E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
18 novembre 2025
| Incidente Milano, il 20enne “scagionato”: non era alla guida del Suv – Alcuni video lo mostrano mentre soccorre gli amici |
| Due filmati diffusi sui social mostrano il giovane accorrere per aiutare gli amici dopo il terribile schianto in viale Fulvio Testi |
Nuovi elementi emergono sull‘incidente avvenuto domenica all’alba in viale Fulvio Testi, a Milano, dove ha perso la vita il 19enne Pietro Silva Orrego. Due video comparsi sui social e ora al vaglio degli inquirenti mostrano il 20enne inizialmente ritenuto alla guida della Mercedes G Brabus, un potente Suv da oltre 700 cavalli, mentre accorre sul luogo dello schianto per soccorrere gli amici. Dunque non era al volante così come sembrava in un primo momento e come indicato dai primi passanti che erano accorsi sul luogo della tragedia. Le immagini, insieme alla mancanza di ferite compatibili con l’impatto, sembrano “scagionare” il ragazzo, che aveva dichiarato di essere giunto sul posto solo dopo l’incidente.
La scarpa persa nel tentativo di aiutare i feriti – I filmati, girati da passanti e diffusi sui social poche ore dopo l’impatto, mostrano il giovane correre verso il Suv spezzato in due. Nelle immagini si sente gridare “ci sono i miei amici che stanno morendo” – ricostruisce Il Corriere della Sera – mentre tenta di aprire le portiere e di sfondare un finestrino, perdendo una scarpa ritrovata poi tra i rottami. Queste scene hanno convinto gli inquirenti a rivedere la prima ipotesi che lo indicava come conducente del veicolo di lusso, noleggiato da una società specializzata. Le riprese, ora al vaglio della Procura, vengono confrontate con i rilievi eseguiti sul posto per chiarire tempi e movimenti di tutte le persone coinvolte.
Il ruolo del 20enne e la testimonianza – Il giovane, che vive a pochi chilometri dal luogo dell’incidente, è stato subito ascoltato dagli agenti della polizia locale. Un passante lo aveva indicato come il conducente del Suv, ma lui aveva spiegato di essere arrivato dopo, sostenendo inizialmente di aver preso un tram, circostanza poi smentita dalle verifiche. L’esito positivo dell’alcol test aveva alimentato i sospetti, spingendo gli inquirenti a valutare con attenzione ogni dettaglio. Ora però la nuova prova video e l’assenza di ferite portano a escludere la sua presenza a bordo durante lo scontro. Gli investigatori stanno comunque ricostruendo le ore precedenti all’impatto per capire se il 20enne abbia trascorso la serata con gli amici e se sia sceso dal Suv poco prima della tragedia.
Chi era alla guida del Suv – Secondo le prime risultanze, al volante del potente Mercedes G Brabus, un veicolo da oltre 700 cavalli e dal valore di circa mezzo milione di euro, c’era con ogni probabilità il 23enne Enrico R., che aveva preso a noleggio l’auto da una società specializzata. Il giovane ha dichiarato agli agenti di essere stato lui alla guida al momento dell’incidente ed è stato sottoposto ad alcol test in pronto soccorso, in attesa degli esiti definitivi. Nei suoi confronti la Procura di Milano potrebbe ipotizzare il reato di omicidio stradale. A bordo con lui c’erano il 19enne Pietro Silva Orrego, deceduto nello schianto, e una 30enne, S.T., rimasta gravemente ferita. La donna è stata ricoverata d’urgenza e sottoposta a un intervento chirurgico; al momento sarebbe fuori pericolo, ma la prognosi rimane riservata.
Gli altri feriti e le indagini in corso – Nell’impatto è rimasta coinvolta anche una Opel Corsa guidata da L.C., 32 anni, originario di Napoli, trasportato in ospedale in codice giallo. L’uomo è risultato positivo al pre-test per le droghe. La polizia locale sta raccogliendo testimonianze, immagini e dati tecnici per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e verificare le condizioni di guida di entrambi i conducenti.
