Cortei in diverse città francesi. Numerose le persone fermate
Scontri alla manifestazione sindacale di protesta per opporsi ai tagli al bilancio a Parigi (LaPresse)
È stato un “giovedì nero” in Francia, per le proteste di piazza contro la manovra, la stessa che ha portato alla caduta del premier François Bayrou. I sindacati e i manifestanti esultano: “In strada siamo più di un milione“. Per il governo invece sono stati “oltre 500.000 i manifestanti“, la metà. E il primo ministro francese Sébastien Lecornu, con un inatteso e inconsueto comunicato post cortei, ha assicurato di essere concentrato sui temi portati in piazza annunciando nuove consultazioni con i sindacati nei prossimi giorni.
Oltre 300 arresti nelle manifestazioni in tutto il paese – Ma non ha mancato di condannare“con la massima severità” le violenze contro le forze dell’ordine e i danneggiamenti avvenuti a margine della giornata di mobilitazione indetta da tutti i sindacati. Soltanto qualche incidente ha macchiato la giornata di mobilitazione. Il bilancio degli arresti è comunque importante. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno, 309 sono i fermati in tutta la Francia, mentre 10 sono i feriti tra i manifestanti, uno tra i giornalisti (di France TV) e 26 fra poliziotti e gendarmi. Si tratta di un bilancio lontano dalle giornate di violenza dei gilet gialli o delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni del 2023.
A Parigi, il corteo è stato pacifico fino alla conclusione, a place de la Nation, quando sono scattate le abituali scene di guerriglia fra polizia – forte di uno schieramento massiccio di uomini e mezzi – e black bloc che non obbedivano all’ordine di dispersione. Prima di questi scontri in coda al corteo – con i manifestanti già rientrati a casa – c’erano stati lungo il percorso danneggiamenti a vetrine di negozi, soprattutto banche, oltre a pensiline spaccate e qualche falò acceso nelle strade.
Festeggia Bruno Retailleau, ministro dell’Interno, ha proclamato con soddisfazione: “La Francia non è stata bloccata“. Ma cosa rivendicano i francese? Tassa sui ricchi, riforma delle pensioni, inflazione e carovita: sono stati questi i temi dominanti nei circa 250 cortei che hanno percorso le strade di grandi città e piccoli centri del Paese. Non sono mancati gli appelli delle dimissioni rivolti al presidente Emmanuel Macron.
In attesa delle prossime mosse del premier francese Lecornu – L’impressione generale è che si attenda l’esito delle consultazioni del primo ministro Lecornu. Secondo alcuni analisti, se Lecornu avrà effettivamente ricevuto carta bianca da Macron per importanti concessioni, la conferma arriverà nei prossimi giorni. Abile negoziatore, Lecornu mantiene un canale aperto sia con Marine Le Pen sia con i socialisti, che continuano a minacciare la sfiducia ma non hanno chiuso la porta alle trattative.
Il delitto avvenuto sulla metropolitana di Charlotte, in North Carolina (Usa), continua a far discutere. Trump: “Quando si verificano omicidi orribili, bisogna adottare misure orribili
I passeggeri indifferenti dopo l’aggressione a Iryna Zarutska
L’omicidio di Iryna Zarutska, la rifugiata ucraina di 23 anni uccisa a coltellate dal 34enne Decarlos Brown, su un treno della metropolitana di Charlotte, ha scosso gli Stati Uniti (e non solo), soprattutto in seguito alla diffusione delle immagini del delitto. Dopo il primo, terrificante, video, adesso fanno discutere delle nuove registrazioni, che mostrano gli altri passeggeri sul vagone indifferenti dopo l’aggressione, mentre la giovane terrorizzata e sofferente si accascia sul sedile. Sul caso è intervenuto anche il presidente Trump: “Quando si verificano omicidi orribili, bisogna adottare misure orribili“.
Lingua originale: inglese. Traduzione diGoogle Solo la PENA DI MORTE sarebbe giustizia per Iryna Zarutska, 23 anni, massacrata su una metropolitana leggera di Charlotte. Fuggita dall’Ucraina per una vita più sicura in America, è stata assassinata dal 34enne Decarlos Brown Jr., arrestato e rilasciato 14 volte.
Only the DEATH PENALTY would be justice for 23-year-old Iryna Zarutska who was butchered on a Charlotte light rail. Fled from Ukraine for a safer life in America and was murdered by 34 year old Decarlos Brown Jr who had been arrested and released 14 times pic.twitter.com/k6S5RIC6iS
L’omicidio di Iryna Zarutska sul treno della metropolitana – Il delitto, come abbiamo raccontato in un altro articolo, è avvenuto lo scorso 22 agosto all’interno di un vagone della metropolitana di Charlotte, in North Carolina (Stati Uniti). Nei giorni scorsi i funzionari dell’ente responsabile del trasporto pubblico nell’area metropolitana, il Charlotte Area Transit System, hanno diffuso le prime immagini del delitto registrate dalle telecamere di videosorveglianza poste a bordo del treno. Il video mostra gli istanti che precedono l’omicidio, con la giovane che sale a bordo del mezzo e si mette seduta davanti al senzatetto, che senza preavviso estrai un coltellino e si scaglia sulla sua vittima. Il filmato poi si sposta su una seconda telecamera, posizionata sul lato opposto del vagone, dove il 34enne viene inquadrato mentre cammina con il coltello ancora insanguinato. I passeggeri all’inizio sembrano non accorgersi di nulla, salvo poi allontanarsi dopo aver notato le macchie rosse sul pavimento.
Il delitto tra i passeggeri indifferenti – A scatenare l’indignazione adesso è un secondo video, che mostra gli istanti successivi all’aggressione con l’inquadratura che resta sulla 23enne e sui passeggeri seduti nelle sue vicinanze. Tutti distratti dal cellulare, i presenti non fanno caso all’attacco, seppur rapido, sferrato nei confronti della ragazza, e poi rimangono indifferenti quando la 23enne, con lo sguardo terrorizzato, piange e si tocca il collo nel punto in cui è stata colpita.
Sui social è stato diffuso anche un terzo video, che preferiamo non mostrare, registrato dalla telecamera posta proprio sopra al sedile della vittima e che mostra integralmente l’omicidio.La giovane viene colpita più volte, senza avere il tempo di difendersi. Poi inizia a perdere sangue e si accascia sul sedile, per poi cadere al suolo a causa della grave emorragia. La 23enne è deceduta nonostante l’intervento dei soccorsi, mentre l’assassino è stato arrestato alla prima fermata.
Il “caso” diventa politico – Il 34enne Decarlos Brown è stato arrestato con l’accusa di omicidio di primo grado, con il movente che resta ancora un mistero. Al momento si trova in carcere, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere: in caso di condanna rischia l’ergastolo o anche la pena di morte. L’uomo ha alle spalle una lunga storia criminale ha trascorso diversi anni in carcere per rapina a mano armata e altri reati, ma a far discutere è il sistema del rilascio su cauzione senza pagamento, che gli ha consentito di tornare libero più volte.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Donald Trump, che lunedì scorso ha usato parole forti e critiche, mettendo nel mirino le città governate dai Democratici dopo la minaccia di inviare agenti federali e truppe della Guardia Nazionale a Chicago: “Quando si verificano omicidi orribili, bisogna adottare misure orribili“. Il sindaco di Chicago Brandon Johnson e il governatore dell’Illinois JB Pritzker, hanno respinto la descrizione di Trump della città come “città infestata dalla criminalità” e lo hanno esortato a non inviare truppe, ma molti attacchi sono arrivati anche dagli alleati di Trump, come il consigliere senior della Casa Bianca Stephen Miller, o il segretario ai Trasporti Sean Duffy, che su X ha scritto: “Non riuscendo a punirlo adeguatamente, Charlotte ha deluso Iryna Zarutska e i cittadini della Carolina del Nord“.
Lingua originale: inglese. Traduzione diGoogle Ho figlie della stessa età di Iryna Zarutska. Siamo arrivati a questo punto perché abbiamo leader che non difendono gli americani che non hanno altra scelta che prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro. @POTUS e @USDOT sono qui per lottare per i lavoratori. Meritano di essere al sicuro sulle strade, sugli autobus e sui treni.
I have daughters the same age as Iryna Zarutska. We got here because we have leaders who don’t stand up for Americans who have no choice but to take public transportation to get to work.@POTUS and @USDOT are here to fight for hard working people. They deserve to be safe on the… pic.twitter.com/USdbJtF4Wm
Accusa a cui ha risposto il sindaco di Charlotte Vi Lyles: “Come molti di voi, sono addolorato e ho riflettuto a lungo su cosa significhi davvero la sicurezza nella nostra città. Rimango impegnato a fare tutto il possibile per proteggere i nostri residenti e garantire che Charlotte sia un luogo in cui tutti si sentano al sicuro“.
Intanto, la famiglia Zarutska piange la morte della giovane, che si faceva chiamare “Ira“, come raccontato dai parenti nel necrologio: “Iryna era arrivata negli Stati Uniti tre anni fa con la madre, la sorella e il fratello in cerca di sicurezza dalla guerra russa in Ucraina. Era un’artista dotata e appassionata che aveva conseguito una laurea in arte e restauro presso un college di Kiev e sognava di diventare assistente veterinaria“.
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Iryna Zarutska, 23 anni, è stata accoltellata a morte ad agosto mentre si trovava su un treno della metropolitana leggera di Charlotte, nella Carolina del Nord. da Iryna Zarutska/Instagram
Iryna Zarutskaera solo una delle tante passeggere quando salì sul treno notturno della Linea Blu, dopo essere giunta alla stazione di Scaleybark, a pochi chilometri dal centro di Charlotte. Indossava pantaloni color cachi e una camicia scura. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti sotto un cappello della pizzeria Zepeddie’s, dove lavorava.
Come i passeggeri lì vicino, la ventitreenne chinò il capo mentre il treno proseguiva, assorta nel telefono che teneva in mano. Zarutska, una rifugiata ucraina, aveva scelto una fila vuota e si era seduta di fronte a un uomo con una felpa rossa, ignara dell’imminente collisione tra i due .
Solo quattro minuti dopo, Decarlos Brown, il passeggero dietro di lei, frugò nella piega dei suoi vestiti e tirò fuori quello che sembrava un coltello. Per un attimo, guardò di nuovo fuori dal finestrino, come se non avesse intenzione di fare altro. Ma con un movimento rapido, si lanciò in avanti, afferrò il sedile e colpì mortalmente Zarutska, che si strinse il viso e la gola prima di accasciarsi a terra.
Zarutska è morta sul treno per le ferite riportate, mentre i passeggeri si inginocchiavano su di lei per aiutarla. Brown è stato accusato di omicidio di primo grado per l’omicidio della donna.
Nei giorni successivi alla diffusione del video dell’attacco, l‘accoltellamento e la lunga storia criminale di Brown, tra cui condanne per rapina a mano armata, furto e violazione di domicilio, sono stati denunciati dall’amministrazione Trump e dai politici conservatori come un esempio dei crimini violenti che, a loro dire, affliggono molte città a guida democratica negli Stati Uniti
Il crimine è diventato un grido di battaglia mentre l‘amministrazione cerca di giustificare l’invio di truppe federali a Los Angeles e Washington, DC, mentre il presidente Donald Trumpminaccia di inviare la Guardia Nazionale a Chicago.
“La Carolina del Nord, e ogni Stato, ha bisogno di LEGGE E ORDINE, e solo i repubblicani potranno garantirlo!”, ha dichiarato Trump su Truth Social. Ha definito Brown un “criminale di professione“.
Il sindaco di Charlotte, Vi Lyles, e la famiglia di Brown hanno entrambi affermato che l’omicidio è in parte dovuto alle carenze del sistema giudiziario che ha permesso a Brown di reinserirsi nella comunità nonostante i precedenti penali per malattia mentale e le condanne per rapina a mano armata,furto aggravato e violazione di domicilio.
Alla fine, i percorsi di due persone si sono fatalmente incrociati: una donna sfuggita alla violenza per poi affrontarla negli Stati Uniti e un uomo i cui familiari ritengono sia stato tradito sia dalla giustizia penale sia dal sistema sanitario.
Zarutska ha abbracciato la vita americana – Zarutska aveva un dono. Sua madre lo chiamava “un dono da artista“. Non era la sua capacità di scolpire o disegnare abiti, anche se amava farlo. Zarutska, laureata in arte e restauro al Synergy College di Kiev, spesso donava le sue opere a familiari e amici.
Il suo “dono d’artista” era ciò che sua madre chiamava affettuosamente la sua capacità di dormire per “lunghi periodi di tempo“.
Era una persona casalinga e “era più felice quando era circondata dalla famiglia e dalle persone care“, hanno detto i suoi familiari nel suo necrologio .
Zarutska lasciò l’Ucraina nell’agosto del 2022, sei mesi dopo l’invasione russa, per sfuggire alla guerra.
Lonnie, un amico di famiglia, ha raccontato alla WCNC, affiliata alla CNN, che Zarutska ha dovuto sopportare i bombardamenti quotidiani in Ucraina e l’agonia di non sapere “se avrebbe potuto vivere o respirare un altro giorno“.
Fuggì con la madre, la sorella e il fratello, trovò casa nella Carolina del Nord e abbracciò la vita a Charlotte. Frequentò il Rowan-Cabarrus Community College e sognava di diventare assistente veterinaria.
“Si prendeva spesso cura degli animali domestici dei vicini e molti ricordano con affetto di averla vista passeggiare con loro nel quartiere, sempre con il suo sorriso radioso“, ha detto la sua famiglia.
Zarutska lavorava in una zona vivace del Lower South End, costellata di birrerie, complessi residenziali e caffetterie. L’inaugurazione della metropolitana leggera nel 2007 ha contribuito ad alimentare la crescita del quartiere.
Stava lentamente diventando indipendente e stava imparando a guidare, dicevano. Ma nel frattempo, avrebbe preso il treno.
“Sapevo che stava lottando” – Pochi giorni prima dell’accoltellamento, Brown si era presentato a casa della madre. Michelle Dewitt ha raccontato che suo figlio, senza casa e ospitato in un rifugio locale, aveva chiesto di restare per la notte.
Più tardi quella mattina, la madre di Brown lo lasciò in un rifugio di Statesville Avenue, a pochi chilometri dalla stazione di Scaleybark. Lo abbracciò e gli disse che gli voleva bene, disse, prima di dirigersi in chiesa.
Quando ha scoperto dell’accoltellamento e dell’arresto, Dewitt non riusciva a credere che si trattasse di suo figlio. Lo aveva già cacciato di casa in precedenza perché troppo violento, ha raccontato alla WSOC, affiliata alla CNN . Eppure, pensava che l’identificazione di suo figlio come sospettato fosse stata un errore.
Ma Brown, che aveva una storia di problemi di salute mentale, negli ultimi anni aveva avuto difficoltà, ha detto.
Sua sorella, Tracey Brown, ha affermato che gli era stata diagnosticata la schizofrenia e che soffriva di allucinazioni e paranoia.
Decalos Brown aveva trascorso più di cinque anni in prigione per rapina con arma pericolosa. E quando uscì nel 2020, sua sorella disse di aver avuto la sensazione di avere a che fare con una persona diversa.
Decalos Brown è accusato di omicidio per la morte di Iryna Zarutska. Ufficio dello sceriffo della contea di Mecklenburg
“Non sembrava più lui“, ha detto Tracey Brown. Suo fratello faceva fatica a sostenere conversazioni semplici e non riusciva a mantenere un lavoro. A volte diventava aggressivo.
Decarlos ha aggredito la sorella nel 2022, ha raccontato alla CNN. L’ha morsa e ha rotto i cardini di una porta, ma la sorella ha dichiarato di aver deciso di ritirare le accuse perché preoccupata per i suoi problemi di salute mentale.
“Sapevo che stava lottando contro qualcosa“, ha detto Tracey Brown. Ma la famiglia ha faticato a trovare un aiuto per la sua salute mentale.
La madre aveva cercato di far trasferire Brown in una struttura di lunga degenza, ha raccontato Tracey Brown alla CNN, ma i suoi tentativi sono falliti perché non era la sua tutrice.
