Bilanci – Relazione finanziaria delle società di serie A


Fiorentina, bilancio 2022 in utile con 107 mln di plusvalenze dalla Juve

articolo di Matteo Spaziante: https://www.calcioefinanza.it/2022/11/24/fiorentina-bilancio-2022-fatturato-plusvalenze/

Fiorentina bilancio 2022 – La Fiorentina ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2022 con un utile pari a 46,8 milioni di euro spinto in particolar modo dalle plusvalenze, dopo aver chiuso in perdita l’esercizio al 30 giugno 2021 per 10,3 milioni. Il fatturato della società viola è stato pari a 233,2 milioni, mentre i costi sono calati a quota 161,4 milioni. Va ricordato che nel bilancio al 30 giugno 2021 erano compresi anche ricavi e costi di una parte della stagione 2019/20 che era slittata oltre il termine del 30 giugno 2020 a seguito dello slittamento del campionato dopo il lockdown per il Covid. Il patrimonio netto del club guidato da Rocco Commisso è così pari a 218 milioni di euro.

Fiorentina bilancio 2022, i ricavi – Complessivamente, la Fiorentina nella stagione 2021/22 ha registrato 233,2 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 160,6 milioni del 2019/20. La voce più corposa è quella relativa alle plusvalenze, con incassi per 114 milioni di euro (10,2 milioni nell’esercizio precedente), mentre i diritti tv sono stati pari a 51,1 milioni di euro (74,4 milioni nel 2019/20).

In particolare, le plusvalenze sono in larga parte legate ad operazioni realizzate con la Juventus: la cessione di Vlahovic ai bianconeri per 70 milioni ha permesso di realizzare una plusvalenza pari a 68 milioni di euro, mentre la maturazione dell’opzione di riscatto per Chiesa per 40 milioni ha portato ad una plusvalenza pari a 39 milioni di euro. Inoltre, nel 2021/22 sono stati incassati dal club viola anche un milione come bonus per l’affare Vlahovic.

Tra gli altri ricavi, Mediacom (società di Commisso) ha confermato la sua sponsorizzazione di maglia con incassi per la Fiorentina per 25 milioni di euro, con ricavi da sponsor per complessivi 29,9 milioni.

I ricavi voce per voce:

  • Ricavi da gara: 7,9 milioni di euro (5mila euro nel 2020/21);
  • Ricavi da sponsor, pubblicità e commerciali: 37,4 milioni (50,5 milioni nel 2020/21);
  • Ricavi da diritti tv: 51,1 milioni (74,4 milioni nel 2020/21);
  • Ricavi da gestione calciatori: 122 milioni di cui 114 milioni da plusvalenze (27,9 milioni di cui 10,2 di plusvalenze nel 2020/21);
  • Altri ricavi: 14,4 milioni (7,8 milioni nel 2020/21)
  • TOTALE: 233,2 milioni (160,7 milioni nel 2020/21).

Fiorentina bilancio 2022, i costi – I costi a bilancio per la Fiorentina sono calati a 161,1 milioni, rispetto ai 171 milioni del bilancio 2021, anche per lo spostamento di una parte dei costi legata allo slittamento del campionato 2019/20 a luglio. Nel dettaglio, la maggior parte dei costi è legata ai costi per il personale, pari a 80,9 milioni (84,9 milioni nel 2020/21) di cui 54,7 milioni come compensi contrattuali per i calciatori (54,1 milioni nel 2020/21).

Tra gli altri costi, gli ammortamenti sono stati pari pari a 46,9 milioni di cui 43,7 milioni legati agli ammortamenti dei calciatori, rispetto ai 46,7 milioni complessivi di cui 44,3 milioni per i giocatori del 2021.

Nel corso della stagione 2021/22, la Fiorentina ha acquistato Nicolas Gonzalez dallo Stoccarda per 22,5 milioni, oltre a Cabral dal Basilea per 15,5 milioni e Ikonè dal Lille per 14,2 milioni.

I costi voce per voce:

  • Costi per servizi: 21,9 milioni (17,9 milioni nel 2020/21);
  • Costi per il personale: 80,9 milioni di cui 54,7 come compensi contrattuali per i calciatori (84,9 milioni di cui 54,1 come compensi contrattuali per i calciatori nel 2020/21);
  • Ammortamenti e svalutazioni: 48,9 milioni di cui 43,7 per i calciatori (46,7 milioni di cui 44,3 milioni per i calciatori nel 2020/21);
  • Altri costi: 9,7 milioni (21,5 milioni nel 2020/21);
  • TOTALE: 161,4 milioni (171,0 milioni nel 2020/21).

