendersi, si parla comunque di un iter che nella migliore delle ipotesi porterà alla prima pietra nella seconda parte del 2026. Ma da qualche parte bisognerà pure iniziare.
<<<<<<<<<<Milan e Inter (con Sala) incontrano i ministri – Milan & Inter>>>>>>>>>>
| Milan e Inter (con Sala) incontrano i ministri: “Sì al nuovo stadio |
| articolo: https://www.milanotoday.it/politica/stadio-san-siro-incontro-sala-ministri-milan-inter.html |

| Apprezzamento dei ministri per l’idea del nuovo San Siro con la rifunzionalizzazione di quello attuale. All’incontro c’erano anche il sindaco Sala e la sovrintendente Carpani |
Un passo avanti per la realizzazione di un nuovo stadio a San Siro. L’idea (di progetto non si può ancora parlare) è stata presentata martedì mattina al ministro della cultura Alessandro Giuli e al ministro dello sport Andrea Abodi a Roma. All’incontro, oltre a una delegazione di Inter e Milan, c’erano il sindaco di Milano, Beppe Sala, e la sovrintendente ai beni culturali di Milano, Emanuela Carpani.
L’ipotesi presentata ai ministri è quella di costruire lo stadio sviluppando le aree circostanti e rifunzionalizzando il Meazza secondo alcune “linee guida” precedentemente condivise tra i club e la sovrintendente. “Da parte di tutti gli interlocutori – si legge in una nota di Palazzo Marino – c‘è stato apprezzamento e soddisfazione. A breve i club procederanno alla presentazione della manifestazione di interesse utile alla prosecuzione del procedimento“. Si attende ancora, invece, la perizia dell’Agenzia delle Entrate sul valore dello stadio Meazza e delle aree circostanti. Chiesta mesi fa da Sala, non è ancora arrivata.
Le ultime tappe: il rifiuto di ristrutturare e il vincolo “allentato” – In precedenza, Milan e Inter avevano rigettato lo studio di fattibilità di WeBuild per ristrutturare il Meazza, ritenendo che non fosse sufficiente alle esigenze dei club, e avevano “rilanciato” la vecchia proposta del 2019 di realizzare un nuovo stadio nell’area adiacente. Nel frattempo, però, non è più possibile abbattere l’attuale stadio perché la sovrintendenza, interpellata dal Comune di Milano (che ne è attualmente il proprietario), aveva fatto sapere che, nel 2025, sarebbe scattato il vincolo culturale sul secondo anello e sull’archivio delle targhe in memoria dei trofei vinti da Milan e Inter a livello internazionale. Un vincolo che però, con la vendita ai club, sarebbe meno stringente.
Le reazioni – Immediate le reazioni dei politici milanesi da sempre contrari alla realizzazione di un impianto nuovo di zecca. Enrico Fedrighini, del gruppo misto, ha subito annunciato che presenterà la richiesta di un consiglio comunale straordinario sul tema dello stadio per chiedere al sindaco di informare i cittadini e i consiglieri sulle trattative in corso.
Per Carlo Monguzzi (Europa Verde), “la prima azione concreta del nuovo Pgt è la costruzione del nuovo stadio su 50mila mq di verde, con l’accordo a Roma tra ministri, sindaco, squadre e sovrintendenza. Eppure fino a qualche settimana fa sembrava cosa fatta la ristrutturazione del Meazza, tutti d’accordo e il sindaco entusiasta rivendicava la soluzione come merito suo. Poi le squadre hanno cambiato idea e il sindaco si è subito accodato“. Monguzzi si chiede “cosa è stato deciso per lo stadio attuale, cos’è la rifunzionalizzazione e cosa succederà per l’area intorno: nuova cementificazione come chiedono le squadre?“. E conclude: “Ma non deve decidere il consiglio comunale?“.
Di tutt’altro avviso Giulia Pastorella, deputata di Azione (di cui è vice presidente) e capogruppo dei Riformisti a Palazzo Marino. “La soluzione dei due stadi prospettata per San Siro lascia finalmente intravedere una via d’uscita“, commenta in una nota insieme al segretario milanese di Azione, Francesco Ascioti: “Anche se la soluzione trovata è meno buona di quella originaria in cui si diminuiva la pressione sull’area ridimensionando il Meazza, almeno si otterrebbe la riqualificazione del quartiere. La cessione dello stadio e la permanenza delle squadre in città inoltre sarebbero due vittorie“.