Ha raccontato più volte alla sorella che il governo gli aveva impiantato un chip.
All’inizio di quest’anno, Brown ha chiesto agli agenti di indagare su un materiale “artificiale“ che controllava il suo modo di mangiare, camminare e parlare, secondo quanto riportato dai documenti del tribunale. Gli agenti hanno detto a Brown che “il problema era di natura medica” e che non c’era altro che potessero fare.Sconvolto, ha chiamato il 911. Brown è stato accusato di abuso del 911, un reato minore di classe 1.
Secondo i verbali del tribunale, il suo rilascio era condizionato alla promessa scritta di presentarsi alla successiva udienza. La Casa Bianca ha affermato che il suo rilascio lo lasciava “libero di massacrare una donna innocente“.
Tracey Brown ritiene che quella notte suo fratello abbia subito un disastroso crollo mentale.
Il video dell’aggressione mostra Brown irrequieto e irrequieto. Annuì con la testa, poi la scosse. Si sedette, con il cappuccio tirato sui lunghi capelli, e si raddrizzò bruscamente, per poi piegarsi in avanti e appoggiare la testa sul sedile di fronte a lui. Di tanto in tanto, ondeggiava avanti e indietro.
Infine, attaccò Zarutska, che era appena salita sul treno pochi minuti prima. Charlotte era stata il suo rifugio dalla violenza all’estero, ma ora Zarutska aveva perso la vita lì.
“È davvero molto disgustoso e triste che nella nostra società odierna ci sia così tanta malvagità“, ha detto Lonnie, l’amico di famiglia.
In seguito Brown raccontò alla sorella di aver aggredito la donna perché gli leggeva nel pensiero.
“Una persona che sente delle voci nella propria testa e crede che il mondo sia contro di lei, è destinata a crollare“, ha detto alla CNN.
Poco dopo le 9 di mercoledì (le 15 italiane) Cuba è rimasta completamente senza elettricitàper la quinta volta in meno di due anni. Il ministero nazionale per l’Energia ha parlato di un «collasso totale della rete elettrica» dovuto a un guasto alla centrale Antonio Guiteras, la più grande del paese, circa 90 chilometri a est della capitale L’Avana. Già nei giorni scorsi c’erano stati estesi blackout nella parte orientale dell’isola, quella più povera e fuori dalle rotte turistiche.
A Cuba, che ha circa 11 milioni di abitanti, situazioni di questo tipo non sono una novità. Lo scorso febbraio a causa di un blackout le scuole del paese erano rimaste chiuse per due settimane; a ottobre l’elettricità era mancata diversi giorni a causa dell’interruzionedella produzione di energia sempre nella centrale Antonio Guiteras. La crisi energetica dipende soprattutto da centrali obsolete, infrastrutture fatiscenti e dalla riduzione delle importazioni di petrolio dal Venezuela; in più negli ultimi anni la situazione è peggiorata ulteriormente a causa del passaggio di due uragani. Per risolvere i blackout più recenti ci sono sempre voluti diversi giorni.
Vanno avanti da tempo e hanno causato il blackout di questi giorni: le centrali sono vecchie e maltenute, e il governo non riesce a reperire abbastanza petrolio
Una casa all’Avana (AP Photo/Ramon Espinosa)
Dallo scorso venerdì pomeriggio l’isola di Cubaè senza corrente elettrica, a causa di due blackout generali che hanno causato interruzioni e problemi soprattutto nella parte occidentale dell’isola, quella della capitale L’Avana. Negli ultimi anni blackout parziali, anche di molte ore, sono stati ricorrenti a Cuba, tanto da essere considerati quasi la norma. Un’interruzione così estesa e prolungata della corrente però non succedeva da tempo, ed è dovuta a ragioni strutturali che potrebbero non risolversi rapidamente, nonostante le parziali rassicurazioni offerte dal governo.
I problemi alla rete elettrica sono uno dei tanti aspetti dell’enorme crisi di Cuba, la più grave dal 1959, quando ci fu la rivoluzione con cui Fidel Castro instaurò un regime comunista sull’isola. La crisi va avanti ormai da alcuni anni e rende difficile il reperimento di cibo, materiale edile e beni di prima necessità. Anche la rete idrica è inefficiente,con prolungate e ricorrenti interruzioni della fornitura d’acqua in varie zone del paese.
La crisi della rete elettrica è provocata da diversi fattori: un numero insufficiente di centrali elettriche e il cattivo stato di quelle presenti, tutte molto vecchie e maltenute; varie difficoltà nel reperire il petrolio necessario per farle funzionare e un aumento della domanda di elettricità da parte della popolazione. Sono problemi strutturali a cui il governo cubano sta dando risposte insoddisfacenti: negli ultimi anni, per esempio, ha definito un piano per costruire 31 centrali alimentate da energia solare, ma ci sarà bisogno di almeno uno o due anni perché le prime inizino a funzionare.
La rete elettrica cubana si basa principalmente su otto grandi centrali termoelettriche, che furono costruite oltre cinquant’anni fa e che non vengono sottoposte a una vera manutenzione da almeno 15 anni. Gli unici interventi che vengono praticati sono quelli per risolvere i guasti ricorrenti, ma si tratta di soluzioni di emergenza, insufficienti e spesso temporanee. Al momento sette delle otto centrali sono interessate da “lavori di ripristino”, complicati dalla cronica assenza di fondi.
Il blackout all’Avana e un ristorante con un generatore proprio (Nick Kaiser/dpa)
Come ha raccontato il New York Times, negli anni Settanta il regime comunista definì un progetto per costruire una centrale nucleare sull’isola: Fidel Castro mandò il suo primo figlio, Fidel Castro Díaz-Balart, a studiare fisica nucleare a Mosca, in Russia. Tornato a Cuba, a partire dal 1980 guidò il piano per la costruzione di una centrale a Juragua, nella provincia di Cienfuegos, sulla costa meridionale dell’isola: avrebbe dovuto fornire il 20 per cento del fabbisogno energetico dell’isola. In oltre un decennio di lavori fu costruita la struttura esterna di un primo reattore, ma l’opera fu poi abbandonata nel 1992, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, che era il principale partner dell’operazione. Negli anni seguenti ci sono stati vari tentativi di riprendere i lavori, con soci esteri privati, che però non hanno mai superato le fasi “esplorative”.
Già dal 2006 Cuba iniziò ad avere problemi di blackout e produzione insufficiente di energia. Allora Fidel Castro definì le centrali termoelettriche dell’isola «preistoriche» e decise di importare un gran numero di grossi generatori alimentati a diesel e benzina, che rifornivano i piccoli centri e le zone rurali. La rete attuale si basa per una parte consistente su questi generatori, che dipendono dalla fornitura di petrolio.
Nel 2018 inoltre Cuba firmò un accordo con la Turchia per la fornitura di enormi navi che funzionano come centrali elettriche mobili e galleggianti: inizialmente erano tre, nel 2022 sono diventate sette e sono ancorate nella baia dell’Avana. Anche queste sono alimentate a petrolio e gli accordi prevedevano che fosse il governo cubano a fornirlo. In questi mesi almeno alcune delle navi hanno spesso interrotto la produzione per mancanza di petrolio.
(AP Photo/Ramon Espinosa)
Cuba infatti sta faticando a importare il petrolio di cui avrebbe bisogno: il paese produce autonomamente 40mila dei 120mila barili del suo fabbisogno giornaliero, ma secondo alcuni esperti citati dal New York Times il petrolio cubano contiene una quantità alta di zolfo e metalli che possono compromettere il processo di combustione termoelettrica. Fino a pochi anni fa il resto del petrolio necessario arrivava principalmente dal Venezuela, con piccole quote da Messico e Russia.
Negli ultimi anni le importazioni dal Venezuela sono notevolmente calate: circa un decennio fa il paese inviava sull’isola 130mila barili di petrolio al giorno, a prezzi molto ridotti. Era una specie di sussidio che il Venezuela forniva a un paese politicamente vicino, in un periodo in cui la sua economia sembrava poter sostenere lo sforzo. L’attuale crisi economica del Venezuela, particolarmente grave e per certi versi simile a quella cubana, ha limitato fortemente quegli “aiuti”: al momento arrivano dal Venezuela circa 25 o 30mila barili al giorno, un terzo del necessario, in parte perché la produzione venezuelana si è ridotta, in parte perché i costi sono aumentati e solo per questa quota ammontano all’equivalente di 600 o 700 milioni di euro l’anno.
Un altro fattore che sta mettendo in difficoltà la già fragile rete elettrica cubana è l’aumento notevole della richiesta: nell’ultimo anno è molto cresciuto il numero di piccole e medie imprese sull’isola, dopo l’apertura all’iniziativa privatadiventata effettiva di fatto nel 2021. Secondo il primo ministro Manuel Marrero Cruz queste imprese consumano quantità di energia elettrica elevate, tanto che i costi verranno aumentati per la categoria.
L’aumento della domanda è la ragione che il governo cubano sta citando più spesso per provare a giustificare i blackout, insieme alla difficoltà di reperire il petrolio a causa dell’embargo statunitense, perché implicano minori responsabilità (dagli anni Sessanta gli Stati Uniti impongono un duro embargo sui commerci con Cuba, che negli anni ha reso molto complicato trovare beni di consumo sull’isola).
Oltre alle aziende private, negli ultimi anni a Cuba è aumentato anche il numero di generatori e condizionatori inviati sull’isola dai tanti cubani emigrati negli Stati Uniti (più di 850mila dal 2022). Secondo i dati del Consiglio economico e commerciale tra Stati Uniti e Cuba, nel 2024 i cubani hanno importato condizionatori per un valore complessivo di 1 milione di dollari e generatori per 200mila dollari: i generatori vengono utilizzati anche per le pompe elettriche con cui spesso si sopperisce ai problemi della rete idrica, mentre i condizionatori hanno contribuito alla crescita della domanda di corrente e al sovraccarico della rete.
Infine, un’altra causa indicata dal governo per la crisi attuale sono gli effetti del passaggio dell’uragano Milton, a metà ottobre, che ha complicato ulteriormente gli approvvigionamenti di petrolio e altro carburante. Nel 2022 inoltreun enorme incendiodistrusse il 40 per cento del principale centro di stoccaggio del petrolio dell’isola, a Matanzas.
A Cuba per decisione del governo tutti gli esercizi commerciali non necessari e i centri ricreativi come le discoteche sono chiusi dallo scorso sabato, mentre le attività culturali e le lezioni nelle scuole sono sospese fino almeno a lunedì. Gli ospedali stanno continuando a funzionare grazie a generatori propri, così come gli hotel più moderni. Sono stati annunciati lavori straordinari con l’obiettivo di evitare nuovi blackout generali, ma anche alcuni esponenti del governo hanno ammesso di non poterli escludere per il prossimo futuro.
Manifestanti chiedono la fine dell’austerità durante una manifestazione del collettivo “Bloquons tout” (Blocca tutto) a Montpellier, Francia, 10 settembre 2025. In segno di protesta contro il bilancio di austerità del governo uscente, un collettivo online chiamato “Bloquons Tout” ha invitato tutti a bloccare l’intero Paese il 10 settembre con azioni simboliche. EPA/GUILLAUME HORCAJUELO
Giornata di forti tensioni politiche e sociali in Francia, con massicce proteste antigovernative che hanno fatto da sfondo all’insediamento del nuovo primo ministro, Sébastien Lecornu, il quinto nominato in due anni da Emmanuel Macron.
Il ministero dell’Interno francese ha reso noto che da questa mattina sono stati registrati almeno 327 arresti in tutto il Paese nell’ambito delle manifestazioni indette dal movimento ’Bloquons Tout’. Lo riporta l’emittente Bfmtv. In una conferenza stampa, Laure Beccuau, procuratrice generale di Parigi, ha riferito che nella capitale sono stati registrati 199 arresti, 99 dei quali hanno portato alla custodia cautelare da parte della polizia.
Lecornu, fedelissimo del presidente e fino a ieri ministro della Difesa, ha assunto ufficialmente l’incarico a mezzogiorno, incontrando il suo predecessore Francois Bayrou, sfiduciato dall’Assemblea Nazionalelunedì per il piano di rigore volto a ridurre il deficit.
Nel suo primo giorno a Matignon, Lecornu ha promesso una “rottura profonda” con il passato, dichiarando che presenterà nei prossimi giorni la sua visione politica, che – a suo dire – sarà diversa “non solo nel metodo, ma nella sostanza”. Tuttavia, la strada si preannuncia in salita: il partito della sinistra radicale France Insoumise (LFI) ha già annunciato una mozione di sfiducia, al momento senza il sostegno di altri gruppi parlamentari.
Intanto, le piazze di tutta la Francia si sono riempite di manifestanti, in segno di opposizione al presidente Macron e alla sua linea di governo. La mobilitazione, lanciata da una coalizione informale di gruppi di sinistra ha portato a circa 300 arresti e a scontri tra dimostranti e forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha parlato di “tolleranza zero” verso ogni forma di violenza, ordinando la mobilitazione di 80.000 agenti su tutto il territorio.
In Francia le proteste dei “Bloquons Tout”
Il tentativo di “bloccare tutto”, come annunciato dagli organizzatori, è riuscito solo in parte.Treni ad alta velocità e metropolitana a Parigi hanno funzionato regolarmente, ma numerose scuole sono state bloccate, così come diverse strade, linee ferroviarie e caselli. A Parigi, i manifestanti hanno alzato barricate con cassonetti, bloccato licei, ostacolato il traffico e lanciato rifiuti contro la polizia. In mattinata, circa 1.000 persone hanno cercato di entrare nella Gare du Nord, ma sono state respinte dalle forze dell’ordine.
Altre città hanno vissuto momenti di forte tensione. A Lione, i manifestanti hanno bloccato una via principale e dato fuoco a cassonetti. A Nantes, la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni per disperdere la folla. A Marsiglia, circa 200 manifestanti sono stati fermati mentre cercavano di bloccare una delle arterie principali della città.
Chiuso Museo d’Orsay e parte del Louvre – Chiuso a Parigi il Musée d’Orsay nonché una parte del Museo del Louvre. “A causa di un movimento sociale nazionale il Musée d’Orsay è chiuso oggi 10 settembre. Vi preghiamo di scusarci per il disagio”, si legge in un messaggio pubblicato sul profilo X della celebre istituzione parigina che ospita i capolavori dell’Impressionismo. Un simile messaggio è stato pubblicato sui social del Louvre: “Cari visitatori, a causa di un movimento sociale alcune sale del Museo del Louvre sono eccezionalmente chiuse” scrive il museo più grande al mondo, aggiungendo che anche il piccolo Museo Delacroix,che dipende dal Louvre, è stato chiuso oggi a causa delle proteste. Disagi anche alla Biblioteca Nazionale di Francia (Bnf), con la limitazione degli orari di alcuni spazi come la Salle Labrouste,sprangata per tutto il pomeriggio.
Ripetute violazioni dello spazio aereo, in volo anche jet italiani. Aeroporti chiusi e detriti sulle case. Il premier Tusk accusa Mosca: “La più grande provocazione di sempre, ora riunione Nato”. L’Ue: “Non è stato un incidente”
I resti di un drone russo e una casa danneggiata a Wyryki, in Polonia
All’alba gli abitanti di Wyryki, nella regione di Lublino, sono stati svegliati da un boato. Sul centro della città polacca un F16 di Varsavia ha abbattuto un drone da combattimento russo: ne danno notizia i media locali. I detriti sono caduti direttamente su un edificio residenziale, distruggendone completamente il tetto, a pochi passi da una scuola elementare. Secondo le autorità, nessuno è rimasto ferito nell’incidente.
Un altro drone è stato abbattuto nella zona di Krzywowierzba, circa 15 km a sud-est di Wyryk. Dalle prime immagini che arrivano dalla Polonia si possono distinguere chiaramente i resti di un drone “Gerbera”, una versione più economica e semplificata dei droni Shahed iraniani, usati dalla Russia contro l’Ucraina per missioni kamikaze e come esca per le difese aeree, ma anche come ricognitori.
