
Il naufragio giovedì scorso dopo la partenza da Sfax (Tunisia) con il mare grosso. La barca alla deriva segnalata ai libici, che però non sono intervenuti. I soccorsi da parte di una nave maltese
Hanno lasciato le coste tunisine giovedì mattina. Su un barchino di metallo di 7 metri hanno preso il mare sferzato dal maestrale e, in balia della tempesta, hanno navigato per qualche ora. Poi un’onda ha rovesciato il guscio su cui erano stati stipati in 45 e si sono ritrovati in acqua. Quattro, riusciti a raggiungere a nuoto una imbarcazione abbandonata alla deriva, ce l’hanno fatta; 41, tra cui tre bambini, sono ancora dispersi, ma le speranze di ritrovarli vivi sono nulle. Per Save The Children dall’inizio dell’anno le vittime dei «viaggi della speranza» sarebbero 2000: donne, minori, uomini che hanno perso la vita lungo la rotta del Mediterraneo centrale, un mare divenuto un immenso cimitero liquido.
L’ultimo naufragio – L’ultimo naufragio, che fa salire ancora la conta dei migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, si sarebbe consumato giovedì, ma solo mercoledì i superstiti — tre minori partiti da soli e un adulto, originari di Costa d’Avorio e Guinea Konakry — sono stati soccorsi nel mare della Libia, dalla Rimona, una nave battente bandiera maltese. L’equipaggio li ha intercettati mentre andavano alla deriva sul barchino. Dall’alto poco prima li aveva avvistati l’ aereo Frontex Eagle2, che aveva comunicato alla Capitaneria di Porto italiana la presenza dell’imbarcazione. La segnalazione era stata girata ai libici, perché il natante coi superstiti, nel frattempo, era finito al largo delle coste nordafricane: nessuno, però, è intervenuto. Le motovedette italiane si sono dunque spostate fino alle acque di Zuwara dove i quattro naufraghi erano stati, nel frattempo, messi in salvo dalla Rimona.
Smentita l’azione di pirati – In principio si era diffusa la voce che la barca fosse stata attaccata dai pirati, ma la Procura di Agrigento ha smentito. I corpi dei dispersi non sono stati avvistati né dai maltesi né dai militari della motovedetta Cp327 della Guardia costiera che ha portato a Lampedusa i sopravvissuti. «Il naufragio è avvenuto giorni fa e in un’area molto distante da quella in cui sono stati recuperati i naufraghi — spiegano i soccorritori — questo spiega perché non sono stati trovati i cadaveri degli altri».
Ennesima tragedia – Su questa ennesima tragedia ha aperto un’inchiesta la procura di Agrigento che ipotizza a carico di ignoti i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I quattro africani, ancora sotto choc, sono stati sentiti dai militari della Guardia costiera e successivamente dai poliziotti della Mobile di Agrigento ai quali hanno raccontato la loro odissea. Tutti i 45 a bordo del barchino sarebbero finiti in acqua. Solo quindici avevano un salvagente, ma il mare era molto agitato e non ce l’avrebbero fatta. I sopravvissuti sarebbero rimasti per diverse ore in acqua, aggrappati a delle camere d’aria, fino a quando non sono riusciti a raggiungere la barca, verosimilmente abbandonata dopo un trasbordo di altri profughi, e a mettersi in salvo. Per circa tre giorni sono rimasti alla deriva, trasportati dalla corrente: ma i racconti sono confusi e devono essere verificati.
Fatti partire con mare grosso – I quattro nelle prossime ore verranno risentiti dagli inquirenti, gli stessi che indagano sui due naufragi avvenuti sabato scorso a 23 miglia Sud-Ovest da Lampedusa. Allora i dispersi furono 33 e due le salme recuperate: una donna e un bambino di un anno e mezzo, entrambi ivoriani. Di «assoluta mancanza di scrupoli dei trafficanti che fanno partire i migranti con il mare in tempesta, esponendoli ad altissimo rischio di morte in mare» hanno parlato Unicef, Oim e Unhcr. «Tutto ciò è inaccettabile e, in gran parte, evitabile: l’Italia e l’Europa si assumano la responsabilità di creare un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare la vita delle persone e aprano canali sicuri e legali di ingresso», ha scritto Save the Children. Mentre le opposizioni, col Pd in testa, accusano il governo di «cinismo e disumanità». Polemiche che si consumano mentre gli sbarchi proseguono: solo mercoledì a Lampedusa sono arrivati oltre 50 profughi.