<<< Il nuovo stadio a San Siro – San Siro, il caso spiegato dall’inizio >>>
Milano, 24 settembre 2024
| San Siro, il caso spiegato dall’inizio: i progetti di restyling, il nodo del vincolo, le ipotesi di un nuovo stadio a Rozzano e San Donato e il piano per un Meazza bis |

| Nella lunga telenovela che ruota intorno allo stadio di San Siro le domande di cittadini e tifosi restano tante: dove giocheranno Inter e Milan? |
Nella lunga telenovela che ruota intorno allo stadio di San Siro le domande di cittadini e tifosi restano tante. Dove giocheranno Inter e Milan? Ci sarà un Meazza bis o la «fuga dalla città» verso Rozzano e San Donato, che sembrava vicina e poi remota e poi ancora sul tavolo delle soluzioni, si concretizzerà? Intanto tra un vincolo della Soprintendenza che potrebbe essere più leggero passando lo stadio nelle mani di privati, arriva un’altra certezza. forse l’unica, verrebbe da dire: la finale di Champions 2027 non si giocherà a Milano perché il futuro della «Scala del calcio» è oscuro. Nessuna garanzia e tante polemiche.
Dalle prime idee alla «Cattedrale» – Per arrivare al futuro, per leggere il copione di una vicenda sportiva, politica ed economica bisogna riavvolgere il nastro di 16 anni. Perché nel 2008, dopo l’ultimo intervento sul Meazza (il Terzo anello per i Mondiali del 1990), l’Inter di Moratti individuava alla Bovisa, tra Rho-Pero, Rozzano e Sesto, l’area giusta. Un progetto destinato però a restare sulla carta. L’ambizione nerazzurra presto cede il passo a un’idea comune. «Uno stadio insieme si può». Balzo nel tempo. È il luglio 2019 quando arriva il primo vero disegno di un nuovo Meazza. Il progetto ha un nome che in città sprigiona un’eco che arriva al centro: si chiama «Cattedrale», la firma è dello studio Populous e doveva essere pronta nel 2026.
Il vincolo, il nodo costi e i progetti di Rozzano e San Donato – Doveva. Perché se ne era parlato a lungo per poi accantonare l’idea del cosiddetto «piano A». Così un nuovo stadio a fianco del vecchio – che sarebbe stato abbattuto compatibilmente con il vincolo imposto dalla Soprintendenza pendente sul secondo anello del Meazza e «automatico» dopo 70 anni nel 2025 – per le società non è possibile. La strada per un futuro insieme si complica. Dalla città si estende lo sguardo all’hinterland. Per l‘Inter, Rozzano. Per i cugini del Milan, San Donato. Che sarebbe dovuto sorgere in un’area di 108 metri quadrati nell’area di San Francesco, terreni tra l’altro già acquistati dai rossoneri. I nerazzurri, invece, approdano sempre a sud di Milano, in un’area del gruppo Cabassi su cui il diritto di superficie è stato prolungato fino al 31 gennaio 2025.
La ristrutturazione di Webuild e la lettera delle squadre al Comune – Ma un’uscita delle squadre dall’ombra della Madonnina, significherebbe una perdita simbolica per la città. Così gli incontri e le interlocuzioni di Palazzo Marino, con il sindaco Beppe Sala, e i rappresentanti delle società si sono intensificate negli ultimi mesi, arrivando alla proposta di una soluzione «salva San Siro». Parliamo del cosiddetto piano di ristrutturazione di Webuild che in tre anni di lavori senza fermare le partite avrebbe messo in campo un restyling con l’abbattimento del primo anello e la sua ricostruzione con una doppia fila di sky box e una capienza tra i 72mila e i 74mila posti. Nel frattempo però Inter e Milan, il 9 agosto scorso, hanno inviato una lettera congiunta al Comune in cui dicevano di valutare «gli aspetti tecnici e finanziari prendendo in considerazione ipotesi relative all’acquisto o al diritto di superficie dello stadio e delle aree di pertinenza» Appuntamento al 13 settembre.
