Il gruppo francese ha ceduto le sue attività nel nostro Paese alla ex Newlat Food
Carrefour lascia l’Italiae cede le sue attività a NewPrinces, ex NewLat Food. Il gruppo italiano ha sottoscritto un accordo vincolante da circa 1 miliardo di euro con il colosso della gdo francese per acquisire il 100% di Carrefour Italia. Nella vendita sono compresi 1.188 attività, di cui 41 ipermercati, 315 supermercati e 820 punti vendita.
L’ultimo esercizio del gruppo francese ha segnato in Italia perdite per 150 milioni di euro, e da tempo faticava a rilanciarsi nel nostro Paese. “L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo. Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria”. Lo ha detto Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces Group, che tra i suoi marchi ha anche Delverde, Corticella, Ciccarese, Polenghi, Centrale del Latte, Torre in Pietra, Ala.
L’acquisizione di NewPrinces Group – Nell’ambito dell’operazione:Carrefour reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro in Carrefour Italiaa sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa; NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni di euro, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand; gli investimenti complessivi previsti ammontano quindi a 437,5 milioni di euro, finalizzati alla valorizzazione al rilancio della rete e al rafforzamento della competitività sul mercato.
Con l’acquisizione di Carrefour Italia, NewPrinces diventa il secondo gruppo italiano nel food per fatturato e il primo operatore food in termini occupazionali con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne. A seguito del completamento dell’acquisizione, il fatturato consolidato combined di NewPrinces Group raggiungerà circa 6,9 miliardi di euro.
Carrefour Italia: le attività – Il fatturato complessivo di Carrefour Italia ammonta a circa 3,7 miliardi di euro, con un Ebitda, comprensivo delle attività immobiliari, pari a 115 milioni di euro. La rete di supermercati ha una forte presenza soprattutto nel nord Italia: 314 punti vendita in Lombardia, 202 in Piemonte, 195 nel Lazio, 161 in Liguria, 54 in Toscana, 49 in Emilia Romagna, e presenze anche in Valle d’Aosta e Sardegna. Il gruppo impiega attualmente 18 mila persone, di cui 10 mila diretti e 8 mila indiretti.
Il piano di investimenti prevede, tra l’altro la modernizzazione progressiva dei punti vendita; il rilancio del marchio GS in Italia con un rinnovato posizionamento valoriale e commerciale; l’integrazione operativa con la piattaforma logistica di NewPrinces – che include oltre 600 mezzi refrigerati per la distribuzione di prodotti freschi – e il rafforzamento dei canali home delivery e HoReCa.
Pioggia torrenziale ha mandato in tilt la città e non solo
Il cloudburst fotografato ad Abbadia Lariana
Situazione critica in più zone della città tra cui ad Acquate, Belledo. Piazza Cermenati invasa dall’acqua. Problemi anche in Valsassina
LECCO – Un violento nubifragio si è abbattuto su Lecco e provincia nel tardo pomeriggio, poco dopo le 18.30 di giovedì, scatenando una vera e propria emergenza meteo.Grandine, pioggia torrenziale e raffiche di vento hanno colpito con forza diverse zone del capoluogo e della Valsassina, provocando allagamenti, disagi alla viabilità, qualche albero caduto e momenti di forte apprensione per residenti e commercianti.
Tra le aree più colpite, i quartieri di Acquate e Belledo, ma anche il centro città non è stato risparmiato. Piazza Cermenati si è trasformata in una sorta di piscina urbana, con circa 30 centimetri d’acqua che hanno invaso marciapiedi e attività commerciali. “Una situazione assurda. Stiamo cercando di liberare i tombini toppi per cercare di far defluire l’acqua”, racconta Marco Caterisano, titolare del bar Cermenati e de Il Caffettino, impegnato in prima persona nel tentativo di contenere i danni.
Germanedo piazza V Alpini
Anche in zona delle Meridiane si registrano allagamenti. Impraticabile il tunnel dell’attraversamento di Lecco in entrambe le direzioni, con obbligo di uscita a Lecco Centro e Lecco Lungolago.
