La sindaca Bass: “Fermiamo vandalismo e saccheggi”. Proteste anche a New York. Il presidente Usa: “In California un vero e proprio assalto alla pace”
Polizia in azione a Los Angeles – (Afp)
Ancora caos a Los Angeles. Dopo l’invio dei Marines da parte del presidente Donald Trump, la sindaca Karen Bass ha dichiarato lo stato di emergenza locale e imposto un coprifuoco notturno nel centro della città, dopo diverse notti di disordini, vandalismi e saccheggi. “Ho dichiarato un’emergenza locale e imposto un coprifuoco per fermare il vandalismo e i saccheggi nel centro di Los Angeles“, ha dichiarato ai giornalisti.
Le manifestazioni sono nate in risposta a un’ondata di arresti da parte delle autorità migratorie in una città con una significativa presenza di popolazione straniera e latinoamericana.
La misura, per tutta la notte fino alle 6 del mattino, riguarda un’area ristretta di circa 2,5 chilometri quadrati e si applica a tutti, eccetto residenti, giornalisti e operatori dei servizi di emergenza. Le proteste, inizialmente pacifiche, sono degenerate dopo il tramonto, con piccoli gruppi che hanno approfittato della confusione per danneggiare proprietà, incendiare veicoli e saccheggiare negozi.
Polizia Los Angeles: “Arresti di massa” –La polizia di Los Angeles ha annunciato dal canto suo di aver avviato arresti di massa contro gruppi di manifestanti che hanno violato il coprifuoco imposto nel centro città, dopo giorni di proteste contro la politica migratoria del governo statunitense. “Gruppi multipli continuano a radunarsi… e sono in corso arresti di massa. Il coprifuoco è in vigore“, ha scritto il dipartimento di polizia su X, senza specificare il numero di fermi effettuati.
Proteste anche a New York, oltre 80 arresti – Una manifestazione contro l’agenzia federale Ice a Lower Manhattan, nel cuore di New York, è degenerata nella notte in violenti scontri tra manifestanti e polizia, con oltre 80 arresti e scene caotiche per le strade del centro. Come riporta il New York Post, migliaia di persone si sono radunate a Foley Square per protestare contro le deportazioni in corso nella città, al grido di ‘Abolire l’Ice‘ e “cacciare l’Ice da New York“. Dopo ore di protesta pacifica, al calare del sole sono esplosi disordini, con lanci di oggetti contro gli agenti,uso di spray al peperoncino da parte della polizia e arresti brutali documentati in video.
Tra i partecipanti anche figure istituzionali come la consigliera di Brooklyn Shahana Hanif e il Public Advocate Jumaane Williams, che hanno duramente attaccato il sindaco Eric Adams per il presunto sostegno alle operazioni Ice. “Il sindaco sta collaborando con Trump per militarizzare le nostre strade“, ha dichiarato Hanif. Williams ha invece accusato la Nypd di permettere che “l’Ice rapisca persone in città“. La protesta di Manhattan si inserisce in un’ondata nazionale di mobilitazioni contro l’agenzia federale, con manifestazioni simili rilevate anche a San Francisco, Seattle e Chicago, oltre ai noti disordini prolungati a Los Angeles.
Trump – Il presidente Usa Donald Trump ha definito le proteste un’invasione da parte di un “nemico straniero” e ha ordinato l’invio di migliaia di soldati, decisione che ha innescato un duro scontro istituzionale con il governatore Gavin Newsom.
E dopo aver descritto i manifestanti come “animali” che “portano con orgoglio le bandiere di altri Paesi”, ma non la bandiera statunitense e sostenendo che sono pagati da qualcuno, alle truppe di Fort Bragg, nella Carolina del Nord, il tycoon ha detto: “Ciò a cui state assistendo in California è un vero e proprio assalto alla pace, all’ordine pubblico e alla sovranità nazionale, portato avanti da rivoltosi che sventolano bandiere straniere con l’obiettivo di continuare l’invasione straniera del nostro Paese“.
Trump ha quindi confermato l’intenzione di estendere a livello nazionale le operazioni di espulsione di massa già attuate a Los Angeles, nonostante le forti proteste. “Li stiamo mandando via e continueremo a farlo“, ha dichiarato alla stampa, avvertendo che le eventuali manifestazioni contro la linea dell’amministrazione “saranno affrontate con forza pari o superiore“.
Trump ha difeso quindi la repressione delle proteste con un messaggio chiaro al resto del Paese: “Se non avessimo reagito con forza, le rivolte si sarebbero diffuse ovunque“. La nuova offensiva sugli arresti da parte dell’Icearriva dopo pressioni interne, guidate dal vice capo di gabinetto Stephen Miller, per accelerare le deportazioni e colmare le lacune rispetto agli obiettivi dichiarati durante la campagna elettorale.
Il presidente americano ha inoltre avvertito che eventuali manifestanti durante la parata militare di sabato a Washington saranno affrontati con “una forza molto pesante“. La parata, organizzata per celebrare i 250 anni dell’Esercito statunitensee coincidente con il 79º compleanno di Trump, sarà accompagnata da imponenti misure di sicurezza, tra cui barriere già installate attorno alla Casa Bianca. Rivendicando lo spirito patriottico dell’iniziativa, Trump ha dichiarato: “Se non avessimo vinto la Seconda guerra mondiale, oggi parlereste tedesco o giapponese. Sarebbe una combinazione dei due“.
E, interpellato sulla possibilità di invocare l’Insurrection Actper rispondere alle proteste, ha ribadito che “se c’è un’insurrezione, lo farei certamente”.
Washington Post: “Anche italiani’ tra i 9mila migranti mandati a Guantanamo” Secondo il Washington Post l’amministrazione Trump si sta preparando ad avviare il trasferimento potenziale di migliaia di stranieri, illegalmente negli Stati Uniti, nella base militare di Guantanamo, a Cuba. Le operazioni dovrebbero iniziare in settimana e dovrebbero coinvolgere anche cittadini italiani. Il quotidiano afferma che “gli stranieri sotto esame” provengono anche da “nazioni europee alleate“.
In Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna scatteranno le prime limitazioni nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30
A partire dal 1° ottobre 2025, in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna scatteranno le prime limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, per contrastare l’inquinamento atmosferico. Non ovunque e non sempre: solo nei comuni con popolazione superiore ai 30mila abitanti, nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30 da ottobre ad aprile.
Il blocco interesserà «7 milioni di veicoli e più di 100mila veicoli Euro 5 solo a livello commerciale» spiega il ministro dei trasporti Matteo Salvini che si schiera per «scongiurare il blocco» che «sarebbe, soprattutto nella pianura Padana, causa di enormi problemi famigliari, lavorativi e commerciali». Il vicepremier è già personalmente al lavoro per «un emendamento da inserire nel decreto Infrastrutture per evitare il blocco».
Quali sono le auto allo stop – Le restrizioni, valide ogni annotra il 1° ottobre e il 31 marzo, riguarderanno auto e veicoli commerciali diesel delle categorie N1 (furgoni piccoli, van aziendali, pick-up), N2 (camion medi, furgoni cassonati grandi, autocarri) e N3 (camion pesanti, TIR, mezzi per logistica e cantieri). Le auto Euro 5 sono quelle immatricolate tra il 2011 e il 2015. Per controllare a quale classe ambientale appartiene il proprio veicolo bisogna consultare il libretto di circolazione alla voce V.9. I blocchi si applicheranno nei comuni con oltre 30 mila abitanti.
Le fasce orarie – Qualora lo stop andasse in porto, riguarderebbe i giorni feriali (quindi da lunedì a sabato) dalle ore 8 alle ore 18.30 ogni anno, dal 15 settembre al 15 aprile (la prima volta, come detto, si partirebbe il 1° ottobre 2025). Il numero di auto coinvolte sarebbe considerevole: in Piemonte sarebbero circa 250mila i veicoli fermi che rappresentano circa l’8% delle auto in circolazione mentre in Veneto lo stop sarebbe ancora peggiore con più di 350 mila vetture ferme.
Nuovi piani per la qualità dell’aria – Entro dodici mesi dall’entrata in vigore del decreto legge 12 settembre 2023, n. 121, le quattro Regioni dovranno aggiornare i propri piani di qualità dell’aria, integrando i nuovi limiti e valutando i risultati delle misure già in atto. Dal 1° ottobre 2025, il blocco dei diesel Euro 5 diventerà parte integrante di questi piani regionali.
Salvini: «Impegnati per evitare blocco» – «Sto lavorando personalmente a unemendamento da inserire nel decreto infrastruttureche è in arrivo al Parlamento per evitare questo blocco che sarebbe, soprattutto nella pianura Padana, causa di enormi problemi famigliari, lavorativi e commerciali». Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso il suo impegno per evitare il blocco nel suo intervento al direttivo Alis. Il blocco interesserà «7 milioni di veicoli e più di 100mila veicoli Euro 5 solo a livello commerciale. La transizione va accompagnata non va imposta con blocchi o divieti», ha aggiunto Salvini.
L’assessore all’Ambiente e Clima della Lombardia Giorgio Maione ha spiegato: «Non possiamo essere i soli in Europa con un blocco che coinvolgerebbe più di mezzo milione di veicoli. Bisognariaprire la discussione con Bruxelles e Roma per trovare più risorse e soluzioni condivise».
Stop dall’Ue alle auto diesel euro 5: da ottobre fermi oltre un milione di veicoli
I veicoli a gasolio immatricolati tra il 2011 e il 2015 non potranno più circolare nei comuni con più di 30 mila abitanti. Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto le regioni interessate
Arriva il blocco delle auto diesel euro 5. Dal primo ottobre, in linea con quanto previsto dal decreto legge 12 settembre 2023, n.121, oltre un milione di veicoli, in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, saranno costretti a fermarsi. Il provvedimento riguarda solo i comuni con più di 30 mila abitanti, è valido nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30, e il termine è fissato per il 15 aprile 2026. Continuerà a riprendere il suo corso dopo la stagione estiva, a partire da settembre dello stesso anno, con limitazioni ancora da definire.
Quali auto saranno costrette a fermarsi – Lo stop riguarda le auto diesel euro 5 immatricolate negli anni tra il 2011 e il 2015. Con il termine euro riferito alle auto si identifica quale normativa è stata usata per omologare la vettura e il rispettivo limite massimo di emissioni di Co2. Veneto e Lombardia saranno le regioni più colpite:in Veneto i motori di più di 340 mila veicoli resteranno spenti, in Lombardia raggiungono i 484 mila.
Le cause vanno imputate all’eccessivo inquinamento atmosferico presente nella Pianura Padana; l’obiettivo perseguito è la riduzione dei livelli di anidride carbonica e delle polveri sottili.
Agli automobilisti che non possono cambiare auto, le regioni consentono di installare il dispositivo Move-In, in grado di tracciare gli spostamenti consentendo ai proprietari di percorrere solo un certo numero di chilometri all’anno, senza limiti di giorni o orari.
Salvini: «Follia della Commissione von der Leyen» – Non si è fatto attendere il commento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che definisce il provvedimento «una delle follie della Commissione von der Leyen». L’esecutivo starebbe cercando soluzioni alternative con un minor impatto sulla quotidianità di milioni di lavoratori. Il Governo si sarebbe già attivato per preparare un emendamento al fine di fermare il blocco.
«Siamo al lavoro per annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel. È una delle follie della Commissione von der Leyen, che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal», dichiara Matteo Salvini. «I cittadini il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli, questi sono i problemi veri. Il consumatore non vuole l’elettrico. Al momento a decidere deve essere il mercato».
Manifestanti in piazza da New York a Dallas. Mobilitati 1.700 soldati e 700 Marines. Granate stordenti e proiettili di gomma a Los Angeles
Si sta allargando, negli Stati Uniti, la protesta contro la politica sull’immigrazione del presidente americano Donald Trump e i raid contro i migranti. Dopo Los Angeles, dove si sono registrati scontri con le forze dell’ordine, i manifestanti sono scesi in piazza in diverse altre città americane, tra cui San Francisco, New York, Atlanta,Seattle, Dallas e Louisville. Secondo quanto riporta la Cnn, la polizia ha arrestato “diverse” persone a New York ealmeno 150 persone a San Francisco.
A Los Angeles ”granate stordenti e proiettili di gomma’‘ sono stati lanciati dalla polizia americana contro circa mille manifestanti, riportano la Cnn e la Nbc, spiegando che tra coloro che manifestavano c’era chi sventolava bandiere messicane e due americane capovolte, in segno di soccorso. I manifestanti hanno urlato ”protesta pacifica” mentre venivano attaccati dagli agenti, riferisce la Nbc News.
Per sedare la protesta, l’esercito americano spiega che sono stati mobilitati nell’area metropolitana di Los Angeles circa 1.700 soldati della Guardia nazionale e 700 Marines. La task force militare sta “proteggendo il personale e le proprietà federali nell’area metropolitana di Los Angeles“, ha affermato il Comando settentrionale degli Stati Uniti, noto come Northcom. In totale, ci sono 2.100 soldati della Guardia Nazionale nella task force, chiamata Task Force 51, insieme ai 700 Marines, ha affermato l’esercito.
Una troupe della Cnn è stata scortata dalla polizia fuori dalla zone delle proteste a Los Angeles e due membri della sicurezza dell’emittente sono stati fermati e poi rilasciati, senza conoscere le accuse a loro carico, riporta la Cnn. Secondo il Los Angeles Press Club e Reporter sans frontieres,i giornalisti sono stati attaccati 27 volte durante le proteste di Los Angeles.
Trump invia altre migliaia di truppe a Los Angeles mentre il sindaco afferma che la città viene usata come “esperimento”
I leader della California condannano il presidente “autoritario” mentre continuano le manifestazioni contro i raid sull’immigrazione a Los Angeles e altrove
Lunedì l’amministrazione Trump ha schierato circa 4.000 membri della guardia nazionale a Los Angeles in risposta alle proteste contro i raid sull’immigrazione, in una straordinaria mobilitazione di truppe contro i residenti degli Stati Uniti che i leader della California hanno definito “autoritaria”.
Le tensioni tra il governo federale e la seconda città più grande del paese sono aumentate drasticamente nel fine settimana, con i residenti scesi in piazza per protestare contro una serie di brutali repressioni contro le comunità di immigrati. Le incursioni nella regione hanno colpito lavoratori del distretto tessile , braccianti e ristoranti , e il presidente di un importante sindacato californiano è stato arrestato dagli agenti federali mentre prestava servizio come osservatore comunitario durante gli arresti dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice).
Nonostante i gas lacrimogeni e altre munizioni utilizzati durante il fine settimana, i manifestanti hanno continuato a manifestare lunedì e le famiglie degli immigrati detenuti hanno implorato il rilascio dei loro cari.
Inizialmente l’amministrazione Trump aveva dichiarato che 2.000 membri della guardia nazionale sarebbero stati inviati a Los Angeles, ma il governatore della California Gavin Newsomha dichiaratolunedì sera di essere stato informato che i funzionari federali avrebbero inviato altri 2.000 soldati, sebbene abbia affermato che finora ne erano stati schierati solo 300, mentre i restanti “si trovano, inutilizzati, negli edifici federali senza ordini“. Le autorità federali hanno anche affermato che l’esercito avrebbe inviato circa 700 marine , segnando un dispiegamento eccezionalmente raro rivolto a persone in patria.
Proteste per lo più pacifiche contro Ice si sono diffuse in tutto il paese lunedì, anche a New York , Chicago , Dallas e San Francisco , dove centinaia di persone si sono radunate in serata per una marcia attraverso il quartiere Mission, storicamente latinoamericano della città. Ad Austin, i dimostranti hanno marciato fuori da un centro di lavorazione di Ice, scandendo slogan come “Basta Ice” e mostrando cartelli con la scritta “Nessun essere umano è illegale“. Nel centro di Los Angeles, l’American Civil Liberties Union (ACLU) ha tenuto una manifestazione per chiedere la fine delle incursioni di Ice. Le proteste intermittenti sono continuate fino a sera, mentre la polizia ha usato proiettili di gomma per disperdere una folla di diverse centinaia di persone radunate vicino all’edificio federale.