Il ritorno a uno stadio unico – Quel giorno l’ultima svolta, l’ennesima nella telenovela stadio, perché alla fine del vertice durato un’ora e mezza era stato il sindaco Sala ad annunciare che le squadre «bocciavano» il progetto di Webuild. Troppo costoso, sconveniente. A quel punto la richiesta, che riavvolge il nastro di cinque anni: torniamo alla «Cattedrale» del 2019, a un Meazza bis di fianco al vecchio. Ma solo una volta che si sarebbe fatta chiarezza sull’effettivo prezzo a cui lo stadio sarebbe dovuto essere comprato dalle società – dopo un bando pubblico (il prezzo verrà stabilito dall’Agenzia dell’Entrate a cui è stata affidata la valutazione) – e sul vincolo della Soprintendenza dopo il passaggio da mani pubbliche a private.
I punti di vista delle società – Un alleggerimento? Una risposta è arrivata qualche giorno l’incontro che ha riportato la memoria al 2019, quando la sovrintendente Emanuela Carpani ha fatto un punto con le società spiegando che il vincolo sul secondo anello consente di conservarne solo una parte, abbattendone (pare) anche più della metà. Basterà mantenere i motivi elicoidali che lo caratterizzano architettonicamente. «Tra zero e cento riuscire comunque a salvarne una parte rappresentativa e significativa sarebbe importante», le parole della sovrintendente, che le due squadre considerano «un’importante apertura». Ma mentre il sindaco Sala auspica («Spero che i club non cambino più idea»), il presidente del Milan Paolo Scaroni dopo il vertice del 13 settembre era stato chiaro: «Il piano A, per noi, resta San Donato». La telenovela ricomincia e la Uefa interviene: resistono tanti punti di domanda, addio finale di Champions.
<<<<<<<<<<Il nuovo stadio a San Siro – le richieste dei club…>>>>>>>>>>
Milano, 13 settembre 2021
| Stadio Milano, Sala: «La proposta di Inter e Milan è la costruzione di un nuovo impianto a San Siro, vicino al Meazza» |

Il sindaco dopo l’incontro con i vertici delle squadre: «Dicono che lo stadio attuale non è ristrutturabile, o perlomeno a costi accessibili, ma non sarà abbattuto». Bocciato il piano di WeBuild, si torna ai progetti del 2019
Luglio 2019, oltre cinque anni fa. Eppure mai così attuali nel far ripiombare un destino che per il nuovo stadio di San Siro sembrava il «meno probabile». E invece, dopo il vertice di venerdì a Palazzo Marino tra il sindaco Beppe Sala e le dirigenze di Inter e Milan, ecco il «ribaltone» in una storia che tiene sospesi cittadini e tifosi: un nuovo impianto sportivo in città, a fianco del Meazza, per due club. Nessuna ristrutturazione della Scala del calcio, ma solo una rifunzionalizzazione di natura incerta: «Ho cercato di lavorare per tutelare San Siro nella speranza che il progetto di WeBuild fosse accettabile», ha commentato Sala. Cifra troppo alta. E nessuna fuga in provincia, al momento. «Ora dobbiamo essere rapidi nel dare le risposte che chiedono le squadre (tempi, costi e dettagli sul vincolo della Sovrintendenza, ndr) — ha aggiunto Sala —. Ma a quel punto chiederò la certezza che questa sia l’unica ipotesi in campo».
Le reazioni – Un incontro che ha prodotto un’onda di reazioni per tutta la giornata. Durissima Barbara Berlusconi: «Una vicenda umiliante. Una commedia all’italiana fatta per non decidere nulla. Sono stati persi mesi per constatare l’ovvio. Come nel gioco dell’oca, siamo al punto di partenza». Giudizio sposato «parola per parola» anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Vorrei che si esaminasse la proposta di considerare intoccabile San Siro e avviare nel contempo la costruzione nella stessa area del nuovo stadio. Più volte ho illustrato la convenienza di questa soluzione e sono pronto a riproporla». Proposta che per il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino Riccardo Truppo è «tra i miglior progetti da intraprendere». In serata anche il ministro Matteo Salvini è intervenuto, tuonando: «Sala lasci correre i club».
