03 agosto 2024

La federazione internazionale voleva premiare la pugile campana che si è ritirata dopo 46″ nel match contro Khelif: “Per noi ha vinto l’oro”
La sua Olimpiade è durata appena 46 secondi, con un sogno a lungo coltivato e troppo presto spezzato. Eppure c’è chi ha deciso di premiare comunque Angela Carini. “Per noi è come se avesse vinto la medaglia d’oro”. A dirlo è l’Iba, acronimo di International Boxing Association, la federazione internazionale che gestisce il pugilato Elite, cioè l’ex dilettantistico, e che ha deciso di riconoscere all’atleta campana i 100 mila dollari che aveva promesso ai campioni olimpici prima dei Giochi.
La somma, in realtà, spetta per il 50% a lei, per il 25% al suo allenatore e per il 25% alla federazione italiana, per quanto quest’ultimo sia uscita dall’Iba, associandosi alla Wba. Il denaro, però, non finirà delle tasche di Angela, né sui conti correnti della federazione che ha rifiutato il premio in denaro, come dichiarato in un comunicato, così come l’atleta o il suo allenatore. Va detto, tra l’altro, che la Fpi è uscita dall’Iba proprio prima dell’Olimpiade.
Com’è noto, l’Iba aveva escluso dagli ultimi Mondiali Imane Khelif, l’avversaria di Carini nel primo turno dei Giochi, dopo averla sottoposta a uno specifico test di idoneità, nel quale sarebbe emerso che l’algerina avrebbe un vantaggio competitivo rispetto alle altre atlete per il suo iperandrogenismo. Il Cio ha regole diverse e ha ammesso a Parigi 2024 la nordafricana che poi, nelle prime fasi del match contro Carini, le ha rifilato due pesantissimi colpi al volto che hanno indotto la napoletana a lasciare il ring.
“Non riuscivo a guardarla mentre piangeva – ha detto il presidente dell’Iba Ubar Kremlev -, e non posso rimanere indifferente a una situazione del genere. Non capisco perché uccidano il pugilato femminile. Per mantenere le condizioni di sicurezza, dovrebbero competere solo le atlete eleggibili“.
Il Cio ha commentato in modo duro la scelta dell’Iba: “La dice lunga sulla sua credibilità, non vogliamo dargli alcuna attenzione”, ha detto il portavoce Mark Adams. “Khelif è donna, non ci sono dubbi”, ha ribadito il presidente Thomas Bach spiegando di non aver intenzione di partecipare ad alcun dibattito politico sul tema.