Droni russi sulla Polonia – La Polonia è in allerta massima dopo che sono state segnalate “ripetute violazioni” dello spazio aereo da parte della Russia, nel corso di un massiccio attacco in Ucraina: circa 415 droni di vario tipo e più di 40 missili da crociera e balistici sono stati lanciati dalla Federazione Russa. Secondo quanto riferito dal premier polacco, Donald Tusk, per 19 volte sarebbe stato violato lo spazio aereo polacco: la prima volta intorno alle 23:30 di martedì, l’ultima intorno alle 6:30 di oggi mercoledì 10 settembre 2025
Come risposta allo sconfinamento di almeno una decina di droni oltre i confini ucraini, i caccia della Polonia e F35 olandesi si sono levati in volo e hanno abbattuto alcuni droni. A dare la notizia è lo stesso il premier polacco. Nell’operazione coinvolti anche AWACS italiani che – insieme ai sistemi di difesa aerea Patriot – hanno rilevato i droni russi tramite radar.
La zona dell’incursione dei droni russi in Polonia
I resti di un altro drone d’attacco russo Shahed sono stati trovati nei pressi del villaggio di Czosnówka, nella Polonia orientale, a circa 30 chilometri dal confine con la Bielorussia.
Il comando delle forze armate polacche ha denunciato quello che ha definito un “atto di aggressione che ha rappresentato una vera minaccia per la sicurezza dei cittadini” e “una violazione dello spazio aereo senza precedenti“.
Secondo alcune indiscrezioni la Polonia starebbe valutando la possibilità di invocare l’articolo 4 della NATO, che prevede formalmente consultazioni urgenti presso il Consiglio Nord Atlantico. L’articolo prevede infatti che qualsiasi Stato membro dell’Alleanza può avviare una riunione se ritiene che la sua integrità territoriale, la sua indipendenza politica o la sua sicurezza siano minacciate.
Il portavoce della Nato ha spiegato che durante una riunione del Consiglio – già prevista per oggi – si parlerà di quanto successo in Polonia.
Polonia in allerta: abbattuti droni russi – Il ministero della Difesa di Varsavia ha riferito che droni russi sono entrati nella notte nello spazio aereo della Polonia, minacciando la città di Zamosc e le province orientali di Masovia, Podlachia e Lublino. Tra gli obiettivi l’aeroporto di Rzeszów, che è stato chiuso: è il principale hub logistico per il rifornimento di armi all’Ucraina.
Sono quindi scattate le operazioni di difesa. Le autorità hanno esortato i residenti a rimanere in casa. Chiusi quattro aeroporti, tra cui lo Chopin di Varsavia, il principale scalo del Paese.
Il premier Tusk: “Siamo in costante contatto con il comando della Nato“. Contestualmente sono in corso le “ricerche a terra di droni abbattuti“.
L’abbattimento degli Shahed segna una nuova fase nella guerra della Russia contro l’Ucraina. È la prima volta che un paese Nato si scontra direttamente con mezzi militari russi. Solo ieri la Polonia aveva annunciato la chiusura del confine bielorusso a causa delle esercitazioni militari di Russia e Bielorussia.
L’Ue: “Non è stato un incidente” – “Abbiamo assistito alla violazione dello spazio aereo europeo più grave da parte della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina. Le indicazioni suggeriscono che sia stata intenzionale, non accidentale”. Così l’alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera e di sicurezza.
Il senatore repubblicano statunitense Joe Wilson ha accusato la Russia di aver dichiarato guerra alla Polonia e ha chiesto di fornire all’Ucraina armi per colpire all’interno della Russia “La Russia sta attaccando un alleato della NATO, la Polonia, con droni iraniani meno di una settimana dopo che il presidente Trump ha ospitato il presidente Nawrocki alla Casa Bianca. Questo è un atto di guerra“, ha scritto Wilson che ha esortato l’amministrazione Trump a rispondere immediatamente con sanzioni severe per paralizzare la macchina da guerra russa e a fornire urgentemente all’Ucraina armi in grado di colpire il territorio russo.
Kiev: “Attacco russo è atto deliberato” – Secondo l’Ucraina quanto avvenuto è un atto deliberato della Russia “per testare il sistema di possibili risposte occidentali e dimostrare che non esiste“. Lo afferma il consigliere di Zelensky, Michail Podolyak.
Oggi la protesta che evoca i Gilet Gialli. Tensioni a Lione e Marsiglia, proteste anche nelle scuole superiori
Circa un migliaio di persone sono scese in piazza in Francia oggi, mercoledì 10 settembre, per la manifestazione ‘Blocchiamo tutto’. Lo ha annunciato la Gendarmeria nazionale spiegando che almeno 75 persone sono state fermate nella sola regione di Parigi. Il movimento di protesta, nato sui social media, promette di paralizzare il Paese con boicottaggi, scioperi e occupazioni simboliche di municipi e uffici pubblici, suscitando interrogativi sulla nascita di un nuovo soggetto politico sul modello dei Gilet Gialli.
“La situazione è sotto controllo, ma altamente instabile“, ha riferito la Gendarmeria riferendo che nella notte si sono registrate sette manifestazioni di protesta in Francia, alcune delle quali sono ancora in corso. I servizi di sicurezza si aspettano che 100mila persone scendano oggi in piazza in Francia e il ministro degli Interni Bruno Retailleau ha annunciato “tolleranza zero”.
Volantino che invita a partecipare al blocco del 10 settembre – Gerard Bottino/SOPA Images via ZUMA Press Wire
Come previsto si registrano disagi al traffico, con blocchi alla circolazione a Lione, Lille e Grenoble. A Parigi, invece, al momento risulta ”quasi normale’‘ la circolazione su autobus e metropolitane. Fermati i manifestanti che hanno cercato di interrompere la circolazione sulla tangenziale di Parigi appiccano fuochi sporadici, spiega l’emittente Bfmtv riferendo che il traffico rimane scorrevole.
Uno dei manifesti della protesta pubblicato sui social
Erwan Coiffard, portavoce della Gendarmeria Nazionale, ha detto a Bfmtv che “azioni più significative” sono state segnalate “nella regione della Bretagna“. Momenti di tensione a Lione dove circa 100 persone stanno bloccando la rotonda di Feyssine e la polizia ha “fatto ricorso a mezzi per disperdere i dimostranti ostili che bloccavano il traffico sul ponte dell’Università e sulle banchine“. Diverse centinaia di persone si sono radunate a Marsiglia in Place de la Joliette, rovesciando i bidoni della spazzatura. Il traffico è stato gravemente interrotto in alcune zone di Marsiglia.
Anasse , syndicaliste de SUD RAIL, harangue la foule devant la Gare du Nord et demande de « construire une convergence des radicalités », citant la prise du Parlement au Népal comme un exemple sous les applaudissements. pic.twitter.com/tpMitTKhaU
Manifestazioni di protesta sono in corso anche nelle scuole superiori. “Blocchiamo le nostre scuole superiori contro la negazione della democrazia, contro le inaccettabili condizioni di studio, finché non vinceremo la nostra causa“, ha detto il presidente dell’Unione delle scuole superiori a Bfmtv.
Chi c’è dietro ‘Blocchiamo tutto’ – La giornata di mobilitazione nazionale è stata proclamata da un movimento che, secondo il quotidiano Le Parisien, conta circa 20 organizzatori e si dichiara indipendente da partiti e sindacati. ‘Blocchiamo Tutto‘ è il risultato di un malcontento popolare che è montato negli ultimi mesi su piattaforme come X, TikTok, Telegram e Facebook e che si è rafforzato con l’annuncio della manovra di Bayrou, che prevedeva tagli al bilancio per quasi 44 miliardi di euro e alla sanità, la cancellazione di due festività nazionali ed il congelamento delle pensioni.
Francia: disagi per la manifestazione di protesta del movimento ‘blocchiamo tutto’ – 10 settembre 2025 (AFP)
All’origine dell’iniziativa ci sono due gruppi principali: ‘Indignons-nous‘ e ‘Les Essentiels‘. Il primo, legato a istanze progressiste, si concentra su rivendicazioni sociali, come l’opposizione ai tagli e la difesa dei servizi pubblici. Il secondo, sovranista e più orientato a destra, chiede la Frexit, cioè l’uscita della Francia dall’Unione Europea, critica le tasse e propone azioni come non usare la carta di credito ed evitare acquisti nella grande distribuzione.
Secondo la ricercatrice Elisabeth Godefroy, il movimento è “abbastanza eterogeneo“. Ma nonostante le forte differenze ideologiche, i due gruppi hanno scelto di collaborare almeno per l’appuntamento di domani, evidenziando “l‘esigenza di trovare nuovi modi di mobilitazione di fronte al fallimento delle modalità tradizionali“, come ha osservato Francois Boulo, avvocato ed ex portavoce dei Gilet Gialli.
Francia: disagi per la manifestazione di protesta del movimento ‘blocchiamo tutto‘ – 10 settembre 2025 (AFP)
Diverse organizzazioni sindacali e partiti di sinistra hanno già manifestato l’intenzione di unirsi al movimento, mentre gli organizzatori insistono sull’indipendenza da partiti e sindacati per “mobilitare al massimo” i cittadini.
Alcuni osservatori hanno evidenziato forti analogie con i Gilet Gialli, le cui proteste agitarono la Francia nel 2018. Come allora, il movimento nasce sui social, non ha un leader unico né legami con partiti politici, e raccoglie cittadini che si sentono “lasciati indietro“. Un sondaggio condotto dal think tank Jean-Jaures su oltre mille sostenitori di ‘Blocchiamo Tutto‘, ha rilevato che il 69% ha votato per il partito di Jean-Luc Melenchon alle presidenziali 2022, mentre solo il 2% per Emmanuel Macron ed il 3% per Marine Le Pen.
Aeroporto di Londra, passeggeri evacuati e servizi di emergenza sul posto. L’allarme è ora rientrato
Londra, terminal dell’ Heathrow Airport
È stato riaperto il Terminal 4 dell’aeroporto diLondra–Heathrow, chiuso dopo l’evacuazione di passeggeri a causa del sospetto di una fuga di sostanze potenzialmente pericolose nell’area check-in. Lo riporta la BBC, citando i responsabili dello scalo.
L’allarme è rientrato e le operazioni al terminal sono riprese regolarmente. La polizia ha spiegato che alcune persone hanno accusato malessere e sono state soccorse dai servizi di emergenza per l’inalazione di fumo, ma nessuno versa in gravi condizioni. Al momento non risultano arresti né segnalazioni di ulteriori rischi per passeggeri e personale.
L’area check-in del Terminal è stata “chiusa ed evacuata” a causa di un “incidente” ha comunicato la direzione dello scalo
Londra, terminal dell’ Heathrow Airport
Il Terminal 4 dell’aeroporto di Heathrow, il principale scalo europeo e uno dei sei aeroporti dell’area metropolitana di Londra, è stato evacuato questa sera a seguito di un incidente che ha sollevato timori per una possibile perdita di materiali pericolosi. La notizia ha generato apprensione tra i passeggeri e il personale dell’aeroporto.
Secondo quanto comunicato da un portavoce di Heathrow alla BBC, l’evacuazione è stata disposta per consentire l’intervento dei servizi di emergenza, che stanno gestendo un “possibile incidente legato a materiali pericolosi”. Immagini diffuse dai media mostrano una colonna di fumo che si leva dal Terminal 4, alimentando le speculazioni sulla gravità dell’accaduto. Al momento, le autorità non hanno fornito dettagli specifici sulla natura delle sostanze coinvolte, ma hanno confermato che squadre specializzate, vigili del fuoco e ambulanze sono state dispiegate sul posto per precauzione.
L’aeroporto ha invitato i passeggeri a non recarsi al Terminal 4 fino a nuovo avviso, garantendo assistenza a coloro che si trovano già nella zona. Nel frattempo, i treni che collegano l’aeroporto hanno sospeso le fermate al Terminal 4 per motivi di sicurezza. Gli altri terminal (1, 2, 3 e 5) continuano a operare normalmente, senza interruzioni significative ai voli in partenza e in arrivo.
Un hub internazionale come Heathrow gestisce milioni di passeggeri ogni anno. I vigili del fuoco di Londra, intervenuti tempestivamente, stanno collaborando con le autorità aeroportuali per chiarire le cause dell’incidente e valutare i rischi. Ulteriori aggiornamenti sono attesi nelle prossime ore, mentre si cerca di determinare l’entità della perdita e le sue potenziali conseguenze.
Per ora, le autorità raccomandano ai viaggiatori di seguire gli aggiornamenti ufficiali dell’aeroporto e di evitare il Terminal 4 fino a quando la situazione non sarà risolta.
Buie e Cittanova travolte da piogge torrenziali. La sensazione era quella di trovarsi in un territorio tagliato in più isole, senza collegamenti sicuri
La zona sportiva di Buie trasformata in un lago. – Foto: ERIKA BARNABA
Martedì, le prime luci dell’alba hanno portato con sé un nuovo incubo d’acqua e fulmini.La costa istriana, già provata da precipitazioni eccezionali solo pochi giorni prima, è stata nuovamente travolta da un’ondata di maltempo che ha scaricato in poche ore quasi 100 litri di pioggia per metro quadrato. Torrenti di pioggia hanno travolto i territori di Buie, Umago, Cittanova, Momiano e Verteneglio, sommergendo strade, piazze e campagne.Le arterie principali sono diventate fiumi in piena, i collegamenti interrotti da frane, smottamenti e alberi abbattuti, mentre i Vigili del fuoco e la polizia lottavano senza sosta per garantire la sicurezza. Uno scenario apocalittico, in cui l’acqua divorava l’asfalto e si insinuava nelle abitazioni. La popolazione osservava impotente, stretta tra la paura e l’incredulità per un territorio che, nel giro di poche ore, sembrava essersi trasformato in un’immensa laguna.
Strade e traffico paralizzati – Questa nuova ondata di maltempo ha scaricato quantità record di pioggia in poche ore. In soli 60 minuti, a Umago sono caduti 98 millimetri, a Buie 108 millimetri, mentre Cittanova ha registrato addirittura 120 millimetri, segnando uno dei picchi pluviometrici più intensi dell’anno. Numerosi ingressi verso Buie sono stati chiusi, in quanto le strade principali e secondarie sono state sommerse dall’acqua o invase da detriti. Le forti correnti hanno travolto marciapiedi e carreggiate, superando spesso le protezioni e le barriere stradali, creando veri e propri fiumi in piena. In alcuni tratti, sono stati registrati smottamenti e cadute di alberi, che ha reso la viabilità estremamente pericolosa. Le abitazioni al piano terra sono state invase dall’acqua, causando danni materiali e strutturali ancora non quantificabili. I Vigili del fuoco lavoravano senza sosta per eliminare l’acqua davanti alle palazzine e liberare le strade più critiche. Le strade principali e i collegamenti con le periferie sono trasformati in torrenti impetuosi con l’asfalto che è spesso invisibile sotto l’acqua e il rischio di incidenti è altissimo. La situazione rimane drammatica e altamente instabile, con le autorità che invitano i cittadini a evitare di recarsi nelle zone sopra indicate almeno fino al miglioramento delle condizioni meteorologiche. Le immagini arrivate dalle strade raccontano delle città sospese tra il silenzio inquietante e la furia dell’acqua.
I Vigili del fuoco pompano l’acqua dai seminterrati delle palazzine. – Foto: ERIKA BARNABA
Situazione critica – Cittanova è stata la località più colpita. La cittadina si è svegliata paralizzata, cantine e piani terra allagati, strade ridotte a torrenti e il traffico in tilt. La pioggia incessante ha sommerso soprattutto le zone più basse della località, trasformando strade e parcheggi in specchi d’acqua impetuosa. La polizia locale è intervenuta immediatamente, posizionando pattuglie per impedire il passaggio degli automobilisti e limitare i rischi. L’acqua, che scorreva veloce tra le vie, poteva nascondere buche e tombini sollevati facendo sì che ogni errore si potesse trasformare in tragedia. Anche a Cittanova i Vigili del fuoco erano impegnati a eliminare l’acqua accumulata davanti alle palazzine per cercare di limitare i danni agli edifici e alle abitazioni. Il comandante dei Vigili del fuoco regionali, Dino Kozlevac, ha confermato che la situazione è stata particolarmente critica. “A Cittanova abbiamo ricevuto il numero più alto di chiamate di soccorso. Le squadre locali sono state immediatamente rinforzate con unità da Rovigno, Parenzo e Pinguente. Tutte le forze disponibili erano sul campo. A preoccupare non sono solo i danni immediati agli edifici, ma anche le infrastrutture, come la strada tra Verteneglio e Fiorini, che è stata completamente sommersa, diventando impraticabile a causa di una vera e propria colata d’acqua”, ha concluso.