I club – I punti d’osservazione: Inter e Milan bocciano il progetto di WeBuild per il restyling del Meazza; le risposte su costi e tempi dovranno arrivare a breve a partire dall’incontro con la Sovrintendenza settimana prossima per cercare di rimodulare il vincolo; non si scarta, anche per questo, il «Piano B» (nuovi stadi a Rozzano e San Donato). Letture e critiche dopo essere tornati alla prima ipotesi, al progetto del 2019 della «Cattedrale» di Populous. Il sindaco evidenzia «l’unità di intenti delle due squadre» la cui presenza a Milano «è importante». Tralasciate la seconda e la terza opzione della lettera inviata il 9 agosto dai club al Comune in cui si parlava di «riqualificare» il Meazza, il passo annunciato è la vendita dell’impianto esistente con un bando pubblico per poi «rifunzionalizzarlo». I comitati dei cittadini insistono per la ristrutturazione che «non è solo una preferenza ma l’unica opzione dopo il giudizio del Tar. Comunque aspettiamo gli atti» ha detto Veronica Dini, legale del comitato promotore del «referendum San Siro».
Vertice di maggioranza – Per la capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Beatrice Uguccioni, che ha chiesto un incontro di maggioranza con l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, «l’unica certezza sono i punti dettati dal Consiglio comunale tra cui la natura popolare dello stadio e finanziare interventi per il quartiere». Mentre i Verdi Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini parlano di «follia». A cui fa eco Carlo Monguzzi perché «consumerebbe 50mila metri quadrati di verde». Per il leghista Samuele Piscina è l’ennesima «cocente sconfitta di Sala».
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<<<<<<<<<<Il nuovo stadio a San Siro – le richieste dei club…>>>>>>>>>>
Milano, 16 settembre 2024
| Stadio Milano, la telenovela infinita: che cosa è successo in questi 16 anni di progetti mancati e che cosa ci aspetta ora |
| È già dal 2008 che si pensa a uno stadio più moderno, dopo l’ultimo intervento sul Meazza: l’Inter di Moratti puntava alla Bovisa. Poi i progetti su San Donato e Rozzano e il piano Webuild |

Nella telenovela sullo stadio, sembra di essere tornati indietro di cinque anni. Come ricordato da Barbara Berlusconi, e come rilanciato domenica dal presidente del Senato Ignazio La Russa («Sala continua a tirare la palla in tribuna aspettando le elezioni»). Ma in realtà è già dal 2008 che si pensa a uno stadio più moderno, dopo l’ultimo intervento sul Meazza (il Terzo anello per i Mondiali del 1990). Quell’anno l’Inter di Moratti individuava infatti alla Bovisa, tra Rho-Pero, Rozzano e Sesto, l’area giusta. Un progetto destinato a restare sulla carta (e sul sito del progettista Stefano Boeri), così come — otto anni più tardi — lo «stadio Berlusconi» all’epoca della dirigenza della figlia Barbara al Portello, disegnato da Arup ma naufragato per i costi di bonifiche dei padiglioni dell’ex Fiera, in era Covid diventati ospedale per le terapie intensive.
La divergenza tra Inter e Milan, già vissuta nel remoto passato con l’Arena Civica e il Meazza, non si concretizza, e i club tornano a ragionare insieme. Come in ogni telenovela che si rispetti, bisogna tuttavia fare i conti con gli interessi economici e i parenti riottosi, soprattutto in un’era di incertezze proprietarie e choc economici. San Siro, dunque. Non al Meazza, ma nell’area adiacente, oggi giardini Facchetti e Maldini, per cui i due club lanciano una gara. È il tempo della «Cattedrale» di Populous, preferita agli «Anelli» di Manica-Cmr: il 2019. In parallelo si svolge l’iter del Dibattito pubblico, in cui emergono le criticità (volumetrie, verde e no di residenti e nostalgici che propongono diversi piani di restyling del Meazza). Un iter vagliato dal Consiglio comunale, poi arenatosi sulla lievitazione dei costi post-Covid (saliti da 600 a 800 milioni) e sul vincolo pendente sul secondo anello del Meazza, «automatico» dopo 70 anni, nel 2025.
A indicare alternative c’è ancora la voce di Boeri che propone una collocazione traslata e rialzata per il suo «Stadio-bosco», oltre al Milan che mai ha abbandonato i piani B, le aree Falck a Sesto (con Norman Foster), mentre l’Inter appare più aperta a un restauro. Una sfilata di rendering che all’improvviso svolta verso l’hinterland. Il Milan con Manica a San Donato (sull’area San Francesco acquistata per 40 milioni) e l’Inter a Rozzano. Bluff, trattative, reali intenzioni?