Gli attivisti si sono anche mobilitati a sostegno di David Huerta, presidente del SEIU California e del SEIU-USWW, arrestato venerdì e inizialmente ricoverato in ospedale. Huerta è stato accusato di cospirazione per ostacolare un agente, accusa che potrebbe comportare una pena detentiva di sei anni, ed è stato rilasciato lunedì, dichiarando ai giornalisti : “Questa lotta è nostra, è della nostra comunità, ma appartiene a tutti. Dobbiamo tutti lottare per loro“.
Le tensioni sono aumentate quando la California ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump, contestando il dispiegamento federale della guardia nazionale statale nonostante le obiezioni di Newsom. Nel frattempo, lo zar di frontiera di Trump, Tom Homan, aveva minacciato di arrestare Newsom e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, una mossa che il governatore ha definito “un passo inequivocabile verso l’autoritarismo“.
Newsom ha sfidato l’amministrazione a dare seguito alle minacce, spingendo Trump a rispondere : “Lo farei anch’io se fossi Tom. Penso che sia fantastico“.
Proteste di lunedì contro la detenzione di David Huerta. Foto: Daniel Cole/Reuters
Trump, che si è congratulato con le truppe della guardia nazionale per l'”ottimo lavoro” svolto prima del loro arrivo in città, ha affermato che senza di loro Los Angeles sarebbe stata “completamente distrutta“.
Homan ha dichiarato a Fox News che Ice “ha tolto un sacco di gente cattiva dalla strada“. Ha affermato, senza fornire dettagli, di aver arrestato membri di gang e persone con gravi condanne penali, ma ha anche ammesso che Icestava trattenendo immigrati senza precedenti penali.
La causa della California , presentata nella tarda serata di lunedì contro Trump e Pete Hegseth, il suo segretario alla difesa, afferma che il presidente ha “sfruttato una protesta che le autorità locali avevano sotto controllo per compiere un altro tentativo di presa di potere senza precedenti… a scapito della sovranità dello Stato della California e ignorando l’autorità e il ruolo del governatore come comandante in capo della guardia nazionale dello Stato“.
La causa, che mira a impedire al Dipartimento della Difesa di schierare la Guardia Nazionale dello Stato, afferma che non vi è stata alcuna “ribellione” o “insurrezione” a Los Angeles. La California ha anche affermato che durante i raid, gli agenti dell‘Ice “hanno intrapreso azioni che hanno infiammato le tensioni e provocato proteste” e “scatenato il panico“. La California ha osservato che l’Ice ha isolato intere strade intorno agli edifici presi di mira, ha utilizzato veicoli blindati non contrassegnati con equipaggiamento paramilitare e non si è coordinata con le forze dell’ordine di Los Angeles.
Guardian graphic
Rob Bonta, il procuratore generale della California che ha intentato la causa, ha affermato che il presidente stava “cercando di creare caos e crisi sul campo per i propri fini politici“.
Sempre lunedì, le famiglie prese di mira dai recenti raid hanno preso la parola . Trabajadores Unidos Workers United, un’organizzazione per i diritti degli immigrati, ha tenuto una conferenza stampa all’esterno di Ambiance Apparel, un magazzino del distretto tessile razziato venerdì.
Una donna ha affermato di aver assistito al raid in cui suo padre è stato “rapito da Ice“, aggiungendo: “Quello che è successo non è stato giusto. Non è stato legale. In questo Paese, abbiamo tutti diritto a un giusto processo… Ho visto con i miei occhi il dolore delle famiglie, che piangevano, urlavano, non sapevano cosa fare“.
Yurien Contreras ha dichiarato che la sua famiglia non ha più avuto contatticon il padre, Mario Romero, da quando è stato rapito: “Ho visto come hanno ammanettato mio padre, lo hanno incatenato alla vita e alle caviglie”. Gli avvocati dell’Immigrant Defenders Law Center (ImmDef) hanno scoperto che gli immigrati fermati a Los Angeles sono stati inizialmente trattenuti nel seminterrato di un edificio federale, sostenendo che sono stati negati loro cibo, acqua o un letto per più di 12 ore
Il sindaco Bass ha affermato che Los Angeles è una “città orgogliosa di immigrati” e ha condannato fermamente i raid, dichiarando ai giornalisti lunedì sera che alla maggior parte delle persone arrestate è stato negato l’accesso agli avvocati e che molte sono “scomparse” in località sconosciute. “Non posso sottolineare abbastanza il livello di paura e terrore che regna ad Los Angeles“, ha dichiarato, aggiungendo che non tollererebbe che la Casa Bianca usasse Los Angeles come “caso di prova” per questo tipo di repressione federale.
Bass ha anche condannato gli atti di vandalismo e ha affermato che i manifestanti sarebbero statiarrestati per atti “violenti“. Lunedì, il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha dichiarato che sabato sono state arrestate 29 persone per “mancata dispersione” e che domenica sono stati effettuati altri 21 arresti per una serie di accuse , tra cui saccheggio, tentato omicidio con molotov e aggressione a un agente.
Gli attivisti per i diritti civili hanno criticato la risposta militarizzata delle forze dell’ordine locali, tra cui il LAPD, che ha una storia di ferimento di manifestanti, a volte con conseguenti costosi risarcimenti . Diversi giornalisti sono rimasti feriti durante le proteste, con un reporter australiano domenica colpito da un proiettile di gomma a distanza ravvicinata mentre filmava un servizio.
“Quando i residenti si uniscono per esercitare i loro diritti sanciti dal Primo Emendamento, spesso il Dipartimento di Polizia di Los Angeles risponde con una dimostrazione di forza“, ha affermato Sergio Perez, direttore esecutivo del Center for Human Rights and Constitutional Law, un gruppo di supporto legale, presente alle proteste. “Quando ci si presenta in tenuta antisommossa e con equipaggiamento paramilitare, si introduce in una situazione già dinamica un elemento di instabilità che ne aggrava ulteriormente la situazione“.
Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha dichiarato che gli agenti hanno sparato più di 600 proiettili di gomma durante il fine settimana. Migliaia di persone hanno protestato domenica, radunandosi attorno al municipio e a un centro di detenzione federale e, a un certo punto, occupando un’autostrada.
Jim McDonnell, il capo del LAPD, ha affermato che quando gli agenti sparano ai manifestanti, usano “munizioni mirate“, ma ha aggiunto: “Questo non significa che colpiscano sempre il bersaglio“. Ha detto di essere “molto preoccupato” per il filmato di un giornalista colpito da una munizione.
Riguardo all’invio dei marines in città, ha affermato che il suo dipartimento non era stato formalmente informato e che il loro arrivo avrebbe rappresentato una “significativa sfida logistica e operativa“. Bass ha affermato che le truppe della Guardia Nazionale stavano semplicemente sorvegliando due edifici: “Hanno bisogno dei marines sopra? Non capisco“.
Hegseth, nel frattempo, ha affermato che i marines erano necessari per “ripristinare l’ordine” e “difendere gli ufficiali federali delle forze dell’ordine“.
La federalizzazione delle truppe della Guardia Nazionale da parte di Trumpè la prima volta che un presidente americano esercita un tale potere dai disordini di Los Angeles del 1992, quando scoppiò una violenta reazione all’assoluzione di quattro agenti di polizia bianchi per aver brutalmente picchiato l’automobilista nero Rodney King. È stato anche il primo dispiegamento senza l’esplicita richiesta del governatore dal 1965.
La contea di Los Angeles ospita3,5 milioni di immigrati, che rappresentano un terzo della popolazione. Le manifestazioni si verificano mentre la Casa Bianca intensifica aggressivamente i controlli sull’immigrazione con detenzioni di massa in strutture sovraffollate , un nuovo divieto di viaggio , una forte repressione degli studenti internazionali ed espulsioni affrettate senza un giusto processo .
Perez, del gruppo di supporto legale, ha sottolineato come gli immigrati siano profondamente radicati nel tessuto sociale di Los Angeles, rendendo inevitabili le rivolte contro i raid: “Quando una città come questa è bersaglio di un raid sull’immigrazione da parte di un’amministrazione come questa, ci si trova ad affrontare una massiccia e popolare manifestazione di resistenza“.
Il fatto si è verificata nell’istituto Borg nella Dreischuetzengasse. Diversi i feriti
Sarebbe salito a 9 il bilancio delle vittime nella sparatoria avvenuta questa mattina poco prima delle ore 10 in una scuola di Graz. Lo riferisce il sito oe24.at. Diversi sono anche i feriti. Secondo le prime informazioni, adaprire il fuoco sarebbe stato uno studente che poi si sarebbe ucciso in un bagno dell’istituto.
La sparatoria si è verificatanell’istituto Borg nella Dreischuetzengasse. La polizia ha lanciato una vasta operazione.
Si considerava vittima di bullismolo studente che oggi ha fatto una strage nella sua scuola di Graz.
Alla scuola superiore Borg, che si trova nel quartiere Lend della seconda città austriaca, sono intervenute diverse squadre di agenti di polizia e l’unità speciale Cobra. Secondo a fonti della polizia, l’allarme è scattato interno alle ore 10 di questa mattinadopo che sono stati uditi degli spari provenienti alla scuola. L’edificio è stato sottoposto a perquisizioni.
A seguito della sparatoria avvenuta questa mattina alla scuola superiore Borg a Graz, il cancelliere Christian Stocker, il vice Andreas Babler e il ministro degli Esteri Beate Meinl-Reisinger hanno annullato tutti gli appuntamenti, in particolare la conferenza stampa di questa mattina per fare il punto sui ‘100 giorni di governo‘. Il ministro dell’Interno, Gerhard Karner è in viaggio verso Graz.
Migliaia di persone scendono in piazza a Los Angeles per protestare contro i raid dell’Ice e l’invio di truppe della Guardia Nazionale da parte del presidente.
Domenica a Los Angeles, i manifestanti si oppongono alle politiche di Trump. Fotografia: Étienne Laurent/AFP/Getty Images
Migliaia di abitanti di Los Angeles hanno invaso le strade intorno al municipio, al tribunale federale e a un centro di detenzione dove sono trattenuti i manifestanti arrestati giorni prima. Hanno anche bloccato un’importante autostrada.
Vocale e chiassosa, la folla per gran parte della giornata è stata per lo più pacifica. Ma la tensione è esplosa più volte. Domenica pomeriggio, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere gruppi di manifestanti radunati vicino al centro di detenzione. E in serata, gli agenti hanno sparato una serie di granate stordenti nel tentativo di respingere i manifestanti lungo le rampe di uscita dell’autostrada. I vertici della polizia di Los Angeles hanno dichiarato che gli agenti sono stati colpiti da fuochi d’artificio commerciali e da pietre lanciate contro di loro.
La decisione di Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Los Angeles, contro la volontà delle autorità statali e locali, ha sconvolto la politica americana. Il governatore della California, Gavin Newsom , e altri governatori democratici hanno duramente criticato la decisione, descrivendola come un “allarmante abuso di potere“. Newsom ha chiesto all’amministrazione di revocare lo schieramento “illegale“.
“Questa è una grave violazione della sovranità statale: alimenta le tensioni e sottrae risorse da dove sono effettivamente necessarie. Revocate l’ordinanza. Restituite il controllo alla California“, ha dichiarato Newsom.
La decisione ha segnato una sorprendente escalation nella vasta repressione degli immigrati, in seguito ai raid in tutto il Paese che hanno scatenato proteste.
La federalizzazione delle truppe della Guardia Nazionale da parte di Trumpè la prima volta cheun presidente americano esercita un tale potere dai disordini di Los Angeles del 1992. All’epoca, scoppiò una violenza diffusa in risposta all’assoluzione di quattro agenti di polizia bianchi per aver brutalmente picchiato l’automobilista nero Rodney King.
Entro domenica mattina, circa 300 soldati della Guardia Nazionale erano stati schierati in città. All’inizio della giornata, due dozzine di loro si sono presentati alle troupe televisive fuori dal complesso federale, come se fossero intenti solo a posare per le fotografie.
Guardia nazionale, polizia e manifestanti si sono radunati fuori da un carcere del centro di Los Angeles domenica. Fotografia: Spencer Platt/Getty Images
Nel pomeriggio, migliaia di manifestanti si erano radunati in centro. I manifestanti del centro di detenzione metropolitano si sono scontrati pacificamente con i soldati della Guardia Nazionale pesantemente armati.
“Non abbiamo paura di voi!“, ha urlato John Parker, un organizzatore della protesta armato di megafono. Uno dei tanti striscioni esposti recitava: “Guardia Nazionale LOL“. Graffiti con le scritte “Fanculo l’ICE“, “LAPD può farcela” e “Uccidere tutti i poliziotti” ricoprivano ogni edificio e muro nelle immediate vicinanze.
La polizia di Los Angeles ha dichiarato la protesta un “raduno illegale” , ordinando a tutti coloro che si trovavano nella zona di andarsene, altrimenti sarebbero stati arrestati.
Tuttavia, le proteste sono continuate per ore. La polizia ha riferito di aver arrestato diverse persone. Gli agenti hanno iniziato a pattugliare la zona a cavallo. La polizia stradaledella California ha cercato di allontanare le persone dalla vicina autostrada 101.
Si sentivano scoppiettii nell’area mentre i manifestanti gridavano “Tornate a casa” e “Vergogna“. Giornalisti e manifestanti sarebbero stati colpiti da proiettili. La polizia di Los Angeles ha dichiarato che due agenti sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti da motociclisti che cercavano di “sfondare una linea di schermaglia“.
Nel pomeriggio si sono verificati episodi isolati di vandalismo: graffiti su edifici e veicoli, e un manifestante che ha danneggiato lo specchietto retrovisore di un’auto parcheggiata che aveva incrociato. Una fila di auto senza conducente Waymo dipinte con vernice spray, una delle quali con il parabrezza rotto, è stata successivamente incendiata.
Domenica sera, la tensione era aumentata. I manifestanti continuavano a ostruire l’autostrada anche dopo che le autorità avevano tentato di sgomberarla con la forza, lanciando rifiuti e pietre contro la polizia.
Newsom e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, avevano esortato i manifestanti per tutta la giornata a mantenere un atteggiamento pacifico, e domenica sera hanno ribadito il loro appello.
“Protestare è giusto, ma non è giusto che ci sia violenza“, ha affermato Bass.
Il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles, Jim McDonnell, domenica sera ha definito la violenza “disgustosa“. McDonnell ha affermato che gli agenti sono stati bersagliati con pietre e colpiti con fuochi d’artificio commerciali.
Ha affermato che coloro che sono coinvolti nella violenza non sono tra le persone che manifestano contro i raid sull’immigrazione, ma sono “persone che lo fanno continuamente“.
McDonnell ha affermato che inizialmente non avrebbe richiesto l’intervento della Guardia Nazionale. Ma, ha aggiunto, “guardando stasera, la situazione è sfuggita di mano“.
In precedenza, domenica, Bass aveva affermato che l’impiego della guardia nazionale era “l’ultima cosa di cui Los Angeles aveva bisogno”, aggiungendo di aver scoraggiato l’amministrazione dal farlo.
“Speravo di evitare che questa situazione si ripetesse“, ha detto Bass. “La nostra città sta ancora cercando di riprendersi dagli incendi.”
“Non abbiamo bisogno di vedere la nostra città fatta a pezzi“, ha affermato, aggiungendo che la gente è “terrorizzata“.
“Leadership folle e inaffidabile”: i democratici condannano l’invio della guardia nazionale di Trump a Los Angeles – video
La mossa di Trump è stata seguita dalla minaccia di un’escalation ancora maggiore. Il Comando Settentrionale degli Stati Uniti ha dichiarato in un comunicato che circa 500 marines di Twentynine Palms, in California , a circa due ore a est di Los Angeles, sono “pronti a schierarsi qualora fosse necessario per rafforzare e supportare le attività del Dipartimento della Difesa a protezione delle proprietà e del personale federali“.
In precedenza, Pete Hegseth, segretario alla Difesa di Trump, aveva sollevato la possibilità di inviare i marines statunitensi nelle strade di Los Angeles.
Newsom ha definito “folle” l’eventuale dispiegamento dei marines statunitensi.
Lui e altri leader californiani hanno ribadito con fermezza che le forze dell’ordine locali hanno risposto adeguatamente alle proteste di venerdì e sabato. “Le forze dell’ordine della città e della contea di Los Angeles stanno salvaguardando la sicurezza pubblica e, come dimostrato dalla vigorosa risposta delle forze dell’ordine di ieri sera a protezione delle strutture federali, le risorse delle forze dell’ordine locali sono sufficienti a mantenere l’ordine“, ha scritto Newsom a Hegseth.
