articolo: https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/09/30/news/morti_lavoro_lombardia_aumento-416328764/
Vincenzo Greco, della segreteria della Cgil Milano: “Non c’è una vera azione di contrasto, manca la cultura della sicurezza”
Il caso più recente si è verificato ieri a Castello d’Agogna (nel Pavese), dove un operaio di 39 anni ha perso la vita precipitando dal tetto di un capannone, ma
dall’inizio del 2023 sono stati 97 i morti sul lavoro in Lombardia,
già sette di più di quelli registrati nei primi nove mesi dell’anno scorso (nel 2022 i morti totali sul lavoro nella nostra regione erano stati 124, primato negativo a livello nazionale, e a ottobre erano 90): a lanciare un nuovo, ennesimo allarme su questa grave situazione è la Cgil.
“Non si può continuare a morire di lavoro. Come organizzazioni sindacali denunciamo una situazione ormai inaccettabile e chiediamo con forza, ancora una volta, la massima attenzione sulla prevenzione e sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro – si legge in una nota diramata da Cgil Pavia – Per noi la dignità del lavoro è una priorità e bisogna creare le condizioni perché questo non succeda mai più. La cultura della sicurezza e della prevenzione deve diventare un patrimonio per i lavoratori, per le imprese e per le istituzioni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Vincenzo Greco, segretario della Camera del lavoro metropolitana di Milano con delega a salute e sicurezza: “I dati sono in peggioramento rispetto all’anno scorso e purtroppo dobbiamo constatare che non si vede un’autentica azione di contrasto a questo fenomeno – sottolinea – Serve una maggior cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro e tutto il sistema dovrebbe remare nella stessa direzione per raggiungere questo obiettivo, ma non è così. Quando i provvedimenti governativi dicono che si può fare meno formazione o parlano di snellimento degli appalti, non promuovono certo questa cultura”.
Secondo Greco, la maggior parte degli incidenti mortali è dovuta a “un’errata percezione e quindi una conseguente sottovalutazione del rischio. Si compiono determinate attività in un certo modo perché non lo si ritiene pericoloso, dato che “si è sempre fatto così” – prosegue – Soprattutto in questi ultimi anni post pandemia mi sembra che si stia inseguendo una ‘ripresa a tutti i costi’, nel senso che una cultura smaccatamente produttivista antepone la necessità di produrre appunto ai fattori di rischio e quindi alla sicurezza dei lavoratori”.
Sono quindi necessari “più controlli e una maggior presenza degli Rls, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, nei contesti di rischio, ma soprattutto, torno a ripeterlo, servono più formazione ed educazione alla prevenzione. Non solo per i lavoratori, che rappresentano l’ultimo anello della catena, ma anche e soprattutto per chi ha potere decisionale sulle loro condizioni professionali ed è perciò in grado di orientare il sistema”.
In molti casi poi la cultura della sicurezza coincide con la cultura della legalità, perché “impone la corretta manutenzione dei macchinari e impedisce tra le altre cose di manometterli, come purtroppo è già accaduto, togliendo dei dispositivi di sicurezza per farli rendere di più – evidenzia ancora Greco – Quindi ben vengano i controlli, ma non basta fare repressione. È fondamentale la prevenzione e appunto per questo andrebbero potenziati i servizi delle Strutture complesse per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Sc Psal) delle Ats lombarde. Intervenire sui carichi e sugli orari di lavoro per renderli meno onerosi, per esempio nel settore della logistica, contribuirebbe a evitare tante tragedie”.
Qui alcuni Link da visitare
Blog: https://cadutisullavoro.blogspot.com/
Facebook: https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/?locale=it_IT
Blog: https://alessandro54.com/morti-bianche-2023-gennaio-ghhh/