Arteria principale fuori uso – La strada di Verteneglio, arteria principale che collega Cittanova e Buie con le località periferiche, è diventata un vero e proprio pericolo pubblico. In molti tratti l’asfalto è risultato scomparso, la carreggiata trasformata in fiumi impetuosi. Era impossibile distinguere il percorso. La strada appariva come un confine insormontabile, un simbolo della forza devastante del maltempo che ha paralizzato l’Istria settentrionale. Buie, pur trovandosi in posizione sopraelevata, non è stata risparmiata dagli effetti del maltempo. La cittadina, che domina l’entroterra istriano, ha visto scorrere veri e propri torrenti lungo i vicoli del centro storico. Come nelle altre località, pure qui nelle campagne, i vigneti e gli oliveti hanno subito danni a causa del ruscellamento e della violenza delle piogge.
I vigneti sott’acqua. – Foto: ERIKA BARNABA
Paura e incertezza per il futuro – Diversi agricoltori lamentano la perdita di terreni erosi e colture compromesse. Le strade che collegano Buie alla costa sono state rese difficilmente percorribili: gravi i problemi di mobilità e isolate temporaneamente alcune frazioni. A Buiela mattina si è aperta con uno scenario quasi irreale. Le strade che collegano i diversi quartieri al centro città sono state spezzate da frane e smottamenti. Dal rione di Stazione per ore non è stato possibile raggiungere il centro, bloccato da due grossi cedimenti, uno tra il distributore di benzina e il semaforo, l’altro poco più in alto, lungo la strada alta che costeggia la zona sportiva, anche questa completamente sommersa dall’acqua: vi spuntavano appena le traverse nel campo di calcio. I flussi di traffico, già rallentati dalla pioggia battente, si sono così completamente interrotti. A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che anche le vie verso la costa sono rimaste impraticabili e i lavoratori che all’alba tentavano di dirigersi verso Cittanova sono stati costretti a invertire la marcia, fermati dalle forze dell’ordine lungo il tratto di Verteneglio, dove l’acqua ha trasformato la carreggiata in un canale fangoso e ingovernabile. La sensazione, per chi si muoveva tra queste strade, era quella di trovarsi in una città tagliata in più isole, senza collegamenti sicuri, con il territorio frammentato da frane, allagamenti e smottamenti improvvisi. Ma la preoccupazione più grande si è concentrata sulla zona di Rudine, dove l’acqua non si limitava a invadere le strade, ma premeva sulle fondamenta stesse della città. Il muro di contenimento che sorregge il campo sportivo in cemento ha iniziato a mostrare crepe profonde, dalle quali sgorgava un getto continuo e inquietante. Come detto ieri, la pressione dell’acqua “è tale da far temere il peggio, che l’intera barriera possa cedere di colpo”, riversando terra e detriti sulle palazzine sottostanti. Gli abitanti osservavano con ansia, scambiandosi sguardi carichi di paura. “Ogni goccia che cade ci fa tremare”, mormora una residente della zona, “perché pensiamo oramai che basti poco per far crollare tutto”. A Buie, come nel resto dell’Istria settentrionale, non è solo l’acqua ad aver invaso le case e le strade, ma pure l’incertezza, la fragilità di un territorio che sembra non riuscire più a difendersi.
Strade sommerse a Cittanova. – Foto: ERIKA BARNABA
Quartieri in emergenza – A Umago la Protezione civile ha ricevuto oltre 30 segnalazioni di allagamenti in poche ore. I quartieri residenziali sono i più colpiti, con abitazioni sommerse da acqua e fango. La situazione ha raggiunto livelli critici. La pressione dell’acqua ha sollevato tombini e chiusini, rendendo estremamente pericoloso percorrere qualsiasi strada, anche a piedi. Le immagini arrivate dalle zone più colpite mostrano automobili sommerse fino ai paraurti e strade dove la corrente scorre impetuosa, trasformando la città in un labirinto d’acqua. “È come se avessimo vissuto due alluvioni in una sola settimana. Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di ripulire le cantine dall’ultima volta, e già siamo di nuovo sott’acqua”, racconta un residente della zona di Monterol. Le squadre di soccorso hanno lavorato senza sosta con pompe idrauliche per svuotare scantinati e rimuovere l’acqua dalle strade, mentre i cittadini hanno tentato di proteggere le proprie case con sacchi di sabbia.
Un «treno» di tempeste – A Momiano, il maltempo ha fatto traboccare la fontana principale, trasformando la vicina strada viabile in un piccolo lago e impedendo il passaggio di veicoli e pedoni. Altri tratti sono stati sommersi, costringendo a interventi per recuperare i mezzi rimasti intrappolati nell’acqua e liberare le vie principali. Secondo i meteorologi di Istramet, il fenomeno registrato è quello del cosiddetto “oborinski vlak” (un treno di precipitazioni) che continua a colpire lo stesso territorio. Questo spiega perché, a distanza di pochi giorni, Cittanova e Umago, siano state travolte due volte di seguito. La violenza del maltempo non si è limitata alle piogge: in sole due ore sono stati registrati quasi 2000 fulmini, che hanno illuminato il cielo istriano come in un continuo bombardamento elettrico.
Nel territorio momianese. – Foto: ERIKA BARNABA
La voce delle istituzioni – Il DHMZ (Istituto meteorologico statale) ha emesso un’allerta, invitando la popolazione alla prudenza. “Il nord Adriatico rimarrà instabile ancora per tutta la giornata di martedì e mercoledì”, spiegano gli esperti. Sul piano operativo, la Protezione civile ha ribadito la necessità di segnalare tempestivamente ogni emergenza, mentre i comuni colpiti hanno allestito punti di supporto per le famiglie con case allagate. Le previsioni indicano che la situazione potrebbe migliorare solo da giovedì, con il ritorno del sole e di temperature più alte. Ma la tregua potrebbe essere breve in quanto già da venerdì sera nuove piogge sono possibili sulle aree settentrionali, mentre nel weekend non si escludono altri rovesci localizzati nell’entroterra. L’Istria settentrionale conferma ancora una volta la sua vulnerabilità ai fenomeni meteorologici estremi. Tra case allagate, strade interrotte, raccolti agricoli compromessi e un turismo che vive giornate di incertezza, l’emergenza mette in luce l’urgenza di piani di prevenzione più robusti.
In visita anche Boris Miletić – A visitare le aree colpite dal maltempo e dalle inondazioni è stato ieri mattina anche ilpresidente della Regione istriana, Boris Miletić, assieme alla vicepresidente regionale Gordana Antić,la quale ricopre pure la funzione di capo del Servizio della Protezione civile della Regione istriana. Nell’occasioneMiletićha incontrato il sindaco di Cittanova, Anteo Milos, come pure i rappresentanti della Protezione civilee degli altri servizi pubblici di emergenza presenti in quel momento nell’area. “Purtroppo, come molte altre parti dell’Istria, anche Cittanova è stata duramente colpita dal maltempo verificatosi oggi. Gli addetti ai servizi cittadini competenti sono già sul campo. La priorità è assicurare ai cittadini la necessaria assistenza, la pulizia delle strade, come pure gli interventi urgenti nelle aree in cui si sono verificati i danni più gravi”, ha dichiarato il presidente della Regione istriana. Le abbondanti precipitazioni hanno portato all’intorbidimento delle acque della rete di approvvigionamento idrico, allo sversamento delle acque di scarico, alle inondazioni delle parti inferiori della città, ma anche ai danni a una parte dell’infrastruttura stradale. Nel ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, Boris Miletić e Gordana Antić hanno voluto invitare la cittadinanza ad attenersi alle istruzioni degli uffici pubblici competenti e ad astenersi dai viaggi che non sono indispensabili. Come si legge nello stesso comunicato stampa della Regione, le Città di Cittanova e Buie inviteranno i cittadini danneggiati a rivolgersi agli uffici cittadini delle due autonomie locali per un (eventuale) risarcimento.
L’ambasciata italiana si è mobilitata e sta verificando la presenza di nostri connazionali
Vigili del fuoco e soccorritori sul luogo dell’incidente – PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP –
L’iconica funicolare Elevador da Gloria a Lisbona è deragliata e si è schiantata contro un edificio. A quanto riferisce il quotidiano Diario de Noticias, almeno 15 persone sono morte e altre venti sono rimaste ferite. La carrozza è uscita dai binari intorno alle 18:30 ora locale (le 19:30 in Italia), mentre percorreva la discesa dal belvedere di San Pedro de Alcantara verso la piazza Restauradores nel Barrio Alto.
Traduzione Google #ULTIMA ORA – L’iconica Funicolare Gloria di #Lisbona, #Portogallo, deraglia, causando feriti e finora 3 morti. Il deragliamento dell’Elevador da Glória, avvenuto mercoledì pomeriggio a Lisbona #elevadordagloria#Lisbona
La funicolare di Gloria: un’attrazione storica – La funicolare è una delle principali attrazioni turistiche di Lisbona e trasporta più di tre milioni di passeggeri all’anno. Progettata dall’ingegnere portoghese Raoul Mesnier du Ponsard, è stata inaugurata il 24 ottobre 1885. Nel febbraio 2002 è stata classificata come monumento nazionale.
L’immagine della funicolare deragliata (dal quotidiano portoghese A Bola)
Verifiche della Farnesina – La Farnesina si è mobilitata subito dopo il deragliamento della funicolare nel tardo pomeriggio. A quanto si è appreso, l’ambasciata d’Italia a Lisbona è in contatto con le autorità locali e sta conducendo verifiche sull’eventuale presenza di italiani.
Il sindaco, “Lisbona in lutto” – “La città è in lutto“. Lo ha dichiaratoCarlos Moedas, sindaco di Lisbona, dopo il deragliamento dell’Elevador da Gloria. Recatosi sul posto dell’incidente, Moedas ha dichiarato: “E’ una tragedia che non è mai accaduta nella nostra citta’. E’ il momento dell’azione e dell’aiuto. Ringrazio tutti voi per la risposta in pochi minuti. L’unica cosa che posso dire è che è un giorno molto tragico“.
Il cordoglio del presidente della Repubblica portoghese – In una nota pubblicata sul sito ufficiale della Presidenza, Marcelo Rebelo de Sousa“ha espresso profondo rammarico per l’incidente” in particolare “per le vittime e i feriti gravi, nonchè per i vari feriti lievi“. “Il Presidente della Repubblica porge le sue condoglianze e la sua solidarietà alle famiglie colpite da questa tragedia e auspica che l’accaduto venga rapidamente chiarito dalle autorità competenti” aggiunge la nota. Solidarietà è arrivata anche dal governo e dal primo ministro Luis Montenegro esprimendo “profonda costernazione e solidarietà alle vittime e alle loro famiglie“. “Il Governo sta, fin dai primi momenti, monitorando la situazione e la risposta delle diverse autorità pubbliche di emergenza medica, unita’ sanitarie, protezione civile, forze dell’ordine e dei trasporti, alle quali sono state trasmesse le linee guida per fornire tutto il supporto necessario“, afferma l’Esecutivo, aggiungendo che “il Governo è anche in contatto permanente e in stretto contatto con il Consiglio comunale“
Ho appreso con profondo dolore del tragico deragliamento dell’Elevador da Glória a Lisbona. Desidero esprimere, a nome del Governo italiano e mio personale, sincero cordoglio e vicinanza al Portogallo, alle famiglie delle vittime e ai feriti coinvolti nell’accaduto.
Lingua originale: portoghese. Traduzione di Google Ho appreso con tristezza del deragliamento del famoso “Elevador da Glória”. Le mie condoglianze alle famiglie delle vittime.
É com tristeza que tomei conhecimento do descarrilamento do famoso “Elevador da Glória”.
Lingua originale: portoghese. Traduzione di Google I nostri pensieri sono rivolti a coloro che sono stati colpiti dalla tragedia dell’Elevador da Glória, un punto di riferimento per i residenti di Rio e per i visitatori provenienti da tutto il mondo. L’Europa esprime la sua solidarietà alle vittime, ai loro cari e all’intera comunità di Lisbona. Auguro una pronta guarigione ai feriti. @Moedas
Os nossos corações estão com as pessoas atingidas pela tragédia do Elevador da Glória, uma referência para os lisboetas e visitantes do mundo inteiro.
A Europa está solidária com as vítimas, os seus entes queridos, e toda a comunidade em Lisboa.
Il villaggio di Tarasin, nella regione del Darfur, è stato travolto da un’ondata di fango e rocce. Il bilancio è drammatico, il governatore Minni Minnawi ha chiesto aiuto alle associazioni umanitarie internazionali
I primi soccorsi giunti sul luogo della frana in Sudan
Oltre mille vittime e un solo sopravvissuto. Questo il drammatico bilancio della frana di vaste proporzioni che ha travolto un villaggio nella regione del Darfur, nel Sudan occidentale. La notizia è stata confermata ieri, lunedì 1° settembre, da una nota del Movimento di Liberazione del Sudan il gruppo ribelle che controlla la zona: “Una frana di vaste proporzioni e devastante ha colpito domenica il villaggio di Tarasin, sui Monti Marra. Le prime informazioni indicano il bilancio delle vittime tra tutti i residenti del villaggio, stimato in oltre mille persone, con un solo sopravvissuto“.
Frana travolge un villaggio in Darfur: oltre mille morti – Un eventi devastante, come mostrano anche le prime immagini diffuse sui social: il villaggio è stato completamente travolto da un’onda di fango e rocce. Una strage che colpisce una zona già flagellata da una sanguinosa guerra civile che dura da tre anni.Il gruppo ha chiesto alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni di sostenere il recupero delle salme.
Lingua originale: arabo. Traduzione di Google L‘Organizzazione per la difesa delle vittime del Darfur esprime le sue più sincere condoglianze e la più profonda solidarietà alla popolazione del villaggio di Tarsin, nella località di Jebel Marra, nello Stato del Darfur Centrale, a seguito delle forti piogge del 31 agosto 2025, che hanno provocato frane che hanno causato la morte della maggior parte degli abitanti del villaggio. Un testimone oculare ha riferito all’organizzazione che la popolazione del villaggio è stimata in circa mille persone, di cui solo una è sopravvissuta. Questo è considerato uno dei disastri naturali più violenti che la regione abbia visto negli ultimi decenni. L’organizzazione invita la comunità internazionale e le organizzazioni locali, regionali e internazionali a intervenire con urgenza per ricercare i dispersi, recuperare i corpi e controllare la situazione umanitaria, sanitaria e ambientale. L’organizzazione esprime le sue più sincere condoglianze e la più profonda solidarietà alla popolazione del Darfur, alle famiglie e agli amici delle vittime.
تتقدم منظمة مناصرة ضحايا دارفور بخالص التعازي وعظيم المواساة لأهل قرية ترسين بمحلية جبل مرة ولاية وسط دارفور نتيجة هطول الامطار الغزيرة ٣١ أغسطس ٢٠٢٥م التي أدت انزلاقات ارضية التي بحياة معظم سكان القرية ،حيث افاد شاهد عيان للمنظمة إن عدد سكان القرية يقدر نحو ألف شخص لم ينجو… pic.twitter.com/vq66NBrF9t
Una richiesta ribadita anche dal governatore del Darfur, Minni Minnawi, alleato con l’esercito: “È una tragedia umanitaria che trascende i confini della regione. Chiediamo alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire con urgenza e fornire supporto e assistenza in questo momento critico, poiché la tragedia è più di quanto la nostra gente possa sopportare“.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google Profondamente addolorati per la tragica frana nella regione centrale di Jebel Marrah, nel Darfur, che ha causato la morte dell’intera comunità del villaggio di Tersin. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti alle famiglie e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa devastante perdita.
