Torna l’allarme in Sicilia, minacciate le abitazioni. Polemica per le parole di monsignor Marciante, che ha sollecitato una manifestazione davanti alla Regione. Il governatore: «Fomenta la sommossa popolare»
Persone per strada, qualcuno spinto a rifugiarsi sul tetto. Torna la paura del fuoco a Palermo. A due mesi dai roghi che hanno messo in ginocchio la città, le fiamme, alimentate dal caldo torrido e dallo scirocco, hanno assediato diversi quartieri del capoluogo come Brancaccio, nella periferia Ovest, dove sono state minacciate le abitazioni, e la discarica di Bellolampo. Nel tardo pomeriggio è stato evacuato l’edificio 18 del campus universitario al confine della zona interessata a incendi già da ore. Le fiamme si sarebbero avvicinate all’edificio che ospita le facoltà di chimica e fisica ed è stato dato l’ordine a studenti e professori di abbandonare immediatamente il luogo.
In serata anche a Cefalù quasi 750 turisti sono stati evacuati dall’hotel Costa Verde, la più grande struttura alberghiera della città, assediata da un incendio rovinoso. Gli ospiti dell’albergo sono stati portati al palazzetto dello sport. Ma si tratta di una soluzione precaria e provvisoria.
Un uomo è morto a Trappeto, nel Palermitano, durante l’evacuazione di alcune abitazioni lambite da un incendio. L’uomo forse è stato preso dal panico e potrebbe avere avuto un malore.
La seconda vittima è una donna di 42 anni, che con il padre e il fratello era andata a liberare dei cavalli dalla stalla assediata dalle fiamme, in zona Sala Verde a Mazzaforno, vicino Cefalù: è stata trovata morta in un canalone vicino all’autostrada. La notizia è confermata dai carabinieri e dalla Protezione Civile. Non si conosce ancora il nome della vittima.
I vigili del fuoco, i forestali e i volontari della protezione civile hanno cercato di limitare i danni e da questa mattina nella zona alle porte di Palermo stanno operando tre canadair. Nel pomeriggio l’emergenza è scattata in viale Regione siciliana, la circonvallazione della città, con auto in fiamme, capannoni a fuoco, e il traffico bloccato: roghi che stanno tenendo in apprensione automobilisti e residenti nella zona compresa tra Bonagia, via Belmonte Chiavelli e Pagliarelli.
Un canneto è andato in fiamme nei pressi del ponte di Bonagia e le fiamme hanno investito una vettura. Il forte vento di sirocco sta rendendo difficile l’intervento delle squadre di soccorso, al momento impegnate anche in decine di interventi: in via Messina Marine e nella zona di via Pitrè. Intanto, sempre a causa di un incendio, un tratto della A20 Palermo-Messina è stata chiusa nel tratto compreso tra gli svincoli di Cefalù e Castelbuono.
Per vigili del fuoco dunque sono state 24 ore difficili: decine le richieste di aiuto per roghi di vegetazione e sterpaglie in tutta l’Isola, a Messina, a Piazza Armerina (Enna), Altofonte, Gratteri dove il sindaco ha disposto la chiusura delle scuole, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Torretta e Prizzi. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è andato nella sala operativa del Corpo forestale per seguire, in tempo reale, l’evolversi della situazione.
E sull’emergenza incendi è intervenuto anche il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante. «Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. T ra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia», ha detto esprimendo vicinanza agli abitanti di Gratteri, tra i comuni più colpiti. «Sono vicino alla comunità di Gratteri per l’ingente danno ambientale subito — ha detto il vescovo — ormai il fenomeno degli incendi è diventato insopportabile». Parole che non sono piaciute al governatore siciliano che ha accusato il prelato si fomentare una sommossa popolare.