Il maltempo ha costretto le autorità a chiudere via Amendola, nei pressi del ponte della stazione ferroviaria, resa impraticabile dall’acqua. Problemi anche lungo la nuova Lecco-Ballabio, in particolare in prossimità delle uscite dell’ospedale Manzoni, dove l’acqua ha invaso carreggiate e sottopassi, complicando il transito dei veicoli, ma anche lungo lo svincolo dei Piani d’Erna.
Numerose le segnalazioni giunte alla centrale operativa dei Vigili del Fuoco, impegnati su più fronti per fronteggiare l’emergenza. Sarebberooltre sette le squadre operativeper gestire una trentina di richieste di soccorso tecnico urgente: le segnalazioni riguardano principalmente allagamenti di locali interrati e sedi stradali, nonché alberi pericolanti o abbattuti dal vento. Al momento sono in corso una quindicina di interventi concentrati nella città di Lecco. A dare supporto in arrivo anche autopompe idrovore da Merate.
Interventi si registrano anche inValsassina, dove il temporale non ha fatto sconti, provocando allagamenti e disagi: a Introbio le strade sono diventate fiumi, mentre a Pasturo una frana si sarebbe verificata lungo la provinciale.
Allagamenti a Introbio
I tecnici stanno monitorando il deflusso delle acque e la stabilità di alcune zone a rischio, mentre le squadre stanno lavorando senza sosta per riportare la situazione sotto controllo, in evoluzione e costantemente monitorata.
Chicchi di gradine di dimensioni ragguardevoli si sono abbattuti sulla SS36, costringendo i veicoli in transito, colti di sorpresa dal violento nubifragio, a trovare riparo nelle prime piazzole di sosta disponibili. Impossibile proseguire: la visibilità era ridotta al minimo, l’asfalto della superstrada ridotto ormai a un tappeto bianco e i colpi di grandine troppo forti. Anche lo svincolo di Mandello è stato soggetto ad allagamenti. Sempre in super, si segnalano code e rallentamenti nel tunnel del Barro.
Nelle due app di Meta compare un messaggio che chiede se vogliamo continuare a usare l’app così com’è o liberarci delle pubblicità, in cambio di un canone mensile. Ma la realtà è più complessa
Quando, all’apertura dell’app di Instagram o Facebook, compare quel messaggio invita a “controllare se possiamo trattare i tuoi dati per le inserzioni”, molti pensano subito a un errore o, peggio, a un tentativo di phishing. In realtà è la manifestazione più visibile di un negoziato sotterraneo che da anni contrappone Meta ai regolatori europei. Da un lato c’è un colosso costruito sul marketing personalizzato, dall’altro un pacchetto di norme – GDPR, Digital Markets Act e Digital Services Act – che mira a ridurre lo strapotere degli “gatekeeper” online. La finestra che offre due strade, continuare gratis vedendo annunci o pagare 7,99 € al mese per non vederne più, non è dunque un’improvvisa svolta commerciale, ma l’esito di sentenze, decisioni amministrative e pressioni politiche che chiedono una forma di consenso più libera e trasparente.
Come siamo arrivati a questo punto – Nel luglio 2023 laCorte di giustizia dell’Unione europeaha stabilito che un abbonamento può valere come “consenso” al trattamento dei dati soltanto se al fianco esiste una versione gratuita equivalente sul piano funzionale. Pochi mesi dopo, a novembre 2023, Meta ha quindi lanciato in tutta la UE la sottoscrizione “no ads”, venduta inizialmente a 12,99 €su mobile e a 9,99 € sul web. L’azienda pensava di avere così soddisfatto le esigenze normative, ma la Commissione ha contestato il modello “paga o accetta” perché non lasciava la possibilità di rinunciare alla pubblicità personalizzata senza costi aggiuntivi. Di fronte al rischio di multe fino al 5% del fatturato quotidiano, Meta ha ridotto del 40% il prezzo dell’abbonamento (ora 7,99 € su smartphone e 5,99 € via browser) e introdotto la terza opzione “inserzioni meno personalizzate”, ossia annunci basati su un set minimale di dati – età, genere, città approssimativa e contenuto visualizzato negli ultimi due ore – con l’aggiunta di brevi spot video non skippabili.