Kristi Noem , segretaria del Dipartimento della Sicurezza Interna, ha criticato la posizione di Newsom durante il programma “Face the Nation” della ABC. Ha affermato: “Se avesse fatto il suo lavoro, la gente non si sarebbe fatta male negli ultimi due giorni… Il governatore Newsom ha dimostrato di prendere decisioni sbagliate“.
Il senatore indipendente del Vermont Bernie Sanders ha definito la situazione una minaccia per la democrazia statunitense.
“Abbiamo un presidente che sta rapidamente trascinando il Paese verso l’autoritarismo“, ha dichiarato alla CNN. “Non crede nello stato di diritto“.
In una dichiarazione congiunta , domenica i governatori democratici hanno condannato l’impiego della guardia nazionale della California da parte di Trump, definendolo un “allarmante abuso di potere”.
Le tensioni a Los Angeles erano iniziate venerdì, quando i manifestanti si erano scontrati con le forze dell’ordine impegnate in retate per l’immigrazione in diverse località del centro della città.
Sabato, le autorità per l’immigrazione degli Stati Uniti hanno esteso i controlli a Paramount, un’area a maggioranza latina a sud-est di Los Angeles, e hanno incontrato ulteriori proteste all’esterno di un parco industriale.
Domenica i manifestanti bloccano l’autostrada 101 vicino al centro di detenzione di Los Angeles. Foto: Eric Thayer/AP
Si è sviluppato uno scontro tra il personale della polizia di frontiera in assetto antisommossa e maschere antigas e i manifestanti. Mentre le dimostrazioni proseguivano, le forze dell’ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni e i manifestanti hanno anche lanciato oggetti contro di loro. Almeno un’auto è stata data alle fiamme.
Trump ha poi promesso di inviare la guardia nazionale.
Newsom ha immediatamente condannato la mossa: “Il governo federale sta prendendo il controllo della Guardia Nazionale della California e sta schierando 2.000 soldati a Los Angeles, non perché ci sia carenza di forze dell’ordine, ma perché vogliono uno spettacolo“, ha dichiarato in seguito Newsom. “Non dategliene uno“.
Trump ha promesso da tempo retate di massa contro l’immigrazione in tutti gli Stati Uniti, dopo aver condotto la campagna elettorale dell’anno scorso in parte sul sentimento anti-immigrazione. Da quando è tornato al potere, le retate dell’Ice sono aumentate, prendendo di mira in particolare alcune aree tradizionalmente lasciate incustodite, come i tribunali, dove gli immigrati potrebbero assistere alle udienze.
Una deputata democratica è stata informata che gli ufficiali dell’immigrazione potrebbero essere presenti inCalifornia in numero maggiore per un mese.
Nanette Barragán, la rappresentante degli Stati Uniti che ha la Paramount nel suo collegio elettorale, ha affermato che le è stato chiesto di prepararsi a una grande presenza di Iceagents inCalifornia.
“Ci è stato detto di prepararci per 30 giorni di applicazione delle misure. Trenta giorni di applicazione delle misure dell’Ice“, ha detto Barragán alla CNN, aggiungendo che la loro presenza “aggraverà la situazione“
Ieri si era diffusa la notizia ma non c’erano conferme ufficiali. Le autorità Usa hanno poi confermato il fatto in tarda serata (italiana)
Le autorità degli Stati Uniti hanno confermato l’ arresto, avvenuto a Las Vegas, e poi il rilascio dell’influencer e TikToker italo-senegalese Khaby Lame. La notizia inizialmente diffusa da un post su X di Bo Loudon, influencer conservatore amico di Barron Trump, figlio del presidente americano, è stata poi confermata dall’Ice (‘Immigration and Customs Enforcement) che ha aggiunto che Lame è stato poi rilasciato e ha già “lasciato” gli Stati Uniti.
Loudon definisce Lame “un TikToker di estrema sinistra, che ho segnalato come immigrato illegale”. Nel post di Loudon viene fornito anche un numero di identificazione per i detenuti dell’Internal Security Agency. Lame sarebbe stato fermato per “aver superato i termini del suo visto”.
Cosa era successo ieri: la diffusione della notizia e poi le storie su Instagram di Khaby Lame – Nel pomeriggio di ierila notizia sembrava falsapoiché diverse storie erano state pubblicate sull’account Instagram dell’influencer e tiktoker italo-senegalese Khaby Lame. In una delle storie si vede una foto scattata in una libreria in un reparto dedicato ai manga, nella successiva vengono fatti gli auguri di buon compleanno all’ex calciatore brasiliano Cafu, e nell’ultima, pubblicata circa mezz’ora fa, vengono fatti gli auguri in occasione della festività musulmana dell’Eid al-Adha, la festa del sacrificio.
L’account Instagram di Khaby Lame, @khaby00, conta 80,4 milioni di follower.
Sabato 07 giugno 2025
Voci su arresto di Khaby Lame in Usa, ma non ci sono conferme
Circola sui social degli Stati Uniti, in particolare di area trumpiana, la notizia dell’arresto a Las Vegas da parte dell’Immigrazione americana di Khaby Lame, il content creator e influencer italo-senegalese da milioni di follower.
Al momento tuttavia non ci sono conferme ufficiali né commenti da parte dell’entourage del tiktoker. Tutto sarebbe nato da un post su X di Bo Loudon, amico di Barron Trump, il più giovane dei figli del presidente americano, che definisce Khaby Lame “un tiktoker di estrema sinistra“, sostenendo di averlo “segnalato come immigrato illegale“
Loudon fornisce inoltre un presunto codice per i detenuti del Dipartimento della sicurezza interna, che però non corrisponde ad alcun risultato.
Al momento però non ci sono conferme ufficiali. Sembra sia stato segnalato come “immigrato illegale” e “di estrema sinistra”
Dagli Stati Uniti rimbalzano voci sul presunto arresto, che sarebbe avvenuto a Las Vegas, dell’influencer e TikToker italo-senegalese Khaby Lame. La notizia è nata da un post su X di Bo Loudon, influencer conservatore amico di Barron Trump, figlio del presidente americano. Loudon definisce Lame “un TikToker di estrema sinistra, che ho segnalato come immigrato illegale”.
Nel post di Loudon viene fornito anche un numero di identificazione per i detenuti dell’Internal Security Agency. Al momento però non ci sono conferme ufficiali e, al presunto codice fornito da Loudon, non corrisponde alcun risultato, così come la ricerca in anagrafica.
TikTok star Khaby Lame receives a T-shirt from UNICEF Regional Director for West and Central Africa Gilles Fagninou after being named UNICEF Goodwill Ambassador Friday, Jan. 31, 2025 in Dakar, Senegal. (AP Photo/Sylvain Cherkaoui) Traduzione Google: La star di TikTok Khaby Lame riceve una maglietta dal Direttore Regionale dell’UNICEF per l’Africa occidentale e centrale Gilles Fagninou dopo essere stata nominata Ambasciatrice di Buona Volontà dell’UNICEF, venerdì 31 gennaio 2025 a Dakar, Senegal. (AP Photo/Sylvain Cherkaoui)
A febbraio Khaby Lame nominato ambasciatore Unicef – Khaby Lame, l’influencer di TikTok da oltre 162 milioni di follower, è stato nominato ambasciatore di buona volontà dell’Unicef nel febbraio 2025.La nomina di Lame al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia è arrivata al termine di una visita di quattro giorni in Senegal, dove ha incontrato bambini e giovani che stanno portando cambiamenti positivi nelle loro comunità. L’influencer ventiquattrenne è diventato famoso grazie ai suoi video in cui reagiva, senza dire una parola, a scene della vita quotidiana. Il suo seguito è aumentato durante la pandemia da Covid-19, quando è stato licenziato dal suo lavoro in fabbrica e ha usato il tempo libero per realizzare e caricare altri post.Lame si è trasferito in Italia dal suo Paese natale, il Senegal, quando era ancora un bambino con i suoi genitori, ma ha ottenuto la cittadinanza italiana solo all’età di 20 anni.
Chi è Khaby Lame: nel 2022 a Chivasso ottenne la cittadinanza onoraria – “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”. Con questa formula, Khabane Serigne Lame, conosciuto come il tiktoker Khaby Lame, è diventato nel 2022 cittadino italiano. Il giuramento è stato pronunciato davanti all’Ufficiale di Stato Civile a Chivasso.
Khaby è stato omaggiato da parte dell’amministrazione comunale di una copia della Costituzione della Repubblica Italiana, della spilla della Città di Chivasso e di una riproduzione de ‘La vaccinazione nelle campagne’ del pittore dell’Ottocento Demetrio Cosola. “Mi sentivo italiano anche prima di oggi, però ora sono ufficialmente italiano anche sulla carta” ha commentato il tiktoker.
Continuano le proteste nella metropoli. La polizia ha utilizzato per il secondo giorno consecutivo i lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti
RINGO CHIU / AFP – Scontri a Los Angeles
Ancora proteste e scontri nell’area di Los Angeles dopo i raid delle autorità per l’immigrazione. Almeno 30 agenti con equipaggiamento antisommossa e maschere antigas si sono posizionati di fronte a un Home Depot a Paramount, a sud di Los Angeles. Il dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles ha dichiarato di essere sul posto “per aiutare a mantenere la pace, ma senza essere coinvolto in fermi o arresti” e ha invitato i manifestanti a disperdersi. Successivamente, però, la polizia ha effettuato alcuni arresti e ha utilizzato per il secondo giorno consecutivo i lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti, alcuni dei quali sventolavano una bandiera messicana.
“Se il governatore della California, Gavin Newscum, e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, non possono fare il loro lavoro, cosa che tutti sanno che non possono fare, allora il governo federale interverrà e risolverà il problema delle rivolte e dei saccheggiatori nel modo in cui dovrebbe essere risolto!!!“. Lo ha scritto il presidente Donald Trump sulla piattaforma Truth Social, rivolgendosi al governatore Newsom in modo dispregiativo.
“Stiamo rendendo Los Angeles più sicura. Il sindaco Karen Bass dovrebbe ringraziarci“, ha dichiarato Tom Homan, uomo di punta di Trump per la sicurezza dei confini, che ha aggiunto: “Stanotte faremo intervenire la Guardia Nazionale e dispiegheremo 2 mila soldati“. Il vicedirettore dell’Fbi, Dan Bongino, ha confermato che sono stati effettuati diversi arresti nell’area di Los Angeles accusando i manifestanti di portare “il caos e noi porteremo le manette. La legge e l’ordine prevarranno“. “Il presidente Trump ha firmato un memorandum presidenziale che prevede il dispiegamento di 2.000 guardie nazionali per porre rimedio all’illegalità che è stata lasciata prosperare“, ha ufficializzato successivamente la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, dando la colpa ai leader democratici “incompetenti” della California.
Paura a Liverpool durante la parate per il titolo dei Reds di Arne Slot: un’auto è piombata sulla folla seminando il panico e ha investito diversi tifosi provocando decine di feriti. Su Water Street, una delle strade del centro della città, sono accorse immediatamente ambulanze e volanti della polizia: arrestato il conducente della vettura.
La festa per la vittoria della Premier League dei Reds si trasforma in tragedia per le strade di Liverpool. Infatti un’auto è piombata a tutta velocità sulla folla lungo Water Street, una delle vie principali del centro città, e ha falciato decine di tifosi che erano sui marciapiedi dopo il passaggio della parata con i bus scoperti con i giocatori dei Reds di Arne Slot. L’uomo, un 53enne bianco britannico, è stato poi arrestato dopo aver seminato il panico al volante di una station wagon scura.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google POST AMMINISTRATIVO. Una nuova angolazione del presunto attacco terroristico contro la folla in festa a Liverpool mostra l’auto che impatta sui pedoni. Da questa prospettiva sembra tutto molto intenzionale. Preghiere per le vittime.
Sul posto sono arrivate immediatamente ambulanze e le volanti della polizia per prestare soccorso e arrestare l’uomo. “Chiediamo alle persone di non speculare su quello che è successo a Water Street, nel centro di Liverpool. Possiamo confermare di aver arrestato un 53enne uomo bianco, britannico, originario della zona di Liverpool. Un’inchiesta approfondita è in corso per capire cosa è successo“, si legge in un comunicato diffuso dalla polizia della città.
L’incidente è avvenuto intorno alle 18 locali, le 19 in Italia, non lontano dalla statua dei Beatles e dal municipio: sulla zona è anche arrivato un elicottero-ambulanza per fornire aiuto alle persone nelle peggiori condizioni. Tragiche le immagini di alcuni video diffusi sui social in cui si vede la macchina andare a zig zag mirando le persone presenti sui marciapiedi con il chiaro intento di colpirle, mentre altre persone si vedono addirittura finire sul parabrezza e sul cofano.
Il Premier Starmer e i testimoni – Scene agghiaccianti come dicono alcuni testimoni al Times: “Stavamo camminando e abbiamo visto una macchina vicino ai van della polizia che suonava il clacson. La gente si stava lentamente spostando, ma quello ha premuto l’acceleratore ed è partito. La gente ha provato ad inseguirlo e dopo circa tre minuti è arrivata anche la polizia“.
🗣️ Merseyside Police statement on Liverpool incident:
"We would ask people not to speculate on the circumstances surrounding tonight’s incident on Water Street in Liverpool city centre. We can confirm the man arrested is a 53-year-old white British man from the Liverpool area." pic.twitter.com/OdJ0qcKGnW
— Football Tweet ⚽ (@Football__Tweet) May 26, 2025
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google Dichiarazione della polizia del Merseyside sull’incidente di Liverpool: “Chiediamo alla gente di non fare congetture sulle circostanze dell’incidente di stasera in Water Street, nel centro di Liverpool. Possiamo confermare che l’uomo arrestato è un britannico bianco di 53 anni, originario della zona di Liverpool.”
“Ho visto un uomo sul tetto della macchina, e poi tante persone che si sono lanciate all’inseguimento per cercare di fermarla. Noi l’abbiamo vista venire all’improvviso contro di noi: io e la mia amica siamo riuscite a spostarci giusto in tempo prima che ci colpisse“, un’altra testimone a Sky News. Dell’incidente è stato immediatamente informato il Primo Ministro Keir Starmer che ha rilasciato una dichiarazione ufficiale: “Le scene a Liverpool sono agghiaccianti. I miei pensieri sono con tutte le persone coinvolte. Ringrazio la polizia e i servizi di emergenza per il lavoro che stanno facendo. Sono aggiornato su quello che sta succedendo e i miei pensieri sono con tutte le persone coinvolte. Dobbiamo lasciare alla polizia il tempo per investigare“.
Il messaggio del Liverpool – Comunicato ufficiale del Liverpool: “Siamo in contatto diretto con la Polizia del Merseyside in merito all’incidente avvenuto in Water Street, avvenuto verso la fine della sfilata dei trofei di questa sera. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti a coloro che sono stati colpiti da questo grave incidente. Continueremo a offrire il nostro pieno supporto ai servizi di emergenza e alle autorità locali che stanno affrontando l’incidente“.
We are in direct contact with Merseyside Police regarding the incident on Water Street which happened towards the end of the trophy parade earlier this evening.
Our thoughts and prayers are with those who have been affected by this serious incident.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google Siamo in contatto diretto con la polizia del Merseyside in merito all’incidente avvenuto in Water Street verso la fine della sfilata dei trofei di questa sera. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti a coloro che sono stati colpiti da questo grave incidente. Continueremo a offrire il nostro pieno supporto ai servizi di emergenza e alle autorità locali che stanno affrontando questo incidente.
In tutta la zona inaccessibili negozi, ristoranti e gli stessi hotel affollati di turisti e festivalieri. Pesanti disagi anche nel trasporto ferroviario. Il Palais du Festival ha un generatore elettrico autonomo e, al momento, funziona
A poche ore dalla cerimonia di chiusura del 78° Festival di Cannes, la cittadina della Costa Azzurra, insieme a tutta la zona circostante, è, da ore, al buio.
Un grave blackout ha colpito, intorno alle 10:00, le Alpi Marittime in Francia, lasciando almeno 160.000 abitazioni senza elettricità e creandoproblemi anche sulla rete telefonica.