Deeply saddened by the tragic landslide in central Jebel Marrah Darfur region, that claimed the lives of the entire community of Tersin village. Our thoughts and prayers are with the families and all affected by this devastating loss. pic.twitter.com/bX8tGBUCZV
A causa dei combattimenti la regione del Darfur è quasi del tutto inaccessibile per le organizzazioni umanitarie internazionali, compresa l’area in cui è avvenuta la frana.
La guerra civile in Sudan – La guerra civile in Sudan ha avuto inizio nell’aprile 2023 a causa di una lotta di potere tra il capo dell’esercito Abdel Fatah al-Burhan e il comandante delle Farc, il suo ex vice Mohamed Hamdan Daglo. Le forze di Burhan hanno ripreso il controllo del Sudan centrale quest’anno, lasciando alle Farc il controllo di gran parte del Darfur e di parti della regione meridionale del Kordofan. Decine di migliaia di persone sono morte nei combattimenti, costringendone milioni a sfollare. Il conflitto ha decimato le infrastrutture del paese africano, che adesso vive in una delle peggiori crisi umanitarie al mondo.
Spara in chiesa e uccide e ferisce i bambini che erano a messa. È accaduto negli Stati Uniti nella chiesa cattolica dell’Annunciazione, a Minneapolis, in Minnesota. La persona che ha aperto il fuoco si sarebbe suicidata. Le vittime sono due bambini di otto e dieci anni,mentre altri 14 sono rimasti feriti assieme a tre adulti.
Il killer, che si sarebbe suicidato, era un ventenne senza precedenti penali. Lo ha detto la polizia precisando di non sapere se si tratti di un ex studente o un ex impiegato della scuola. Era vestito di nero e aveva tre armi: un fucile e due pistole e ha iniziato a sparare attraverso le finestre della chiesa colpendo bambini che assistevano alla messa. Sul posto è giunto su un’auto che ha lasciato nel parcheggio.
Shooting at Annunciation Church in Minneapolis
Vari vescovi statunitensi stanno postando in questi momenti su X chiedendo preghiere dopo la sparatoria. “Fratelli e sorelle – scrive ad esempio l’arcivescovo di Portland, mons. Alexander King Sample -, il mio cuore è pesante a seguito della tragica sparatoria di questa mattina alla Annunciation Catholic School di Minneapolis. Preghiamo per coloro che sono morti, per la guarigione dei feriti e per il conforto dei loro cari. È particolarmente straziante sapere che questi studenti erano riuniti per la messa all’inizio del nuovo anno scolastico quando la tragedia” è iniziata. “Nel nostro dolore, ci rivolgiamo a Cristo – aggiunge – mentre rinnoviamo la nostra determinazione a lavorare per il cambiamento. Preghiamo affinché vengano prese misure adeguate per contribuire a prevenire tale insensata violenza“. Dai feriti si sta recando invece il vescovo ausiliare di Minneapolis, mons. Kevin Kenney.
Sparatoria in una scuola cattolica a Minneapolis
“Sono stato informato sulla tragica sparatoria di Minneapolis. L’Fbi è intervenuto rapidamente ed è già sul posto. La Casa Bianca continuerà a monitorare questa terribile situazione. Unitevi a me nella preghiera per tutte le persone coinvolte!” ha dichiarato il presidente Donald Trump dopo aver appreso i fatti.
Il mezzo stava tornando dalle Cascate del Niagara, a bordo oltre 50 persone
Un autobus turistico che stava tornando a New York City dalle Cascate del Niagara si è schiantato sulla I-90 vicino a Pembroke, a circa 25 miglia a est di Buffalo. Secondo la polizia ci sarebbero morti e feriti, tra cui bambini. Non è ancora chiara la causa dell’incidente. L’autobus si è ribaltato dopo aver perso il controllo per “ragioni sconosciute“, ferendo diverse persone, ha dichiarato il portavoce della polizia dello Stato di New York, James O’Callaghan, in una conferenza stampa, come riporta Cnn.
A bordo dell’autobus c’erano oltre 50 persone. O’Callaghan ha detto che diverse persone sono rimaste intrappolate e altre sono state sbalzate fuori dall’autobus. Le autorità stanno intervenendo sul luogo dell’incidente e “molti” salvataggi sono ancora in corso, ha aggiunto. “Sono stata informata del tragico incidente del pullman turistico. Il mio team si sta coordinando strettamente con la polizia di New York e le autorità locali che stanno lavorando per salvare e fornire assistenza a tutti i soggetti coinvolti“, ha scritto su X la governatrice dello stato di New York, Kathy Hochul.
Questi affronti grotteschi non sono solo uno spettacolo infantile. Sono il logico punto di arrivo di una cultura permeata di ironia, dipendente dall’attenzione e svuotata dall’insensatezza.
La guardia degli Atlanta Dream Jordin Canada in azione contro Lexi Held dei Phoenix Mercury durante l’ultima partita interrotta. Fotografia: Erik S Lesser/EPA
Il primo dildo è caduto dal cielo come un glitch nella matrice. Per chiunque abbia seguito la partita del 29 luglio tra Atlanta Dream e Golden State Valkyries, la reazione iniziale è stata di incredulità. In un mondo in cui i feed sono sempre più generati dall’intelligenza artificiale e ottimizzati algoritmicamente per la confusione, i confini tra reale e irreale si sono ammorbiditi fino a diventare argilla. I nostri sensi, un tempo affidabili, ora competono con la simulazione. Cosa significa quando i dildo prendono il volo durante le partite della WNBA? Non una volta , non due , ma ripetutamente ? Protesta? Arte performativa? O solo un altro punto deforme nel paesaggio onirico automatizzato che scorriamo quotidianamente?
Finora sono stati arrestati due uomini per questi grotteschi affronti. Uno aveva 18 anni, l’altro 23 , e apparteneva alla Generazione Z, la principale consumatrice di meme degradati. Le autorità non hanno identificato i sospettati per i due più recenti episodi di lancio di dildo. Tuttavia, Delbert Carver, un uomo di 23 anni,è stato arrestato in relazione al primo episodio durante una partita della WNBA ad Atlanta. Secondo ESPN, Carver potrebbe essere accusato di condotta disordinata, atti osceni in luogo pubblico o atti osceni in luogo pubblico e violazione di domicilio. In una dichiarazione giurata, avrebbe ammesso che l’atto “doveva essere uno scherzo” e che intendeva “diventare virale“.
Quando i dildo vengono fatti volare più di una volta durante le partite della WNBA , il significato cambia. Rivela il crollo della coerenza nell’economia dell’attenzione di TikTok. Queste non sono proteste o insulti che vogliono sottolineare un punto. Sono spettacoli. L’obiettivo è provocare. In un panorama memetico avvelenato dall’ironia, l’assurdità è il punto. Il dildo non è simbolico. La sua funzione è il rumore.
Il filosofo Guy Debord rimarrebbe scioccato da quanto siamo diventati sfacciati. Il suo lavoro sosteneva che viviamo in una “società dello spettacolo“, dove la vita è mediata dall’immagine e l’autenticità è sostituita dalla performance. Oggi, lo sport femminile è doppiamente mediato, prima attraverso la lente della competizione atletica, poi attraverso lo sguardo sociale che ne mette ancora in discussione la legittimità. La teoria dello “sguardo maschile” di Laura Mulvey acuisce ulteriormente questo aspetto: le donne, in particolare nei media visivi, sono spesso posizionate non come agenti ma come oggetti. In questo contesto, le atlete non sono semplici partecipanti a una partita. Sono oggetti di scena nel momento virale di qualcun altro. Il dildo diventa messa in scena.
La memeificazione della ribellione – Ma questa non è solo teoria. È reale. Così come la mancanza di rispetto. Il dildo è una farsa usata come arma. Viene lanciato non solo per interrompere, ma per dominare la narrazione, per ricordare ai giocatori che il loro genere, la loro carriera e il loro palcoscenico rimangono vulnerabili alla derisione. Ferma il gioco. Lo dirotta, persino. E riafferma l’idea, violenta e comica, che i successi delle donne esistano in un lasso di tempo limitato all’interno di una cultura ancora condizionata a sminuirle.
Finora, i sospettati in questi casi appartengono alla Generazione Z, una generazione cresciuta dentro e grazie a Internet. Le loro azioni non possono essere liquidate come provocazioni isolate. Devono essere contestualizzate nella logica culturale di TikToko, peggio, nell’assurdo ethos di “Skibidi Toilet“. Se sei un adulto normalmente funzionante con un lavoro, potresti chiederti: “Cos’è Skibidi Toilet?“. Skibidi Toilet è una webserie animata virale che presenta battaglie surreali a bassa risoluzione tra teste umane che sporgono dai water e personaggi umanoidi con dispositivi di sorveglianza al posto della testa. Immagini glitch, ritmo iperstimolante e loop di meme creano un’atmosfera priva di significato.
Ma per comprendere le intenzioni di questi troll e capire la direzione che sta prendendo la società, dobbiamo contestualizzarli nella logica culturale di TikTok. Il vistoso dildo verde rispecchia l’estetica surreale, low-fi e inquietante di Skibidi Toilet o di qualsiasi altro ciclo di meme alimentato da algoritmi. Il dildo è un anti-simbolo. Il suo significato è la sua assurdità. La follia di Skibidi incarna una generazione fluente nell’ironia ma affamata di significato. Il dildo è divertente non perché dice qualcosa, ma perché non dice nulla. È l’oggetto irrazionale che irrompe in uno spazio di razionalità.
Questo tipo di media iper-caotici funge sia da intrattenimento che da ambiente di visione del mondo per i giovani cresciuti online. Le loro menti normalizzano lo scherzo come espressione. In questo contesto, lanciare un dildo in campo durante una partita della WNBA non è solo un atto di rozza ribellione. Rispecchia tristemente l’ethos della Skibidi Toilet: un’azione di disturbo senza sforzo mascherata da ironia, dove il gesto è concepito per essere allo stesso tempo privo di significato e provocatorio. Mentre i tradizionali simboli di ribellione (punk, protesta politica, controcultura) svaniscono o si frammentano nel rumore digitale, i giovani assorbono cornici di insensatezza, dove “divertimento = potere” e lo shock è la sua stessa ricompensa.
A riprova dell’elemento cronicamente online di tutto questo, negli ultimi due giorni, un gruppo di crypto memecoin ha rivendicato la responsabilità dei recenti episodi di lancio di dildo durante le partite della WNBA,riformulando quello che sembrava un trolling disonesto come una deliberata mossa di guerriglia marketing. Il gruppo, che prende apertamente in giro la lega e si vanta di non guardare gli sport femminili, ha celebrato l’atto online come una vittoria. Se fosse vero, questo spettacolo sarebbe stato progettato da persone che capiscono che la visibilità conta più del significato in una cultura guidata dagli algoritmi.
È così che la cultura dei meme sta facendo marcire l’America: non dall’interno, ma online. La mancanza di regolamentazione di Internet è il suo punto di forza più grande e il suo difetto più pericoloso. Permette a ideologie un tempo marginali e impulsi giovanili di diffondersi senza resistenza. Idee che sarebbero morte in solitudine o sarebbero state contestate in una piazza pubblica ora trovano rifugio nei forum e nei loop dei meme, ricompensate dal coinvolgimento. In questa nuova economia dell’attenzione, persino l’umiliazione ha un’utilità. Ci ritroviamo con una cultura in cui il trolling diventa una forma di marketing a sé stante.
Dai troll a Trump: la fine della vergogna – Come siamo arrivati a questo livello di degradazione collettiva? Nonostante viviamo in un’epoca di accesso digitale senza precedenti, oltre la metà degli adulti americani (54%) legge al di sotto del livello di una sesta elementare e il 21% è considerato analfabeta nel 2022. Questo deficit fondamentale di alfabetizzazione mina la capacità di una persona di valutare criticamente i messaggi online. Pertanto, una generazione cresciuta nell’ironia fatica a decodificare la satira, o persino la manipolazione. Nel 2013, il 66% degli alunni di quarta elementare non sapeva leggere correttamente. Era un segnale d’allarme che gli adulti di oggi non sarebbero riusciti a distinguere la provocazione virale dal significato autentico.Online, molti giovani ora costruiscono la propria identità a partire da frammenti di meme, imitando inconsciamente comportamenti che non comprendono appieno. Privi di alfabetizzazione mediatica, diventano perfetti veicoli di incoerenza culturale.
Tutto questo si riduce alla morte della vergogna nella società. E inizia dall’alto. L’eredità più duratura di Donald Trump non è una politica, ma la sua immagine di troll spudorato che ha fatto dell’umiliazione una strategia politica. La sua costante provocazione e il suo gioioso disprezzo per le norme hanno creato un copione che entrambi i partiti usano oggi. I liberali rispondono con una falsa indignazione morale, i conservatori con una spavalderia nietzschiana, ma il risultato finale è lo stesso: una cultura dipendente dalla performance, dove la vergogna non è più un deterrente.
Questa logica si è infiltrata in ogni angolo della vita pubblica attraverso la razza, la classe, il genere e soprattutto la cultura online, dove gli atti simbolici di risentimento diventano moneta di scambio virale. Il dildo lanciato durante una partita di basket femminile non è solo una battuta volgare, ma un atto di umiliazione memeificato. Non sfida il potere a nessun livello, vuole solo attenzione. E in una cultura senza vergogna, l’umiliazione si attacca alla vittima, non al colpevole. In questo caso, le giocatrici della WNBA stesse.
Il fatto che questi incidenti siano emersi contemporaneamente in tutto il Paese, da New York ad Atlanta a Chicago, dimostra che la mancanza di vergogna è collettiva, bipartisan e destinata a durare. Ecco dove siamo: tutto è un’esca. Abbiamo fatto crollare la distinzione tra trolling e attivismo, e così atterriamo – come il dildo stesso – sul fondo del pavimento, ridendo, registrando, ritwittando, ma senza mai chiederci cosa questo dica di chi siamo diventati.
La struttura, ubicata a circa un’ora di distanza in auto dalla città di Savannah, è attualmente in stato di lockdown per motivi di sicurezza
Una sparatoria sta interessando in queste ore la base militare di Fort Stewart, situata nello stato della Georgia. Lo riportano fonti della Cnn.
Cosa sta succedendo – La struttura, ubicata a circa un’ora di distanza in auto dalla città di Savannah, è attualmente in stato di lockdown per motivi di sicurezza. Sul sito ufficiale della base è stato diffuso un messaggio che parla di“vittime segnalate” senza specificare se si tratti di feriti o deceduti. La situazione resta in evoluzione e si invitano i cittadini a seguire gli aggiornamenti attraverso i canali ufficiali.
Scuole chiuse – In conseguenza dell’episodio, anche tutte le scuole elementari della zona sono state temporaneamente chiuse e poste sotto lockdown per precauzione. Fort Stewart è una delle più grandi basi militari degli Stati Uniti e ospita circa 10.000 persone tra militari, loro familiari e personale di supporto.
Il problema tecnico è stato risolto. Lo riferisce Nats, il servizio di controllo del traffico aereo britannico, spiegando di aver “ripristinato” il sistema e di essere in fase di “ripresa delle normali operazioni” a Londra, dopo che diversi aeroporti, tra cui quelli di Gatwick ed Edimburgo, avevano sospeso le partenze
Nel pieno delle vacanze estive, un guasto tecnico ha mandato in tilt il sistema di gestione dei voli nel Regno Unito, provocando ritardi e cancellazioni in tutti i principali aeroporti del Paese. Secondo quanto riferito dai media britannici, l’emergenza ha coinvolto centinaia di migliaia di passeggeri,costretti ad affrontare ore di attesa o a riorganizzare completamente i propri piani di viaggio. Il problema si è verificato nella giornata di oggi, 30 luglio, e ha portato alla sospensione temporanea di decolli e atterraggi nei maggiori scali britannici, compresi Heathrow, Gatwick, Stansted e Luton.Il guasto, la cui natura non è stata specificata ufficialmente, è stato definito dai media locali come “imprevisto” e “tecnico“, e ha causato un blocco a catena nei collegamenti aerei nazionali e internazionali.