Fiorentina bilancio 2022, risultato, debiti e patrimonio netto – La differenza tra fatturato e costi è stata così positiva per 71,7 milioni, rispetto al -10,3 milioni del 2020/21. Il risultato ante imposte è stato positivo per 73,1 milioni, rispetto al -11,2 milioni del 2020/21, mentre il risultato netto è stato positivo per 46,8 milioni contro il rosso di 10,3 milioni del 2020/21.

Il patrimonio netto al 30 giugno 2022 è così cresciuto fino a toccare quota 218 milioni milioni di euro, in crescita dai 153 milioni al 30 giugno 2021 anche per effetto di nuovi versamenti dalla proprietà per 18 milioni di euro.

I debiti al 30 giugno 2022 erano pari a complessivi 117 milioni di euro, contro i 129 milioni al 30 giugno 2021: tuttavia, la posizione finanziaria netta era positiva per 43,9 milioni rispetto ai 68,7 milioni al 30 giugno 2021, considerando l’assenza di debiti finanziari e la liquidità in cassa per 43,9 milioni (68,7 milioni al 30 giugno 2021) in calo per gli investimenti nel nuovo centro sportivo Viola Park.

Per quanto riguarda gli indicatori Covisoc, al 30 giugno 2022 la Fiorentina aveva in particolare:

  • indice di liquidità pari a 1,375 (sopra la soglia minima di 0,5);
  • indicatore di indebitamento pari a -0,093 (ampiamente sopra la soglia minima di 1,2);
  • indicatore di costo del lavoro allargato pari a 0,91 (sopra la misura massima di 0,8).

>>>>>>>>>>>>>-<<<<<<<<<<<<<<

L’effetto rivalutazione sui bilanci: “aiuto” da 935 mln ai club di A

articolo di Marco Sacchi: https://www.calcioefinanza.it/2022/10/01/rivalutazione-marchi-serie-a/

Rivalutazione marchi Serie A – Dai risultati del bilancio chiuso al 30 giugno 2022 con un rosso di 66,5 milioni di euro – in calo di 30 milioni rispetto all’esercizio precedente – è emersa una curiosità particolare in casa Milan. Il club rossonero ha infatti deciso di sfruttare il cosiddetto DL Agosto (D.L. 104/2020, convertito nella Legge n. 126 del 13/10/2020) per una rivalutazione del marchio.

Si tratta solamente dell’ultimo club di Serie A, in ordine di tempo, che ha deciso di sfruttare questa possibilità (alcuni dei quali ora militano in Serie B, ma hanno sfruttato la norma ancora nella massima serie). L’obiettivo di questo strumento è quello di incentivare la patrimonializzazione delle imprese e limitare le perdite derivanti dai danni economici causati dalla pandemia.

Una norma che possono sfruttare solo i club che redigono i bilanci seguendo i principi contabili italiani (OIC) e non quelli internazionali (IFRS), quindi – per fare un esempio concreto – la Juventus non è stata in grado di usufruire di questa possibilità. Ma quali sono le società che hanno usufruito del DL Agosto in questo senso? E qual è stato l’effetto complessivo sui loro bilanci?

Rivalutazione marchi Serie A – Dall’Udinese al Milan – Partiamo dicendo che la rivalutazione del marchio – che in alcuni casi si è estesa alla library dei club, all’archivio, allo stadio o addirittura ai calciatori, come nel caso dell’Udinese con De Paul – non ha influenza sul conto economico, ma sullo stato patrimoniale, incidendo in particolar modo sul patrimonio netto (che nel caso dell’Inter, per fare un esempio, è tornato positivo grazie a questa operazione).

Come detto, tra le big il Milan ha deciso di sfruttare questa strada, con la valutazione del marchio che è stata aggiornata e stimata intorno ai 200 milioni di euro (l’ultima risaliva al 2005 ed era pari a 35 milioni di euro). Dati più precisi saranno comunque disponibili a seguito dell’assemblea degli azionisti che sarà convocata tra il 20 e il 26 ottobre.

Anche l’Inter nel bilancio 2020/21 ha rivalutato marchio e library per 212 milioni di euro circa, con una riserva di rivalutazione (al netto delle relative imposte differite) pari a oltre 203 milioni. Complessivamente, quindi, dal patrimonio netto negativo per 36,949 milioni al 30 giugno 2020, l’Inter al 30 giugno 2021, nonostante un risultato consolidato negativo per oltre 245 milioni, aveva un patrimonio netto positivo per 53,451 milioni.