Che cosa cambia davvero – Nel momento in cui l’utente clicca su “Inizia”, si trova a riaffermare una scelta che aveva già compiuto un anno fa. Decidere di restare gratuito equivale ad accettare che il motore algoritmico continui a intrecciare like, commenti, pagine visitate e abitudini di navigazione esterne per dare forma a un profilo pubblicitario dettagliato.Rinunciare alle pubblicità invece significa pagare un canone mensile, che copre sia Instagram sia Facebook, e vedersi azzerare, almeno in teoria, ogni forma di targeting comportamentale. Nel mezzo c’è la zona grigia degli annunci “contestuali”, cioè quelli che si appoggiano solo sul contesto immediato e su poche informazioni anagrafiche. Per l’utente questo comporta spot meno pertinenti, interruzioni più invadenti e la percezione di trovarsi davanti a un feed un po’ più simile alla televisione generalista che a un catalogo su misura.
Il prezzo della privacy – Che un algoritmo possa attribuire un valore monetario al nostro pacchetto dati non è un’idea nuova, ma mai era stata esplicitata in modo così trasparente. Con la riduzione dei prezzi, Meta dice implicitamente che la monetizzazione media di ciascun profilo europeo si aggira sui 72 € l’anno, cifra vicina alle stime di fatturato pubblicitario pro capite emerse dai bilanci recenti. Non a caso, analisti interpellati da CNBC parlano di un impatto potenziale del 10-15% sulle entrate pubblicitarie europee se un numero significativo di persone dovesse pagare l’abbonamento. L’azienda scommette però sul fatto che la maggioranza, come accaduto con YouTube Premium o Spotify, continuerà a preferire la versione gratuita, sopportando un’esperienza un po’ meno ergonomica pur di non versare un obolo mensile.
Il quadro normativo – Dietro la schermata che tutti vedono c’è un mosaico di regole che vale la pena ricapitolare. Il GDPR,entrato in vigore nel 2018, ha fissato il principio di “consenso libero, specifico, informato e inequivocabile”. Il DMA, arrivato nel 2023, impone ai gatekeeper– categoria in cui rientra pienamente Meta – di offrire un’alternativa alla combinazione indiscriminata di dati personali. Il DSA, operativo dal febbraio 2024, vieta la profilazione basata su dati sensibili e tutela i minori da qualunque targeting comportamentale. La convergenza di queste norme ha costretto Meta a tradurre in una scelta binaria (pagare o accettare) ciò che la legge descrive come un diritto fondamentale: decidere in che misura i propri dati possano essere la benzina dell’economia dell’attenzione.
Le critiche – Fin dal primo annuncio, organizzazioni come BEUC, NOYB e Assoutenti hanno contestato l’interfaccia definendola “dark pattern”, cioè un design che spinge subdolamente verso l’opzione più redditizia per l’azienda. Il pulsante per restare con le inserzioni è grande e colorato, quello per pagare è meno evidente, e mancava una via di mezzo. La nuova alternativa con ads meno personalizzati avrebbe dovuto placare le proteste, ma ha sollevato altri dubbi: perché introdurre spot non skippabili, se non per rendere l’esperienza intenzionalmente fastidiosa e spingere verso il canone?
Conseguenze pratiche per pubblico, aziende e creator – Per gli utenti la novità principale è la consapevolezza che la privacy ha un prezzo esplicito. Chi paga ottiene un feed relativamente “pulito”, senza tracciamento incrociato fra servizi, anche se i contenuti sponsorizzati degli influencer che si seguono restano visibili perché non transitano dall’Ad Manager. Chi resta nel livello gratuito accetta di cedere i propri dati oppure, se sceglie la via meno personalizzata, di subire interruzioni pubblicitarie più lunghe. I brand dovranno spartire il budget tra tre filoni:campagne classiche basate su profili, inserzioni contestuali e contenuti organici brandizzati, con un probabile aumento del costo per mille impression nelle prime due categorie. I creator, infine, scopriranno che in un feed sfoltito dagli annunci i loro post sponsorizzati spiccano di più, aumentando il valore delle collaborazioni commerciali, ma dovranno etichettarle con una trasparenza che il DSA rende obbligatoria.
