E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
23 ottobre 2025
| Nucleare in Italia: ma il referendum non contava nulla? |
| Articolo di alessandro54, realizzato con l’ausilio di ChatGPT, AI di OpenAI. |
| Il governo torna a parlare di centrali e incentivi, ma gli italiani avevano già detto “no |
⚖️ Due referendum, due “no” inequivocabili
Nel corso della nostra storia recente, l’Italia ha già respinto il nucleare per ben due volte.
La prima nel 1987, dopo la tragedia di Chernobyl: il voto popolare portò alla chiusura delle centrali allora attive (Caorso, Trino Vercellese, Latina e Garigliano).
La seconda nel 2011, dopo il disastro di Fukushima, quando oltre il 94% dei votanti disse no alla ripresa del programma nucleare.
Due “no” netti, limpidi, che avrebbero dovuto chiudere la questione per sempre.
E invece, a distanza di anni, qualcuno sembra voler riaprire il coperchio di un tema che il popolo aveva già archiviato.
⚙️ Il piano del governo e la voce di Squeri (FI) – In questi giorni, l’onorevole Luca Squeri (Forza Italia) ha dichiarato: “Servono degli incentivi, entro dieci anni pronta la prima centrale.”
Un’affermazione che suona più come una decisione già presa che come un invito al confronto.
Il governo parla di nuove tecnologie nucleari, come i reattori modulari di piccola taglia (SMR), presentati come più sicuri e meno inquinanti.
Ma dietro la promessa di modernità resta un fatto semplice: il popolo italiano non è mai stato interpellato su questa “nuova” via nucleare.
🗣️ Il rispetto del voto – Un referendum non è un sondaggio, è la voce del popolo sovrano.
E quella voce, nel 1987 e nel 2011, fu chiarissima.
Ignorarla oggi, anche in nome del progresso o dell’efficienza energetica, significa mettere da parte un principio fondamentale: il rispetto per la volontà popolare.
Come si diceva una volta: “La politica cambia, ma la parola data al popolo resta.”
🧭 Una scelta che merita una nuova consultazione : Prima di parlare di cantieri e incentivi, bisognerebbe ridare la parola agli italiani.
Non con slogan o tavoli tecnici, ma con un nuovo referendum.
Perché, che piaccia o no, la nostra Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo — e non agli annunci televisivi.
🔚 Conclusione : Che il nucleare di oggi sia davvero più sicuro o conveniente, lo dirà il tempo.
Ma prima del tempo, dovrebbero parlare i cittadini.
E se davvero si vuole tornare al nucleare, che sia il popolo a deciderlo, non un decreto.