La cifra più alta tra i club di Serie A riguarda però l’Udinese, che non si è limitata al marchio ma ha aggiunto anche stadio, immobili industriali e calciatori (il caso De Paul sopra citato). Per il club friulano una rivalutazione di 233 milioni di euro e una riserva di rivalutazione di 226 milioni circa.

Tra le big del massimo campionato italiano chiude il Napoli, il cui valore del marchio «iscritto in bilancio al 30 giugno 2021 è pari ad euro 75.000.000». Anche in questo caso l’effetto della rivalutazione era visibile sul patrimonio netto – per 72.500.000 euro, al netto dell’imposta sostitutiva del 3% –, passato a oltre 140 milioni al 30 giugno 2021, contro i 126,5 milioni di euro al 30 giugno 2020, nonostante le perdite superiori ai 58 milioni di euro del 2020/21.

Rivalutazione marchi Serie A – Dall’Inter al Lecce – Di seguito tutti i club che hanno sfruttato la chance offerta dal DL Agosto:

  • Udinese, 2019/20 – 233.009.715 euro (riserva di valutazione: 226.019.423 euro)
  • Inter, 2020/21212.141.000 euro (riserva di valutazione: 203.867.123 euro)
  • Milan, 2021/22 – 200.000.000 euro
  • Napoli, 2020/21 – 75.000.000 euro (riserva di valutazione: 72.750.000 euro)
  • Sampdoria, 2020 – 61.921.000 euro (riserva di valutazione: 56.682.471 euro)
  • Torino, 2020 – 59.600.000 euro (riserva di valutazione: 57.807.052 euro)
  • Genoa, 2020 – 51.353.807 euro (riserva di valutazione: 50.202.468 euro)
  • Cagliari, 2020/21 – 24.275.429 euro (riserva di valutazione: 23.547.165 euro)
  • Lecce, 2020/21 – 17.750.000 euro (riserva di valutazione: 16.462.945 euro)
  • TOTALE – 935.050.951 euro (riserva di valutazione: 707.338.647 euro)

Nel complesso, considerando tutti coloro che hanno sfruttato la norma per la rivalutazione di marchi, library, archivi o diritti calciatori, i club hanno ricevuto un “aiuto” da 935 milioni di euro. Considerando l’effetto della riserva di rivalutazione l’effetto è stato pari a oltre 707 milioni di euro

>>>>>>>>>>>>>-<<<<<<<<<<<<<<

Indice di liquidità: Lazio, Lecce e Spezia in ritardo

articolo: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2022/06/02/news/iscrizione_campionati_indice_liquidita-352184723/

I tre club hanno tempo fino al 22 giugno per rientrare e iscriversi al campionato

Dopo mesi di battaglia acerrima, la Serie A ha scoperto che il diavolo non era poi brutto come lo dipingeva. Alla mezzanotte di martedì è scaduto il termine per presentare il contestatissimo indice di liquidità, nuovo parametro introdotto dalla Figc per l’iscrizione ai campionati. E solo tre società oggi sarebbero non ammesse. Sono la Lazio (l’ultima a presentare il documento, alle 23.35 di martedì), Lecce e in piccola parte lo Spezia.

L’indice di liquidità, fissato per questa stagione a 0.5, altro non è che il rapporto tra l’attivo e le passività a breve termine (dove è a 1, come in Germania, attivi e passivi devono pareggiarsi). Se il termine scadesse oggi, le tre squadre non potrebbero essere iscritte alla Serie A. Ma c’è tempo fino al 22 giugno per mettersi in regola. E soprattutto la situazione non è poi così cupa.

L’esposizione complessiva delle tre, sommata, arriva appena a 6 milioni. Vuol dire che basta davvero poco per rientrare. La Lazio, la più in “ritardo” (sarebbe fuori di 4 milioni circa), potrebbe rimettersi in regola a breve con le imminenti cessioni di Vavro ed Escalante (o può ricapitalizzare). Quella depositata poi è una fotografia al 31 marzo, e da quel giorno già qualcosa potrebbe essere cambiata. Il Bologna ad esempio, che a quel termine era sotto l’indice, ha già ricapitalizzato per 17 milioni. Tutto ciò può voler dire due cose: primo, che l’indice fissato a 0.5 è forse troppo tollerante. Il calcio italiano infatti sembra quasi sano, e di certo non è così. Ma il piano di “risanamento” è triennale, e dal prossimo anno i parametri saranno via via più stringenti. La seconda è che il problema c’è stato soprattutto per la Lazio e quindi per Lotito. La battaglia collettiva, che ha unito la Serie A, non ha quindi – numeri alla mano – una spiegazione. Devono essersene accorti anche i club, se l’idea dei più oltranzisti di boicottare l’indice, non presentandolo in massa, è rimasta lettera morta.