Un’interruzione di corrente interrompe il festival cinematografico di Cannes e alcune zone della Francia meridionale (reuters)
Pesanti disagi anche nel trasporto ferroviario, come si legge sul sito internet di Nice Matin, quotidiano regionale francese. Prevista inizialmente per le 11.40, precisa il giornale, la circolazione dei treni regionali tra Grasse e Antibes è stata rinviata.
Per le strade cittadine, si sono riversati commessi e negozianti e si è schierata molta polizia, soprattutto agli incroci, per via dei semafori spenti e il traffico in tilt.
Il Festival ha dovuto interrompere le proiezioni nelle sale fuori dal Palais du Festival, che invece funziona regolarmente grazie ad un n generatore elettrico autonomo.
Disagi sono stati segnalatianche in altre zone della città e nella parte occidentale del dipartimento.
Secondo la gendarmeria della Alpi Francesi, contattata da France 3, l’interruzione di corrente sarebbe un atto non occasionale, ma volontario: ci sarebbe stato un incendio di una cabina ad alta tensione nel comune di Tanneron (Var). Esperti tecnici di polizia criminale sono sul posto estanno indagando su quanto successo. Sempre questa mattina, verso le 10, è caduto un traliccio che ha provocato un’interruzione generale della linea che alimenta il bacino di Cannes, nei pressi del lago di Saint-Cassien, e anche questo danno potrebbe essere di natura dolosa. C’è chi evoca i guai in Spagna e Portogallo di qualche settimana fa.
Il precedente in Spagna – Il 28 aprile scorso un gigantesco black out aveva colpitol’intera Spagna, con effetti anche nelvicino Portogallo e in parte della Francia. L’interruzione della corrente aveva fermato le metropolitane di Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia, mandato in tilt i semafori e lasciato senza elettricità anche l’aeroporto di Barajas. L’interruzione aveva provocato anche problemi alle linee telefoniche.
Secondo la versione data dalla rete elettrica spagnola, sarebbero stati due improvvisi cali di tensione, avvenuti nell’arco di 5 secondi, a far precipitare nel buio nella penisola Iberica. Stando alla spiegazione, nel primo caso la rete ha recuperato, ma l’arrivo del secondo, in pochi istanti, ha generato il definitivo blocco.
L’origine dell’incidente è stata individuata nella regione dell’Estremadura, nella parte sud occidentale della Spagna.
Cannes al buio, caos in strada: blackout colpisce il Festival nella serata finale
Il sud-est della Francia è al buio per un importante blackout che dalle ore 10 colpisce oltre 160 mila case e il prestigioso festival del cinema di Cannes, nell’ultimo giorno dell’evento mediatico. Lo riferisce la stampa d’Oltralpe, dopo una comunicazione ufficiale arrivata dal prefetto del dipartimento delle Alpi Marittime.
“Un grave blackout sta attualmente colpendo la regione delle Alpi Marittime occidentali“, ha annunciato il prefetto del dipartimento su X. L’interruzione sta colpendo “Cannes e le comunità circostanti e sta privando di elettricità 160.000 abitazioni“, ha riportato su X il gestore della rete elettrica Rte (Rete di Trasporto Elettricità). Secondo fonti della gendarmeria locale, l’interruzione sarebbe stata causata da un incendio, probabilmente doloso, divampato durante la notte in una sottostazione ad alta tensione a Tanneron (Var).
Gli organizzatori del blasonato festival della città turistica di Cannes, sulla Riviera francese, hanno subito assicurato che la cerimonia di chiusura nel Palais des Festivals sulla Croisette si svolgerà regolarmente questa sera. Le proiezioni dei film sono state interrotte solo per circa venti secondi prima di riprendere grazie all’utilizzo di un generatore. Questa interruzione dell’energia elettrica nel sud-est della Francia si sta verificando a quasi un mese dal maxi blackout che ha paralizzato per quasi 24 ore la Spagna e il Portogallo, lo scorso 28 aprile.
Sparatoria a Las Vegas, dove un uomo ha aperto il fuoco all’interno di una palestra. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, il bilancio delle vittime della sparatoria è di due morti, tra cui l’aggressore.
L’interruzione dovuta a un guasto nella rete di alimentazione
Un blackout elettrico ha causato nel pomeriggio gravi disagi alla metropolitana di Londra, lasciando senza servizio tre linee e provocando ritardi su altre sei. L’interruzione, dovuta a un guasto nella rete di alimentazione, ha colpito migliaia di pendolari in una delle ore di maggiore afflusso della capitale britannica.
Secondo quanto comunicato da Transport for London (TfL), le linee Bakerloo, Suffragette e Weaver sono completamente ferme, mentre la Mildmay è parzialmente sospesa. Ritardi si registrano sulle linee Elizabeth, Jubilee, Piccadilly, Northern e Waterloo & City. “Ci scusiamo con i passeggeri colpiti – si legge nella nota ufficiale – e stiamo lavorando per ripristinare il servizio sull’intera rete il prima possibile“. Le restanti undici linee funzionano regolarmente.
In arrivo i Canadair dall’Italia e dalla Croazia. Netanyahu: “Il vento da ovest può spingere facilmente il fuoco verso la periferia di Gerusalemme”
Afp – Fiamme alle porte di Gerusalemme
AGI – Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato alle truppe di schierarsi a supporto dei vigili del fuoco impegnati a combattere i rapidi incendi boschivi vicino a Gerusalemme, definendo la situazione un'”emergenza nazionale“. L’agenzia di soccorso Magen David Adom ha riferito che centinaia di civili sono attualmente a rischio a causa degli incendi
Sedici persone sono in ospedale per ferite lievi dovute all’inalazione di fumo, ha dichiarato l’MDA, aggiungendo che il livello di allerta è stato portato al massimo. La polizia ha chiuso l’autostrada principale Gerusalemme-Tel Aviv e ha evacuato i residenti lungo il percorso a causa del nuovo scoppio di incendi in un’area devastata dalle fiamme una settimana fa.
“Siamo di fronte a un’emergenza nazionale e tutte le forze disponibili devono essere mobilitate per salvare vite umane e tenere sotto controllo gli incendi“. Il rogo sta divampando nelle zone boschive vicino alla strada principale tra Latrun e Beit Shemesh e gli elicotteri lavorano per spegnere le fiamme. Molti automobilisti hanno abbandonato i loro veicoli in mezzo alla strada e sono fuggiti mentre enormi nuvole di fumo si alzavano dall’incendio e i feriti sono stati evacuati.
Ahmad GHARABLI / AFP – Incendio vicino Gerusalemme
Le comunità situate a circa 30 chilometri a ovest di Gerusalemme sono state evacuate, hanno riportato i media israeliani, trasmettendo immagini di squadre di vigili del fuoco che combattevano le fiamme. I servizi di emergenza dell’MDA hanno affermato che squadre di ambulanze sono posizionate vicino alle comunità vicine agli incendi ed erano pronte a fornire cure mediche e assistere i residenti. Un’unità di motociclette era pronta a offrire assistenza medica ai cittadini bloccati nel traffico intenso, ha aggiunto l’agenzia. Le alte temperature e i forti venti hanno permesso agli incendi nelle zone boschive di diffondersi rapidamente, provocando l’evacuazione di almeno cinque comunità, ha dichiarato la polizia in un comunicato.
Il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che sovrintende ai vigili del fuoco israeliani, ha visitato l’area colpita, soggetta a incendi boschivi in questo periodo dell’anno. In una dichiarazione video, ha affermato che si stanno lavorando per portare maggiore assistenza alle aree colpite ed evacuare i civili bloccati.
I media israeliani hanno riferito che Israele ha chiesto aiuto a Bulgaria, Cipro, Grecia e Italia per combattere gli incendi. A causa delle condizioni meteorologiche, il ministro israeliano responsabile dell’organizzazione delle cerimonie nazionali, Miri Regev, ha dichiarato che l’evento principale per il Giorno dell’Indipendenza previsto per stasera a Gerusalemme è stato annullato.
Netanyahu, incendi potrebbero raggiungere Gerusalemme– Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che gli incendi boschivi che imperversano vicino a Gerusalemme potrebbero raggiungere la città stessa. “Il vento da ovest può spingere facilmente il fuoco verso la periferia (di Gerusalemme) e persino all’interno della città stessa“, ha detto Netanyahu in un video inviato dal suo ufficio.
L’appello di Hamas ai palestinesi: “Bruciate tutto quello che potete” – Hamas ha pubblicato su Telegramun messaggio che incoraggia i palestinesi a “bruciare tutto ciò che possono di boschi, foreste e case dei coloni“. “I giovani della Cisgiordania, i giovani di Gerusalemme e quelli all’interno di Israele hanno dato fuoco alle loro auto… Gaza attende la vendetta dei liberi“, ha scritto l’organizzazione terroristica. In precedenza, il canale Telegram della Jenin News Network aveva invitato i palestinesi a “bruciare i boschi vicino agli insediamenti“. “La benzina e una scintilla possono trasformare un’entità in un inferno di fuoco. Gli insediamenti e le loro foreste sono il tuo obiettivo“.
In arrivo gli aiuti dall’Italia e dalla Croazia – Tre aerei dall’Italia e dalla Croazia arriveranno presto in Israele per aiutare a combattere gli incendi vicino a Gerusalemme.
“È stato finora concordato che tre aerei ‘Canadair’ provenienti dall’Italia e dalla Croazia arriveranno in Israele il più presto possibile”, ha dichiarato l’ufficio del premier, a seguito di una valutazione della situazione per anticipare l’assistenza internazionale.
Indagini in corso – L’agenzia per la sicurezza interna Shin Bet è coinvolta nelle indagini sugli incendinell’area di Gerusalemme, alcuni dei quali si sospetta siano di origine dolosa, lo scrive il Times of Israel. L’agenzia sta inoltre aiutando la polizia israeliana a localizzare i possibili responsabili degli incendi.
Sanchez: “La causa è ignota, nessuna ipotesi esclusa”
Un treno fermo per il blackout
Un blackout da record spegne la Spagna il 28 aprile 2025, il giorno destinato a passare alla storia per l”apagòn’ che mette in ginocchio il paese e crea il caos anche in Portogallo e nella Francia meridionale. L’energia elettrica sparisce dalle 12.32: si bloccano gli aeroporti, stop ai treni, la metro si ferma ovunque, nelle strade non funzionano i semafori. I supermercati vengono presi d’assalto, si va a caccia di acqua e carta igienica, di radioline portatili e batterie. Il governo dichiara lo stato d’emergenza, vengono schierati 30mila uomini tra elementi della polizia e della Guardia Civil.
La causa è ancora un mistero – La causa del problema rimane un mistero. “Non escludiamo nessuna ipotesi“, dice il premier iberico Pedro Sanchez, che si presenta due volte davanti ai media nell’apocalittico lunedì per fare il punto nelle “ore critiche“.
Tecnicamente, viene riscontrata un’oscillazione notevole nei flussi di potenza della rete elettrica che provoca la disconnessione della Spagna dal sistema elettrico europeo: la rete iberica collassa, un evento “senza precedenti” secondo il gestore nazionale. Alle 14.30, si stima che le operazioni di ripristino richiederanno tra le 6 e le 10 ore: le ipotesi più ottimistiche si rivelano infondate almeno in parte.
Il lento ritorno verso la normalità – Le operazioni per ‘riaccendere il paese‘ sono laboriose. Alle 17.30 torna l’energia elettrica a macchia di leopardo in Catalogna, Aragona, Paesi Baschi, Galizia, Asturie, Navarra, Castilla e Leon, Extremadura e Andalusia. Alle 21.30, la copertura arriva al 35%. Intanto, a Madrid il sindaco José Luis Martinez Almeida invita i cittadini a tornare a casa, l’illuminazione pubblica non può essere garantita. In tarda serata si riaccendono i primi semafori e tornano a illuminarsi le insegne dei negozi. Restano aperte le stazioni, perché non tutti riescono a tornare a casa.
Attacco cyber? Poco probabile – Ora dopo ora, le ipotesi sullecause del blackout si accavallano. “Niente speculazioni“, la posizione del governo riferita dal quotidiano El Pais. Non trova riscontri la spiegazione che chiama in causa un fenomeno meteorologico anomalo, legato ad una variazione repentina delle temperature nelle regioni interne del paese. Juan Manuel Moreno, presidente della giunta dell’Andalusia, punta subito sul cyberattacco. Il governo centrale non si espone e Moreno deve fare marcia indietro, specificando che le affermazioni sono basate esclusivamente su dati andalusi.
I media iberici danno ampio spazio ad esperti di sicurezza informatica, per tutti la domanda è una sola: può esserci stato un attacco hacker? Le risposte variano per sfumature, ma la linea comune è una. Per ottenere un risultato del genere, servirebbe un’offensiva mastodontica. Possibile, ma poco probabile.
Governo spagnolo convoca riunione d’emergenza. Gestore elettrico: “Fornitura di energia ripristinata al 50%”. Primo ministro portoghese: “Nessuna indicazione di un cyber-attacco”
Maxi blackout in Spagna oggi, lunedì 28 aprile, con effetti anche nel vicino Portogallo e nel sud della Francia. L’interruzione della corrente elettrica, avvenuta attorno alle 12.30, ha fermato le metropolitane di Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia. Semafori spenti, traffico in tilt, voli e treni bloccati. Le autorità spagnole hanno chiesto di evitare gli spostamenti in auto. L’interruzione ha provocato anche problemi alle linee telefoniche. Anche in Portogallo il blackout è generalizzato con l’aeroporto di Lisbona senza elettricità.
“I tecnici di Red Eléctrica sono al lavoro per determinare le cause” dell’incidente, ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez dopo la riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale alla Moncloa. “Non conosciamo le cause e non escludiamo alcuna ipotesi” aggiunge, chiedendo ai cittadini di prestare attenzione solo alle notizie diffuse attraverso ‘canali ufficiali’. “Queste crisi favoriscono la diffusione di bufale e disinformazione. Faccio appello alla responsabilità“, ha affermato. Sánchez ha poi annunciato che le centrali idroelettriche sono di nuovo in funzione e ha espresso fiducia nel fatto che la fornitura sarà ripristinata “presto“, senza precisare ulteriormente.
Prima era andato nel centro di controllo di Red Eléctrica.Il servizio di fornitura di energia elettrica è stato ripristinato per il 50% in Spagna, ha annunciato il gestore. “La ripresa della fornitura di energia elettrica procede in diverse zone del Paese“, si legge su X in un post che cita alcune zone della Catalogna, dell’Aragona, dei Paesi Baschi, della Galizia, delle Asturie, della Navarra, di Castiglia e León, dell’Estremadura e dell’Andalusia. “Continuiamo a lavorare in coordinamento con le aziende del settore per ripristinare gradualmente il servizio su tutta la penisola“, scrive il gestore.
Il ministro spagnolo dei Trasporti, Oscar Puente, ha reso noto che oggi non riprenderà la circolazione dei treni a media e lunga percorrenza in Spagna. “Oggi non è prevista la ripresa della circolazione dei treni a media e lunga percorrenza – ha dichiarato Puente – Stiamo lavorando affinché, una volta ripristinata la fornitura elettrica, si possano riprendere quei servizi, che oggi non saranno più possibili“.
Le cause –Non ci sono indicazioni che il blackout sia stato provocato da un cyber-attacco. Lo ha sottolineato il primo ministro portoghese, Luis Montenegro, stando a quanto riferito dai media locali. Montenegro ha aggiunto che le autorità cercheranno di “ripristinare la situazione nelle prossime ore” e si aspettano un ritorno alla normalità già oggi.
Il capo delle operazioni di Red Eléctrica, Eduardo Prieto, afferma che “al momento non possiamo fare ipotesi sulle cause“. “A mia memoria non è mai successo un incidente con queste caratteristiche nel sistema elettrico spagnolo – ha detto -. E’ un incidente eccezionale, siamo concentrati a ristabilire la fornitura in modo che gli effetti sulla società siano i minori possibili“.
Per la compagnia elettrica portoghese Ren il blackout sarebbe stato provocato, invece, da “un raro fenomeno atmosferico” che si è verificato in Spagna.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google Ho parlato con @sanchezcastejon dell’interruzione di corrente nella penisola iberica. Ho ribadito il sostegno di @EU_Commission al monitoraggio della situazione con le autorità nazionali ed europee e con il nostro Gruppo di coordinamento dell’elettricità. Coordineremo gli sforzi e condivideremo le informazioni per contribuire a ripristinare il sistema elettrico e abbiamo concordato di restare in stretto contatto.