Guasto risolto ma ripresa traffico complicata – Le autorità aeroportuali hanno annunciato la risoluzione del problema nel corso della giornata, avviando la ripresa graduale dei voli. Il Nats, il servizio di controllo del traffico aereo britannico, ha spiegato di aver “ripristinato” il sistema e di essere in fase di “ripresa delle normali operazioni” a Londra, dopo che diversi aeroporti, tra cui quelli di Gatwick ed Edimburgo, avevano sospeso le partenze.- Tuttavia, la normalizzazione della situazione si prevede lenta e complicata, a causa dell’elevato numero di voli da riprogrammare e dell’effetto domino sui collegamenti successivi. Le code nei terminal e le cancellazioni parziali restano dunque un dato di fatto, e ci vorranno ore prima che la situazione possa tornare alla normalità. Il disservizio ha generato forti disagi per i viaggiatori, in gran parte famiglie e turisti in partenza per le ferie estive. Alcune compagnie aeree hanno invitato i passeggeri a verificare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto, mentre le immagini trasmesse dai media britannici mostrano terminal affollati, con passeggeri seduti a terra in attesa di notizie e aggiornamenti.
Non ancora chiara l’origine del problema tecnico – Non è la prima volta che il sistema aeroportuale del Regno Unito viene messo in crisi da problemi tecnici: già in passato, guasti simili avevano causato rallentamenti significativi. In questa occasione, però, l’impatto è stato amplificato dal periodo di alta stagione, in cui il volume di passeggeri raggiunge livelli record. Le autorità competenti non hanno ancora fornito una spiegazione dettagliata sull’origine del guasto, ma hanno assicurato che saranno avviate tutte le verifiche necessarie per evitare il ripetersi di simili episodi. Intanto, per centinaia di migliaia di persone, quella che doveva essere una giornata di viaggio si è trasformata in una lunga attesa fatta di incertezza e disagi.
La ministra dei Trasporti Alexander conferma pista del guasto tecnico – La ministra dei Trasporti britannica del governo di Keir Starmer, Heidi Alexander, ha fatto sapere di essere stata informata della situazione che ha causato oggi il blocco temporaneo di decolli e atterraggi in tutti i maggiori aeroporti britannici, confermando al momento la spiegazione generica di “un guasto tecnico“. Alexander si è detta in contatto costante con le autorità dell’aviazione civile, non senza ripetere che i disservizi sono destinati in parte a protrarsi almeno fino a tutta la serata odierna. I vertici di National Air Traffic Services (Nats) hanno da parte loro ribadito che ora “tutti i sistemi sono pienamente operativi” e che “il traffico aereo sta tornando verso la normalità“. “Le partenze – si legge in una nota aggiornata dell‘ente dell’aviazione civile – sono riprese e stiamo lavorando con le compagnie aeree coinvolte e con gli scali per smaltire i ritardi accumulati. Chiediamo scusa a tutti coloro che sono stati colpiti“.
Ryanair punta dito contro ente aviazione civile – Duro attacco all’ente dell’aviazione civile britannica da parte del colosso low cost irlandese Ryanair, che ha il suo principale hub internazionale nell’aeroporto londinese di Starnsted. Neal McMahon, uno dei top manager dell’azienda di Michael O’Leary, ha puntato il dito contro Martin Rolfe, numero uno di Nats, invocandone le dimissioni. “E’ oltraggioso che i passeggeri vengano ancora una volta sottoposti a disagi e disservizi a causa della protratta inefficienza gestionale di Martin Rolfe al vertice di Nats“. McMahon ha evocato di “un altro guasto al sistema informatico“, dopo diversi precedenti, sollecitando la ministra dei Trasporti a “intervenire” se Rolfe non si farà da parte volontariamente.
I precedenti black out negli scali del Regno Unito – Torna intanto nel Regno Unito l’incubo di un black-out aereo e tornano gli interrogativi sul sistema dei voli nel Paese dopo altri gravi intoppi più o meno recenti, come lo stop di 24 ore della primavera scorsa di tutte le attività di Heathrow, il principale scalo internazionale ed europeo per numero di passeggeri, in seguito a un banale incendio in una sottostazione elettrica di zona. Interrogativi che riguardano pure la sicurezza e le cause esatte di quanto accaduto oggi, in attesa delle inevitabili inchieste.
Come possono chiedere i rimborsi i passeggeri coinvolti nel caos voli in Gb – Il caos scoppiato negli aeroporti della Gran Bretagna ha determinato problemi anche ai voli diretti in Italia, coinvolgendo i cittadini che dovevano rientrare nel nostro Paese. Lo afferma la società specializzata in trasporto aereo RimborsoAlVolo, che sta monitorando la situazione presso i principali scali inglesi. La normativa stabilisce che le tutele per i passeggeri previste in caso di ritardi prolungati o cancellazioni si applicano anche ai voli (di linea, charter, low cost) in partenza da un aeroporto situato in un Paese non comunitario, con destinazione un aeroporto comunitario, qualora la compagnia aerea sia comunitaria. – spiega RimborsoAlVolo – I problemi tecnici che hanno coinvolto gli aeroporti della Gran Bretagna rientrano nelle cause di forza maggiore non imputabili alla responsabilità delle compagnie aeree, ma anche in questi casi i diritti dei viaggiatori devono essere garantiti dai vettori.
I doveri delle compagnie aeree – In caso di cancellazioni e ritardi prolungati le compagnie devono garantire assistenza ai passeggeri, sottoforma di pasti e bevande in relazione alla durata dell’attesa, sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o più pernottamenti, trasferimento dall’aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa, due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica. Se l’assistenza non viene garantita e il passeggero ha dovuto pagare i pasti, le bevande, i taxi o gli hotel, la compagnia aerea deve rimborsare le spese sostenute, purché ragionevoli e appropriate: a tal fine è bene conservare tutte le ricevute attestanti tali spese. Nel caso in cui un volo venga cancellato senza adeguato preavviso, la compagnia aerea deve offrire la scelta tra: il rimborso del biglietto e, in caso di coincidenza, un volo di ritorno all’aeroporto di partenza non appena possibile; l’imbarco su un altro volo verso la destinazione finale non appena possibile, oppure l’imbarco su un altro volo in una data successiva. Trattandosi di caso di forza maggiore, sia in caso di ritardo prolungato che di cancellazione non spetta la compensazione pecuniaria fino a 600 euro.
Sparatoria a New York, nell’edificio sede di Blackstone e NFL. La polizia: “Attentatore Sparatoria a Manhattan, uccide quattro persone prima di togliersi la vita
Il grattacielo teatro della tragedia ospita gli uffici della società di investimenti Blackstone e della National Football League. Tra le vittime c’è un agente di Polizia
Il luogo della sparatoria – (Afp)
Sparatoria a New York. Un uomo ha aperto il fuoco in un grattacielo di Manhattan lunedì nel tardo pomeriggio (poco dopo mezzanotte in Italia), uccidendo almeno quattro persone prima di togliersi la vita.
Tra le vittime c’è un agente del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) di 36 anni, ha dichiarato il sindaco Eric Adams in una conferenza stampa, descrivendo l’incidente come un “atto insensato di violenza con armi da fuoco”. Le altre vittime sono due uomini e una donna. Secondo Adams, un’altra persona è ricoverata in condizioni critiche.
Chi era l’attentatore e cosa è successo – Le telecamere del grattacielo mostrano l’assalitore – un 27enne di Las Vegas, con una storia di disturbi mentali – scendere da una Bmw nera imbracciando un fucile M-4. L’uomo, una volta entrato nell’edificio, ha aperto immediatamente il fuoco, secondo il commissario della polizia di New York Jessica Tisch. Ha sparato all’agente di polizia nell’atrio, a una donna nascosta dietro un pilastro e a una guardia di sicurezza. Una donna che usciva da un ascensore è stata risparmiata, mentre l’assassino è salito al 33esimo piano, dove si trova la società immobiliare Rudin Management e dove ha ucciso un’altra persona prima di spararsi.
Il grattacielo teatro della tragedia si trova al 345 di Park Avenue e ospita gli uffici della società di investimenti Blackstone e della National Football League, anche se il movente e la scelta del luogo rimangono poco chiari. Il veicolo del sospetto, immatricolato in Nevada, conteneva diverse armi e munizioni. Secondo le autorità di Las Vegas, il presunto assalitore aveva una storia di problemi mentali, ma nonostante questo aveva una regolare licenza per il possesso di armi.
A New York sarebbe arrivato ieri dopo aver guidato attraverso ilk Paese dal Nevada.
Sparatoria a New York, nell’edificio sede di Blackstone e NFL. La polizia: “Attentatore neutralizzato”
Al 345 di Park Avenue. Morto un agente, 6 feriti, due gravi. Il killer sarebbe stato identificato come un uomo di 27 anni di Las Vegas
(reuters)
Un uomo armato di fucile d’assalto ha sparato per strada, nel cuore di Manhattan, in un edificio situato al 345 di Park Avenue, che ospita gli uffici aziendali della National Football League e di Blackstone. Un agente di polizia, colpito alla schiena, è morto. Si contano anche 6 feriti, due gravi.
Dopo un’operazione che ha impiegato decine di agenti, la polizia di New York ha confermato che l’attentatore è stato “neutralizzato“, secondo i media si sarebbe suicidato e sarebbe stato identificato come un uomo di 27 anni di Las Vegas.
L’incidente ferroviario vicino alla città di Riedingen nel Baden-Wurttemberg
Treno deraglia a Baden-Wurttemberg (Afp)
Disastro ferroviario in Germania. Secondo un portavoce della polizia, citato da Afp, ci sarebbero tre morti e 34 feriti nel deragliamento di un treno con a bordo circa 100 passeggeri nei pressi della città di Riedingen nel Baden-Wurttemberg, secondo quanto riferito da fonti della sicurezza locale. Secondo le prime informazioni, il treno è deragliato in una zona boscosa, dove c’era stato un forte temporale, alle 18.10 di oggi, domenica 27 luglio. I soccorritori sono al lavoro a pieno ritmo nei pressi di Riedlingen.
Le riprese video della scena mostrano vigili del fuoco e soccorritori con il supporto di tre elicotteri al lavoro sui vagoni deragliati per raggiungere i passeggeri. Il treno deragliato è un espresso regionale della Deutsche Bahn in viaggio da Sigmaringen a Ulm e l’incidente si è verificato sulla linea a binario unico nei pressi di Zwiefaltendorf.
Due le carrozze del treno deragliato nei pressi Riedlingen, mentre viaggiava da Sigmaringen a Ulm, nel Baden Wuerttemberg. Sulla zona, poco prima dell’incidente, si era abbattuto un forte temporale e le indagini sulle circostanze dovranno appurare se ci sia un collegamento con l’incidente.
Tre feriti sono in condizioni critiche, sei in condizioni gravi
L’auto coinvolta nell’incidente a Los Angeles(Afp)
E’ di 28 feriti il bilancio di un drammatico incidente avvenuto oggi a Los Angeles, negli Stati Uniti, provocato da un’auto che ha travolto la folla sulla famosa Santa Monica Boulevard, nel quartiere di East Hollywood. “Un mezzo è piombato sulla folla a Hollywood nelle prime ore di sabato ferendo 28 persone“, ha dichiarato il Dipartimento dei vigili del fuoco di Los Angeles, senza fornire ulteriori informazioni sulla causa dell’incidente.
Oltre 100 i vigili del fuoco sono intervenuti sul posto. Tre feriti sono in condizioni critiche, sei in condizioni gravi. Secondo le prime indiscrezioni, rivela Abc News, potrebbe trattarsi di un incidente causato da un autista che avrebbe perso conoscenza investendo la folla all’altezza di alcuni locali notturni. Sono in corso ulteriori verifiche.
“Abbiamo ricevuto segnalazioni di una ferita da arma da fuoco in uno dei pazienti“, ha dichiarato a Nbc News il capitano Adam VanGerpen, addetto all’informazione pubblica del dipartimento dei vigili del fuoco di Los Angeles. L’area in cui si è verificato l’incidente è vicina alla celebre Walk of Fame.
Metro sommerse e voli in ritardo di tre ore negli Stati Uniti per via delle alluvioni di queste ore. New York sta facendo i conti con le intense piogge torrenziali che l’hanno colpita negli ultimi giorni, con l’esondazione dell’Hudson sulle strade cittadine. Disagi anche in New Jersey e aeroporti a rischio maltempo.
Ancora maltempo sugli Stati Uniti, dove gli allagamenti hanno paralizzato prima il Texas e poi New York e i suoi sobborghi. Il National Weather Service ha emesso un avviso di alluvione per tutti e 5 i distretti della città. Il governatore del confinante New Jersey, inoltre, ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che le piogge hanno provocato inondazioni in alcune parti dello Stato.
L’acqua ha quasi del tutto sommerso la metropolitana di Manhattan, con treni fermi mentre la pioggia ha trasformato le gallerie in veri e propri acquari. Alcune tratte sono state sospese mentre altre linee hanno subito forti ritardi a causa delle inondazioni. Altre zone della città e quella centrale dell’Hudson sono state messe a dura prova dalle inondazioni, con residenti bloccati nei negozi e nelle loro case. Anche i voli hanno subito ritardi di circa tre ore.
La governatrice Kathy Hochul ha fatto sapere su X che le difficoltà su strada e sulle linee ferroviarie non sono compatibili con spostamenti “non necessari“. Sono stati diversi, infatti, i salvataggi effettuati in queste ore.
Drivers! We’re closely monitoring flash flooding in the Hudson Valley. Road conditions are serious in Rockland and Westchester, where there have been several rescues.
— Governor Kathy Hochul (@GovKathyHochul) July 14, 2025
Allo stesso modo Pennsylvania e Connecticut sono a rischio inondazioni in queste ore proprio a causa delle violente tempeste che hanno colpito il Paese. Il Servizio Meteorologico Nazionale ha emesso allerte anche per Philadelphia e Levittown, in Pennsylvania. Interessate dall’arme anche Camden e Bergen in New Jersey,Chapel Hill e Carborundum nella Carolina del Nord. In allerta gli Stati e le città del Medio Atlantico, a rischio inondazione.
In questo momento, il New Jersey sta correndo ari ripari, soprattutto nella zona centrale dello Stato, dove il governatore Phil Murphy ha esortato la popolazione a restare in casa ed evitare spostamenti non necessari. L’aeroporto di Newark ha sospeso arrivi e partenze fino alle 21 a causa delle tempeste in atto.
La tempesta sta colpendo il nord-est degli Stati Unitiappena una settimana dopo le inondazioni improvvise che hanno provocato oltre 100 morti e quasi 170 dispersi in Texas.
Alluvione a New York, tempeste e piogge torrenziali: metro sott’acqua, strade allagate e Texas, si aggrava il bilancio dell’alluvione: 27 morti, 9 sono bambine. Ancora decine i minori dispersi
L’alluvione causata da piogge torrenziali che si è abbattuta sul Texas ha provocato almeno 27 morti, tra cui 9 bambini. Oltre 20 minori risultano dispersi da un campo estivo. Le ricerche continuano mentre le autorità sono criticate per la mancanza di allerta tempestiva
È salito a 27, tra i quali nove bambini, il numero dei morti causati dalla devastante alluvione che si è abbattuta ieri sul Texas dopo ore di piogge torrenziali seguite a una lunga fase di siccità. I soccorritori stanno cercando disperatamente di rintracciare oltre due dozzine di minori ancora dispersi da un campo estivo cristiano nella contea di Kerr, a circa 137 chilometri a nord-ovest di San Antonio.
Le precipitazioni cadute nella giornata di venerdì hanno fatto esondare il fiume Guadalupe, che ha raggiunto quasi nove metri di altezza nei pressi del Camp Mystic, dove erano presenti circa 750 ragazzi. Al momento, secondo quanto riferito da Dalton Rice, direttore municipale della vicina Kerrville, 27 partecipanti risultano ancora dispersi.
