
La mediazione di Lukashenko. Il Cremlino non perseguirà le milizie ribelli e il loro leader andrà in Bielorussia
La Russia non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner.
Lo rende noto il Cremlino.
L’inchiesta penale contro Yevgeny Prigozhin sarà sospesa e il capo della Wagner andrà in Bielorussia. La fallita ribellione “non influenzerà in alcun modo” l’offensiva russa in Ucraina. Vladimir Putin è “riconoscente” verso il presidente bielorusso Alexander Lukashenko per il suo ruolo di mediatore presso la Wagner. Lo riferisce il Cremlino.
La marcia di Yevgeny Prigozhin si è fermata a 200 km da Mosca. Dopo mesi di critiche sempre più violente contro le istituzioni militari, il capo della Wagner ha lanciato la sfida direttamente a Vladimir Putin penetrando con le sue milizie in territorio russo apparentemente, e incredibilmente, senza incontrare alcuna resistenza. Fino a quando, in serata, ha annunciato la marcia indietro “per evitare un bagno di sangue russo“.
Per la Russia, e per il mondo, è stata una giornata drammatica in cui il Paese è sembrato poter precipitare in una guerra civile. In un discorso alla nazione, in mattinata il capo del Cremlino aveva definito l’azione di Prigozhin una “pugnalata alle spalle” alle truppe che combattono in Ucraina. Mentre i servizi d’intelligence lo hanno accusato di avere iniziato un “conflitto civile armato“. Cosa volesse di preciso lui non lo ha detto, ma in pochi credono a un’azione individuale, mentre diversi osservatori si dicono convinti che sia in gioco una resa dei conti politica in cui Prigozhin sarebbe solo una pedina. continua a leggere