>>>>>JUVENTUS<<<<<

Relazione finanziaria semestrale consolidata al 31 dicembre 2021

https://www.juventus.com/it/club/investitori/bilanci-prospetti/bilanci-relazioni#season-2021-22

Juve, bilancio ’22 in pesante rosso: fabbisogno da 150mln

Roma, bilancio 2022 verso rosso intorno ai 200 milioni

articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/04/25/roma-bilancio-2022-verso-rosso-intorno-ai-200-milioni/

 25 Aprile 2022

Bilancio ancora in rosso e nuovo aumento di capitale all’orizzonte, con l’obiettivo anche di dare i rinforzi richiesti a Mourinho. La stagione della Roma entra nella fase calda, con la semifinale di Conference League contro il Leicester all’orizzonte, il tutto mentre a livello economico la famiglia Friedkin continui a garantire i propri versamenti per mantenere in equilibrio i conti.

Fino a fine marzo, la proprietà Usa aveva speso complessivamente quasi 550 milioni di euro per la società, di cui 199 milioni per l’acquisto e i restanti 349 milioni come versamenti mensili nelle casse del club. Per le sole esigenze di capitale, in pratica, i Friedkin hanno versato circa 590mila euro al giorno nella Roma in un anno e mezzo di proprietà del club giallorosso (sono sbarcati nella Capitale nell’agosto 2020).

Cifre che, spiega la Gazzetta dello Sport, dovrebbero continuare a rimanere stabili ancora per qualche mese: entro dicembre 2022 verrà chiuso l’aumento di capitale da 460 milioni, quasi raggiunto dalla proprietà con i continui versamenti, ma nel 2023 potrebbe arrivare un ulteriore aumento di capitale, anche se le cifre andranno ancora stabilite.

Un nuovo aumento confermato circa un mese fa ai vertici della Uefa a Nyon – presenti il vice presidente Ryan Friedkin e Brian Walker, braccio destro del presidente Dan -, insieme ai tagli al monte ingaggi e alle cessioni. Intanto, però, la Roma si avvia a chiudere il bilancio al 30 giugno 2020 con un rosso ancora pesante, con perdite non lontane dai duecento milioni, spiega la Gazzetta dello Sport, mentre già incombono i nuovi parametri Uefa, che in tre anni dovranno portare le spese per la squadra a massimo il 70% del fatturato.

Gli investimenti di Friedkin per la Roma:

  • 10 milioni nell’agosto 2020;
  • 53 milioni nel settembre 2020;
  • 29,6 milioni nell’ottobre 2020;
  • 40 milioni nel dicembre 2020;
  • 10,5 milioni nell’aprile 2021;
  • 10 milioni nel maggio 2021;
  • 10,2 milioni nel giugno 2021;
  • 25 milioni nel luglio 2021;
  • 60 milioni nell’agosto 2021;
  • 25,9 milioni nel settembre 2021;
  • 10 milioni nell’ottobre 2021;
  • 10 milioni nel novembre 2021;
  • 15,8 milioni nel dicembre 2021;
  • 25 milioni nel gennaio 2022;
  • 7,5 milioni nel febbraio 2022;
  • 6,5 milioni nel marzo 2022;
  • TOTALE: 349 milioni.

Samp, terzo bilancio in perdita di fila: rosso di 24 mln nel 2021

articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/04/21/sampdoria-bilancio-2021-fatturato-perdita/

 21 Aprile 2022

Sampdoria bilancio 2021 – La Sampdoria chiude il bilancio al 31 dicembre 2021 con un rosso pari a 24,4 milioni di euro, il terzo esercizio consecutivo chiuso in perdita per il club ligure (-14,7 milioni nel 2020). Il fatturato della società è stato pari a 76,3 milioni, in leggero aumento rispetto ai 75,7 milioni del 2020, mentre i costi sono saliti oltre quota 100 milioni rispetto ai 90 milioni dell’esercizio precedente, spinti da un aumento dei costi per il personale nonostante il club abbia sfruttato la possibilità di sospendere gli ammortamenti anche per il 2021.