Le ipotesi sulla dinamica dello schianto – Secondo i rilievi preliminari, il Suv e l’altra vettura procedevano a velocità sostenuta. Lo scontro è avvenuto all’incrocio con viale Esperia, alla periferia nord di Milano, dove è presente una sola telecamera pubblica che, al momento, non avrebbe ripreso il momento esatto dell’impatto. Gli investigatori valutano diverse ipotesi, tra cui una precedenza non rispettata, un semaforo bruciato o una manovra azzardata. Entrambi i veicoli si sono accartocciati e hanno preso fuoco, mentre la Mercedes si è addirittura spezzata in due. Il Suv, secondo i primi accertamenti, risulterebbe già coinvolto in un altro grave incidente avvenuto circa un anno fa. Informazioni utili potrebbero arrivare anche dall’analisi del Gps installato a bordo, chiamato a fornire dati su velocità e traiettoria nei secondi che hanno preceduto la tragedia.
17 novembre 2025
| Incidente a Milano, perché nei fuoristrada il telaio è separato dalla scocca |
| Incidente a Milano, perché nei fuoristrada il telaio è separato dalla scoccaIl telaio a longheroni separato dalla carrozzeria, come quello della Mercedes Classe G coinvolta nell’incidente di viale Fulvio Testi a Milano, è una soluzione tecnica adottata da molti fuoristrada per affrontare meglio le sollecitazioni dell’offroadIncidente a Milano, perché nei fuoristrada il telaio è separato dalla scocca |

Il telaio a longheroni separato dalla carrozzeria ha rappresentato la soluzione costruttiva adottata da tutte le autovetture costruite fino agli anni Cinquanta, prima dell’avvento della scocca portante. Successivamente è rimasta la scelta principale per i veicoli fuoristrada, che devono affrontare grandi sollecitazioni su terreni difficoltosi e accidentati. La Mercedes Classe G, comel’esemplare coinvolto nel tragico incidente di domenica 16 novembre in viale Fulvio Testi a Milano, ricade in questa categoria: una vettura nata come auto da lavoro, di derivazione militare, poi migliorata negli anni a livello di comfort ma rimasta fedele all’impostazione originale. Qui il telaio è costituito da longheroni e traverse in acciaio, disposti come una scala a pioli, su cui sono montati motore e sospensioni. La carrozzeria, invece, è imbullonata al di sopra secondo l’architettura definita anche body-on-frame. A sostenerla sono una serie di supporti in gomma e metallo, che hanno anche la funzione di filtrare le vibrazioni e le sollecitazioni che il telaio, molto rigido, riceve dal fondo, in modo da preservare il comfort dei passeggeri. Non sono però progettati per sostenere le elevatissime forze laterali di un impatto ad alta velocità: ecco come è possibile che la carrozzeria sia stata letteralmente strappata dal telaio, in attesa della ricostruzione definitiva della dinamica dell’incidente ancora al vaglio degli inquirenti.
Perché il body-on-frame – Una soluzione ormai di nicchia, quella del telaio a longheroni separato dalla carrozzeria: la troviamo al giorno d’oggi principalmente sui fuoristrada e sui veicoli commerciali. Ma quali vantaggi comporta rispetto alla scocca portante? Quello principale è l’elevata rigidità torsionale, che lo rende meno soggetto a deformazioni in caso di sollecitazioni reiterate nel tempo, come quelle che avvengono nell’uso estensivo in fuoristrada duro. Gli urti accidentali sono molto frequenti in queste condizioni di utilizzo e questa struttura è pensata per resistere facilmente a colpi localizzati in un punto specifico. Inoltre, le riparazioni sono più agevoli perché si può intervenire separatamente su carrozzeria e telaio
Limiti del telaio separato – La possibile dinamica dell’incidente di viale Fulvio Testi ha mostrato però anche i limiti strutturali di questa soluzione: data l’estrema violenza dell’urto la rigidità del telaio, a cui sono ancorati anche gruppo motore e sospensioni, potrebbe aver portato i supporti della carrozzeria a cedere, provocandone il distacco e il successivo ribaltamento del veicolo. Un effetto, questo, che serve a evitare una deformazione incontrollata della cabina. Al contrario, in una vettura a scocca portante non si sarebbe verificato alcun distacco, ma l’intera struttura avrebbe subito deformazioni più importanti con conseguente intrusione maggiore all’interno dell’abitacolo.

