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mercoledì 08 ottobre 2025
| Disastro aereo di Linate, cos’è successo l’8 ottobre del 2001: l’errore e il triste record di vittime. «Ero una torcia umana, ricordo ancora il boato» |

- 1 – Disastro aereo di Linate, cos’è successo l’8 ottobre di 24 anni fa e il triste record di vittime. «Ero una torcia umana»
- 2 – Cosa è successo
- 3 – Il bilancio
- 4 – Le indagini
- 5 – Il racconto di Pasquale
- 6 – La celebrazione
1 – Milano, 8 ottobre 2001, poco dopo le 8:10. Una nebbia fitta come un sipario incontenibile avvolge l’aeroporto di Linate. Il sole, timido, prova a farsi strada tra il gelo dell’aria e la foschia che domina la scena, ma la visibilità è ridotta a pochi metri. Il clima incerto rende l’atmosfera ancora più carica di tensione e silenzio, mentre lo scorrere del tempo sembra rallentare sotto quel cielo grigio.
Tutto sembra normale: passeggeri, equipaggi, addetti ai lavori seguono le consuete procedure di una mattina qualunque. Nessuno avrebbe mai immaginato che in quell’istante stesse per consumarsi una tragedia destinata a segnare per sempre la storia dell’aviazione civile italiana. Quel giorno, la routine si trasforma in un incubo collettivo, e l’aeroporto si trasforma in teatro di un disastro senza precedenti.
2 – Cosa è successo – Due aerei, un piccolo velivolo privato Cessna e un MD-87 della Scandinavian Airlines System (SAS), si trovano sulla stessa pista di decollo per errore. Il Cessna devia dalla propria rotta, complici una segnaletica insufficiente e sensori non funzionanti, e si imbatte nell’aereo di linea che stava per partire.
L’impatto è devastante. Il velivolo più grande perde il controllo e si schianta contro un hangar adibito allo smistamento bagagli, scatenando un incendio feroce che si propaga rapidamente. Quella mattina, l’aeroporto di Linate si trasforma da luogo di viaggio e movimento a scena di un disastro senza precedenti.
3 – Il bilancio – Il bilancio è drammatico: 118 persone perdono la vita, tra passeggeri, equipaggio e personale a terra. È il più grave incidente aereo nella storia civile italiana. Solo una persona sopravvive a quell’inferno: Pasquale Padovano, un addetto allo smistamento bagagli, che subisce ustioni gravissime ma riesce a salvarsi grazie a un tempestivo intervento.
4 – Le indagini – Le indagini successive mettono in luce una serie di errori e negligenze. La segnaletica in pista era inadeguata e non conforme alle norme internazionali, i sistemi di guida degli aerei non funzionavano correttamente, e la comunicazione tra torre di controllo e piloti era compromessa da malintesi e disorganizzazione.
La combinazione di questi fattori ha portato al tragico errore che ha causato la collisione, ponendo l’attenzione su quanto sia cruciale garantire standard di sicurezza rigorosi negli aeroporti, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità.
5 – Il racconto di Pasquale – Secondo un articolo del sito ufficiale dell’ospedale Niguarda, la testimonianza di Pasquale Padovano — l’unico sopravvissuto — è drammatica e indelebile: «Erano da poco passate le 8.00 e all’improvviso un’esplosione terribile, un rumore fortissimo, tanto che il fischio dello scoppio è ancora nelle mie orecchie. Sono scappato via da quell’inferno e ho pensato: la prima ambulanza che incontro mi caricherà a bordo. Ero una torcia umana, per fortuna un finanziere mi ha visto e ha spento le fiamme che mi avvolgevano con degli stracci».
Pasquale, all’epoca 48enne e impegnato nello smistamento bagagli, racconta di aver visto l’ala dell’aereo avvicinarsi verso di lui mentre i portelloni dell’hangar si spalancavano. «In un istante ero completamente avvolto dalle fiamme».
Soccorso da un finanziere che gli ha spento le fiamme, Pasquale è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda, dove ha trascorso 14 mesi di degenza, di cui 4 in coma. Le ustioni hanno interessato l’85% del suo corpo e le sue probabilità di sopravvivenza erano estremamente basse.
Armando De Angelis, allora medico di guardia al pronto soccorso e oggi direttore del Centro Ustioni di Niguarda, ha raccontato che molte ferite erano gravissime e che furono necessari decine di interventi chirurgici, tra innesti cutanei e ricostruzioni. Nel corso degli anni, Pasquale ha subito più di 100 operazioni, non tutte eseguite a Niguarda.
«Considero questo ospedale un po’ come la mia seconda casa – dice Pasquale – senza di loro non sarei qui». De Angelis conferma: «È sempre stato un combattente… l’amicizia nata in corsia si è cementata nelle tante trasferte, nei momenti condivisi nella memoria, nel racconto»
6 – La celebrazione – Oggi, 8 ottobre, alle ore 10.30 avrà, luogo una celebrazione eucaristica in memoria delle vittime, presso la Basilica di Sant’Ambrogio. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale parteciperà l’assessora ai Servizi civici e generali Gaia Romani.

