Il Pallone d’Oro: un’illusione individualista nello sport più collettivo
Ogni anno, quando arriva il momento dell’assegnazione del Pallone d’Oro, si riapre la solita discussione: chi è stato il migliore? Chi merita di essere incoronato come re del calcio mondiale? Eppure, a ben guardare, questo premio tanto celebrato non rappresenta davvero l’essenza del calcio. Il calcio è uno sport di squadra.
Nessun giocatore, nemmeno il più talentuoso della storia, può vincere da solo. Senza compagni, senza un allenatore capace, senza una società organizzata, anche il più grande rimane un fuoriclasse isolato. Ecco perché il Pallone d’Oro appare sempre più come un’illusione: un tentativo di ridurre la grandezza del calcio, che nasce dalla coralità, a un singolo nome. Basta guardare alcuni casi emblematici.
Nel 2010, Diego Milito trascinò l’Inter al Triplete con gol decisivi in tutte le finali. Eppure non fu nemmeno inserito tra i candidati. Lo stesso anno vinse Lionel Messi, pur non avendo vinto né la Champions League né il Mondiale. Perché? Perché il premio non premia solo i meriti sportivi, ma anche la popolarità, il marketing e la narrazione mediatica.
Il paradosso è evidente: se Messi avesse giocato in una squadra modesta come il Pisa, non avrebbe mai ricevuto un Pallone d’Oro. Perché il premio è strettamente legato alla forza della squadra e alla visibilità internazionale. Un riconoscimento che si presenta come individuale, ma che in realtà dipende quasi interamente dal contesto collettivo. Alla fine, ciò che rimane nella memoria non sono i Palloni d’Oro, ma le squadre leggendarie e le partite indimenticabili.
L’Inter del 2010, il Milan di Sacchi, il Barcellona di Guardiola, l’Italia del 2006: questi sono i veri immortali del calcio, più dei singoli trofei individuali. Il Pallone d’Oro continuerà a far discutere, a creare polemiche e confronti. Ma forse dovremmo accettare che non è altro che uno spettacolo mediatico, un premio che gratifica l’immagine più che la sostanza. Perché il calcio, quello vero, resta e resterà sempre un inno alla squadra e non al singolo.
Quest’anno nessuna sorpresa: a vincere è il francese del Psg davanti al baby fenomeno del Barça e Vitinha
“Nasser come un padre” – “Non ho parole per quello che sto vivendo questa sera – le parole di un commosso Dembélé -. È stato un anno incredibile col Psg ed essere premiato da una leggenda come Ronaldinho è speciale. Grazie ai compagni, allo staff, a Luis Enrique el Presidente Nasser che per me è come un padre. Un pensiero lo dedico anche a tutte le mie squadre dal Rennes, il club che mi ha formato, al Dortmund e al Barcellona, dove ho avuto compagni come Messi e Iniesta”. Un pensiero anche alle sue origini: “Ringrazio la mia città, Evreux, dove sono cresciuto e dove ho giocato a calcio per la prima volta. Cerco sempre di tornarci quando ho del tempo libero. Grazie anche al mio agente che mi ha detto che un giorno avrei vinto il Pallone d’Oro. Grazie anche alla mia mamma“
DEMBéLé COMMOSSO – Ousmane Dembélé, nel ritirare il Pallone d’Oro, non è riuscito a trattenere le lacrime nel ringraziare la sua mamma, tutte le sue squadre e la sua città, Evreux, in Normandia. L’annuncio della sua vittoria è stato accolto da applausi e cori dei tanti tifosi parigini presenti al teatro di Chatelet .
Sesto francese della storia – Dembélé è il sesto francese della storia a vincere il Pallone d’Oro: prima di lui c’erano riusciti Kopa, Platini (che ne ha vinti tre), Papin, Zidane e Benzema
VINCE DEMBélé – Quest’anno nessuna sorpresa: vince Ousmane Dembélé davanti a Lamine Yamal. Era il vincitore annunciato dopo la straordinaria stagione col Psg. Succede a Rodri nell’albo d’oro del trofeo
Rodrigo Hernández Cascante, meglio noto come Rodri, vince il Pallone d’Oro 2024
Rodrigo Hernández Cascante, meglio noto come Rodri, vince il Pallone d’Oro 2024. Questa sera a Parigi presso il Theatre du Chatelet è andata in scena l’ormai celebre premiazione e la consegna del Pallone d’Oro 2024. Il più ambito trofeo internazionale per singolo giocatore che, da quest’anno, tiene in conto soltanto dell’annata sportiva e non dell’anno solare, aveva, almeno fino a questa mattina un favorito assoluto:Vinicius Jr., beffato sul finale proprio dallo spagnolo, con l’attaccante brasiliano che ha disertato la cerimonia.