Questa mattina, le autorità hanno iniziato a evacuare circa 800 persone dalla zona, mentre le acque iniziavano lentamente a ritirarsi. Lo sceriffo della contea di Kerr, Larry Leitha, ha confermato che il bilancio provvisorio delle vittime comprende nove minori. Intanto, un altro campo estivo situato a circa un miglio di distanza da Camp Mystic, l’Heart O’ The Hills, ha annunciato la morte della propria direttrice, Jane Ragsdale.
Previste nuove precipitazioni – Il Servizio Meteorologico Nazionale (NWS) ha dichiarato che, sebbene l’emergenza legata all’alluvione sia in gran parte cessata nella contea di Kerr – epicentro dell’evento – sono previste ulteriori precipitazioni. L’allerta inondazioni resterà attiva fino alle 19 locali. Oltre mille soccorritori stanno operando sul campo nelle operazioni di ricerca e salvataggio. Impiegati anche elicotteri e droni: alcune persone sono state tratte in salvo direttamente dagli alberi. La Guardia Costiera statunitense è intervenuta con i suoi elicotteri per supportare gli sforzi.
Autorità sotto accusa per non aver disposto evacuazioni preventive – L’alluvione, avvenuta durante la notte del fine settimana del 4 luglio, ha colto di sorpresa residenti, campeggiatori e autorità. I funzionari sono ora al centro delle critiche per non aver emesso allerte tempestive o disposto evacuazioni preventive. Gli uffici statali per la gestione delle emergenze avevano avvertito già giovedì di possibili forti piogge e inondazioni improvvise per le regioni centro-occidentali del Texas. Tuttavia, secondo W. Nim Kidd, direttore della Divisione di Gestione delle Emergenze del Texas, “le previsioni meteorologiche non avevano previsto la quantità di pioggia che abbiamo visto“.
Oggi il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha assicurato il pieno impegno del governo federale nella risposta all’emergenza. “I nostri coraggiosi soccorritori sono sul posto e fanno ciò che sanno fare meglio“, ha scritto su Truth Social, aggiungendo che il Segretario della Sicurezza Interna, Kristi Noem, sarebbe presto arrivata sul posto.
Il disastro rievoca una tragedia simile avvenuta quasi 40 anni fa: nel 1987, lungo lo stesso fiume Guadalupe, dieci adolescenti persero la vita quando un autobus e un furgone di un campo religioso vennero travolti dalle acque in piena.
Disperse 20 ragazze. Trump: “Alluvione terribile e scioccante, ci occuperemo di loro”
Sono almeno 24 i morti accertati a seguito dell’alluvione che ha colpito il Texas nelle ultime ore. Molte le persone disperse dopo che una tempesta ha scatenato quasi 30 centimetri di pioggia poco prima dell’alba di venerdì, facendo straripare le acque del fiume Guadalupe. Tra i dispersi almeno 23 ragazze di un campo estivo femminile. La regione a rischio inondazioni, nota come Hill Country, è costellata di campi estivi secolari che attirano ogni anno migliaia di bambini da tutto lo Stato.
I funzionari statali hanno dichiarato che dalle 23 alle 25 ragazze di Camp Mystic, il campo cristiano lungo il fiume a Hunt, in Texas, risultano ancora disperse. Hanno rifiutato di fornire una stima del numero di persone disperse nella regione, ma hanno affermato che sono in corso massicce ricerche, con 237 persone finora tratte in salvo. “Chiedo alla gente del Texas di pregare seriamente”, ha detto il vicegovernatore Dan Patrick. “Pregate in ginocchio affinché troviamo queste ragazze”.
— Office of the Lieutenant Governor Dan Patrick (@LtGovTX) July 4, 2025
Trump: “Alluvione in Texas terribile e scioccante, ci occuperemo di loro” – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “terribile” l’alluvione che ha colpito il Texas centrale e ha promesso il sostegno federale per le conseguenze del disastro. “È terribile. Le inondazioni? È scioccante. Non si sa ancora quante persone siano morte, ma sembra che alcuni giovani siano morti”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One mentre si recava al suo golf club nel New Jersey, come riporta la Cnn. Alla domanda se ci saranno aiuti federali, ha risposto: “Oh sì, ci occuperemo di loro. Stiamo lavorando con il governatore. Stiamo lavorando con il governatore. È una cosa terribile”.Almeno 24 persone sono morte nella contea di Kerr, in Texas, dopo che una grave inondazione ha sommerso la zona.
A Texas DPS helicopter conducts arial searches along the Guadalupe River in the wake of a destructive flooding event in Kerrville on Friday July 4, 2025. (Christopher Lee/The San Antonio Express-News via AP)
Proseguono ricerche dispersi in Texas, elicotteri in volo senza sosta – Le ricerche dei dispersi e delle persone coinvolte nell’alluvione nel Texas centrale proseguono senza sosta nelle ore notturne, mentre le autorità statali e locali “restano in assetto di ricerca e soccorso”. Lo assicura il governatore del TexasGreg Abbott, secondo quanto riporta la Cnn. Gli elicotteri dei soccorritori dotati di tecnologia a infrarossi volano nel tentativo di localizzare eventuali vittime, afferma una fonte vicina alle ricerche. Sono almeno 24 le morti accertate e decine i dispersi
La sparatoria è avvenuta alla fine di una festa per il lancio dell’album del rapper di Chicago Mello Buckzz
Sparatoria nella notte aChicago, Illinois. Quattro persone sono state uccise e almeno 14 sono rimaste ferite nei pressi di un ristorante a River North. Lo riporta ABC7 Chicago citando la polizia locale.
La polizia ha riferito che un veicolo scuro è passato davanti alla folla e sono stati sparati dei colpi. Il veicolo si è poi dato alla fuga.
La strage dopo il party di un rapper – Un informatore presente sul posto ha dichiarato che le vittime sono state colpite da colpi di arma da fuoco mentre uscivano da un evento organizzato da un rapper locale. Le vittime sono due ragazzi di 24 e 25 anni e due donne.
Quattro dei feriti sono stati trasportati in ospedale in gravi condizioni.
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google 3 morti e 16 feriti in una sparatoria di massa fuori da una discoteca di Chicago: rapporto https://trib.al/R6sNFnK
Gli abitanti della zona raccontano di aver udito diversi colpi di arma da fuoco. La polizia sta ancora indagando, ma una fonte ha riferito a ABC7 che si ritiene siano coinvolti più tiratori.
La sparatoria è avvenuta alla fine di una festa per il lancio dell’album del rapper di Chicago Mello Buckzz, ha riferito al Sun-Times un testimone presente all’interno del locale. Diversi bossoli sono stati visti all’interno e all’esterno del locale. Un testimone ha dichiarato di aver udito almeno due dozzine di spari prima che diversi agenti di polizia si precipitassero sul posto.
Sull’imbarcazione c’erano 53 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio, si cercano i dispersi
Almeno quattro persone sono morte e 23 sono state tratte in salvo dopo che un traghetto è affondato mentre era diretto all’isola di Bali, in Indonesia. “I dati relativi al carico del traghetto parlano di 53 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio”, ha dichiarato l’agenzia di soccorso di Surabaya in un comunicato, aggiungendo che l’imbarcazione è affondata intorno alle 23:20 ora locale.
L’uomo ha “intenzionalmente” appiccato un incendio sulla Canfield Mountain
Due vigili del fuoco sono stati uccisi e un terzo è rimasto ferito a colpi d’arma da fuoco da un uomo che, come riferito dalla polizia, ha “intenzionalmente” appiccato un incendio a Coeur d’Alene, in Idaho, per attirare i pompieri in un’imboscata. Il responsabile della sparatoria è stato trovato morto sulla Canfield Mountain e accanto a lui è stata rinvenuta un’arma che è stata presumibilmente usata nella sparatoria.
Gli Usa attaccano l’Iran. Trump: “Cancellati i siti nucleari”. Netanyahu ringrazia: “La pace si realizza con la forza”. 30 missili lanciati contro Israele
L’operazione, avvolta nel massimo riserbo, ha innescato una risposta immediata da parte di Teheran: la Repubblica islamica ha infatti lanciato un attacco missilistico contro l’area metropolitana di Tel Aviv
Dopo le parole, Donald Trump passa ai fatti e a sorpresa nella notte, ha attaccato l’Iran, schierandosi al fianco di Israele dopo 9 giorni di guerra.
Stasera posso riferire al mondo che gli attacchi sono stati un successo militare spettacolare“, ha dichiarato Trump in un discorso alla nazione, aggiungendo che hanno preso di mira il cruciale impianto di arricchimento nucleare sotterraneo di Fordo insieme alle strutture di Natanz e Isfahan. “I principali impianti di arricchimento nucleare dell’Iran sono stati completamente e totalmente cancellati. L’Iran, il bullo del Medio Oriente, deve ora fare la pace“, ha dichiarato Trump.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahusi è congratulato gli Usaper gli attacchi, affermando che “con la forza impressionante e giusta degli Stati Uniti cambierà la storia“. Su X il premier israeliano ha scritto: “Il presidente Trump e io diciamo spesso: la pace attraverso la forza. Prima viene la forza, poi viene la pace“.
Aiea convoca riunione di emergenza per lunedì – L’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite Aiea ha convocato una riunione d’emergenza del consiglio dei governatori per domani. “Alla luce dell’urgente situazione in Iran, ho convocato una riunione d’emergenza del consiglio dei governatori dell’Aiea per domani“, ha annunciato sui social il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi.
President Trump and I often say: ‘Peace through strength.’
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) June 22, 2025
Lingua originale: inglese. Traduzione di Google Il presidente Trump e io diciamo spesso: “La pace attraverso la forza”. Prima viene la forza, poi viene la pace. E stasera,@realDonaldTrump e gli Stati Uniti hanno agito con molta forza.
La reazione dell’Iran – Condannando gli attacchi statunitensi come “senza legge e criminali”, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha affermato che il suo Paese ha il diritto di difendere la propria sovranità. “Gli eventi di questa mattina sono oltraggiosi e avranno conseguenze eterne“, ha scritto su X.
“L’Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la sua sovranità, i suoi interessi e il suo popolo”.
Le sirene continuano a suonare a Tel Aviv e le esplosioni sono state udite da Gerusalemme, mentre la TV di Stato iraniana annunciava il lancio di una nuova salva di missili. Teheran ha dichiarato che non ci sono “segni di contaminazione” dopo gli attacchi statunitensi e i regolatori sauditi hanno detto che “non sono stati rilevati effetti radioattivi” nella regione del Golfo. I media iraniani hanno confermato che sono stati attaccati parte dell‘impianto di Fordo e i siti nucleari di Isfahan e Natanz.
Attacco a sorpresa – Trump non ha aspettato quindi le due settimane per decidere se unirsi a Israele, in una mossa che molti hanno visto come una finestra di opportunità diplomatica. Ma la decisione del repubblicano di colpire l’Iran è arrivata a sorpresa.
Affiancato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario alla Difesa Pete Hegseth e dal segretario di Stato Marco Rubio, Trump ha affermato che i futuri attacchi saranno “molto più consistenti” se l’Iran non raggiungerà una soluzione diplomatica.
“Ricordate, ci sono ancora molti obiettivi”, ha detto.
Trump, tuttavia, non ha fatto alcun accenno al cambio di regime, nonostante la settimana scorsa avesse avvertito che la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, era un “obiettivo facile”.
Il raid sui siti nucleari iraniani è stato effettuato da bombardieri stealth B-2che hanno sganciato le cosiddette “bombe bunker”, insieme a missili da crociera Tomahawk lanciati da sottomarini, secondo quanto riportato dai media statunitensi.
Le immagini pubblicate dalla Casa Bianca hanno mostrato Trump con un berretto rosso “Make America Great Again” mentre incontrava i massimi funzionari della sicurezza nazionale nella Situation Room, poco prima dell’annuncio degli attacchi.
Dopo il discorso, Trump ha messo in guardia l’Iran da “qualsiasi ritorsione”. L’Iran e i suoi proxy hanno già attaccato in passato basi militari statunitensi nella regione, anche in Iraq. Sabato gli alleati iraniani degli Huthi nello Yemen avevano minacciato di riprendere gli attacchi alle navi statunitensi nel Mar Rosso se Washington si fosse unita alla guerra.
Il Presidente degli Stati Uniti ha intensificato la sua retorica contro l’Iran da quando Israele ha colpito per la prima volta l’Iran il 13 giugno, ripetendo la sua insistenza sul fatto che l’Iran non potrà mai avere un’arma nucleare.
L’Iran nega di essere alla ricerca di una bomba atomica e sabato Pezeshkian ha detto che il suo diritto di perseguire un programma nucleare civile “non può essere portato via… da minacce o dalla guerra”.
Una nuova escalation – La Guardia Rivoluzionaria iraniana ha annunciato domenica presto che “droni suicidi” sono stati lanciati contro “obiettivi strategici” in Israele. Gli attacchi militari statunitensi contro l’Iran minacciano anche di provocare tensioni politiche in patria per Trump.
La tv iraniana stamattina all’alba ha annunciato un nuovo attacco missilistico contro Israele. “Queste immagini in diretta che state vedendo riguardano una nuova salva di missili iraniani lanciati sui territori occupati”, ha detto un presentatore in onda, riferendosi a Israele. Citando “fonti”, un presentatore ha detto che “30 missili sono stati lanciati su Israele dall’Iran”.
l plauso dei ministri israeliani – “Mi congratulo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua storica decisione di distruggere i tre impianti nucleari in Iran per proseguire l’operazione israeliana e garantire che l’Iran non possieda un’arma nucleare che metta in pericolo Israele, i Paesi della regione e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti“, ha dichiarato ilministro della Difesa israeliano Israel Katz.
Anche il suo predecessore,l’ex ministro Yoav Gallant, ha parlato sul suo account Xdell’intervento degli Stati Uniti in questo conflitto, che, a suo dire, porterà maggiore sicurezza a Israele e in Medio Oriente.
“Israele e il Medio Oriente sono più sicuri stamattina dopo gli attacchi mirati dell’esercito statunitense, resi possibili dai successi operativi delle Forze di Difesa Israeliane e del Mossad, e dalla stretta collaborazione con le forze di sicurezza“, ha dichiarato Gallant.
Anche il ministro degli Esteri Gideon Saar ha elogiato Trump, affermando che “stasera ha scritto il suo nome a lettere d’oro nei libri di Storia“.
“Sarà ricordato per sempre come un vero amico del popolo ebraico e dello Stato di Israele“, ha aggiunto in un messaggio pubblicato sul suo account X. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, un radicale e colono, ha espresso sentimenti simili, ringraziando Trump per il suo “incrollabile impegno per lo Stato di Israele e la pace nel mondo“.
Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha applaudito la decisione di Trump in una dichiarazione, affermando che “questo è un momento in cui i principi di libertà, responsabilità e sicurezza hanno trionfato“ e aggiunge “Questo passo coraggioso contribuisce alla sicurezza dell’intero mondo libero. Spero che porti a un futuro migliore per il Medio Oriente e contribuisca all’urgente rilascio dei nostri ostaggi tenuti prigionieri a Gaza“.
Il dissenso in USA – La questione ha aperto una spaccatura nel movimento “MAGA” di Trump, con molti sostenitori repubblicani chiave che chiedono a Trump di evitare di coinvolgere gli Stati Uniti in un’altra guerra straniera. La prima vittoria di Trump alle elezioni del 2016, in particolare, è avvenuta grazie alle sue promesse di far uscire l’America dalle guerre in Iraq e Afghanistan. Le critiche arrivano anche dai democratici. Il leader democratico statunitense Hakeem Jeffries ha dichiarato che Trump rischia di “impelagare gli Stati Uniti in una guerra potenzialmente disastrosa in Medio Oriente”, mentre altri lo hanno accusato di aggirare il Congresso per lanciare una nuova guerra.