I spoke with @sanchezcastejon about the power outage in the Iberian Peninsula.
I reaffirmed the @EU_Commission's support in monitoring the situation with national and European authorities and our Electricity Coordination Group.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con il premier spagnolo Pedro Sanchez a proposito del blackout che ha colpito la Penisola iberica. “Ho ribadito – informa via social – il nostro supporto nel monitoraggio della situazione con le autorità nazionali ed europee e con il nostro Gruppo di coordinamento dell’elettricità. Coordineremo gli sforzi e condivideremo le informazioni per contribuire a ripristinare il sistema elettrico e abbiamo concordato di restare in stretto contatto“.
Ferme anche centrali nucleari – Per motivi di sicurezza anche le centrali nucleari del Paese hanno smesso di produrre elettricità come riferisce El Pais, interrompendo la fornitura della rete. Secondo fonti del Consiglio di sicurezza nazionale, però, i sistemi interni di ogni centrale devono restare operativi e gli impianti stanno utilizzando gruppi elettrogeni per alimentarli.
Farnesina in contatto con italiani nel Paese – “I cittadini italiani sono stati contattati dai consolati d’Italia e dall’Unità di crisi da Roma” riferisce la Farnesina. “Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in queste ore è a Valencia per un incontro con imprenditori italiani in Spagna e per il congresso del Ppe. Con l’ambasciatore d’Italia è in contatto con i consolati a Madrid e Barcellona per seguire la situazione, provocata dal blackout elettrico nazionale”. Il ministero degli Esteri italiano invita, inoltre, i nostri connazionali in Spagna a “non lasciare casa o uffici“.
Terna: “Nessuna criticità su rete italiana” – “In merito al blackout in corso in queste ore in Spagna e in alcune regioni del Portogallo e della Francia, al momento non si rilevano criticità operative sulla rete elettrica di trasmissione nazionale” riferisce in una nota Terna.
L’autista, un giovane uomo di origini asiatiche, è stato arrestato. Almeno otto persone sono rimaste uccise, tra cui un bambino
Diverse persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite dopo che un uomo ha guidato la propria auto contro la folla durante un festival che sabato sera si teneva in strada a Vancouver, in Canada.
L’autista, un giovane uomo di origini asiatiche, è stato arrestato. Video pubblicati sui social mostrano vittime e detriti sparsi lungo un ampio tratto di strada fiancheggiato da camion che vendevano street food. In alcune foto scattate sulla scena si vede un suv nero con la parte anteriore accartocciata.
L’incidente è avvenuto poco dopo le 20:00 nei pressi di East 41st Avenue e Fraser Street, dove si stava svolgendo il Lapu Lapu Day Block Party, una festa della comunità filippina canadese. Il Giorno di Lapu Lapu prende il nome da un combattente indigeno della resistenza delle Filippine che lottò contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo.
Secondo la polizia canadese almeno otto persone sono morte, tra cui un bambino. Decine i feriti
Lingua originale: tedesco. Traduzione di Google A Monaco di Baviera, durante il raduno Verdi, si è verificato un incidente. Un’auto si è introdotta nella manifestazione. C’è una persona sdraiata sulla strada e un giovane è stato portato via dalla polizia. Persone sedute a terra, che piangono e tremano. I dettagli sono ancora poco chiari. @BR24
Es gab einen Vorfall in München bei der Verdi-Kundgebung. Ein Auto fuhr in den Demozug. Es liegt ein Mensch auf der Straße und ein junger Mann wurde von der Polizei abgeführt. Menschen sitzend weinend und zitternd am Boden. Einzelheiten noch unklar. @BR24pic.twitter.com/9N3YvxbJ2O
L’annuncio del Vaticano: “Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre”
Papa Francesco
Papa Francesco è morto oggi, 21 aprile 2025, all’età di 88 anni. La causa del decesso è un ictus cerebrale. I funerali del Pontefice dovrebbero tenersi tra venerdì 25 aprile e domenica 27 aprile. Il Conclave per eleggere il successore di Francesco si svolgerà invece tra il 5 e il 10 maggio.
La causa del decesso è stata certificata in serata dal Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, Andrea Arcangeli: “Certifico che Sua Santità Francesco (Jorge Mario Bergoglio) nato a Buenos Aires (Argentina) il 17 dicembre 1936, Residente nella Città del Vaticano, Cittadino Vaticano, è deceduto alle ore 7.35 del giorno 21/04/2025 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta (Città del Vaticano) per: ictus cerebri; coma; collasso cardiocircolatorio irreversibile in soggetto affetto da Pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica multiple; Ipertensione arteriosa Diabete tipo II. L’accertamento della morte è stato effettuato attraverso registrazione elettrocardiotanatografica. Dichiaro che le cause della morte secondo la mia scienza e coscienza, sono quelle su indicate“.
L’annuncio della morte“Questa mattina alle 7.35 il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre“, ha detto il cardinale Kevin Farrell nella dichiarazione pubblicata dal Vaticano sul suo canale Telegram.
Cosa succede ora – Nella giornata, con il decesso di Bergoglio, il primo atto è toccato al medico personale del Papa, che ha avuto il compito di constatare ufficialmente il decesso. Una volta accertata la morte, il medico ha informato il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Questa figura chiave, il cui ruolo è centrale durante la Sede Vacante, ha il compito di annunciare ufficialmente la morte del Papa e presiede il rito della deposizione della salma nella bara.
Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di S. Pietro, alle 19.30 ha guidato il rosario per il Papa. “La traslazione della salma del Santo Padre nella Basilica Vaticana per l’omaggio di tutti i fedeli potrebbe avvenire mercoledì mattina, 23 aprile, secondo le modalità che verranno stabilite e comunicate” martedì, a seguito della prima Congregazione dei Cardinali”, ha fatto sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni.
La data sarà decisa domani dalla Congregazione dei cardinali e – come prevede il testo liturgico – la cerimonia dovrebbe avvenire tra il quarto e il sesto giorno dalla morte. Quindi tra venerdì 25 e domenica 27 aprile. La Sala stampa del Vaticano ha spiegato anche che nella giornata della morte sono stati posti sigilli sia a Santa Marta che al terzo piano del Palazzo apostolico dove si svolge l’Angelus.
La malattia e le ultime apparizioni pubbliche – Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per oltre un mese dallo scorso 14 febbraio per una polmonite bilaterale. I problemi respiratori del Pontefice si erano ripetuti con frequenza da quando il 29 marzo 2023 si era sentito male dopo un’udienza generale ed era stato ricoverato d’urgenza sempre al Gemelli. Era stato lui stesso a spiegare che si era trattato di una “polmonite acuta e forte nella parte bassa dei polmoni“. Al Santo Padre all’età di 21 anni venne asportato il lobo superiore del polmone destro dopo una grave polmonite.
Figlio di emigranti piemontesi, la sua famiglia originaria del Basso Monferrato – Nato Jorge Mario Bergoglio, era stato eletto al soglio pontificio il 13 marzo del 2013, diventando a 76 anni il primo Papa giunto dalle Americhe. Nato a Buenos Aires in Argentina il 17 dicembre 1936, era figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.
Dalle ricerche effettuate si è scoperto che le origini di Papa Francesco sono da collocarsi tra i comuni di Passerano Marmorito e Cocconato d’Asti, sulle colline del Basso Monferrato. Il nonno, la nonna e il padre del pontefice lasciarono l’Astigiano per l’Argentina nel febbraio del 1929.
Secondo l’albero genealogico del pontefice ricostruito dal Comune di Asti, il trisnonno Giuseppe Bergoglio era nato nel 1816 a Schierano, frazione di Passerano Marmorito, mentre la trisnonna Gioacchino Maria, figlia di Antonio, era nata nel 1819 a Cocconato d’Asti. Dopo il matrimonio, i Bergoglio andarono a vivere più vicino ad Asti, a Montechiaro, dove nel 1857 nasceva Francesco, che si sarebbe sposato con Maria Bugnano, nativa di San Martino Alfieri. Di lì a poco la famiglia si sarebbe trasferita a Bricco Marmorito, una frazione del Comune di Asti nei pressi di Portacomaro.
Negli archivi della parrocchia di San Bartolomeo a Portacomaro sono conservati i certificati di battesimo di diversi parenti dal pontefice, tra i quali quello del nonno, Giovanni Bergoglio (1884), che si trasferì a Torino nel 1906 e si sposò con Rosa Vassallo, nativa di Piana Crixia (Appennino ligure).
Il padre del pontefice, Mario Bergoglio, nacque a Torino nel 1908, ma in seguito la famiglia tornò ad Asti (nel luglio del 1918), dove aprì un negozio di alimentari e dove risiedette in via Fontana, in Corso Alessandria e in via dell’Antica Zecca, prima di emigrare per l’Argentina. Il padre del papa, che frequentò le scuole ad Asti, la madre Regina Sivori, di origini savonesi, e i nonni del futuro pontefice partirono per Buenos Aires il primo febbraio del 1929.
Jorge Maria Bergoglio non ha mai dimenticato le sue origini astigiane e ha mantenuto sempre contatti con i parenti di Asti (alcuni dei quali risiedono ancora nella casa di Bricco Marmorito) e Torino anche dopo la sua elezione a Sommo Pontefice.
Nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1936, Bergoglio era diventato pontefice nel 2013, dopo le dimissioni per motivi di salute di Ratzinger
Papa Francesco è morto oggi, lunedì 21 aprile, all’età di 88 anni. Il Pontefice si trovava a Roma, a Casa Santa Marta, dove era stato trasferito dopo il ricovero al Gemelli. Jorge Mario Bergoglio era pontefice dal 13 marzo del 2013. Negli ultimi mesi aveva sofferto di diversi problemi di salute per una infezione alle vie respiratorie che ciclicamente tornava a presentarsi e che lo ha costretto ad oltre un mese di ricovero al Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale.
Papa Francesco è morto: l’annuncio del cardinale Farrell – L’annuncio della morte di Papa Francesco è stato dato questa mattina dal cardinale Farrell:
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
L’ultimo messaggio di Papa Francesco ai fedeli nel giorno di Pasqua – Ieri, nel giorno di Pasqua, Papa Francesco si era affacciato dalla Loggia delle benedizioni per l’Urbi et Orbi. Immediato l’applauso festante dei fedeli presenti in piazza San Pietro. Poche le parole pronunciate da Bergoglio per augurare ai fedeli in piazza e in mondovisione ‘Buona Pasqua’ con voce flebile. Poi ha affidato la lettura del messaggio al maestro di cerimonie, mons. Diego Ravelli. “Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile“, l’auspicio nel messaggio pasquale per l’Urbi et Orbi del Pontefice. Sempre ieri, in mattinata, Papa Francesco ha incontrato il vicepresidente Usa Vance. Bergoglio è stato accolto da una piazza gremita, con circa 35mila fedeli secondo le stime dei media vaticani.
Nella giornata di domenica Papa Francesco ha avuto un breve incontro privato con il vice Presidente degli Stati Uniti d’America, James David Vance con cui si è scambiato gli auguri per la Pasqua.
Chi era Bergoglio – Nato il 17 dicembre 1936 nel “barrio” di Flores, a Buenos Aires, Bergoglio era il primo di cinque figli di una famiglia di origini piemontesi e liguri. Il padre Mario, funzionario delle ferrovie, emigrò da Genova all’Argentina nel 1928 insieme alla moglie Regina Maria Sivori, la cui famiglia era originaria della famiglia di Savona.
La vita di Bergoglio viene segnata all’età di 21 anni da un grave problema di salute: una polmonite costrinse in medici dell’epoca ad asportare una parte del polmone destro.
Prima di entrare in seminario, Bergoglio si è mantenuto facendo diversi lavori, come le pulizie in fabbrica o il buttafuori nei locali. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, poi il 13 dicembre del 1968 viene nominato prete dall’arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.
Nel maggio del 1992 è papa Giovanni Paolo II a nominarlo vescovo ausiliare di Buenos Aires. Divenuto cardinale nel 2001, Bergoglio ha guidato la conferenza episcopale argentina dal 2005 al 2011, scegliendo uno stile di vita semplice e viaggiando con mezzi pubblici.
L’elezione di Papa Francesco – Anche durante il conclave del 2005 che elesse Ratzinger, Bergoglio era considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione a pontefice. Così quando il pontificato di Benedetto XVI si interrompe l’11 febbraio del 2013 con le dimissioni per motivi di salute, Bergoglio diventa il primo pontefice proveniente dal continente americano con il nome di Papa Francesco: un modo per sottolineare la profonda connessione con la figura di san Francesco d’Assisi e il suo messaggio di povertà e pace.
Bergoglio ha spesso indossato un semplice abito bianco invece delle tradizionali vesti papali, scegliendo di risiedere nella Domus Sanctae Marthae, l’albergo vaticano, invece che nel palazzo apostolico.
Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha partecipato a vari eventi con Benedetto XVI, mostrando un forte legame e continuità con il suo predecessore fino al 5 gennaio 2023, quando Bergolio ha presieduto le esequie di Benedetto XVI, sottolineando la sua amicizia e il suo legame con il Signore.
Cosa ha fatto Papa Francesco – Forte oppositore dell’aborto e dell’eutanasia, Bergoglio ha espresso posizioni forti sui sacramenti, sottolineando che non tutti possono ricevere l’eucaristia se non sono in accordo con i comandamenti. Ha una visione più aperta sull’uso dei contraccettivi per prevenire malattie. Papa Francesco ha anche insegnato l’importanza del rispetto per le persone omosessuali, mantenendo tuttavia l’insegnamento della Chiesa sulla moralità delle pratiche omosessuali e opponendosi al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ma allo stesso tempo ha criticato i sacerdoti che si rifiutavano di battezzare bambini di genitori non sposati.
Durante il suo pontificato, ha parlato contro la manipolazione educativa dei bambini riguardo all’identità sessuale e avanzato analogie con le dittature del passato. Ha denunciato l’ideologia di genere come una forma di colonizzazione rispetto alla cultura familiare tradizionale.Bergoglio ha invitato a monitorare l’educazione dei bambini e ha espresso rifiuto per la sperimentazione educativa. Le sue opinioni sull’educazione e le questioni di genere sono state ripetute in vari incontri e conferenze, sottolineando il suo legame con la tradizione cattolica e le sue preoccupazioni per l’influenza delle ideologie moderne.
Nel periodo del pontificato di papa Francesco, sono state attuate diverse riforme importanti che hanno coinvolto la Curia Romana, l’Istituto per le opere di religione (IOR), il Codice Penale vaticano e le questioni economiche della Santa Sede.
Secondo gli inquirenti, tutto sembra essere “coordinato” e “chiaramente collegato” alla strategia anti-narcotrafficanti del ministro degli Interni, Bruno Retailleau
Rivolta in diverse carceri della Francia, tra cui i penitenziari di Aix-en-Provence, Marsiglia e Tolone. Registrati incendi di mezzi e spari di armi automatiche. Lo ha reso noto l’entourage del ministro della Giustizia francese, Gérald Darmanin. Il ministro è atteso nel pomeriggio nel centro penitenziario di Tolone per testimoniare il sostegno agli agenti. “La Repubblica è alle prese con il narcotraffico e adotta misure che infastidiscono molto le reti criminali. Viene sfidata e saprà essere ferma e coraggiosa“, ha scritto.
Secondo una fonte citata dall’agenzia Afp, “sembra sia stato tutto coordinato e apertamente in collegamento con la strategia contro i narcotrafficanti del ministro” degli Interni, Bruno Retailleau, che dopo gli attacchi ha chiesto ai prefetti di “rafforzare” immediatamente “la protezione per agenti e strutture“.
“La risposta dello Stato deve essere implacabile – ha scritto su X il ministro dell’Interno francese con una “ferma condanna” dopo gli attacchi – Chi se la prende con le prigioni e gli agenti dovrebbe essere rinchiuso in quelle prigioni e sorvegliato da quegli stessi agenti“.
Gli attacchi si sono verificati tra domenica 13 e martedì 15 aprile ed è in corso un‘indagine della Procura nazionale antiterrorismo(Pnat).