VINCE RODRI – Nonostante le indiscrezioni, i servizi fotografici e il sentore popolare di un premio ormai indirizzato, Vinicius non vince il premio. La classifica finale ha visto infatti il centrocampista spagnolo del Manchester Citytrionfare al primo postocon Bellingham che completa il podio al terzo posto, accanto al compagno di squadra che si deve accontentare del secondo. VINICIUS E IL REAL DISERTANO – Una notizia che ha portato il Real Madrid a cancellare definitivamente il viaggio verso Parigi.Vinicius non ha viaggiato verso il capoluogo francese E tutto il club ha disertato la premiazione. Né Florentino Perez, né Bellingham, né Carvajal e neanche Carlo Ancelotti, che comunque è stato premiato con il Pallone d’Oro di miglior allenatore.
LE PAROLE DI RODRI – Questele parole di Rodri, vincitore del Pallone d’Oro, alla consegna del premio: “Ringrazio tutti, la UEFA e France Foorball, più chi mi ha votato. Tutto ciò è speciale, per me, la mia famiglia e il mio paese. Grazie a mia moglie Laura, è un cammino che non sarebbe stato lo stesso senza di lei. La mia famiglia mi ha sempre fatto mantenere la strada giusta, così come Laura. Ringrazio il City, la mia squadra, senza di cui non sarei qui. E’ il club migliore del mondo. Ringrazio la nazionale e l’allenatore della nazionale, i miei compagni, come Carvajal che meritava di essere qui e ha avuto il mio stesso infortunio. Yamal, che lo vincerà presto. E’ una vittoria del calcio spagnolo, lo dedico a Xavi, Iniesta o Casillas, che non l’hanno mai vinto. Questo premio darà visibilità al lavoro che fanno i centrocampisti. Vi racconto un aneddoto della mia traiettoria: un giorno volevo smettere, ho chiamato mio padre piangendo e con la paura che il sogno fosse finito, e lui mi ha detto di non mollare, il suo consiglio mi ha cambiato la vita“. REAL, MANCANZA DI RISPETTO – In casa Real Madrid la rabbia è arrivata nel momento in cui oltre alla mancata consegna a Vinicius, non ci sia stata l’unica alternativa credibile ovvero la consegna a Carvajal.Il fatto che nessun membro del Real Madrid sarà premiato per il club è considerata una mancanza di rispetto e da qui la decisione di disertare la cerimonia. Cancellato il charter del brasiliano, con più di 50 persone a bordo, che doveva partire nel pomeriggio da Madrid.
IL COMMENTO DI DE LA FUENTE – E’ arrivato intanto, da Parigi, il commento del favorito per il premio di allenatore dell’anno, il ct della Spagna Luis De La Fuente,vincitore di Euro 2024 con le Furie Rosse: “Non è un bene per il calcio che un club come il Real Madrid, con tanti tifosi in giro per il mondo, diserti un gala come quello di stasera”.
Il Pallone d’oro (Ballon d’Or), noto in precedenza anche come Calciatore europeo dell’anno, è un premio calcistico istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese France Football, assegnato annualmente al giocatore che più si è distinto nella stagione sportiva militando in una squadra di un qualsiasi campionato del mondo
Criteri per l’assegnazione – I criteri per l’assegnazione del premio sono descritti nell’articolo 10 del relativo regolamento:
insieme delle prestazioni individuali e di squadra durante l’anno preso in considerazione;
valore del giocatore (talento e fair play); (Il fair play o fairplay : («gioco corretto») è un concetto riferito a un’etica comportamentale, applicabile a una pluralità di contesti, nato in ambito sportivo nel Regno Unito dell’Ottocento.)