Comunque sia, si torna a parlare del Meazza, con il piano Webuild, bocciato nei giorni scorsi dai club dopo mesi di adescamenti, e dell’area di fianco, quella della «Cattedrale». Gli ostacoli? I soliti: vincolo sul vecchio stadio (come cambia in mani private) e costi (delle sue aree esterne). Ma mentre il sindaco Beppe Sala auspica («Spero che i club non cambino più idea»), il presidente del Milan Paolo Scaroni, già frena: «Il piano A, per noi, resta San Donato». E la telenovela ricomincia.
<<<<<<<<<<Il nuovo stadio a San Siro – le richieste dei club…>>>>>>>>>>
Venerdì, 13 Settembre 2024
| Il nuovo stadio a San Siro, le richieste dei club e i nodi sul tavolo |
| Il vincolo, i tempi, i costi e non solo: Inter e Milan tornano a puntare sul progetto originale presentato nel 2019 e che si era fermato dal 2023. |

L’incontro in Comune tra Inter, Milan e il sindaco di Milano Giuseppe Sala certifica ufficialmente il ritorno al passato: i club tornano infatti a valutare l’idea del nuovo stadio a San Siro accanto all’attuale Meazza. Il piano di fatto originale delle società milanesi, considerando che erano questi i termini del primissimo piano di fattibilità svelato i primi di luglio del 2019, con diverse modifiche poi sopraggiunte nel corso degli anni.
Un “incontro cordiale”, ha spiegato Sala, in cui erano presenti non solo i manager dei club (con gli amministratori delegati Alessandro Antonello e Giorgio Furlani), ma anche i rappresentanti delle proprietà: in casa Inter i manager di Oaktree Katherine Ralph e Carlo Ligori (e filtra soddisfazione da parte della proprietà nerazzurra dopo l’incontro), in casa Milan invece di consulenti di RedBird che si occupano del progetto stadio. Durato poco meno di un’ora, l’incontro è servito soprattutto per chiudere definitivamente la porta al progetto di WeBuild e alle idee simili: sia l’Inter che il Milan non ha intenzione di ristrutturare l’attuale San Siro. Costi troppo alti, tempi troppo lunghi e tanti disagi, sono queste le motivazioni che già nel 2019 portarono le società a scartare l’ipotesi di mettere mano all’attuale Meazza, idee confermate nonostante il lavoro di WeBuild nel presentare un piano di lavoro diverso. D’altronde, resta complicato intervenire su una struttura il cui primo anello è addirittura del 1926.
L’idea ora è così quella di riprendere in mano il progetto originale, il nuovo San Siro accanto all’attuale San Siro, che verrebbe così riqualificato senza però ospitare più le partite. Un piano nei fatti fermatosi dal febbraio 2023, da quando cioè il Milan ha iniziato a guardarsi in giro per studiare alternative: prima la zona dell’ippodromo La Maura, poi San Donato, accelerando anche attraverso l’acquisto delle aree e iniziando poi i procedimenti burocratici con il Comune, mentre l’Inter ha valutato l’area di proprietà dei Cabassi a Rozzano.
Nuovo San Siro a San Siro, a che punto eravamo rimasti – A che punto si era arrivati? L’ultimo tema ufficiale riguardava il ricorso sulla decisione della Soprintendenza di porre il vincolo sul secondo anello a partire dal 2025, tema su cui ritorneremo più sotto. L’ultimo progetto non prevedeva la rifunzionalizzazione dell’attuale San Siro (per rispondere al vincolo imposto dal Comune dell’indice di edificabilità pari a 0,35 mq/mq), con un nuovo impianto costruito accanto e costi complessivi per 1,3 miliardi di euro, con i club che prevedevano di incassare 120 milioni di euro annui aggiuntivi (rispetto alla biglietteria) dal progetto del nuovo stadio, con una sorta di cittadella dello sport e un’area commerciale nella zona dell’attuale Meazza.
A livello di processi burocratici all’interno del Comune, l’ultimo aggiornamento è del gennaio 2023: dopo il Dibattito Pubblico, infatti, il Comune di Milano aveva chiesto ai club di aggiornare lo studio di fattibiliutà per quanto riguarda diversi punti, dall’aumento delle risorse da destinare a progetti per i quartieri limitrofi fino alla richiesta di incrementare la superficie a verde, aumentare la capienza dello stadio e allontanare l’impianto dalle abitazioni di via Tesio.