Sampdoria bilancio 2021, i ricavi – Complessivamente, la Sampdoria nel bilancio 2021 ha registrato ricavi per 76,3 milioni,in leggero aumento rispetto ai 75,7 milioni del 2020. La voce più corposa è quella relativa ai diritti tv, pari a 52,2 milioni di euro (36,9 milioni nel bilancio precedente), mentre le plusvalenze sono passate da 14,7 a 3,3 milioni e i ricavi da sponsorizzazioni cresciuti da 2,1 a 3,2 milioni di euro.

I ricavi voce per voce:

  • Ricavi da gara: 1,0 milioni di euro (1,6 milioni nel 2020);
  • Ricavi da sponsor, pubblicità e commerciali: 7,6 milioni (6,0 milioni nel 2020);
  • Ricavi da diritti tv: 52,2 milioni (36,9 milioni nel 2020);
  • Ricavi da gestione calciatori: 9 milioni di cui 3,3 milioni da plusvalenze (26,6 milioni di cui 14,7 di plusvalenze nel 2020);
  • Altri ricavi: 6,5 milioni (4,6 milioni nel 2020).
  • TOTALE: 76,3 milioni (75,7 milioni nel 2020).

Sampdoria bilancio 2021, i costi

I costi a bilancio per la Sampdoria sono saliti a 100,4 milioni, rispetto ai 90,0 milioni del bilancio 2020. Nel dettaglio, la maggior parte dei costi è legata agli stipendi: i costi per il personale sono stati infatti pari a 59,4 milioni di euro (di cui 55,4 milioni per retribuzioni del personale tesserato), rispetto ai 53,6 milioni del 2020 (50,1 milioni per retribuzioni del personale tesserato).

Tra gli altri costi, gli ammortamenti sono stati pari pari a soli 7,9 milioni di euro, visto che la Sampdoria ha sfruttato la possibilità, garantito dal Decreto Liquidità, di sospendere la quota ammortamenti durante la pandemia Covid, come già fatto dal club nel 2020: se non fossero stati sospesi, la società avrebbe avuto ulteriori 38 milioni di costi legati agli ammortamenti dei calciatori.

I costi voce per voce:

  • Costi per servizi: 17,1 milioni (18,6 milioni nel 2020);
  • Costi per il personale: 59,4 milioni di cui 55,4 milioni per retribuzioni del personale tesserato (53,6 milioni di cui 50,1 milioni per salari e stipendi nel 2020);
  • Ammortamenti e svalutazioni: 8,3 milioni (2,5 milioni nel 2020);
  • Altri costi: 15,6 milioni (15,3 milioni nel 2020);
  • TOTALE: 100,4 milioni (90,0 milioni nel 2020).

Sampdoria bilancio 2021, risultato, debiti e patrimonio netto – La differenza tra fatturato e costi è stata così pari a -24 milioni, rispetto alla differenza negativa per 14,3 del 2020. Il risultato ante imposte è stato negativo per 28,2 milioni, rispetto al -17,2 milioni del 2020, mentre il risultato netto è stato negativo per 24,4 milioni contro il rosso di 14,7 milioni del 2020. Una perdita coperta attingendo alle riserve a patrimonio netto, che al 31 dicembre 2021 è sceso a 49,5 milioni dai 73,9 milioni al 31 dicembre 2020 (di cui 56,6 milioni come riserva di rivalutazione dopo l’operazione di rivalutazione delle immobilizzazioni nel 2020).

I debiti al 31 dicembre 2021 erano pari a complessivi 205 milioni di euro (contro i 176 milioni al 31 dicembre 2020), di cui 95 milioni tra banche e factoring. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2021 era negativa per 90,3 milioni, in peggioramento rispetto ai -58 milioni al 31 dicembre 2020, con la liquidità passata da 8,0 milioni a 5,1 milioni di euro.

Genoa, bilancio 2021 chiuso in rosso per 42 milioni

articolo di Redazione: https://www.calcioefinanza.it/2022/04/21/genoa-bilancio-2021-perdita-fatturato/

21 Aprile 2022

Genoa bilancio 2021 – Il Genoa chiude il bilancio al 31 dicembre 2021 con un rosso pari a 42,3 milioni di euro, il secondo esercizio consecutivo chiuso in perdita per il club ligure (-32,8 milioni nel 2020). Il fatturato della società è stato pari a 77,9 milioni, in leggero calo rispetto ai 78 milioni del 2020, mentre i costi sono saliti oltre quota 123 milioni rispetto ai 105 milioni dell’esercizio precedente, spinti da un aumento dei costi per il personale nonostante il club abbia sfruttato la possibilità di sospendere gli ammortamenti anche per il 2021.