A Tolone, secondoBfmtv, ci sono stati spari da armi automatiche contro l’ingresso del carcere e fonti citate dal giornale Le Figaro parlano di 15 colpi di kalashnikov. Come riporta l’emittente, aLuynes sono stati incendiati alcuni mezzi nel parcheggio dell’istituto e a Valenza una persona a bordo di uno scooter ha dato fuoco a diverse auto parcheggiate davanti al penitenziario.
Diversi veicoli, aggiunge ancora Bfmtv, sono stati dati alle fiamme anche a Marsiglialungo una strada del 13esimo arrondissement. Qui, secondo Le Figaro, diverse auto nel parcheggio della struttura o nelle vicinanze sarebbero state date alle fiamme o imbrattate con la scritta “Ddpf“, presumibilmente acronimo di “diritti dei prigionieri francesi“. Prese di mira auto nei pressi di una residenza dove alloggerebbe personale del ministero della Giustizia.
Le Figaro aggiunge che tra gli istituti interessati da quanto accaduto nelle ultime ore ci sarebbero anche quelli di Nîmes, Villepinte, dove sono stati incendiati tre veicoli nel parcheggio del penitenziario, e Nanterre, dove due persone sono state viste dare fuoco a un veicolo del personale della casa circondariale. Vicino al mezzo è stata trovata una tanica di benzina.
Tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti, ha detto una fonte all’agenzia Afp dopo gli attacchi iniziati nel fine settimana, sottolineando come in alcuni casi siano stati trovati slogan anarchici su auto date alle fiamme.
Anche una fonte citata da Bfmtv parla di attacchi coordinati che sarebbero una risposta alla carceri di massima sicurezza– Darmanin ne ha annunciato la prossima apertura a Vendin-le-Vieil e a Condé-sur-Sarth – e in particolare alla strategia del ministro della Giustizia contro il “narco-banditismo“. A Vendin-le-Vieil, precisa l’emittente, sono iniziati lavori per poter accogliere, entro luglio, i cento peggiori criminali del narcotraffico.
E’ ancora Bfmtv a riferire della protesta degli agenti del penitenziario di Tolone-La Farlède, che hanno poi ripreso il lavoro ma garantendo solo un servizio minimo.
Gli Stati Uniti potranno schierare truppe presso le installazioni controllate da Panama per addestramento, esercitazioni e una serie di altre attività, secondo un accordo congiunto visionato dall’Afp.
Truppe che, secondo quanto anticipato da Donald Trump in una riunione di governo, sono già state inviate.
“Abbiamo dislocato molte truppe a Panama e occupato alcune aree che prima non avevamo”, ha detto il commander in chief insieme al segretario alla Difesa Pete Hegseth, appena tornato da una visita ufficiale a Panama. La mossa è contro il controllo cinese del Canale.
Venerdì 11 aprile 2025
Trump invia truppe militari a Panama: in Centroamerica il fronte di “guerra” con la Cina
Secondo il presidente Usa la Cina esercita troppa influenza sul canale da cui passa circa il 40% del traffico di container degli Stati Uniti e il 5% del commercio mondiale. Trump ha promesso di “riprenderne” il controllo
Donald Trump in una riunione di governo ha spiegato di aver dislocato molte truppe statunitensi a Panama “e occupato alcune aree che prima non avevamo” ha detto il commander in chief insieme al segretario alla Difesa Pete Hegseth, appena tornato da una visita ufficiale nel paese centro americano.
Secondo un accordo bilaterale alle truppe statunitensi sarà consentito di schierarsi nei pressi del Canale di Panama: un ritorno al 1999 quando gli Stati Uniti avevano un’enclave nel paese centroamericano prima di cedere il canale ai panamensi.
L’amministratore dell’Autorità del Canale di Panama, Ricaurte Vasquez, a sinistra, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth, al centro, e il comandante del Southcom, l’ammiraglio della Marina Alvi
Secondo le indiscrezioni l’accordo firmato dal capo del Pentagono Pete Hegseth e dal ministro della Difesa panamense Frank Abrego consentirà all’esercito americano e le compagnie militari private ingaggiate da Washington di utilizzare siti, strutture e aree designate autorizzate per “addestramento, attività umanitarie ed esercitazioni“.
Le mire di Trump – Da quando ha assunto l’incarico a gennaio, l’amministrazione di Donald Trump ha posto il Canale di Panama – che consente il passaggio dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico senza circumnavigare il Sud America – in cima alla sua agenda strategica, soprattutto per contrastare gli interessi cinesi in questa regione latinoamericana, che gli Stati Uniti tendono a considerare la propria sfera di influenza.
Il canale di panama
Trump ha persino sollevato la possibilità di “riprendersi” il canale, costruito dagli Stati Uniti nel 1914 e ceduto a Panama nel 1999. “Abbiamo firmato diversi accordi storici (…) e stiamo procedendo alla riconquista del canale. La Cina ha avuto troppa influenza”, ha dichiarato il Segretario alla Difesa durante una riunione di governo giovedì.
Gli Stati Uniti partecipano da tempo alle esercitazioni militari a Panama, ma la presenza a lungo termine delle forze americane potrebbe rappresentare uno svantaggio politico per il presidente di centro-destra di Panama, José Raúl Mulino che giovedì dal Perù ha confermato che gli Stati Uniti avevano chiesto di ripristinare le basi militari nel Paese e di “cedere territori“, richiesta da lui rifiutata. “Volete che il disordine (…) dia fuoco al paese?” ha detto, rispondendo a Pete Hegseth. “Questo canale è e rimarrà panamense“.
Mercoledì, durante una accesa conferenza stampa, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha suggerito che le esercitazioni di difesa congiunte rappresentavano “un’opportunità per rilanciare” una “base militare” in cui avrebbero operato “truppe americane“, provocando disagio nel governo panamense che ha accusato gli Stati Uniti di aver rimosso il riferimento alla “sovranità inalienabile di Panama sul canale” dalla versione inglese di una dichiarazione congiunta.
Perché è importante Panama – Panama ha un rapporto difficile con gli Stati Uniti a seguito dell’occupazione decennale della zona del Canale e dell’operazione condotta 35 anni fa per rovesciare il dittatore Manuel Noriega, che causò più di 500 morti. E i progetti di Donald Trump per il Canale di Panama hanno scatenato forti proteste nel Paese. Il leader sindacale Saúl Méndez ha condannato l’accordo bilaterale, definendolo “un passo indietro per la sovranità nazionale“. Panama gestisce il canale, garantendone l’accesso a tutte le nazioni. Questa via d’acqua gestisce circa il 40% del traffico container degli Stati Uniti e il 5% del commercio mondiale. Ma il presidente americano ha puntato il dito contro il ruolo della Panama Ports Company (PPC), una sussidiaria di un gruppo di Hong Kong, che gestisce i porti situati alle due estremità del canale. Sotto la pressione della Casa Bianca, Panama ha accusato la PPC di non aver rispettato i propri obblighi contrattuali e ha chiesto all’azienda di ritirarsi dal Paese.
La società madre dei porti, CK Hutchison, ha annunciato il mese scorso un accordo per la vendita di 43 porti in 23 paesi, compresi i due porti sul Canale di Panama, a un consorzio guidato dalla società di investimenti statunitense BlackRock per 19 miliardi di dollari. Furiosa, Pechino ha annunciato che l’operazione verrà sottoposta a revisione da parte delle autorità cinesi garanti della concorrenza.
La strage in uno dei locali più noti della capitale. Confermato il decesso di Octavio Dotel: vinse le World Series con i St Louis Cardinals. Morto anche l’ex giocatore Tony Blanco Cabrera
Almeno 98 morti e oltre 220 i feriti nel crollo di una discoteca a Santo Domingo, avvenuto durante un concerto di Rubby Perez, star della musica merengue. «Si continua a scavare tra le macerie», ha detto ai giornalisti Juan Manuel Mèndez, direttore del Centro operativo di emergenza. Tra le vittime si sono due campioni del baseball: Octavio Dotel, ex lanciatore di 51 anni, e Tony Blanco Cabrera, 44 anni.Entrambi avevano giocato nella Mlb, la massima serie di baseball nordamericana. Anche Rubby Perez è morto in seguito al crollo.
Dotel aveva vinto le World Series nel 2011 con i St Louis Cardinals. È stato trovato ancora in vita ma è deceduto per le ferite mentre veniva portato in ospedale, come hanno riferito i media locali. Una foto in bianco e nero del giocatore e immagini della bandiera dominicana sono state proiettate sul tabellone del Citi Field di New York prima della partita tra i New York Mets e i Miami Marlins. «Pace alla sua anima», ha scritto la Dominican Republic Professional Baseball League sui social media.
I media locali hanno detto che c’erano tra le 500 e le mille persone nel Jet Set, locale molto alla moda nella capitale, quando è avvenuta la catastrofe. Quasi 12 ore dopo che il tetto del nightclub è crollato sui clienti, le squadre di soccorso stavano ancora tirando fuori i sopravvissuti dai detriti. Sul posto, i pompieri hanno rimosso blocchi di cemento rotto e segato assi di legno per usarle come assi per sollevare detriti pesanti. Il presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, è arrivato sul luogo del crollo e ha abbracciato i presenti che sono giunti sul posto per cercare notizie di familiari e amici.
Lo hanno chiamato “Hands Off!” ed è stato tutto tranne che un semplice slogan. Sabato, in ogni angolo degli Stati Uniti, una marea umana ha detto basta. Basta agli attacchi alla democrazia, basta ai tagli ai diritti, basta alla paura. Da Anchorage a New York, da Salt Lake City alla Florida: è scesa in piazza l’altra America. Quella che non urla nei talk show, ma cammina. E fa rumore.
Oltre mille manifestazioni. Più di 600mila persone. – Non è uno sfogo momentaneo. È una sveglia collettiva.
Non solo dazi: perché l’America protesta davvero? – I dazi annunciati da Trump hanno fatto crollare le borse. Ma la gente è scesa in piazza per molto di più. Le ragioni si sommano, si intrecciano. E il messaggio è chiaro: “Giù le mani dalla democrazia”.
Smantellamento dei programmi su inclusione e diversity
Tagli alle agenzie federali
Politiche migratorie sempre più repressive
Clima di paura per gli studenti stranieri, che si mascherano per non essere riconosciuti
In testa al corteo c’era una nuova generazione di attivisti, ma anche madri, lavoratori, disoccupati, nativi, migranti. Molti con la mascherina, ma non per il Covid: per non farsi identificare.
“La nostra democrazia è sotto assedio”, si legge sul sito del movimento. “E mentre Trump e Musk avanzano, noi resistiamo”.
Cosa significa davvero questo risveglio? – Siamo di fronte a un momento simbolico.
Questa mobilitazione non è (solo) politica. È personale. È esistenziale. E soprattutto è trasversale.
Perché non ha un solo volto né un solo grido: ne ha centinaia di migliaia.
Ecco cosa ci ha detto questa giornata:
C’è un’America che non si riconosce più in chi comanda.
Non è minoranza, anche se per anni lo è sembrata.
È pronta a farsi sentire, anche se nessuno le ha dato spazio finora.
Può cambiare davvero qualcosa? – Domanda legittima. Ma attenzione:
quando 600mila persone si muovono tutte insieme, qualcosa cambia sempre. Forse non oggi, forse non alle prossime elezioni. Ma qualcosa si è già rotto. E qualcosa, forse, si sta ricomponendo.
Chi pensava che l’America fosse tutta su un binario solo, sabato ha scoperto che i binari sono almeno due. E il secondo… non è più disposto a restare indietro.
Si sono svolte sabato in tutti e cinquanta gli stati, con decine di migliaia di persone
Sabato in molte città degli Stati Uniti si sono svolte manifestazioni di protesta contro la presidenza di Donald Trump. A Washington decine di migliaia di persone hanno circondato il monumento alla città, a New York una folla di persone ha riempito la Fifth Avenue di Manhattan, e a Chicago Daley Plaza si è riempita di manifestanti e così Boston.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google: MASSICCIA rivolta anti-Trump a New York!!#HandsOff
Ma ci sono stati cortei anche in città più piccole, da St. Augustine in Florida a Salt Lake City nello Utah, e Anchorage, in Alaska.
Anchorage, Alaska (Loren Holmes/Anchorage Daily News via AP)
Le proteste sono state organizzate nel primo finesettimana dopo l’annuncio degli enormi dazi che hanno portato le borse statunitensi a registrare i crolli peggiori degli ultimi anni e avranno tra le molte conseguenze anche un grosso aumento dei prezzi nel paese. I manifestanti però hanno protestato in generale per le molte cose che Trump ha detto e fatto da quando è diventato presidente a gennaio: dai licenziamenti nelle agenzie federali, alle politiche anti-immigrazione, allo smantellamento dei programmi governativi su inclusione e diversity.
New York (AP Photo/Andres Kudacki)
La mobilitazione è stata organizzata dal movimento Hands Off!, in collaborazione con decine di organizzazioni, che hanno detto che ci sono stati più di mille cortei in tutti e cinquanta gli stati.
Thousands of protesters have flooded the streets of Boston demonstrating in the anti-Trump "Hands Off!" rally. It's one of 1,200 other protests unfolding in all 50 states across the country. pic.twitter.com/jNs7KMwKvB
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google: Migliaia di dimostranti hanno invaso le strade di Boston per protestare contro Trump nel raduno “Hands Off!”. È una delle altre 1.200 proteste che si stanno svolgendo in tutti i 50 stati del paese.!
È difficile stimare il numero di persone che hanno partecipato: secondo gli organizzatori gli iscritti all’evento sarebbero stati circa 600mila.
San Francisco (Stephen Lam/San Francisco Chronicle via AP)
Sul sito di Hands Off! si legge «stiamo affrontando una crisi nazionale. La nostra democrazia, i nostri mezzi di sostentamento e i nostri diritti sono tutti in gioco mentre Trump e Musk portano avanti la loro acquisizione illegale».
Omaha, Nebraska (Megan Nielsen/Omaha World-Herald via AP)
Da Washington DC a Los Angeles passando per gli stati del Sud, manifestazioni contro lo «smantellamento» delle istituzioni voluto da The Donald e i suoi alleati miliardari
«Hands off», ovvero giù le mani: è lo slogan della più grande protesta anti-Trump e anti-Musk in Usa e nel mondo da quando The Donald è tornato alla Casa Bianca. Nei 50 Stati Usa e a Washington sono state organizzate oltre 1.200 manifestazioni, mentre varie forme di contestazione sono andate in scena in vari Paesi stranieri, dal Canada al Messico, dalla Germania alla Francia, dalla Gran Bretagna al Portogallo e all’Italia, con iniziative tra l’altro a Londra, Parigi, Roma.
Washington, epicentro delle proteste – Le proteste hanno toccato varie città americane, da New York a Boston, da San Francisco a Portland, da Los Angeles agli stati del Sud da sempre feudo repubblicano. Ma l’epicentro è stata Washington, dove migliaia di attivisti si sono radunati sul National Mall sotto Washington Monument, a due passi dalla Casa Bianca. Una folla variopinta di tutte le età e con slogan originali, come se dopo tanto tempo lo smarrito popolo Dem avesse ritrovato forza e creatività per la «resistenza», come recita uno dei cartelli all’ombra dell’obelisco. «Wake up and smell the coup» (svegliatevi e sentite l’odore del golpe), «Trump golfs while Usa burns» (Trump gioca a golf mentre gli Usa bruciano), «Aren’t you tariffied?» (Non sei soggetto a dazi?) sono alcuni degli slogan. Molti ammoniscono a «tenere giù le man» dalla democrazia, dalla sanità e da tutto quello che è finito nel mirino di Trump e Musk, dipinti nei cartelli come due nazisti.
Proteste a macchia di leopardo – I numeri non sembrano da record, come invece successe con la marcia delle donne che nel 2017 portò nella capitale Usa circa mezzo milione di persone poco dopo il primo giuramento del tycoon. Finora negli Usa le contestazioni sono state isolate e di tono minore, ma la rabbia sta crescendo dopo i tagli indiscriminati alla spesa pubblica, la stretta su diritti e libertà, nonché i dazi che – secondo molti economisti – rischiano di aumentare il costo della vita. Mosse che questa settimana hanno fatto precipitare il consenso del presidente al 43%, la percentuale più bassa dal suo insediamento. Sul Mall sono arrivati migliaia di attivisti, scaricati da decine di bus provenienti da vari Stati americani. Presenti anche vari parlamentari Dem, che tengono mini comizi: Jamie Raskin, Maxwell Frost e Ilhan Omar.