Le richieste di Inter e Milan – Richieste a cui, nel riaprire la discussione con il Comune, Inter e Milan dovranno rispondere. Ma intanto per tornare sul piano San Siro i due club hanno fatto a loro volta tre richieste nel corso dell’incontro di oggi:
- conoscere la valutazione di San Siro e delle aree limitrofe, nell’ottica di una cessione di stadio e aree oppure di una concessione di lungo termine;
- capire i dettagli del vincolo sul secondo anello;
- le tempistiche per l’operazione.
Allo stesso tempo, anche il sindaco Sala ha messo sul tavolo una sua potenziale richiesta: quella di interrompere, nel caso si tornasse a spingere seriamente sul progetto origninale, i piani che portano a San Donato e Rozzano. «Garanzie? Oggi non posso chiederle, quando fornirà i dati a loro necessari sarò costretto», le parole oggi di Sala. Anche se appare difficile comunque possa riceverle anche in futuro: d’altronde per quale motivo il Milan ad esempio dovrebbe interrompere dal nulla un procedimento per cui ha investito pesantemente, senza tuttavia avere totali garanzie che la strada sia spianata su San Siro (considerando le problematiche già viste negli ultimi anni)? Motivo per cui entrambi i club terranno comunque in considerazioni le altre ipotesi sul tavolo, in attesa di risposte dal Comune. Anche se, nel caso specifico del Milan, va sottolinea fin dall’inizio fosse prevista l’ipotesi che, nel caso non venisse costruito lo stadio nell’area di San Donato, la proprietà dei terreni potesse passare nelle mani di RedBird per altri progetti.
Il tema del vincolo e il nodo Soprintendenza – Sullo sfondo infatti non mancano i nodi sull’ipotesi San Siro. Quello maggiore rimane quello legato al vincolo sul secondo anello: il ricorso al Tar non è entrato nel merito (non potendo farlo visto che il vincolo nel caso potrà essere tale solo dal 2025), ma c’è una questione interpretativa non di poco conto. Tutto ruota infatti sul significato del termine “vincolo leggero” indicato dalla Soprintendenza: anche i club infatti vorrebbero capire come interpretarlo, se significherà un obbligo di non toccare il secondo anello (e quindi di fatto il divieto totale alla demolizione) oppure se potrà essere considerato anche mantenere un lascito di quello che è oggi il secondo anello, attraverso ad esempio l’utilizzo delle scale elicoidali.
In particolare, infatti, la Soprintendenza nel suo giudizio sottolineava come per il secondo anello possono sussistere i requisiti di interesse culturale per la “soluzione strutturale costituita da 132 portali” che costituisce “l’ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio”. Ma la speranza per i club è che si tratti di un vincolo soft come è stato ad esempio sull’area dell’ex trotto, accanto allo stadio: un vincolo rigido sulle scuderie (che infatti non saranno toccate nel progetto che sta sviluppando Hines), ma un vincolo “indiretto” sulla pista, che ha potuto comunque portare a edificare sopra la zona dove era presente.
Se ne saprà di più nell’incontro previsto per la prossima settimana a cui parteciperanno i club ma soprattutto la Soprintendenza, da cui si potrà capire come e quanto nel caso Inter e Milan potranno mettere mano alla struttura dell’attuale stadio: se attraverso una demolizione pressoché totale, una demolizione parziale o una rifunzionalizzazione mantenendo però una funzione sportiva (come potrebbe essere un palazzetto dello sport?). Intanto, però, il tempo si è riavvolto: i club ripartono insieme, con l’obiettivo di un nuovo San Siro restando però sempre nella stessa area.
<<<<<<<<<<Il nuovo stadio a San Siro – Milan & Inter>>>>>>>>>>
| Milan e Inter vogliono un altro stadio vicino al Meazza: che cosa succederà |
| I club respingono il progetto di ristrutturazione di San Siro e tornano a proporre un nuovo stadio nell’area accanto. Sala pronto ad accogliere l’idea, ma non tutti sono favorevoli |

Tutti si chiedono che cosa succederà ora sullo stadio. Milan e Inter hanno detto no allo studio di fattibilità presentato a giugno da WeBuild sulla ristrutturazione del Meazza, affermando che, secondo i loro calcoli, non sarebbe praticabile “a costi sostenibili“, o almeno così ha riferito il sindaco Beppe Sala dopo avere incontrato il management delle due società, venerdì mattina. E hanno rilanciato tornando all’idea del 2019: un nuovo impianto accanto all’attuale, che sarebbe “rifunzionalizzato“, cioè non verrebbe più usato per la Serie A maschile, e probabilmente ridimensionato, in accordo con la Sovrintendenza. Con una rilevante novità: l’intenzione, anticipata ad agosto, da parte dei club, di acquistare il Meazza e le aree intorno.