Genoa bilancio 2021, i ricavi – Complessivamente, il Genoa nel bilancio 2021 ha registrato ricavi per 77,9 milioni, in leggero calo rispetto ai 78 milioni del 2020. La voce più corposa è quella relativa ai diritti tv, pari a 36,3 milioni di euro (43,7 milioni nel bilancio precedente), mentre le plusvalenze sono passate da 11,6 a 10,4 milioni (con ricavi complessivi da player trading per 25,6 milioni) e i ricavi da sponsorizzazioni cresciuti da 2,6 a 3,2 milioni di euro.

Trai i ricavi legati al player trading, il Genoa ha registrato una plusvalenza da 10,2 milioni legata alla cessione di Shomudorov alla Roma per 16,7 milioni, oltre ad aver incassato premi di rendimento per 7,5 milioni per la cessione di Rovella alla Juventus e 2,5 milioni per la cessione di Salcedo all’Inter.

I ricavi voce per voce:

  1. Ricavi da gara: 697mila euro (1,9 milioni nel 2020);
  2. Ricavi da sponsor, pubblicità e commerciali: 6,3 milioni (5,7 milioni nel 2020);
  3. Ricavi da diritti tv:36,3 milioni (43,3 milioni nel 2020);
  4. Ricavi da gestione calciatori: 25,6 milioni di cui 10,4 milioni da plusvalenze (18,2 milioni di cui 11,6 di plusvalenze nel 2020);
  5. Altri ricavi: 9,2 milioni (8,9 milioni nel 2020).
  6. TOTALE: 77,9 milioni (78,0 milioni nel 2020).

Genoa bilancio 2021, i costi I costi a bilancio per il Genoa sono saliti a 123,7 milioni, rispetto ai 105,1 milioni del bilancio 2020. Nel dettaglio, la maggior parte dei costi è legata agli stipendi: i costi per il personale sono stati infatti pari a 77,8 milioni di euro (di cui 68,8 milioni per retribuzioni del personale tesserato, con 52,3 milioni per i calciatori e 9,3 milioni per gli allenatori), rispetto ai 62,9 milioni del 2020 (53,5 milioni per retribuzioni del personale tesserato). I soli costi per il personale, quindi, sono stati sostanzialmente pari all’intero fatturato.

Tra gli altri costi, gli ammortamenti sono stati pari pari a soli 3 milioni di euro, visto che il Genoa ha sfruttato la possibilità, garantito dal Decreto Liquidità, di sospendere la quota ammortamenti durante la pandemia Covid, come già fatto dal club nel 2020: se non fossero stati sospesi, la società avrebbe avuto ulteriori 35 milioni di costi legati agli ammortamenti dei calciatori.

I costi voce per voce:

  • Costi per servizi: 15,9 milioni (12,1 milioni nel 2020);
  • Costi per il personale: 77,8 milioni di cui 68,8 milioni per retribuzioni del personale tesserato (62,9 milioni di cui 53,5 milioni per salari e stipendi nel 2020);
  • Ammortamenti e svalutazioni: 4,5 milioni (5,7 milioni nel 2020);
  • Altri costi: 25,5 milioni (20,6 milioni nel 2020);
  • TOTALE: 123,7 milioni (105,1 milioni nel 2020).

Genoa bilancio 2021, risultato, debiti e patrimonio netto – La differenza tra fatturato e costi è stata così pari a -45 milioni, rispetto alla differenza negativa per 27,1 del 2020. Il risultato ante imposte è stato negativo per 53 milioni, rispetto al -31,3 milioni del 2020, mentre il risultato netto è stato negativo per 42,3 milioni contro il rosso di 32,8 milioni del 2020. Una perdita coperta attingendo alle riserve a patrimonio netto, che al 31 dicembre 2021 è sceso a -23 milioni dalla situazione negativa per 13,7 milioni al 31 dicembre 2020, costringendo 777 Partners ad aprire il portafoglio.

I debiti al 31 dicembre 2021 erano pari a complessivi 278 milioni di euro (contro i 256 milioni al 31 dicembre 2020), di cui 83 milioni tra banche e factoring e 77 milioni come debiti tributari. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2021 era negativa per 82,5 milioni, in peggioramento rispetto ai -77 milioni al 31 dicembre 2020, con la liquidità passata da 1,3 milioni a 585mila euro.