Usa, oltre 1.200 proteste contro l’amministrazione Trump
«Questa si sta configurando come la più grande protesta di un solo giorno negli ultimi anni della storia americana», ha detto Ezra Levin, fondatore di Indivisible, uno dei gruppi che ha pianificato l’evento. Nel mirino l’agenda autoritaria del presidente, sostenuta da una oligarchia di miliardari. «Questa», ha aggiunto, «è una manifestazione enorme che sta inviando un messaggio molto chiaro a Trump, Musk, ai repubblicani al Congresso e a tutti gli alleati del movimento Maga: non vogliamo che mettano le mani sulla nostra democrazia, sulle nostre comunità, sulle nostre scuole, sui nostri amici e sui nostri vicini».
Le testimonianze dal Mall – Questa è una «mobilitazione nazionale per fermare la presa di potere più sfacciata della storia moderna», hanno spiegato gli organizzatori. «Trump, Musk e i loro compari miliardari stanno orchestrando un assalto totale al nostro governo, alla nostra economia e ai nostri diritti fondamentali, agevolati dal Congresso a ogni passo del percorso. Vogliono fare a pezzi l’America, chiudendo gli uffici della previdenza sociale, licenziando i lavoratori essenziali, eliminando le tutele dei consumatori e sventrando Medicaid, tutto per finanziare la loro truffa fiscale miliardaria», hanno accusato, riferendosi ai maxi tagli delle tasse della prima presidenza Trump che ora il tycoon vuole prorogare.
«Stanno consegnando i soldi delle nostre tasse, i nostri servizi pubblici e la nostra democrazia agli ultra-ricchi. Se non combattiamo ora, non ci sarà più nulla da salvare», denuncia un manifestante sul Mall. All’iniziativa hanno aderito 150 gruppi, tra cui Human Rights Campaign, il più grande gruppo di sostegno alla comunità Lgbtq, Greenpeace, il Service Employees International Union, un sindacato che rappresenta due milioni di lavoratori. Nella capitale si sono tenuti anche un raduno pro-Ucraina e una marcia a favore della Palestina e della libertà di parola.
Domenica 06 aprile 2025
Migliaia di persone partecipano alle proteste anti-Trump e Musk in tutto il Paese e in Europa
Piazze piene di persone negli Usa e in Europa per manifestare contro Trump e Musk. Molte le critiche alle azioni dell’attuale amministrazione e ai dazi
Dagli Stati Uniti all’Europa, migliaia di persone arrabbiate hanno manifestato contro il presidente UsaDonald Trump e la sua amministrazione. È stata la più grande giornata di manifestazioni del movimento di opposizione Hands Off! (Giù le mani, ndr) che sta cercando di ritrovare il suo slancio dopo lo shock delle prime settimane di mandato del repubblicano.
Le manifestazioni si sono tenute in più di 1.200 località in tutti i 50 Stati da oltre 150 gruppi, tra cui organizzazioni per i diritti civili, sindacati, sostenitori Lgbtqi+, veterani e attivisti elettorali. I cortei sono stati pacifici e le autorità non hanno segnalato casi di violenza, scontri o arresti.
Dal National Mall della capitale Washington DC, a Midtown Manhattan, al Boston Common e a diverse capitali statali, migliaia di manifestanti hanno contestato le azioni di Trump e dell’uomo più ricco del mondo, Elon Musk.
I manifestanti urlano slogan mentre scendono in strada e marciano durante la protesta “Giù le mani!” contro il presidente Donald Trump, sabato 5 aprile 2025, a New York. – Andres Kudacki/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
I manifestanti hanno espresso le loro obiezioni alle politiche e agli approcci dell’attuale amministrazione, che comprendono il ridimensionamento del governo federale, l’economia, l’immigrazione e i diritti umani. Si sono riuniti per opporsi alle mosse dell’amministrazione di licenziare migliaia di dipendenti federali, chiudere gli uffici della Social Security Administration e chiudere di fatto intere agenzie governative, come l’Usaid.
Le critiche ai tagli del Doge di Musk – Musk ha svolto un ruolo fondamentale nell’agevolare tali azioni, in quanto è a capo del Dipartimento per l’efficienza del governo (Department of Government Efficiency – Doge), di recente creazione, che mira a tagliare le “spese governative non necessarie“. Il dipartimento prevede di tagliare circa duemila miliardi di dollari di spesa federale.
I manifestanti hanno tenuto cartelli e cartelloni con scritto “Trappola per il topo muschiato” e “Deportazione di Elon Musk“, in chiara opposizione alle sue politiche. Molti hanno anche criticato Musk, proprietario di Tesla, SpaceX, Starlink e X, per il suo ruolo nel governo, essendo un cittadino naturalizzato.
Dimostranti portano cartelli durante le proteste “Giù le mani!” contro il presidente Donald Trump ed Elon Musk al Washington Monument di Washington, sabato 5 aprile 2025. – Jose Luis Magana/AP
“Qui in America, signor Musk, la giustizia non è in vendita. E non mettiamo in palio posti di giudice della Corte Suprema per premi milionari. La smetta di cercare di comprare i nostri voti. La smetta di derubare il nostro governo. E smetta di rubare i nostri dati“, ha dichiarato il deputato Jamie Raskin, intervenendo alla manifestazione di Washington.
A Boston, i manifestanti hanno tenuto cartelli con scritto “giù le mani dalla nostra democrazia” e “giù le mani dalla nostra sicurezza sociale“. Il sindaco Michelle Wu ha partecipato alla protesta nella capitale del Massachusetts, dove ha denunciato le tattiche intimidatorie di Trump e gli attacchi alla diversità e all’uguaglianza.
“Mi rifiuto di accettare che possano crescere in un mondo in cui gli immigrati come le loro nonne e i loro nonni sono automaticamente considerati criminali”, ha detto Wu.
Centinaia di persone hanno manifestato anche a Palm Beach Gardens, in Florida, a pochi chilometri dal campo da golf di Trump a Jupiter, dove ha trascorso la mattinata al Senior Club Championship del club. Le persone si sono allineate su entrambi i lati della PGA Drive, incitando le auto a suonare il clacson e scandendo slogan contro Trump.
Interpellata sulle proteste, la Casa Bianca ha dichiarato in un comunicato che “la posizione del presidente Trump è chiara: proteggerà sempre la Sicurezza Sociale, Medicare e Medicaid per i beneficiari idonei“.
“Nel frattempo, la posizione dei Democratici è quella di dare benefici alla Social Security, a Medicaid e a Medicare agli stranieri illegali, il che porterà alla bancarotta questi programmi e schiaccerà gli anziani americani“, ha aggiunto la Casa Bianca.
Manifestazioni contro Trump anche in Europa – Le proteste hanno avuto luogo anche all’estero, dove centinaia di cittadini statunitensi e stranieri hanno protestato contro l’approccio di Trump alla politica estera.
Le manifestazioni si sono svolte a Londra, Berlino, Parigi, Madrid e Lisbona e hanno chiesto la “fine del caos”, riferendosi all’aggressiva politica tariffaria globale del presidente degli Stati Uniti che ha mandato in fibrillazione i mercati azionari di tutto il mondo, oltre a sostenere l’Ucraina, verso la quale Trump è stato critico.
Una manifestante tiene dei cartelli mentre partecipa alla manifestazione “Giù le mani!” contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed Elon Musk, a Trafalgar Square, a – Kin Cheung/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
“Anche le persone che hanno votato per lui non stanno ottenendo quello per cui hanno votato con le tariffe. Tutti hanno perso denaro. Le uova non costano meno. Non hanno una vita migliore. Quindi dovrebbero essere ancora più arrabbiati di chiunque altro“, ha detto Alyssa, un’americana che protestava a Londra.
Da quando il primo è tornato alla Casa Bianca, gli attivisti hanno organizzato numerose manifestazioni a livello nazionale e internazionale contro Trump e Musk.
I manifestanti affermano che continueranno a manifestare pacificamente la loro opposizione a un’amministrazione che, a loro dire, non rappresenta loro o gli interessi comuni dei cittadini statunitensi, nella speranza di esercitare pressioni sull’amministrazione affinché inverta la rotta.
Varie persone, tra cui quattro tedesche, sono state bloccate nonostante avessero i permessi necessari: c’entrano le politiche di Donald Trump contro l’immigrazione
Agenti fuori dalla sede dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), l’agenzia federale che si occupa di far rispettare le leggi sull’immigrazione, il 16 marzo a New York – (EPA/GRAEME SLOAN)
Nelle ultime settimane a diverse persone, in maggioranza turisti, è stata negata la possibilità di entrare negli Stati Uniti nonostante avessero una regolare autorizzazione: alcune di loro sono state portate in centri di detenzione, e hanno detto ai giornali di essere state trattate sostanzialmente come dei criminali. È una conseguenza dell’approccio molto duro adottato dall’amministrazione del presidente Donald Trump verso l’immigrazione, sia irregolare che, in casi come questi,regolare.
In questi giorni sia il ministero degli Esteri tedesco sia quello britannico hanno modificato le raccomandazioni ufficiali ai viaggiatori, avvisandoli che se decidono di andare negli Stati Uniti devono mettere in conto la possibilità di essere arrestati ed espulsi. È diventato un tema soprattutto in Germania, dato che ultimamente quattro cittadini tedeschi sono stati respinti: il governo sta esaminando i loro casi, che intanto sono stati raccontati dai giornali sia tedeschisia statunitensi.
Tre di questi quattro casi sono stati risolti, quindi dopo un periodo di detenzione o custodia le persone coinvolte sono potute uscire dagli Stati Uniti. Il caso non ancora risolto è quello di Fabian Schmidt, un 34enne che ha la “green card”, un permesso di soggiorno permanente. Al momento Schmidt si trova in un centro di detenzione del Rhode Island, sulla costa est degli Stati Uniti. Era stato arrestato all’aeroporto di Boston, in Massachusetts, lo scorso 7 marzo al ritorno da un viaggio in Lussemburgo.
Sua madre Astrid Seniorha raccontatodi non aver avuto notizie di lui per giorni, ha detto che non sono state ancora comunicate le ragioni dell’arresto né formalizzate accuse nei suoi confronti.Senior ha denunciato le condizioni di detenzione del figlio, a cui sono stati confiscati i farmaci per l’ansia: ha detto che a causa della mancanza di sonno e di un’alimentazione non adeguata le condizioni di Schmidt si sono aggravate, e a un certo punto è stato portato in un ospedale locale. In passato Schmidt era stato arrestato per possesso di marijuana in California, ma le accuse erano cadute dopo che lo stato ne aveva legalizzato il possesso.
Il check-in all’aeroporto di Arlington, Virginia, lo scorso novembre – (EPA/JIM LO SCALZO)
Gli altri tre casi hanno coinvolto Jessica Brösche, una tatuatrice di Berlino di 29 anni; Lucas Sielaff, un ragazzo di 25 che era andato a trovare la fidanzata; e Celine Flad, una studentessa di 22 anni in vacanza. Sia Brösche sia Sielaff sono stati fermati al confine con il Messico, che da anni è al centro della propaganda di Trump e che la destra statunitense vorrebbe militarizzare per evitare l’ingresso di migranti irregolari.
Tutti e tre sono entrati negli Stati Uniti con l’ESTA, un’autorizzazione che permette ai cittadini di 43 paesi, tra cui molti europei, distare negli Stati Unitisenza bisogno di un visto per un massimo di 90 giorni consecutivi. L’ESTA e il visto sono documenti che non garantiscono di per sé la possibilità di entrare nel paese, che è soggetta a un interrogatorio all’arrivo che però in molti casi viene svolto in modo poco scrupoloso con una serie di domande di routine.
A metà gennaio Brösche era di ritorno da un viaggio a Tijuana. Probabilmente è stata arrestata perché aveva con sé l’attrezzatura da tatuatrice e gli agenti hanno sospettato che intendesse lavorare illegalmente negli Stati Uniti (anche se lei lo aveva escluso). È rimasta in un centro di detenzione per 46 giorni prima di poter tornare in Germania. Flad invece è rimasta per circa 24 ore in custodia a Newark, nel New Jersey, prima di poter riprendere un volo: stava facendo scalo dopo essere anche lei stata in Messico.
Sielaff è stato arrestato nella seconda metà di febbraio. Era la quarta volta che andava a trovare la sua fidanzata, che vive in Nevada. L’aveva accompagnata in Messico per portare il cane di lei dal veterinario (costa meno che negli Stati Uniti). Sielaffha raccontato che, al rientro, a causa delle sue difficoltà con la lingua inglese non era riuscito a spiegarsi con un agente, che aveva capito che lui vivesse a Las Vegas (invece era solo in visita) e l’aveva arrestato senza dargli tempo di chiarire il malinteso.
Sielaff ha detto di essere stato ammanettato e portato in un centro di detenzione (l’Otay Mesa di San Diego, lo stesso di Brösche), dov’è rimasto per 16 giorni prima di poter tornare in Germania il 6 marzo. Ha detto ai giornali che «nessuno si sentirà più sicuro a venire come turista negli Stati Uniti».
Ci sono stati anche altri casi. Giovedì il ministro francese Philippe Baptiste, che ha delega all’Istruzione superiore, ha detto che gli Stati Uniti hanno negato l’ingresso a un ricercatore francese per via di alcune sue dichiarazioni critiche verso Trump. Il governo statunitense ha negato che fosse quella la ragione, sostenendo invece che il ricercatore (la cui identità non è stata diffusa) conservasse su un dispositivo elettronico delle informazioni confidenziali del Los Alamos National Laboratory, affiliato al dipartimento dell’Energia.
Anche una donna britannica di 28 anni, Rebecca Burke, è rimasta per tre settimane in un centro di detenzione dopo essere stata arrestata al confine col Canada, probabilmente a causa di un modulo compilato male.
«Sono molto inusuali questi casi tutti insieme. Le ragioni per arrestare queste persone non hanno senso […] né giustificano condizioni abominevoli. L’unica ragione che vedo è una molto più accesa atmosfera anti-migranti», ha detto all’Associated Press Pedro Rios, direttore di un’associazione che assiste le persone migranti negli Stati Uniti. Secondo Rios, inoltre, è una novità che un trattamento simile sia applicato a cittadini di paesi che sono importanti alleati degli Stati Uniti, come la Germania, il Regno Unito e la Francia.
La legge statunitense autorizza gli agenti a ispezionare i beni delle persone al loro arrivo negli Stati Uniti. Non sempre in questi casi alle persone coinvolte è garantita l’assistenza da parte di un avvocato.
Sul posto squadre speciali e nucleo artificieri. L’uomo sarebbe “in preda a una crisi di nervi, urlando minacce”
Screenshot Fox News
Una massiccia presenza di forze dell’ordine è stata mobilitata presso il quartier generale della Cia a Langley, in Virginia, dove un uomo armato “in preda a una crisi di nervi” si sarebbe barricato urlando minacce. Lo ha riferito la polizia senza tuttavia spiegare se l’individuo si trovi dentro uno dei locali interni della base o nel perimetro esterno. Nell’area si sono registrati alcuni spari ma la situazione è ancora in evoluzione. Alcuni funzionari, parlando al New York Times, hanno confermato che vi sarebbero segnalazioni su un uomo che avrebbe esploso “diversi colpi” di arma da fuoco.
Mobilitati anche gli artificieri – I media statunitensi riferiscono la presenza sulla scena di una squadra Swat (Special Weapons and Tactics), di alcuni funzionari e un nucleo di artificieri, anche se la presenza di ordigni non è stata al momento confermata. Le strade limitrofe alla base sono state chiuse mentre un elicottero e alcuni droni sembrano ispezionare la zona.
Avviso di traffico: Dolley Madison Blvd è chiuso in entrambe le direzioni tra Georgetown Pk e Savile Ln a McLean per un incidente di barricata al quartier generale @CIA. La nostra divisione operazioni speciali è sulla scena per fornire assistenza. Si prega di seguire le indicazioni della polizia.
