Tokyo: sei azzurri in quarantena, ma possono gareggiare


articolo: https://www.ansa.it/olimpiadi_tokyo_2020/notizie/2021/07/24/tokyo-sei-atleti-azzurri-in-quarantena-al-villaggio-_b3221df2-bea3-4e43-952c-430a70ca98fd.html

Quello che tutti temevano è diventato realtà: sei atleti azzurri, tra pugilato, tuffi e skateboard, sono in quarantena al Villaggio olimpico dopo essere entrati in “contatto stretto” con un giornalista italiano trovato positivo al covid-19 dopo il viaggio in aereo da Roma a Tokyo. L’isolamento fiduciario è stato disposto anche per altri sette componenti della delegazione italiana.

La decisione delle autorità sanitarie giapponesi è stata comunicata al Comitato organizzatore e poi al Coni che ha diffuso un comunicato stampa nel quale ha annunciato che non è pregiudicata la partecipazione alle gare dei sei atleti. “La normativa – ha fatto sapere il Comitato olimpico italiano – prevede che possano continuare ad allenarsi e a gareggiare, effettuando un tampone molecolare sei ore prima della gara“. Nel rispetto della privacy, sui loro nomi è stato mantenuto il massimo riserbo, anche se finora in Giappone degli atleti dello skateboard è arrivata solo la 19enne Asia Lanzi. E durante il pomeriggio italiano, gli appassionati del pugilato hanno tirato un sospiro di sollievo quando Irma Testa è salita sul ring per combattere e vincere il primo match della categoria pesi piuma (57 kg) contro la russa, alle Olimpiadi ‘atleta neutrale’, Liudmila Vorontsova. All’interno del Villaggio i sei atleti “continueranno a svolgere regolarmente tutte le loro attività propedeutiche alle competizioni olimpiche seguendo solo specifiche accortezze procedurali per quanto riguarda i pasti ed i trasferimenti agli impianti di gara“. Ovviamente non può essere solo una questione di condizione fisica. Ecco perché il Coni “si sta adoperando ai massimi livelli per garantire alle atlete e agli atleti, sfortunatamente coinvolti in questo disagio non causato dai loro comportamenti, le migliori condizioni, anche psicologiche, per superare rapidamente e senza aggravi questo particolare momento di difficoltà“. E’ fin troppo facile prevedere che il covid sarà un elemento condizionante per i Giochi a cinque cerchi. E se il Cio cerca di tenere lontani i dubbi, riferendo ai giornalisti che “solo lo 0,02 per cento dei tamponi effettuati in questa prima parte di Olimpiade è risultato positivo“, tutta la grande famiglia a Cinque cerchi sa bene che nei prossimi giorni arriveranno altre comunicazioni che faranno cambiare, in peggio, la carriera di altri atleti.

Focolaio al Villaggio….


Focolaio al Villaggio, il caso della delegazione ceca e di un medico non vaccinato

articolo: https://www.repubblica.it/dossier/sport/olimpiadi-tokyo-2020/2021/07/25/news/il_focolaio_al_villaggio_olimpico_indagine_sulla_delegazione_ceca_e_su_un_medico_non_vaccinato_-311646193/?ref=RHTP-BS-I311105608-P3-S7-T1

Ad oggi sono 13 gli atleti contagiati (su 132 positività rilevate all’interno del perimetro olimpico) e altre 13 le persone, tra atleti e staff, in quarantena al Villaggio Olimpico a Tokyo. I contatti a rischio costretti all’isolamento fiduciario sono molti di più: ne sanno qualcosa i 6 della delegazione azzurra, obbligati a stare in camera pur avendo il tampone negativo

In qualsiasi altro Paese del mondo si chiamerebbe col suo nome: focolaio. Ma poiché siamo nel Giappone dei Giochi, per giunta all’interno del Villaggio Olimpico che gli organizzatori con un certo sprezzo del pericolo smentita hanno assicurato essere “il posto più sicuro di Tokyo”, il focolaio diventa: “casi isolati di positività”. Si incolonnano i numeri, ma nessuno ha il coraggio di tirare la somma. Ad oggi sono 13 gli atleti contagiati (su 132 positività rilevate all’interno del perimetro olimpico), e 13 sono le persone, tra atleti e staff, in quarantena al Villaggio. I close contact, contatti a rischio costretti all’isolamento fiduciario, sono molti di più, si contano a decine: ne sanno qualcosa i 6 della delegazione azzurra, obbligati a stare in camera pur avendo il tampone negativo.

Covid, il pericolo negli ascensori – Al Villaggio, durante le due settimane dei Giochi, affluiranno 11.500 atleti provenienti da 206 Paesi del mondo. Le misure anti-Covid ci sono e sono ferree, tant’è che ogni mattina tutti devono sottoporsi a test salivare. L’ingresso è vietato a chiunque non sia accreditato. Si pensava che la mensa, situata in una palazzina di due piani all’inizio del complesso costruito sul waterfront di Haruma, fosse il punto più debole, zona di promiscuità e di possibile diffusione del contagio. E infatti lo hanno riempito di barriere di plexiglas, separando i tavoli e i diversi spazi del refettorio. Ci sono poi pannelli digitali nelle hall di ogni edificio dormitorio che indicano in tempo reale la percentuale di affollamento della mensa, utile per evitare assembramenti.

Non si può dire la stessa cosa della palestra comune, dove – per ovvie ragioni – il via vai di chi si deve allenare o perdere peso in vista delle gare (in tanti corrono sul tapis roulant indossando tute antitraspiranti per sudare di più) è continuo. Gli spazi sono più stretti. Gli attrezzi dovrebbero essere igienizzati dagli atleti dopo ogni utilizzo, ma non sempre questo accade, e gli addetti alla sicurezza faticano a stare dietro a tutti. Alla fine, come racconta a Repubblica uno dei frequentatori, “ci si alita uno sull’altro, il distanziamento sociale è impossibile”.

Altro spazio a rischio: gli ascensori. Ogni dormitorio ne ha almeno sei, che si aprono su due atri. Ci sono le scale per salire ai piani delle delegazioni, ma quasi nessuno le usa. Ultimamente, quelli della Repubblica Ceca chiedono il permesso prima di usare l’ascensore. C’è un motivo.

Il cluster ceco al Villaggio Olimpico – La metà degli atleti contagiati sono cechi. La delegazione occupa due piani del palazzo che ospita anche quelle di  Slovacchia, Polonia, Lettonia, Lituania e il Refugee Team

Il Comitato olimpico di Praga è stato costretto ad aprire un’indagine interna alla delegazione per capire chi ha violato le misure anti-Covid. Makéta Nausch-Slukovà (beach volley), Michal Schlegel (ciclismo), Ondrej Perusic (beach volley), Pavel Sirucek (ping pong) si guarderanno le Olimpiadi in tv. L’indagine epidemiologica del cluster ceco (6 casi) conduce al volo charter Praga-Tokyo del 16 luglio. A bordo c’era, assieme ai 14 atleti, il dottor Vlastimil Voracek, risultato positivo ai controlli dopo l’atterraggio. A quanto risulta da un report diffuso nella Repubblica Ceca, il medico non era vaccinato. Subito dopo il decollo, sempre secondo il report, i membri del team si sono tolti la mascherina e si sono andati a sedere tutti insieme in un’unica zona del velivolo.