YouTube offre dal 2018 un abbonamento che elimina gli ads e aggiunge download offline, ma costa 11,99 €, quasi il doppio rispetto alla cifra chiesta da Meta sul web. TikTok sta testando qualcosa di simile nel Regno Unito, mentre X (l’ex Twitter) abbina la rimozione parziale della pubblicità a funzioni extra come post lunghi e spunta blu, per 9,68 €.
Possibili sviluppi – Molto dipenderà dal giudizio definitivo della Commissione europea sull’alternativa “meno personalizzata”. Se verrà considerata insufficientemente equivalente, scatteranno penali che possono toccare 22,5 milioni di euro al giorno. Gli osservatori immaginano un eventuale compromesso con un quarto pulsante, “decidi più tardi”, che ridarebbe all’utente un margine di scelta dilazionata nel tempo. Nel frattempo Meta potrebbe investire in un marketplace pubblicitario fondato solo su segnali contestuali, utilizzando intelligenza artificiale generativa per interpretare in tempo reale il contenuto di un Reel o di una foto e abbinargli lo sponsor più pertinente, senza leggere l’intera cronologia sociale di chi guarda.
Il costo della gratuità – Che si paghi o meno l’abbonamento, l’esperienza quotidiana dei social in Europa non sarà più la stessa. Il messaggio comparso sugli schermi ricorda che la gratuità ha sempre avuto un costo occulto, la cessione dei dati; ora quel costo è quantificato con due decimali e può essere saldato in contanti. La negoziazione fra diritti individuali e modello di business, iniziata nel continente, potrebbe contagiare altre giurisdizioni. Se dovesse passare l’idea che la pubblicità personalizzata sopravvive solo come opzione premium, l’economia dell’ad-tech sarebbe costretta a reinventarsi. Per gli utenti, conoscere le conseguenze di ciascuna scelta resta il primo passo per navigare consapevolmente questo nuovo paesaggio digitale.
La star della WWE e fervente sostenitore di Donald Trump è morto dopo aver subito un arresto cardiaco nella sua casa in Florida.
Hulk Hogan nel 1995. Fotografia:Star Tribune/Getty Images
Hulk Hogan, la star del wrestling diventata fervente sostenitrice di Donald Trump, è morto all’età di 71 anni, ha confermato il suo manager.
Chris Volo ha dichiarato alla NBC Los Angeles che Hogan, al secolo Terry Gene Bollea, ha avuto un arresto cardiaco nella sua casa di Clearwater, in Florida, ed è morto circondato dai suoi familiari.
Le voci sulla salute di Hogan circolano da settimane, dopo che si dice sia stato ricoverato in ospedale. Proprio la scorsa settimana, sua moglie Sky ha smentito le voci secondo cui fosse in coma, affermando che il suo cuore era “forte” dopo diversi interventi chirurgici.
Immediatamente riconoscibile per i suoi baffi biondi a ferro di cavallo e le bandane, Hogan è stato una delle star del wrestling più popolari degli anni ’80 e considerato uno dei più grandi di sempre. Noto per la sua teatralità sul ring e il suo fisico imponente, ha contribuito a trasformare il wrestling professionistico in intrattenimento per le famiglie, principalmente grazie alla sua partnership con la WorldwideWrestling Entertainment (WWE).
La casa di produzione ha anche confermato la morte di Hogan e ha espresso il suo cordoglio per la sua ex star in unadichiarazione su X: “La WWE è addolorata nell’apprendere della scomparsa di Hulk Hogan, membro della WWE Hall of Fame. Una delle figure più riconoscibili della cultura pop, Hogan ha contribuito al successo globale della WWE negli anni ’80. La WWE esprime le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e ai fan di Hogan“.
Lingua originale: inglese. Traduzione diGoogle La WWE è addolorata nell’apprendere della scomparsa di Hulk Hogan, membro della WWE Hall of Fame. Una delle figure più riconoscibili della cultura pop, Hogan ha contribuito al successo della WWE a livello mondiale negli anni ’80. La WWE esprime le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e ai fan di Hogan.
WWE is saddened to learn WWE Hall of Famer Hulk Hogan has passed away.
One of pop culture’s most recognizable figures, Hogan helped WWE achieve global recognition in the 1980s.
WWE extends its condolences to Hogan’s family, friends, and fans.
