Fronte di fiamme vicino a Dubrovnik: rogo domato da 150 vigili del fuoco
Esplose sulle colline mine anti-uomo delle ultime guerre balcaniche. Altri incendi fra Albania e Serbia
26 luglio 2023
Dopo le tempeste di vento, pioggia e grandine, gli incendi. È il quadro che si è sviluppato in Croazia, con propaggini anche nella vicina Bosnia-Erzegovina, in emergenza per un grande incendio che ha colpito un’ampia area vicino a Dubrovnik (Ragusa), quella della municipalità di Zupa Dubrovačka, ai confini con la Bosnia e non distante dal Montenegro, all’estremo sud del Paese.
Lì, già nella tarda serata di lunedì si erano sviluppati i primi roghi sui monti che poi sono scesi verso il mare Adriatico, alimentati a partire da martedì dal forte vento. E lì è scattata l’emergenza, con il timore per le abitazioni dei paesini attorno – anche se poi non è stato necessario procedere ad evacuazioni, come accaduto in Grecia.
Gran parte del merito va attribuito agli oltre 150 Vigili del fuoco croati che hanno lavorato senza sosta, supportati anche dal cielo da due Canadair e da tanti volontari, che si sono rimboccati le maniche per salvare le case dal fuoco. Trascorsa una nottata drammatica, quella tra martedì e mercoledì, i risultati si sono visti, anche grazie alla pioggia che ha dato una mano.
«Dopo una notte difficile, al mattino la situazione è migliorata», ha fatto il punto Stjepan Simović, il capo dei pompieri della regione di Dubrovnik-Neretva, che ha specificato di aver chiamato come rinforzi anche colleghi dal nord, per sostituire quelli che avevano lavorato senza fermarsi un minuto da lunedì sera.
Lo stesso Simović, all’acme dell’incendio, aveva precisato che la zona interessata è «molto abitata e a vocazione turistica, quindi la preoccupazione è grande». «Continuiamo a spegnere l’incendio nella sua parte occidentale, c’è molto fumo ma i pompieri hanno fatto il massimo per proteggere ogni casa», ha confermato da parte sua Slavko Tucaković, che ha coordinato le operazioni di contenimento dei roghi.
Roghi impressionanti, messi sotto controllo nel tardo pomeriggio – ma il pericolo non è passato – e che sono stati colti nelle immagini dei fotografi e facendo il giro del mondo, soprattutto poiché l’incendio è stato registrato a soli 12 chilometri dalla perla turistica dalmata, Ragusa. E ci sono stati anche altri dettagli che hanno suscitato l’interesse dei media internazionali, dalla Bbc alla Cnn.
Fra questi, il pericolo delle mine anti-uomo risalenti alle ultime guerre balcaniche, ancora celate nelle colline interessate dagli incendi, alcune delle quali sarebbero esplose a causa del fuoco, hanno confermato gli stessi pompieri: un problema già osservato, anche se in quel caso si parlava di esplosivi risalenti addirittura alla Grande guerra, negli incendi sul Carso dell’anno scorso.
Altri incendi, nel frattempo, sono stati segnalati in Albania, nel sud della Serbia, in Macedonia del Nord, segnale che il caldo torrido ha lasciato strascichi che terranno impegnate le autorità nei prossimi giorni.
Ma a preoccupare gli addetti ai lavori e chi è al governo sono anche le conseguenze del maltempo, dalla Slovenia passando alla Croazia e arrivando in Serbia e in Bosnia, i Paesi più colpiti dalle tempeste dei giorni scorsi. Secondo le prime stime degli agricoltori, svariate colture avrebbero subito danni ai raccolti fino al 100%, in particolare per quanto riguarda mais, girasoli, vitigni e frutteti.
Incendi in Croazia, fiamme a sud di Ragusa

Gli incendi assediano tutto il Mediterraneo: nuovi roghi nell’isola spagnola di Gran Canaria
RAGUSA, 26 luglio 2023
Decine di vigili del fuoco sono stati impiegati contro un incendio scoppiato vicino alla storica città meridionale di Dubrovnik (Ragusa), in Croazia, con aerei anti-incendio inviati nell’area per contenere i roghi.
Secondo quanto riferito dalle autorità, l’incendio vicino a Dubrovnik (Ragusa) ha avuto come focolaio un’area a 12 chilometri dalla famosa città medievale, nel comune di Zupa Dubrovacka.
L’incendio è scoppiato nella tarda serata di lunedì. Circa 130 vigili del fuoco sono stati impiegati per contenere le fiamme alimentate martedì dal forte vento. I media locali hanno riferito che l’incendio ha anche innescato l’esplosione di mine antiuomo nell’area.
Gli incendi assediano tutto il Mediterraneo con un tragico bilancio di 40 morti negli ultimi giorni, di cui la maggior parte in Algeria (34). Nuovi incendi, dopo quelli registrati in Italia, in Grecia, in Turchia e in Tunisia, sono segnalati oltre che in Croazia anche nell’isola spagnoladi Gran Canaria.
Un incendio in rapida espansione al centro dell’isola spagnola di Gran Canaria – riferisce infatti la Bbc – ha costretto le autorità ad evacuare diverse centinaia di abitanti del villaggio, chiudere tre strade e schierare gli elicotteri antincendio.

