L’installazione-esperimento sociale si chiama «Dead Drop». In tutto in giro per il mondo ci sono 2.276 dispositivi. In Italia sono circa una novantina, 14 a Roma e 11 a Milano

Basta una chiavetta USB e un po’ di cemento a presa rapida per far nascere un nuovo social network. Si chiama «Dead Drops» ed è una rete di condivisione di file peer to peer anonima e offline in spazi pubblici.
Come funziona – Le chiavette USB vengono inserite nei muri, edifici e marciapiedi e sono accessibili a chiunque. Chi ne trovi una può caricare o scaricare file e documenti sulla chiavetta. Può capitare di vedere qualcuno che collega il laptop a un muro, a una casa o a un palo e iniziare così a condividere contenuti con la comunità. Senza bisogno del wifi.
La rete senza Rete – La chiavetta, che viene inserita in un muro e fissata con cemento a presa rapida, all’inizio è vuota, eccetto che per il file README.txt che spiega come accedere al progetto passo passo. Il nome deriva dal metodo Dead drop (o dead letter box) usato per lo scambio di informazioni nell’ambito dello spionaggio.
Quante chiavi ci sono – A oggi in tutto il mondo ci sono 2.276 chiavi per 70.475 gigabyte. Una novantina dei device si trova in Italia, 14 a Roma, nei pressi delle varie università e 11 a Milano. «È un intervento mimetico nello spazio pubblico, in cui l’artista tedesco Aram Bartholl inserendo nei muri di alcune città delle porte Usb da cui scaricare contenuti anonimi, come foto, brani musicali, testi e video, oltre a poterne caricare altri» vuole ribadire «il principio di partecipazione e condivisione» democratica di cui si sente tanto la mancanza nel web. Così Lorenza Pignatti, critica d’arte e docente alla Naba di Milano nel suo ultimo libro, uscito lo scorso mese dal titolo: Cartografie radicali. Attivismo, esplorazioni artistiche, geofiction (Meltemi, 2023).
La storia – Il progetto è iniziato a New York nel 2010 quando l’artista era in residenza a EYEBE-AM, dove ha installato le prime cinque porte USB. Da allora sono diventate centinaia, sparse in diverse città del mondo, che è possibile individuare grazie a un database online sul sito del progetto https://deaddrops.com/db/?page=map che ne attesta la posizione, la capienza e la data di creazione». In alcune città (come Roma) di alcune di queste chiavette murate non ce n’è più traccia. Ma, nonostante questo, lo spazio di condivisione digitale continua ad ampliarsi