Nel 1996, Hogan fondò il New World Order (NWO) e divenne l’Hulk Hogan di Hollywood. Fu introdotto nella WWE Hall of Fame nel 2005, ma il suo status gli fu revocato in seguito allo scandalo che seguì la pubblicazione di una registrazione segreta durante un rapporto sessuale, durante la quale Hogan fece numerosi commenti razzisti. Il blog Gawker degli anni 2010 pubblicò per primo la registrazione; Hogan in seguito fece causa al sito web, vincendo la causa e costringendolo a chiudere.
Hogan è stato nuovamente inserito nel 2020, diventando una figura di spicco del movimento politico “Make America Great Again” (Maga) di Donald Trump. È stato uno dei protagonisti della convention nazionale repubblicana del 2024, strappandosi la maglietta, in stile WWE, per rivelare una maglietta con la scritta “Trump 2024“.
Da sempre attore, Hogan ha continuato la sua carriera di attore, apparendo nel film Rocky III del 1982 nel ruolo di Thunderlips, così come in No Holds Barred, Suburban Commando e Mr. Nanny. Dal 2005 al 2007, ha recitato nel reality show di VH1 “Hogan Knows Best” insieme all’allora moglie Linda e ai figli Brooke e Nick.
1– Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi Le previsioni
2 – Allerta meteo
3 – Tempo molto instabile
4 – Il weekend
1 – Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi. Le previsioni – Rovesci e temporali: il maltempo sta tornando a colpire il Nordest. La protezione civile regionale del Veneto ha diramato un’allerta idrogeologicadi attenzione da stasera a tutta la giornata di domani per forti rovesci e temporali, anche intensi, attesi sulle zone montane e pedemontane della regione che potrebbero investire anche ampi tratti della pianura. Sono quattro i bacini posti sotto particolare attenzione: l’Alto Piave e il Piave Pedemontano tra Belluno e Treviso, l’Alto Brenta, il Bacchiglione e l’Alpone tra Vicenza e Verona, e il sistema Adige-Garda e Monti Lessini nel Veronese. Su una scala di tre attenzione rinforzata di livello due sulle Dolomiti, dove domani le piogge intense potrebbero reinnescare i recenti movimenti franosi della Croda Marcora che hanno portato a più chiusure della statale 51 Alemagna a San Vito di Cadore.
Bombe d’acqua, lampi e grandinate con forti raffiche di vento: il maltempo fa scattare la nuova allerta. E sale il timore per i fiumi. Le previsioni – di Redazione web
2 – Allerta meteo – Una perturbazione di origine atlantica porta temporali sulle regioni del Nord. Lo indica un’allerta meteo della Protezione civile che prevede dal pomeriggio di mercoledì 23 luglio precipitazioni su Piemonte, Lombardia, Veneto e sul Trentino Alto Adige. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Valutata per la giornata di domani allerta gialla nelle province di Trento e Bolzano e su ampi settori di Piemonte, Lombardia e Veneto.
Allerta meteo
3 – Tempo molto instabile – Secondo gli esperti di 3BMeteo, nella giornata di giovedì 24 luglio, il nordest sarà colpito da tempo molto instabile con rovesci e temporali fin dal mattino, localmente forti nei settori alpini e prealpini in genere e fino all’alta pianura lombardo veneta. Meno interessato il basso Veneto. Venerdì 25 luglio, invece, il Nordest sarà interessato da schiarite e annuvolamenti associati a rovesci intermittenti e qualche temporale, più diffusi nelle ore centrali del giorno e in serata.
Tempo molto instabile
4 – Il weekend – Stando a quanto prevedono gli esperti di 3BMeteo, anche il fine settimana potrebbe essere interessato da rovesci e maltempo. Sabato 26 luglio, al Nordest prevale una forte variabilità dei fenomeni temporaleschi, con possibilità di brevi rovesci o temporali. I fenomeni potrebbero verificarsi in serata o durante la notte. Temperature in calo, massime tra 23 e 28. Per domenica 27 luglio, invece, da 3BMeteo avvisano che dovrebbe tornare il sereno in pianura, nubi sparse con ampie schiarite sulle Dolomiti e nubi sparse con ampie schiarite altrove.