Le immagini Idf dell’attacco alla centrale nucleare inattiva di Arak
In Iran tra i siti bersagliati dall’Aeronautica militare israeliana nelle ultime ore c’è il reattore ad acqua pesante di Arak
In Iran, tra i siti bersagliati dall’Aeronautica militare israeliana nelle ultime ore c’è il reattore ad acqua pesante di Arak. La conferma è arrivata dalla televisione di stato iraniana, secondo cui non vi era “alcun pericolo di radiazioni“, assicurando inoltre che l’impianto era già stato evacuato prima dell’attacco.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha confermato che il reattore ad acqua pesante di Arak, in Iran, e’ stato colpito da Israele ma “era in costruzione, non operativo, e non conteneva materiale nucleare“. “Non ci sono effetti radiologici“, ha sottolineato l’agenzia su X.
Vance Boelter, 57 anni, era ricercato da due giorni dalla polizia
Dopo due giorni di ricerche, la polizia statunitense ha trovato e arrestato Vance Boelter, l’uomo accusato di aver ucciso a colpi d’arma da fuoco la deputata statale delMinnesota Melissa Hortman e suo marito Mark, e di aver ferito il senatore statale John Hoffman e sua moglie. Entrambi i politici erano del Partito Democratico, e secondo la polizia Boelter avrebbe agito per motivi politici. I due attacchi sono avvenuti in due momenti separati ma entrambi a Brooklyn Park, un comune alla periferia di Minneapolis, la città principale del Minnesota.
Boelter, 57 anni, è ora accusato di due omicidi e di due tentati omicidi. Gli agenti di polizia che lo cercavano lo hanno trovato nei boschi vicino a Green Isle, una cittadina a sud-ovest di Minneapolis, dove viveva con la moglie e i figli. Il capo della polizia locale ha definito i due giorni di ricerche di Boelter «la più grande caccia all’uomo nella storia» del Minnesota. Lo sceriffo della contea di Ramsey (che è limitrofa a quella di Sibley, dove si trova Green Isle) ha postato su Facebook una foto di Boelter dopo l’arresto (nella foto sono oscurati i volti degli agenti).
Traduzione: Il volto del male. Dopo un implacabile e determinato lavoro di polizia, l’assassino è ora in custodia. Grazie alla dedizione di molte agenzie che collaborano insieme al supporto della comunità, la giustizia è un passo in più.
Domenica la polizia aveva trovato un’auto usata da Boelter nella campagna della contea di Sibley, quella in cui l’uomo viveva, e un poliziotto aveva detto di averlo visto correre nei boschi della zona: a quel punto la polizia ha organizzato le ricerche con 20 diverse squadre, dividendo l’area boschiva in cui poteva trovarsi Boelter e usando anche un elicottero oltre agli agenti a piedi. Boelter è stato infine trovato dopo diverse ore ed è stato arrestato senza che provasse a scappare o opponesse resistenza.
I due attacchi ai politici Democratici erano avvenuti nella notte tra venerdì e sabato. Secondo le indagini Boelter si sarebbe presentato nelle case dei due politici fingendosi un agente di polizia, indossando una maschera e mostrando un distintivo falso. Gli agenti sono intervenuti intorno alle 2 del mattino dopo una chiamata della figlia di Hoffman, il politico ferito. Si erano anche imbattuti nel presunto omicida, che però era riuscito a scappare dopo aver sparato agli agenti.Hoffman e la moglie sono stati operati e non sono in pericolo di vita.
Sulla scena del crimine era stata trovata anche una finta auto della polizia che sarebbe stata usata da Boelter. Dentro c’erano molti indizi del fatto che avesse agito per ragioni politiche: era stato trovato un manifesto politico e una lista di obiettivi con circa 70 nomi di persone legate in vario modo al sostegno del diritto all’aborto. C’erano i due parlamentari colpiti e altri politici Democratici, medici,persone note nella comunità e nel mondo imprenditoriale della zona. C’erano segnate anche alcune sedi di Planned Parenthood, l’organizzazione statunitense di cliniche che offrono servizi per la salute riproduttiva e praticano aborti.
Hortman, la deputata uccisa, faceva politica a livello locale da più di vent’anni, ed era stata per sei anni presidente della Camera del Minnesota. Negli ultimi anni si era spesa molto per l’approvazione di provvedimenti per il diritto all’aborto.
Negli scorsi giorni il New York Times ha intervistato un uomo, David Carlson, che dice di essere uno dei migliori amici di Boelter e ha dato diverse informazioni su di lui: ha raccontato che è un cristiano profondamente contrario all’aborto, che l’anno scorso aveva votato per Donald Trump e che possiede armi da fuoco. Ha anche detto che da qualche tempo stava avendo problemi di salute mentale.
Hanno colpito il principale deposito di carburante di Teheran e giacimenti di gas a sud, danneggiando uno dei settori più importanti per l’economia del paese
Un deposito di carburante della zona sud di Teheran in fiamme dopo essere stato colpito, nelle prime ore del 15 giugno (AP Photo/Vahid Salemi)
Nella notte tra il 14 e il 15 giugno, nel secondo giorno di attacchi tra i due paesi, Israeleha colpito le infrastrutture energetiche iraniane danneggiando il principale deposito di carburante della capitale Teheran e un importante giacimento di gas. Ha attaccato anche i depositi di Shahran e di Shahr Rey, rispettivamente nella zona nordoccidentale e in quella meridionale di Teheran. L’Iran è tra i principali produttori ed esportatori di idrocarburi a livello mondiale: il settore è una fonte importante di entrate per il regime, e la decisione di Israele di colpire proprio queste strutture indica che gli attacchi stanno diventando ancora più duri e su larga scala.
Il deposito più importante tra quelli coinvolti negli attacchi di sabato è quello di Shahran: ha almeno 11 grandi serbatoi di stoccaggio, una capacità che equivale a tre giorni del fabbisogno della capitale, da cui ogni giorno passano 8 milioni di litri di carburante. È quindi essenziale per l’approvvigionamento di Teheran e delle regioni circostanti.
Il deposito di Shahran in fiamme, il 15 giugno a Teheran (Stringer/Getty Images)
Il deposito si trova all’interno della città e da anni il regime valutava di trasferirlo, proprio temendo un attacco. Quello israeliano di stanotte ha causato esplosioni e incendi, che domenica mattina il ministero dell’Energia iranianoha detto di avere sotto controllo.
#BREAKING Electricity has been cut in Tehran’s Shahran neighborhood after Israeli airstrikes targeted gasoline and oil depots in the western part of the city. pic.twitter.com/5PSaxzGKe7
— Iran International English (@IranIntl_En) June 14, 2025
Il governo iraniano ha smentito che sia stata danneggiata anche la raffineria che si trova vicino al deposito (colpito) di Shahr Rey, una delle più grandi del paese.
Sabato pomeriggio Israeleaveva attaccato anche due siti energetici nella regione meridionale di Bushehr, tra cui una delle aree del giacimento di gas South Pars, nella città portuale di Kangan. Il giacimento, che l’Iran condivide con il Qatar, è uno dei più grandi al mondo ed è fondamentale per le esportazioni del paese. Gli incendi sono stati spenti, ma la produzione di gas dello stabilimento è stata sospesa. È stata colpita anche la raffineria di Fajr Jam, sempre in questa parte del paese.
The fire at the Shahran Oil Depot to the west of the Iranian capital of Tehran continues to spread to the remainder of the tanks, which appears to consist of at least 11. pic.twitter.com/P5a1ptX2ZB
Nonostante abbia grosse riserve, da mesi l’Iran sta affrontando una crisi energetica dovuta principalmente all’arretratezza delle sue infrastrutture e alle sanzioni internazionali a cui è sottoposta la sua economia. Prima dell’inizio dei bombardamenti erano frequenti i blackout e i razionamenti delle forniture.
Venerdì, prima degli attacchi alle infrastrutture, le preoccupazionisull’approvvigionamento di petrolio ne avevano fatto salire il prezzo di quasi il 9 per cento sia sui mercati statunitensi che su quelli europei (nel weekend le contrattazioni si fermano). Come ritorsione l’Iran potrebbe bloccare lo Stretto di Hormuz, che divide il paese dalla penisola araba e da cui passa un quarto del petrolio mondiale: sabato il generale iraniano Esmail Kosari ha dettoche il regime sta valutando questa possibilità.
Tensione nelle strade della città alla californiana: continuano le proteste anti-Trump
Dopo le manifestazioni della settimana scorsa contro le retate nei confronti dei migranti decise dall’amministrazione di Washington, in diverse città degli Stati Uniti sabato i dimostranti sono tornati aprotestare contro il presidente Trump con lo slogan ‘No Kings’. ALos Angeles la polizia nel quartiere di Downtown ha disperso i manifestanti, sparando anche lacrimogeni, prima del coprifuoco in vigore dalle ore 20.
LIVE: ‘No Kings’ protest held against Trump in Los Angeles – Associated Press
Sabato 14 giugno 2025
Le manifestazioni contro Trump, nel giorno della grande parata militar
Sono state organizzate in molte città degli Stati Uniti, oggi che è anche il suo compleanno
Le manifestazioni contro Trump, nel giorno della grande parata militare – San Francisco (Santiago Mejia/San Francisco Chronicle via AP)
Negli Stati Uniti migliaia di personestanno partecipando alle manifestazioni organizzate contro il presidente Donald Trump in moltissime città, con lo slogan “No Kings Day”. Le proteste sono state organizzate in concomitanza con la grande parata militare in programma nella capitale Washington per celebrare il 250° anniversario della nascita dell’esercito americano, peraltro nello stesso giorno in cui Trump compie 79 anni. La parata era molto voluta da Trump, e finora i tentativi di organizzarla erano stati scoraggiati dai generali dell’esercito. Gli eventi “No Kings Day” in programma per oggi sono circa duemila, scriveReuters.
La manifestazione No Kings Day a Philadelphia, 14 giugno 2025 (AP Photo/Yuki Iwamura)
Le manifestazioni erano state annunciate in seguito alle retate organizzate a Los Angeles dall’ICE, l’agenzia federale statunitense responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, in cui erano state arrestate decine di presunti immigrati irregolari. In risposta alle retate erano nate manifestazioni spontanee e pacifiche, ma gli scontri si sono intensificati domenica 8 giugno, il giorno dopo l’annuncio dell’invio della Guardia Nazionale da parte di Trump.
Le ragioni per cui le persone stanno manifestando sabato riguardano quindi le contestate politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump ma anche la mobilitazione militare interna, i tagli delle spese federali e la parata a Washington. Non erano state previste manifestazioni nella capitale, ma un corteo pacifico sta comunque attraversando il centro città, scortato dalla polizia. Gli eventi si stanno svolgendo nelle maggiori città statunitensi tra cui New York, San Francisco, Philadelphia, Houston, Los Angeles, senza particolari problemi. Solo in una zona nord di Atlanta, finora, la polizia ha lanciato dei lacrimogeni contro un gruppo di manifestanti che si stava dirigendo verso un’autostrada. In Minnesota tutte le manifestazioni sono state cancellate dopo l’uccisione di una deputata statale, Melissa Hortman, del Partito Democratico, e di suo marito Mark.
Le manifestazioni contro Trump, nel giorno della grande parata militare – Houston (Raquel Natalicchio/Houston Chronicle via AP)
Un giudice di San Francisco ha dichiarato illegale lo schieramento della Guardia Nazionale a Los Angeles da parte di Donald Trump.
La sentenza del giudice Charles Breyer rappresenta è una vittoria significativa per il governatore democratico della California Gavin Newsom.
“Le azioni di Donald Trump sono state illegali e sono andate oltre i limiti della sua autorità violando il decimo emendamento della Costituzione americana. Il presidente deve pertanto restituire immediatamente il controllo della Guardia Nazionale della California al governatore dello Stato, ha scritto il giudice nella sua sentenza di 36 pagine. Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto la sospensione dell’ordine in un documento depositato in tribunale. “È – si legge – una straordinaria intrusione nell’autorità costituzionale del presidente, in qualità di comandante in capo, di richiamare la Guardia Nazionale quando necessario per proteggere i funzionari federali“. Secondo il ricorso, quella del giudice è anche una “intrusione nell’autorità statutaria che riserva al presidente il potere di mobilitare le Guardie Nazionali statali al servizio federale“.
Alcune si sono estese fino a diventare proteste contro l’amministrazione Trump
Robyn Beck / AFP – Proteste in Usa
Le proteste contro l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), iniziate venerdì a Los Angeles, hanno scatenato manifestazioni simili in diverse città degli Stati Uniti, alcune delle quali si sono estese fino a diventare proteste contro l‘amministrazione Trump. Ecco secondo i media Usa dove si stanno svolgendo.
A New York centinaia di persone hanno marciato in modo pacifico per ore ieri a Manhattan nel corso della giornata. Ma la situazione si è aggravata in serata, con scontri tra polizia e manifestanti che si erano radunati vicino all’edificio che ospita l’ufficio dell’ICE di New York. I video circolati sul web mostrano i manifestanti a terra mentre la polizia cerca di ammanettarli, mentre altri dimostranti lanciavano bottiglie d’acqua agli agenti.
A Chicago i manifestanti si sono scontrati con la polizia. Proteste sono scoppiate in diverse città del Texas. Lunedì la polizia di Austin ha dichiarato una protesta come assembramento illegale, utilizzando successivamente gas lacrimogeni e arrestando 13 persone. Anche a Dallas c’è stato un teso scontro tra manifestanti e polizia sempre lunedì. A San Antonio, centinaia di persone si sono radunate domenica davanti al Municipio per una protesta pacifica, ma in vista di ulteriori proteste previste per questa settimana, il governatore Greg Abbott ha annunciato l‘invio della Guardia Nazionale del Texas in diverse località dello Stato.
A San Francisco due tribunali per l’immigrazione nella Bay Area hanno chiusomartedì pomeriggio a causa delle proteste, secondo una fonte vicina alla situazione. Gli attivisti hanno riferito all’Associated Press che sono stati effettuati diversi arresti, sebbene non sia stato immediatamente chiaro quale agenzia li abbia effettuati. Il Dipartimento di Polizia di San Francisco ha dichiarato di non aver effettuato arresti all’esterno dell’edificio.
I manifestanti anti-ICE si sono radunati anche a Denver, in Colorado, e hanno marciato lungo le principali arterie stradali, con la polizia che alla fine ha bloccato le strade alle loro spalle, secondo l’AP. Un portavoce del Dipartimento di Polizia di Denver ha dichiarato alla CNN che non hanno utilizzato gas lacrimogeni, contrariamente ad alcune fonti. Altre proteste si sono svolte anche a Santa Ana, Las Vegas, Atlanta, Philadelphia, Milwaukee, Seattle, Boston e Washington, DC.
Dopo Los Angeles ce ne sono state anche a New York, in Texas e nel resto del paese, con vari scontri tra manifestanti e forze dell’ordine
New York, 10 giugno (REUTERS/Eduardo Munoz)
Negli ultimi giorni ci sono state proteste contro l’amministrazione del presidente Donald Trump in molte delle principali città statunitensi: tra le altre New York, Boston, Atlanta, Chicago, Austin, Dallas, San Francisco e Philadelphia. Sono cominciate sulla scia delle grosse manifestazioni in corso a Los Angeles da venerdì, che sono diventate un caso nazionale dopo che l’amministrazione ha scavalcato le autorità californiane ordinando l’intervento dell’esercito.
A Manhattan martedì le proteste sono state in gran parte pacifiche, ma verso sera un gruppo di manifestanti si è scontrato con la polizia davanti alla sede dell’ICE, l’agenzia del governoper il controllo delle frontiere e la gestione dell’immigrazione. A Chicago c’è stato qualche scontro, e un’auto è passata in mezzo ai manifestanti, senza però colpirne nessuno.
Ad Austin, in Texas, lunedì la polizia ha disperso i manifestanti con gas urticante, e anche a Dallas(sempre in Texas) ci sono stati scontri con le forze dell’ordine. Il governatore dello stato Greg Abbott (Repubblicano) ha detto che potrebbe far intervenire la Guardia Nazionale, il principale corpo dei riservisti dell’esercito statunitense, che solitamente viene schierato in caso di disastri naturali o proteste molto violente. A Los Angeles era stato direttamente Trump a inviare la Guardia Nazionale,scontrandosi con il governatore della California Gavin Newsom (Democratico).