Il Meazza: quanto costerà e che cosa si potrà farne – Quello che sappiamo, lo sappiamo da Sala. E sappiamo che il sindaco ha avanzato ai club soltanto una richiesta: rinunciare definitivamente ai vari “piani B”, concretizzati nelle ipotesi di uno stadio per l’Inter a Rozzano e uno per il Milan a San Donato Milanese. I club, dal canto loro, hanno invece fatto capire che, per mettere tutto nero su bianco, occorrono due risposte. Una dall’Agenzia delle Entrate, a cui ad agosto il Comune ha chiesto una valutazione economica sul Meazza, che arriverà probabilmente a febbraio. Il sindaco ha commentato che l’intenzione non sarebbe né di svendere lo stadio, né di specularci. Quando l’Agenzia avrà fatto sapere la valutazione, quella sarà la cifra che il Comune chiederà alle squadre.
La seconda risposta dovrà arrivare dalla Sovrintendenza. L’organismo ha già chiarito che, nel 2025, potrebbe avviare la pratica per porre il vincolo al secondo anello, per via delle targhe apposte sulle scalinate, che rappresentano i successi internazionali di Milan e Inter. Un “archivio esposto” che va preservato. Ma sarà necessario che Milan e Inter sappiano esattamente che cosa potranno fare e che cosa non potranno fare al Meazza, per poter stilare un progetto di rifunzionalizzazione. Una delle ipotesi più plausibili è l’abbattimento del terzo anello, ma si vedrà.
Le condizioni del consiglio comunale – Ottenute queste informazioni, i club potranno presentare il progetto del nuovo impianto, riprendendo quello di Populous con le modifiche dovute all’esito del dibattito pubblico, che qui riassumiamo: capienza da 70mila posti, mantenimento dell’attuale livello dei prezzi dei biglietti, aumento del verde (impermeabile, però) dal 18% al 50%, distanza accettabile rispetto alle case di via Tesio, soluzioni per mitigare gli impatti sonori, 40 milioni di euro di oneri di urbanizzazione destinati a riqualificare il quartiere di case popolari intorno a piazzale Selinunte.
È l’ultimo documento sullo stadio, in ordine cronologico, votato dal consiglio comunale. Sala, venerdì, commentando l’esito dell’incontro coi club, ha affermato che, dal suo punto di vista, non si riparte da zero, perché dal 2019 è stato fatto un certo lavoro e, appunto, si può ripartire “dalla delibera del consiglio comunale“: quella appena descritta, che dice sì al nuovo stadio con i paletti illustrati poco sopra. È appena il caso di ricordare che, all’epoca, era dicembre 2022, la delibera diede il via a Milan e Inter per cercare altre soluzioni, fuori città.
Il nuovo stadio di Milan e Inter, dunque, nelle intenzioni dei club sorgerà laddove siamo ormai abituati a “collocarlo“, a ovest del Meazza, verso via Tesio e il Parco dei Capitani, che verrebbe cancellato (è verde permeabile, la differenza con quello impermeabile è rilevante). Quanto al Meazza, sarà necessariamente meno “invasivo” all’occhio, quindi in parte smantellato (e questo riaprirà il tema dello smaltimento dei rifiuti e del sollevamento di Co2 per abbatterne una parte). Che farne? Probabilmente una struttura ancora adatta allo sport (si pensa al calcio femminile), che contenga il museo e altre funzioni.
Il dibattito si riaccende – Dopo questa fase, con un nuovo piano di fattibilità complessivo che comprenda il Meazza, il nuovo stadio e l’uso delle aree circostanti, la palla passerebbe nuovamente a Palazzo Marino, che darebbe il via libera. E si preannunciano mesi “infuocati“. I consiglieri da sempre contrari a costruire un nuovo stadio sono già pronti alla battaglia. Per Enrico Fedrighini (gruppo misto), “si torna a parlare dell’unico vero obiettivo che, sin dal 2019, muove i reali interessi finanziari protagonisti di questa sceneggiata. La decementificazione del suolo auspicata dall’assessore Granelli è un auspicio destinato a rimanere tale“. Per Carlo Monguzzi (Europa Verde), “le squadre cambiano idea ogni 10 giorni e giocano col Comune perché trovano un interlocutore debole e arrendevole. Cambiamo l’ordine di queste cose. Il comune, come suo dovere, detti l’indirizzo chiaro: la ristrutturazione del Meazza. Di fronte a un atteggiamento deciso, dove il Comune impegna tutto il suo peso politico, si sgonfieranno immediatamente tutti i bluff delle squadre, ridicoli perché non hanno soldi e perché in banca gli interessi sui debiti sono alti“.