Traffic Alert: Dolley Madison Blvd is shut down in both directions between Georgetown Pk and Savile Ln in McLean for a barricade incident at @CIA HQ. Our Special Operations Division is on scene assisting. Please follow police direction. pic.twitter.com/inNeXP7yqi
— Fairfax County Police (@FairfaxCountyPD) March 19, 2025
Nel rogo sono morte 59 persone. Nel locale – senza licenza e uscite di emergenza – c’era un numero di persone doppio rispetto alla capienza ufficiale
Caos a Kocani, cittadina della Macedonia del Nord dove 59 persone sono morte a causa di un incendio scoppiato in una discoteca. Alcuni cittadini hanno organizzato una protesta e si sono radunati davanti al palazzo del Comune. La tensione è salita e diversi manifestanti hannopreso d’assalto l’edificio: hanno rimosso la telecamera di sorveglianza, hanno lanciato pietre e uova contro le finestre e poi sono entrati. Lo riportano i media locali.
Il premier della Macedonia del Nord: “Nessuna pietà per i responsabili” – I manifestanti, che gridavano ‘assassini, assassini’, hanno danneggiato anche un bar del proprietario del club Pulse dove è avvenuta la tragedia, hanno preso di mira la vetrina della sede della sua azienda e hanno rovesciato un’auto aziendale. Il primo ministro della Macedonia del NordKristijan Mickoski ha affermato che non ci sarà pietà per i responsabili delle politiche che hanno portato alla tragedia. “Tutti voi che avete osato fare politica in questo modo sarete ritenuti responsabili, sulle spalle dei cittadini e delle vite che questi giovani hanno perso. Non ci sarà pietà, vi faremo uscire dalle vostre case”, ha detto.
Non ci sarà pietà. Lasciatelo essere chiunque voglia, qualunque etnia voglia e qualunque partito politico voglia. Ciò che è accaduto è più di un crimine, è un omicidio di massa che qualcuno ha permesso che accadesse per denaro, per tangenti, per corruzione. Per rispondere a coloro che tengono conferenze stampa a mezzanotte, qui non c’è politica, tutti voi che avete osato fare politica in questo modo sarete ritenuti responsabili, sulle spalle dei cittadini e delle vite che questi bambini hanno perso. E non ci sarà pietà, li cacceremo fuori di casa!
Нема да има милост. Кој сака нека биде, од каква сака нека биде етничка припадност и од која сака нека биде политичка партија. Тоа што се случувало е повеќе од криминал, ова е масовно убиство кое што некој го дозволувал за пари, за мито, за корупција да се случи.
Dieci persone in custodia – Dieci persone restano in custodia della polizia per essere interrogate a Kocani rispetto all’incendio scoppiato nella discoteca. Tra le vittime ci sono anche adolescenti di appena 16 anni.
Il locale era senza licenza – Il ministro dell’Interno Panche Toshkovski ha affermato che un’ispezione preliminare ha rivelato che il locale stava operando senza una licenza adeguata. Ha detto che il numero di persone all’interno della discoteca, al momento dell’incendio, era almeno il doppio della sua capacità ufficiale di 250 persone.
Violazioni del codice di sicurezza – Il procuratore di Stato Ljupco Kocevski ha dichiarato che un’ispezione preliminare del locale notturno ha rivelato poi numerose violazioni del codice di sicurezza, tra cui la mancanza di uscite di emergenza, un numero insufficiente di estintori e un accesso improprio per i veicoli di emergenza.
Ue evacua 15 pazienti ustionati – L’Unione europea sta evacuando le vittime di ustioni l’incendio avvenuto in una discoteca nella Macedonia del Nord. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue, viene riportato in una nota della Commissione Ue, ha stabilito un contatto con le autorità di protezione civile macedoni per offrire solidarietà e supporto, dopo l’incendio scoppiato nelle prime ore di ieri, domenica 16 marzo. La Macedonia del Nord ha attivato il meccanismo di protezione civile dell’Ue chiedendo assistenza per evacuare 15 pazienti con gravi ustioni.
In una rapida reazione, nove Paesi europei (Croazia, Grecia, Romania, Slovenia, Svezia, Lituania, Ungheria, Lussemburgo e Norvegia) hanno offerto immediatamente assistenza tramite il meccanismo. Diversi pazienti sono già stati evacuati in Ungheria dal Lussemburgo e la Romania sta trasportando pazienti in Lituania.L’Ue sta ora coordinando il trasporto di altri pazienti nei paesi che hanno offerto cure e rimane in stretto contatto con le autorità nazionali in Macedonia del Nord ed è pronta a mobilitare ulteriore assistenza se necessario.
Incendio in Macedonia del Nord, discoteca era senza licenza e uscite di emergenza
Sono state annunciate raffiche fino a 130 km/h dal confine con il Canada fino al Texas. Rischio di bufere di neve nelle regioni settentrionali e di incendi nelle aree meridionali
Le violenti tempesteche si sono abbattute in alcune parti degli Stati Uniti hanno causato almeno 17 morti e la distruzione di decine di case. Le autorità hanno riferito che il maggior numero di vittime, fino a questa mattina, si è registrato in Missouri, dove i tornado abbattutisi durante la notte hanno provocato almeno 10 morti. Diverse persone sono rimaste ferite.
Le autorità dell’Arkansas hanno riferito che tre persone sono morte nella Contea di Independence e altre 29 sono rimaste ferite in otto contee mentre le tempeste attraversavano lo Stato durante la notte. Le autorità hanno comunicato che tre persone sono morte in incidenti stradali causati da una tempesta di polvere ad Amarillo, nel Texas. Le vittime sono state causate da un enorme sistema di tempeste che si sta muovendo attraverso il Paese, scatenando venti che hanno provocato tempeste di polvere mortali e alimentato oltre 100 incendi.
Tempeste negli Usa, raffiche di vento fino a 130 km/h – Si prevedono condizioni meteorologiche estreme, con venti di forza pari a un uragano, che interesseranno un’area abitata da oltre 100 milioni di persone. Sono state annunciate raffiche fino a 130 km/h (80 mph) dal confine con il Canada fino al Texas, con il rischio di bufere di neve nelle regioni settentrionali più fredde e di incendi nelle aree meridionali più calde e secche. Sono state ordinate evacuazioni in alcune comunità dell’Oklahoma, mentre sono stati segnalati oltre 130 incendi nello Stato. La polizia stradale ha dichiarato che i venti erano così forti da ribaltare diversi camion articolati.
Il celebre attore, due volte premio Oscar, è deceduto per problemi di cuore una settimana circa dopo che lei sarebbe deceduta per un’infezione da Hantavirus
Gene Hackman aveva l’Alzheimer in una fase avanzata ed è morto per una combinazione di ipertensione e una grave malattia cardiaca, probabilmente il 18 febbraio. Il celebre attore americano è stato ritrovato ormai deceduto, insieme alla moglie, il 26 febbraio scorso: i loro corpi sono stati trovati in stanze diverse della loro casa di Santa Fe, in New Mexico.
La moglie, Betsy Arakawa, 65 anni, sarebbe morta a causa di un sindrome polmonare da hantavirus, un virus che si trasmette all’uomo attraverso il contatto con roditori infetti. Non c’erano segni di trauma e la morte è arrivata per cause naturali.
La ricostruzione – Non una scena da film giallo ma dell’orrore, una tragedia che ha combinato malattie e solitudine di una coppia che negli ultimi tempi aveva deciso di vivere isolata, senza contatti da mesi e mesi anche con familiari e parenti. Le cause del duplice decesso scoperto il 26 febbraio, che fin dall’inizio era stato definito “sospetto“, sono state rese note nel corso di una conferenza stampa venerdì 7 marzo a Santa Fe dallo sceriffo della contea, Adan Mendoza, dal capo dei vigili del fuoco della locale caserma, Brian Moya, e dai funzionari dell’Ufficio dell’investigatore medico e del Dipartimento della salute del New Mexico.
L’attore Gene Hackman, 95 anni, due volte premio Oscar, e la pianista classica Betsy Arakawa sono stati trovati il 26 febbraio in stanze separate della loro casa: nessuno dei due mostrava segni di traumi esterni e subito lo sceriffo aveva escluso la pista dell’omicidio. Anche un avvelenamento da monossido di carbonio, causato da una fuga di gas, è stato escluso rapidamente dalle indagini tecniche e dagli accertamenti medico-legali.
L’autopsia di Hackman ha mostrato incipienti segni del morbo di Alzheimer e il medico legale Heather Jarrell hanno spiegato che “potrebbe non aver saputo che la moglie era morta” mentre era sopravvissuto nella loro casa per almeno una settimana a causa della demenza. La dottoressa Jarrell ha detto che è difficile sapere molto sullo stato mentale del leggendario attore prima o dopo la morte della moglie, ma ha rivelato che era in un “pessimo stato di salute” e che non c’era cibo nel suo stomaco. Non era disidratato al momento della morte.
Almeno una settimana prima di quella che si ritiene essere la data del decesso di Gene Hackman, la moglie è morta di sindrome polmonare da hantavirus, una grave malattia respiratoria causata dagli hantavirus, una famiglia di virus trasmessi all’uomo attraverso il contatto con roditori infetti. I sintomi dell’hantavirus compaiono in genere da una a otto settimane dopo l’esposizione; i primi sintomi possono assomigliare o essere confusi con l’influenza. La malattia può progredire rapidamente e provocare gravi crisi respiratorie, abbassamento della pressione sanguigna e insufficienza d’organo. L’autopsia dell’attore non ha mostrato segni di infezione da hantavirus.
Nel pomeriggio dell’11 febbraio, Betsy Arakawa, ha reso noto lo sceriffo Mendoza, è stata filmata dalle telecamere di sorveglianza mentre faceva acquisti presso una parafarmacia della catena Cvs, un mercato locale e un negozio di cibo per animali a Santa Fe. Le e-mail sul suo computer della moglie non sono state aperte dopo quella data. “Non ci sono state altre comunicazioni in uscita da parte sua o attività note dopo l’11 febbraio, informazioni sul telefono cellulare“, ha precisato lo sceriffo, affermando che l’ultima conversazione è stata con un massaggiatore in quella data e che questo è l’ultimo giorno in cui Betsy ha comunicato con qualcuno al di fuori della sua casa. “Stiamo lavorando con la polizia federale per ottenere le informazioni” dai due telefoni sequestrati durante la perquisizione dopo il ritrovamento dei due cadaveri “ma la nostra indagine mostra che tutte le ultime comunicazioni e attività conosciute sono ferme all’11 febbraio“.
Uno dei tre cani della coppia, un mix di Kelpie australiano di nome Zinnia, è stato trovato morto in una gabbia posta in una stanza adiacente al bagno in cui è stato scoperto il corpo di Betsy Hackman. Zinnia era stata sottoposta a un intervento chirurgico di recente e i veterinari hanno dichiarato di ritenere che questo spieghi il motivo per cui la cucciola era tenuta in gabbia e lontana dagli altri due animali presenti in casa, i due pastori tedeschi della coppia, ritrovati invece vivi. L’indagine sulla morte della coppia è iniziata il 26 febbraio con la scoperta degli Hackman e del loro cane nella residenza in maniera causale da due addetti alla manutenzione della casa. I rapporti della polizia indicano che Gene Hackman non parlava con le figlie da mesi e che Betsy aveva interrotto le telefonate settimanali con l’anziana madre residente alle Hawaii senza fornire alcuna giustificazione.
Cos’è l’hantavirus – “Probabilmente da virus Sin Nombre (scoperto nel 1993 a seguito di un focolaio nella regione dei Four Corners, al confine fra Arizona, Colorado e New Mexico). L’infezione, acquisita tramite inalazione di aerosol di escrementi di topi, può causare una grave sindrome polmonare, caratterizzata da un alto tasso di letalità, ed è endemica in alcune zone degli Stati Uniti“. Lo spiega su Facebook l’infettivologo Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi professore di Igiene all’Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano.
Il virus Sin Nombre è la causa più comune della sindrome polmonare da hantavirus nel Nord America. Il virus Sin Nombre (famiglia hantavirus) viene trasmesso principalmente dal topo cervo orientale. Gli hantavirus sono presenti in tutto il mondo nei roditori selvatici, che li eliminano per tutta la vita nella saliva, nelle urine e nelle feci. La trasmissione si verifica fra roditori. La trasmissione agli umani avviene attraverso l’inalazione di aerosol provenienti dagli escrementi dei roditori o, raramente, attraverso morsi di roditori. La trasmissione interumana può verificarsi con il virus delle Ande. Le infezioni acquisite sia per via naturale che in laboratorio stanno diventando sempre più diffuse.
Alcuni membri dell’opposizione hanno acceso dei fumogeni ed è scoppiata una rissa: almeno due persone sono state ferite
Fermoimmagine della protesta da una diretta del parlamento della rete televisiva pubblica RTS, il 4 marzo 2025 (RTS Serbia via AP)
Martedì in Serbiac’è statauna grande protesta antigovernativa in parlamento durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević,annunciatea fine gennaio dopo tre mesi di estese protestein tutto il paese. Alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce (come quelle usate allo stadio) e granate fumogene, è scoppiata una rissa ed è stata tirata dell’acqua contro la presidente del parlamento Ana Brnabić. Gli agenti della sicurezza hanno ristabilito l’ordine, ma almeno due parlamentari sono state ferite: Brnabićha detto che una di loro, Jasmina Obradović, ha avuto un infarto ed è ricoverata in condizioni critiche.
La protesta è scoppiata dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta come ultima cosa. L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento.
Una parlamentare portata via dai soccorritori dopo la protesta in parlamento, il 4 marzo 2025 (AP Photo/Darko Vojinovic)
Le proteste che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni: sono iniziate a novembre del 2024 dopo il crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, una città a circa 60 chilometri dalla capitale Belgrado, che ha causato la morte di 15 persone. L’incidente è stato ritenuto emblematico della diffusa corruzione nel sistema di potere del presidente nazionalista Aleksandar Vučić, del Partito Progressista Serbo (SNS), che governa il paese dal 2012.
Le manifestazioni sono cominciate come proteste studentesche anticorruzione, ma si sono via via allargate ad altre fasce della popolazione, diventando più in generale antigovernative. Ancora oggi avvengono quasi ogni giorno in diverse città serbe, e decine di facoltà universitarie sono occupate dagli studenti che manifestano.
Le principali richieste dei manifestantisono quattro: la pubblicazione dei documenti relativi alla ristrutturazione della stazione di Novi Sad, che al momento sono stati secretati (l’amministrazione di Vučićè spesso accusata di scarsa trasparenzae di una corruzione endemica); l’identificazione e incriminazione delle persone accusate di aver attaccato professori e studenti durante le proteste; l’annullamento delle accuse nei confronti degli studenti arrestati nelle proteste; e l’aumento dei fondi per l’istruzione.
Anche se al momento non si sospetta un omicidio. I corpi si trovavano in due posti diversi della casa
La morte di Gene Hackman e della moglie Betsy Arakawa sono ritenute “sospette” dalla polizia. Anche se al momento non si sospetta un omicidio, gli investigatori hanno avviato ricerche e indagini approfondite per determinarne la causa, secondo quanto riportato da Variety.
Dove sono stati trovati i corpi – I corpi di Hackman e Arakawa si trovavano in aree separate della loro casa di Santa Fe, dove sono stati trovati. Lei è stata trovata distesa sul pavimento del bagno, con accanto un flacone di pillole aperto e alcune sparse per terra. L’attore due volte premio Oscar si trovava in un’altra stanza, adiacente alla cucina, con i suoi occhiali da sole al fianco. Entrambi sembravano essere caduti a terra. Inoltre, anche il loro cane è stato trovato morto nell’armadio del bagno, mentre altri due cani sani sono stati trovati nella proprietà, sempre secondo Variety.
Secondo il detective, di cui TMZ non fornisce il nome, serve un’indagine approfondita perché “la persona che ha fatto la segnalazione” alla polizia “ha trovato la porta d’ingresso della residenza non protetta e aperta“.
Ipotesi fuga di gas – L’ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe, intervenuto sul posto, non ha notato segni di effrazione nell’abitazione. I vigili del fuoco e il personale dell’azienda del gas hanno verificato la presenza di una possibile fuga di gas o di avvelenamento da monossido di carbonio, ma non sono stati rilevati segni di tali pericoli. “Non ci sono segni evidenti di una fuga di gas”, ha dichiarato il detective Roy Arndt in un mandato di perquisizione, anche se le circostanze sono state ritenute abbastanza sospette da giustificare ulteriori indagini, secondo Variety.