E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie
Lunedì 13 gennaio 2025
| Oliviero Toscani è morto |
| Il fotografo era malato da tempo e le sue condizioni si sono aggravate nei giorni scorsi. L’annuncio dato dalla famiglia |

È morto il fotografo Oliviero Toscani. Era malato da tempo ed era ricoverato dal pomeriggio di venerdì 10 gennaio nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Cecina (Livorno) in prognosi riservata. La moglie Kirsti Moseng aveva parlato di una “strada senza ritorno“. Toscani aveva 82 anni.
Toscani, che con le sue foto ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, soffriva di amiloidosi. Aveva rivelato il suo dramma l’estate scorsa: “Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere“, aveva detto in un’intervista al Corriere della Sera il 28 agosto.
Morto Oliviero Toscani, l’annuncio della famiglia – L’annuncio della morte di Oliviero Toscani è stato dato dalla famiglia con un breve comunicato stampa. “Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali“, si legge nella nota firmata dalla moglie Kirsti e dai figli.
Cosa è la amiloidosi, malattia di Oliviero Toscani – Col termine amiloidosi si indica un gruppo di malattie rare causate dall’accumulo di proteine, prodotte dal nostro organismo, che si depositano negli organi vitali sotto forma di piccole fibre e li danneggiano. Si stima che ogni anno in Italia circa 800 persone si ammalino di amiloidosi sistemica.
La diagnosi di questa malattia può essere difficile e i sintomi variano in base agli organi colpiti. Attualmente, si conoscono circa 30 tipologie di amiloidosi, ereditarie o meno, classificate in base ai segni clinici e alle caratteristiche biochimiche della sostanza amiloide coinvolta.
Toscani: “Non ho mai avuto un padrone, sono sempre stato libero” – Estremo lo è stato anche nell’affrontare la malattia. “In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali“, aveva detto Toscani spiegando di sottoporsi a una cura sperimentale. Era consapevole della sua diagnosi e parlando della morte diceva: “Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero“. Aveva anche parlato dell’intenzione di rivolgersi all’amico Cappato per scegliere il suicidio assistito in Svizzera.
Oliviero Toscani e le sue foto rivoluzionarie – Nato a Milano il 28 febbraio 1942, Toscani pubblica il suo primo scatto sul Corriere a 14 anni: è il volto di Rachele Mussolini, immortalato a Predappio alla tumulazione del Duce nella tomba di famiglia. Dopo il diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, debutta nel mondo della pubblicità con la campagna per il cornetto Algida. Oliviero Toscani non era un fotografo, era il fotografo per eccellenza. L’uomo della luce, del colore, della creatività, sempre fuori dagli schemi.
A settembre una delle sue ultime uscite pubbliche per visitare la sua mostra Photography and Provocation al Museum für Gestaltung.
Le foto di Toscani hanno cambiato il mondo della comunicazione. Ogni scatto era pietra lanciata, un motivo di dibattito. Dai jeans di ‘Chi mi ama mi segua‘ al bacio tra un prete e una suora, dai volti dei condannati a morte al corpo di una donna consumata dall’anoressia, tutte le sue campagne hanno lasciato il segno. In sessant’anni di carriera ha lavorato in ogni luogo del mondo e per tutte le riviste più importanti. Nel suo carnet da John Lennon ad Andy Warhol, da Muhammad Ali a Lou Reed. Per la moda da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a Monica Bellucci, ma anche Carmelo Bene e Federico Fellini.
La svolta, nel 1982, con Benetton: i maglioni sono il pretesto per Toscani per portare in primo piano temi sociali come l’uguaglianza, la mafia, il contrasto all’omofobia, la lotta all’Aids o alla pena di morte. Nel 1991 lancia la rivista Colors, tre anni dopo ecco Fabrica, centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna, la cui sede è firmata dall’archistar giapponese Tadao Ando.
In tempi recenti firma collaborazioni con la Croce Rossa, con l’Istituto Superiore della Sanità, con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. C’è la sua forma in campagne di impegno sociale su sicurezza, violenza contro le donne, anoressia. Proprio su questo tema nel 2007 Toscani realizza per il marchio Nolita una campagna choc, che divide pubblico e critica, mettendo al centro la modella e attrice francese Isabelle Caro, 31 chili per 1,64 metri di altezza. Nel 2007 dà vita al progetto Razza Umana, una galleria di ritratti di varia umanità, una sorta di censimento di tutte le caratteristiche somatiche e sociali del genere umano. Dal 2018 al 2020 torna con Benetton, rilanciando i temi dell’integrazione, ma viene poi licenziato per le dichiarazioni sul crollo del ponte Morandi (“Ma a chi interessa che caschi un ponte?“). La frase scatenò reazioni indignate a tutti i livelli, da vari esponenti politici e dai parenti delle vittime, tanto che poi lo stesso Toscani si scusò: “Sono distrutto umanamente. Si prende una frase estrapolata da qualcuno per il suo programma un po’ scandalistico, con questa comunicazione moderna che cerca il sensazionalismo. Non era quella l’intenzione“. Ma le scuse non bastarono e Benetton decise per il licenziamento.