Il Pd (e Azione) con Sala (e le squadre) – Il Partito democratico prova invece ad arroccarsi intorno a Sala e a quell’ultima delibera del consiglio comunale, di ormai quasi 2 anni fa, che poneva gli ultimi “paletti“. “Noi siamo ancora disponibili a ripartire da quanto stabilito in aula“, commenta la capogruppo del Pd Beatrice Uguccioni, secondo cui “gli unici punti fermi di questa complessa vicenda rimangono quelli dettati” dall’aula, che abbiamo già ricordato. Stessa posizione di Azione: “Siamo storicamente favorevoli alla nascita del nuovo impianto, come richiesto dalle squadre, con l’obiettivo che ciò determini la riqualificazione dell’intero quartiere“, il commento del segretario cittadino Francesco Ascioti.
“Mano alle tende e ai sacchi a pelo” – Ma Fedrighini e Monguzzi promettono battaglia durissima. Il primo invita a “preparare tende e sacchi a pelo, se dovessero servire“. Il secondo promette che “impediremo questo scempio ambientale” di cementificare 50mila metri quadrati di verde e assicura che “ci metteremo davanti alle ruspe“. C’è già un appuntamento, sia sulla vicenda dello stadio sia sul consumo di suolo: il 27 settembre alle cinque e mezza di pomeriggio in piazza Mercanti.
E, per Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara, consiglieri di Europa Verde, “la proposta di Milan e Inter è un ritorno al passato, sostanzialmente bocciata dalla politica milanese, sindaco compreso, e poi accantonata dagli stessi club. Quella di due stadi, uno accanto all’altro, resta ancor oggi un’ipotesi irricevibile, anzi insultante verso i milanesi che, pochi giorni fa, hanno visto la città allagata e chiedono stop al consumo di suolo e depavimentazioni, il contrario della colata di cemento che comporterebbe il progetto di Milan e Inter“.
Anche dal Partito democratico si leva qualche voce contraria all’idea del nuovo stadio. Per esempio Alessandro Giungi: “Sono anni che assistiamo a questa ridda di ipotesi, richieste, proposte. Ovviamente mi opporrò all’ipotesi di uno stadio costruito a ridosso di San Siro, per ragioni ambientali e di semplice buon senso. Immagino che sia ora che il consiglio comunale venga coinvolto e informato in maniera ufficiale su questa partita infinita“.
Centrodestra contro Sala: “Perso tempo” – I consiglieri di centrodestra, in gran parte favorevoli al nuovo stadio, accusano Sala di avere perso tempo per poi tornare all’idea iniziale. Quello dei due stadi, per il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo, “è tra i migliori progetti che si possono intraprendere e che vanno portati avanti“. Samuele Piscina, della Lega, ritiene che Sala abbia fatto “l’ennesima figuraccia: si è sempre dichiarato ottimista sulla possibile ristrutturazione dello stadio da parte delle due società, portando a casa invece un’ulteriore cocente sconfitta“.
Alessandro De Chirico, di Forza Italia, ne ha per tutti. Per Sala: “Fu lui a dire che il Comune avrebbe portato avanti un piano B sulla rifunzionalizzazione del Meazza, di cui nessuno ha mai visto nemmeno uno straccio di proposta“. E per WeBuild, autore del progetto di fattibilità gratuito che Milan e Inter hanno ora respinto: “Ne esce malissimo, senza avere mai mostrato il progetto alla città, ma commettendo errori grossolani: ad esempio affermando che si potevano svolgere i lavori d’estate a partire dall’anno prossimo senza considerare che sono già in vendita i biglietti per alcuni concerti già in programma nel 2025“. Per De Chirico, “Sala è rimasto solo e lo vedrà quando porterà un documento in aula. È un uomo solo e senza maggioranza, tolga il disturbo e si torni al voto prima“.
<<<<<<<<<<Il nuovo stadio a San Siro – Milan & Inter>>>>>>>>>>

